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Realtà e fotografia


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avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2018 ore 16:26

Quello che mi interessa quando guardo una fotografia scattata da altri, infatti, non è capire come stessero esattamente e 'realmente' le cose, ma come le ha percepite chi ha fatto lo scatto...

e cosa mi/ci voleva trasmettere di quello che ha provato. Una fotografia scattata da altri mi piace se nasce questo legame empatico. Per questo mi piace spesso sapere anche quello che ruota attorno alla fotografia, chi scatta e perché. Rafforza la foto.

Mi ci ritrovo al 100%.

user90373
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inviato il 26 Luglio 2018 ore 16:27

Concordo che la fotografia non sia la mera rappresentazione della realtà, ma una interpretazione. Si possono interpretare anche i dati relativi alle precipitazioni, e produrre tabelle più o meno piacevoli alla vista, però i dati rilevati dallo strumento non dovrebbero esser modificati arbitrariamente solo perchè quel giorno non avendo l'ombrello sembrava di esser nel vivo del diluvio universale.

avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2018 ore 16:29

@Ettore
Corretto quello che dici.
Però le fotocamere restituiscono, quelle digitali su cui ora ci concentriamo per comodità, un valore numerico. Tu, leggendo il valore di intensità a una data frequenza, sai a quale colore corrisponde? Cioè, sapresti, da un foglio con scritti solo quei valori, vedere l'immagine?
Ovviamente no.
Quindi qualcuno deve fare questa traduzione da un numero a un colore che noi possiamo vedere; ed è in questo processo di traduzione che noi possiamo metterci mano.

Un po' come dire: ci sono 20 gradi. Ok. Fa caldo? Dipende: se ho addosso un cappotto e due maglioni forse sì, se sono in mutande forse no. Anche qui abbiamo una traduzione da una misura a un concetto personale: il caldo e il freddo.
E anche il colore è un concetto personale: tant'è che il mio occhio destro vede i colori diversi da quelli sinistro

user90373
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inviato il 26 Luglio 2018 ore 16:41

@ Jack_96

Ok! 20° possono esser tanti, giusti o pochi a seconda di come vengono percepiti, però son 20°. Sono peraltro possibili leggere variazioni da strumento a strumento, ma se per avvalorare la sensazione di caldo/freddo/giusto vado a modificare il dato effettivamente registrato dallo strumento? Prendiamo una bilancia e .........!

avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2018 ore 17:07

Posto che non discuto di giusto e sbagliato (ognuno sia liberissimo di vivere il suo hobby preferito come gli pare, ci mancherebbe), per amore della conversazione ti rispondo con le parole di Giuseppe Santagata che, nel suo blog sulla fotografia artistica, spiega il concetto molto meglio di quanto potrei fare io anche impegnandomi al massimo:

La storia della fotografia potrebbe essere letta come la storia della lotta tra due differenti imperativi: quello di abbellire, che viene dalle belle arti e quello di dire la verità, che proviene dalle scienze. Se il pensiero iniziale riteneva che il fotografo fosse un osservatore acuto, ma imparziale, con la scoperta che l'oggettività era solo una mistificazione (nessuno fotografa lo stesso oggetto allo stesso modo), l'ipotesi che le immagini fotografiche fornissero una rappresentazione impersonale dovette cedere il passo al fatto che le fotografie non attestano solo quello che c'è, ma anche quello che il fotografo vede attraverso la sua interpretazione, che non è mai soltanto documento, ma soprattutto valutazione personale del mondo circostante
.

QUI trovi l'articolo integrale.

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