| inviato il 27 Maggio 2014 ore 10:25
 composizione centrale e orizzonte simmetrico.... Bocciata!! |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 10:39
Ho recentemente avuto il piacere di vederla stampata, esposta nella bellissima mostra al Ducale di Genova.. contemporaneamente c'era anche quella di Scianna, un altro che d'insufficienze in composizione ne prende parecchie due eventi davvero eccellenti!! |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 10:44
“ " non vogliamo definire un dinosauro Michael Kenna vero ?" no. anche perché è DIO „ il DIO dalle foto grigie, fortunato a non pubblicare sui forum. |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 10:48
Mitico Berengo Gardin! Ci ho parlato molte volte, è una persona veramente in gamba e molto modesta. Io proverei a soffermarmi sul processo che fa diventare un fotoamatore un vero artista. Perchè tutti i fotografi che abbiamo imparato ad ammirare, prima di diventare famosi, erano tutti fotoamatori. Ovvio che questo passaggio lo fanno in pochi, ma in ognuno di loro, registro un aspetto preciso. Il passaggio obbligato che noto nel processo di crescita del fotografo è la sua "specializzazione". Uno non diventa famoso per fotografare qualsiasi genere. Ad un certo punto, se si vuole fare il passaggio di qualità, ci si deve per forza focalizzare in un genere, quello che ci ispira di più e concentrare tutte le nostre energie a svilupparlo. Per guardare nel nostro orticello, anche molti utenti di juza hanno intrapreso questa strada e la si nota chiara, non so se loro diventeranno famosi (glielo auguro) ma si nota chiaro che hanno imboccato il sentiero giusto, non si sa dove li porterà ma sanno che quella è la strada giusta perchè è la loro "ispiratrice". Un paio di esempi per non andare lontano: Caterina Bruzzone nei landscape, soprattutto marini ma non solo, ha identificato il suo percorso, è chiaro, limpido. Un percorso difficile, nel paesaggio la luce giusta, dura pochissimo e tu devi essere un predatore, pronto a coglierla (e non si dica che la foto di paesaggio è una foto "tranquilla"): Inoltre, bisogna lottare contro il rischio "cartolina" che è sempre in agguato dietro l'angolo. Altro esempio di juza: Ale Bergamini, percorso chiaro, impegnativo, viaggi estenuanti in posti scomodi, grande capacità di instaurare il giusto feeling con persone di diverse culture e grande capacità di trasferire questo messaggio attraverso le sue foto. Altro esempio fuori da juza di un fotografo non giovane ma di recente affermazione www.umbertoverdoliva.it/ Una street d'autore, un occhio fantastico. Insomma, personalmente mi rendo conto di non avere nemmeno deciso che strada intraprendere e questo mi fornisce il riferimento di quanto io sia lontano dal concetto di fotografo. Ecco perchè quando vedo gli scatti di chi è più avanti di me, vengo colto da sconforto.... |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 10:59
“ Ad un certo punto, se si vuole fare il passaggio di qualità, ci si deve per forza focalizzare in un genere, quello che ci ispira di più e concentrare tutte le nostre energie a svilupparlo. „ Sono d'accordo ma questo non deve far calare la nostra attenzione sul resto dell'universo fotografico ma anche direi sull'intero mondo dell'arte dell'immagine, in parte per propria crescita culturale ma anche e soprattutto perchè in un mondo in cui molto è già stato espesso le contaminazioni tra generi sono una grande opportunità. “ fortunato a non pubblicare sui forum. „ Come quasi tutti gli autori delle ultime gallerie presentate dal MOMA |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:00
“ Il passaggio obbligato che noto nel processo di crescita del fotografo è la sua "specializzazione". „ permettimi di non essere d'accordo con te Paco poi può essere un percorso "naturale" quello di propendere per un certo genere, che sarà poi quello che -alternativamente, essendo rari i casi di convergenza!- sarà quello che ci darà più soddisfazioni a livello espressivo o a livello economico |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:05
Bhè, Davide, non conosco nessun fotografo famoso che pratica diversi generi. Ognuno intraprende la sua strada espressiva e non la lascia più. Giusto, come dice Caterina, non chiudersi a riccio ma guardare altri fotografi ed altri generi, perchè le contaminazioni, nel mondo dell'arte, sono il carburante. Ma le contaminazioni servono come nuovi ingredienti per arricchire le nostre ricette. |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:14
“ Bhè, Davide, non conosco nessun fotografo famoso che pratica diversi generi. Ma le contaminazioni servono come nuovi ingredienti per arricchire le nostre ricette. „ io dico invece che il "genere" fotografico è tutta una solfa tipica del fotoamatore. (tanto quanto quella della sua proverbiale mania per la tecnica e le attrezzature!) a livello professionale mi viene da dire che gli unici due generi propriamente tali siano la foto Sportiva e quella naturalistica spinta, genere Avifauna piuttosto che Macro tutto il resto è contaminazione: se sei un reporter nei tuoi lavori ci stanno sicuramente dentro......... 1) street 2) ritratto 3) paesaggio / paesaggio urbano 4) storytelling ecc ecc, perché potrei continuare ancora! (ma fermo restando che se sei un reporter con gli stessi strumenti multidisciplinari puoi parimenti documentare un evento, una manifestazione di piazza, degli scontri a fuoco in un area di guerra, o un matrimonio) poi il discorso è abbastanza ampio, ed a mio modo di vedere investe anche un altro limite "culturale" del fotoamatore medio: il suo atavico legame alla logica del singolo scatto |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:19
Curioso questo punto di vista. Quindi tu dici che il fotografo, praticando un genere, ne fa anche altri in maniera indotta? Cioè, Mc Curry, fa reportage, ritratto, street etc etc.... E' questo quello che intendi dire? |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:25
Mi trovo vicino al pensiero di Davide |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:30
A proposito di manie proverbiali per tecniche ed attrezzature, vorrei proporvi un mio mito personale da poco scoperto.
 "Prima di tutto è necessario avere una macchina fotografica scadente" e "Se vuoi essere famoso, è necessario fare qualcosa peggio di chiunque altro al mondo". Miroslav Tichy |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:31
“ Cioè, Mc Curry, fa reportage, ritratto, street etc etc.... „ si. basta guardarti le foto sul suo sito per capirlo. ed aggiungo che in una logica di approccio "progettuale" all'immagine fotografica con valenza veramente narrativa, i generi come li intendi tu sono ancora più prossimi l'uno all'altro, e basta guardarsi un sito di una agenzia appena appena più innovativa delle altre come può essere la VU per capirlo, e si trovano lavori in cui ai "generi" che ho elencato prima spesso si accostano foto di tipo concettuale o introspettivo (set di still-life, per esempio), foto artistiche, foto di nudo, perfino ad arrivare a foto -l'ho visto una volta, e mi colpì!- subacquee! un'approccio progettuale è sempre autobiografico, e come tale non conosce confini |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:36
La mia idea su queste cose che stanno venendo fuori è che semplificando si può dividere la fotografia in due grandi tipologie: belle fotografie e brutte fotografie. Ci sono delle situazioni particolari dove possono servire competenze (e attrezzature) particolari, ma a grandi linee i principi generali sono sempre validi, quindi un fotografo preparato non dovrebbe avere difficoltà ad affrontare quello che gli capita davanti. Poi la divisione classica è comoda, aiuta meglio a comprendere quello di cui si parla, ma a volte è anche fuorviante, come nel caso delle candid confuse con street. |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:43
La versatilità di cui parla Davide è sicuramente dote utile, obbligatoria quando ad esempio vuoi illustrare una zona in tutti i suoi aspetti, poi dipende molto dal progetto che si ha ce ne possono essere di molto specialistici.. Una cosa secondo me sta sfuggendo in questa discussione, stiamo parlando della fotografia di ieri e (forse) quella di oggi ma la rivoluzione digitale è tutt'altro che conclusa, probabilmente quello che viviamo oggi è un piccolo accenno, già attualmente la produzione annua d'immagini è circa il 10% della prodozione di tutta la storia fotogarfica precedente, l'evoluzione dei cellulari come mezzi fotografici è stata rapida e lo sarà ancora, la rete consente una grande diffusione delle immagini per ora in modo disordinato e grezzo ma si affinerà.. nasceranno nuove correnti, linguaggi e nello stile della rete saranno del tutto spontanei e incontrollabili, non è mai stato difficile come oggi sapere che direzione prenderà la fotografia.. |
| inviato il 27 Maggio 2014 ore 11:45
Mi accodo.... in punta di piedi dico che a mio avviso una conoscenza delle regole è veramente una cosa che fa la differenza. Bisogna fare in modo che le regole diventino parte integrante della "mente del fotografo", in modo tale che certi meccanismi mentali divengano naturali, indotti; conoscere le regole per poterle capire, sviscerare, ed infrangerle consapevolemente. Nel mio piccolo ho letto un po' e sto leggendo, e certi libri mi hanno aiutato molto a "capire" le immagini, a capire le dinamiche che "l'occhio del fotografo" intraprende di fronte ad uno scatto, e devo dire che il discorso è affascinante imho. Dopo ovviamente le analisi di immagini, che sia il forum, un portfolio di qualcuno, il National Geographic o altro deve esserci e continuare. Bravo Pisolomau! MN |
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