| inviato il 05 Ottobre 2013 ore 15:50
Intendo completamente pulito ed uniforme |
| inviato il 05 Ottobre 2013 ore 16:36
@Sniper:“ ... ma a prescindere dalla lente??? „ SI Sempre nel LINK che ho precedentemente segnalato si legge : Tale limite è determinato, nel caso di apertura circolare, principalmente dalle dimensioni del disco di Airy, il cui diametro è direttamente proporzionale alla lunghezza d'onda della radiazione (ovvero, per la radiazione visibile, dal colore) e alla distanza dal piano focale, ed inversamente proporzionale al diametro dell'apertura. Ovvero, dato che il rapporto fra focale e diametro del diaframma definisce gli f-stop con cui si misura l'apertura, il diametro di tale disco è tanto più grande quanto più è grande il numero di f-stop. Questo vale indistintamente per tutti gli obiettivi a tutte le focali , trascurando effetti di ordine superiore che, alle risoluzioni attuali, sono praticamente ininfluenti nel caso fotografico (cerchi di secondo ordine oltre al disco di Airy, forma del diaframma?etc?). |
| inviato il 05 Ottobre 2013 ore 19:44
Giosa: il concetto è chiaro, ma nella pratica ho qualche perplessità. Dopotutto con i grandangoli si chiude spesso oltre gli f/10 senza aver problemi di perdita di qualità. Roberto Ragusa: con sfondi artificiali. |
| inviato il 05 Ottobre 2013 ore 20:41
@Sniper:“ Dopotutto con i grandangoli si chiude spesso oltre gli f/10 senza aver problemi di perdita di qualità „ Anch'io uso diaframmi chiusi, tanto ... che sono stato spesso " contestato" nelle macro per l'uso di diaframmi oltre F20. Credo che la perdita di qualità spesso è compensato dall'aumento della PDC. |
| inviato il 06 Ottobre 2013 ore 0:03
“ con sfondi artificiali. „ A questo punto però non la reputo vera macrofotografia. |
| inviato il 06 Ottobre 2013 ore 6:27
Perché non la ritieni macro? Parlo per me che uso il Sigma 50mm macro Hai mai fotografato con un ottica corta? Lo sfondo anche se lontanissimo non verrebbe mai sfuocato se non Hai un'apertura massima di 5,6 perdendo in nitidezza. Quindi uso un cartoncino colorato, e non ci vedo niente di male. Questo e quello che io credo ovviamente |
| inviato il 06 Ottobre 2013 ore 11:28
@ Free Spirit Si però basterebbe almeno dirlo Qualcuno crede che mettendo f/22 si ottengano degli sfondi meravigiosamente uniformi... e ciò non è vero. Poi ognuno può fare quello che vuole, ma non ritengo sia scontato che si debba riconoscere uno sfondo naturale da uno " artificiale ". Non immagini neanche quanta gente crede che con quell'obiettivo e quella macchina si ottengano, a f/18 o f/22 quegli sfondi e non vede l'ora di acquistarli saluti Roberto |
| inviato il 06 Ottobre 2013 ore 11:32
Quando poi scoprono che non riescono, vendono l'obiettivo e poi vengono fuori le domande ... come si fa ad ottenere una nitidezza ecc. ecc..  |
user10303 | inviato il 06 Ottobre 2013 ore 11:40
“ A questo punto però non la reputo vera macrofotografia. „ Non sono d'accordo. Se vogliamo precisare, anche chi usa un plamp spesso lo fa per potersi cercare uno sfondo adatto. Anche in questo caso abbiamo una "forzatura", se poni il soggetto stagliandolo "forzatamente" in uno sfondo come un lontano canneto, un muro, il cielo o un foglio di carta, cosa cambia? |
| inviato il 06 Ottobre 2013 ore 11:44
Giustamente non cambia assolutamente niente, ma credo che sarebbe una buona abitudine specificare se si è messo uno sfondo finto. |
user10303 | inviato il 06 Ottobre 2013 ore 11:51
Vero, anche se uno sfondo finto comunque tende a notarsi secondo me. |
| inviato il 06 Ottobre 2013 ore 12:26
Chiaramente si tratta di un'opinione personale applicabile solo alla macrofotografia, perciò ognuno è libero di pensare come vuole. Per quanto mi riguarda, credo che nella macrofotografia in natura (se si parla di quella in studio per riproduzioni, etc., cambia tutto) siano essenziali non solo il rispetto di determinati parametri che oggi sembrano legge, ma anche il rispetto del soggetto per come lo si trova in natura ed uno studio per cercare di "pensare" e rappresentare il soggetto stesso in quella medesima posizione. E' una cosa un po' difficile da spiegare, ma io cerco sempre di pensare (anche se in realtà non lo penso, è una cosa che viene istintiva) alla giusta profondità di campo, al rapporto di riproduzione e all'ambientazione del soggetto nell'immagine, al senso che vorrei dare allo scatto e a tanti altri aspetti, tutti in funzione di dove si trova il soggetto. Se esso scappa o se credo di non essere in grado di realizzare ciò che ho in mente, rinuncio allo scatto serenamente. |
user10303 | inviato il 06 Ottobre 2013 ore 12:33
Quello che voglio dire io è che spizzare dei fili d'erba che disturbano sullo sfondo, orientare uno stelo verso il cielo, o piazzare una maglietta dietro il soggetto sono tutte operazioni che si equivalgono e fanno parte della costruzione dello scatto. |
| inviato il 06 Ottobre 2013 ore 12:56
Bhe, chiaro, finchè si tratta di spezzare un filo d'erba che renderebbe impossibile lo scatto siamo d'accordo, ma io lo ritengo il limite oltre il quale non mi spingo mai (e credo di aver strappato al massimo un paio di fili d'erba in tutti gli anni di macrofotografia) . |
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