user9038 | inviato il 20 Agosto 2013 ore 19:00
Raffaelege, a me fa molto piacere che tu sia una persona curiosa, però indirizzerei questo tuo istinto verso qualcosa di più costruttivo, magari a livello personale...il mio commento dice tutto e non c'è bisogno che aggiunga altro, altrimenti diventa un flame, cosa che sono sicuro anche tu vorresti evitare, credo... |
user28093 | inviato il 20 Agosto 2013 ore 19:15
Mi è bastato un tuo intervento più lungo Grazie |
| inviato il 24 Agosto 2013 ore 23:24
Ciao, concedetemi alcune considerazioni 1) Lo scopo della lingua è comunicare, non rispettare delle regole. Le regole servono a defiinire uno standard che garantisca uniformità di risultati al processo comunicativo. Il processo comunicativo coinvolge - a braccio - un messaggio, una fonte, un media, uno standard di comunicazione e un target. Queste entità sono legate da una relazione "fluida", dinamica, interattiva e non cristallizzata nella forma. Cambia uno, si ridefinisce tutto il processo. Cambia la ricettività dei giovani, ovviamente cambia il processo comunicativo e, nel suo ambito, lo standard di comunicazione. Per conservatori ed esteti che siamo, non possiamo farci nulla. A tal proposito, concediamoci una riflessione sulla recitazione. Gli attori recitano tutti - credono di farlo - ma guardiamo la differenziazione che tale comunicazione ha raggiunto tra teatro, cinema e televisione, fino al punto da rendere non più praticabili le rispettive tecniche in altro media. Chi ha un po' di anni, ricordi invece quanto erano teatrali i primi attori di TV: Gino Cervi, Ubaldo Lay, Vianello e tutti i famigerati orchiclasti (dal greco, per aiutare i digiuni dirò che l'orchite è una malattia dei testicoli e l'iconoclasta è uno che rompe le icone...) che ci hanno funestato con i vari Fratelli Karamazov, Mulini sul Po, David Copperfield e Cittadelle varie. 2) Scrivere non è come parlare: la lingua scritta è più formale, ma poi deve essere letta... Ci concentriamo tanto sulla correttezza grammaticale degli scritti, poi anneghiamo in paroloni di 18 lettere e in periodi chilometrici pieni di incisi, rimandi e circonvoluzioni. Scriviamo bene, ma chi ci legge.... Ho provato a "depurare" i miei scritti con alcuni SW che si trovano in rete, per valutarne scorrevolezza e leggibilità: umiliante... 3) Cari Hinoky,Franzoi, Sestili, Black Imp e Andrea Ferrari, ma non abbiamo proprio un tubo da pensare, che sia meglio del far le pulci a quattro fotografi simpaticamente sgrammaticati? 4) Un simpatico pensiero per Black Imp: non sei sposato, vero? Altrimenti mi sa che tua moglie sarebbe già vedova ed ergastolana per uxoricidio... (non so come non lo sia ancora la mia). Concludo con due righe serie su punti 3 e 4: sto scherzando e mi sono preso un po' di confidenza senza voler indottrinare né offendere nessuno. Scherzo e sto agli scherzi, solo con le persone simpatiche. |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 0:12
Mannaggia da quanto tempo non sentivo parlare di orchite hahaha A voler essere pignoli, la quasi misconosciuta netiquette chiederebbe giustamente di soprassedere sugli errori ed evitare la pedanteria di rimarcarli nei post. Se in ogni thread aperto disquisissimo anche di virgole e punteggiatura di ogni singolo post si passerebbe il tempo a litigare off topic. Perciò do ragione a chi si lamenta della lamentela (hehehe qualcuno all'accademia della crusca si sarà rovesciato il caffè addosso leggendo) Però ogni tanto uno sfogo come quello di black imp è è divertente, ho trovato l'ironia spassosa e pungente (da quanto ho letto, normalmente i suoi post sono molto più "spigolosi") ed ho voluto dare il mio contributo. Eppoi in fin dei conti l'OP sembra aver abbandonato il thread, getta il sasso e nasconde la mano |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 0:15
Propongo un altro spunto per arricchire il forum di divagazioni, fughe traverse e mal di capo per i più accaniti e polemici frequentatori. Plausibili le polemiche sul rispetto delle regole (grammaticali), accettabili fino a una certa misura le pretese di revisione dei testi pubblicati, in nome del rispetto dei lettori e della salvaguardia delle loro bistrattate meningi. Perfino accettabile il furore crociato a difesa della virtù della lingua italiana, a continuo rischio di stupro da parte dei nuovi barbari della grammatica. COME LA METTIAMO CON IL DILAGANTE E INCONTROLLABILE USO E ABUSO DI TERMINI STRANIERI, SOSTITUITI SOLO PER SNOBISMO A EQUIVALENTI E SPESSO PIU' ELOQUENTI PAROLE ITALIANE? Perchè il bersaglio si deve chaimare "target"? Perchè la competenza si deve chiamare "savoir faire" o "skills" e la pianificazione "planning"? Perchè la persecuzione si deve chiamare "stalking"? Anche nei testi di legge? Perchè la molestia sul lavoro si deve chiamare "mobbing"? Perchè il direttore vendite diventa di colpo "sales manager"? Ce ne sarebbero un'infinità! Questo si, che per me è odioso, perchè c'è sotteso un perfido, elitario desiderio di sembrare migliori usando parole comprensibili a pochi e vergognandosi della propria cultura in quanto disponibile a molti. Quando la vulgata parlava dialetto gli snob parlavano italiano con un po' di "birignao". Ora le masse scolarizzate parlano italiano e le caste usano un cocktail male assortito di lingue straniere (c'è anche il giapponese con le "settimane kaizen" e il "kanban") o il ridicolo "politichese", la cui unica funzione è quella di complicare le cose semplici fino ad arrivare a grotteschi ossimori tipo le "convergenze parallele" di andreottiana memoria. Se vogliamo incazzarci di brutto, prendiamocela con il marketing piuttosto che con due apostrofi e ricordiamoci che, da adolescenti, andavamo a "limonare" con la morosina, non a fare petting... PS: Nessun riferimento alla risposta di Hinoky, avevo già scritto quando lui ha risposto e poi mi pare che i suoi siano tecnicismi appropriati e poco traducibili. |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 0:36
hahaha adesso che me lo fai notare, ho riletto ed ho proprio infarcito la frase di neologismi. Potremmo recuperare una "mai troppo rimpianta" abitudine del secolo scorso ed italianizzare tutte le parole... hehehe non prendetevela per quest'ultimo eccesso, l'ironia ci stava, suvvia |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 11:01
"Stiamo attenti a non giustificare l'evoluzione di una lingua con gli errori grammaticali puri e semplici, c'è una bella differenza (c'è nel senso di esistere Sorriso )" Tipo: gli danno per persi, al posto di: li danno per persi... L'ho trovato spesso anche se non ricordo bene chi usa scriverlo.. Ma anche usare (o non usare) la h di avere) a sproposito, non è male! Non credo la lingua italiana possa sopravvivere a lungo a questi attentati... Bravo BI ogni tanto qualche digressione per "rimettere" a posto le cose ci vuole! Anch'io sono stato redarguito (a ragione) non ricordo più per quale motivo ma ne feci buon uso! |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 15:43
“ COME LA METTIAMO CON IL DILAGANTE E INCONTROLLABILE USO E ABUSO DI TERMINI STRANIERI, SOSTITUITI SOLO PER SNOBISMO A EQUIVALENTI E SPESSO PIU' ELOQUENTI PAROLE ITALIANE? „ Ehm... "snobismo" in una frase che vuole criticare l'uso dei termini inglesi nelle comunicazioni in lingua italiana? |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 15:55
Ciao Hinoky Non sono contrario al neologismo, sono contrario all'inutile. Quando una parola straniere viene usata, ad esempio, nel linguaggio scientifico, ha di solito una sua ragione di essere. Ha una specificità di significato, una gergalità che liberano il lettore dall'ambiguità. L'elemento di distinguo tra i miei sproloqui e la tua ironia (sempre benvenuta, il primo sintomo di perdita della libertà è quando non si accetta più di ridersi addosso) deve essere il senso della misura e il discernimento da senso comune. Sentiremo sempre tecnici e scienziati usare neologismi delle lingue più disparate, ma non sentirai mai un inglese chiamare "savoir-faire" gli skills o "permesso giornaliero" uno ski-pass. Aggiungo una domanda: quante volte ci è capitato di sentire qualche....(??) entità vivente parlare di "bisniss plan" o di "finans"? A me è capitato dipartecipare a riunioni dirigenziali in cui qualcuno si faceva bello parlando una specie di slang di Brooklin... E' peggio quello o scrivere "un'oggetto"? Non che gli inglesi non consoscano le lingue straniere, ma vanno fieri della loro cultura e della loro identità fino all'eccesso. Ci ho lavorato di recente, se potessero tornerebbero ai famosi bollettini meteo della BBC che recitavano " Tempesta sulla Manica, il Continente è isolato". Comunque non riterrebbero mai pregevole o distintivo usare il francese o il tedesco in sostituzione. Quanto ai bei tempi andati del secolo scorso, allora era odioso l'obbligo dell'italiano in quanto obbligo (e purtroppo questo era il meno...). Forse se non avessimo patito quelle imposizioni non ci sentiremmo in dovere di esagerare all'opposto... Dovrenno sempre ricordare un'ingenua barzelletta di tanti anni fa, di quella tavolata di elegantoni che, dopo aver disdegnato un piatto di polenta con merluzzo, si sono deliziati con la specialità dello chef "pasticcio di mais con pesce veloce del Baltico"... |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 16:13
Caro _richard, nessuno è perfetto... Mi pare poi - non ne sono sicuro - che l'etimo della parola snob risalga a una contrazione dell'allocuzione latina "sine nobilitate", ad indicare persone che affettano un elevato status sociale senza averne pieno titolo. Per cui... Chi vuole, verifichi e smentisca... |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 16:56
"Snob" significa "ciabattino"... niente a che vedere con "sine nobilitate"... |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 17:34
“ 3) Cari Hinoky,Franzoi, Sestili, Black Imp e Andrea Ferrari, ma non abbiamo proprio un tubo da pensare, che sia meglio del far le pulci a quattro fotografi simpaticamente sgrammaticati? „ Ma allora non ti sei accorto che nel mio ultimo intervento ho corretto in extremis un assurdo "è" con l'appropriato "sono"   ? |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 17:34
@Andrea... immagino tu abbia fatto una veloce ricerca sull'etimologia di "snob" (come me, lo ammetto) ma... leggendo un paio di pagine in più... si scopre che "snob" ha probabilmente origini inglesi. Leggere proprio una parola di origini inglesi in una frase che denuncia l'utilizzo inutile dei termini inglesi (segno che davvero tutti possono incappare nell'errore), mi ha fatto sorridere e... parlando d'ironia... ho approfittato dell'occasione. Sia chiaro: ODIO anche io l'ABUSO dei termini inglesi nella lingue comune (vivo in un ambiente in cui "deliverare", "skillare e "startare" sono le parole più usate) ma... direi che criticare la mancanza di "h" o l'eccesso di apostrofi non necessariamente porti a trascurare l'odio per l'abuso dei termini inglesi. Possiamo cordialmente odiare entrambe le cose insieme. |
| inviato il 25 Agosto 2013 ore 17:36
Comunque questo topic è di assoluto interesse visto il generale periodo di stanca dal punto di vista fotografico . |
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