| inviato il 16 Aprile 2025 ore 14:23
“ ...in altre discussioni era indicato il PDF di Alessio Beltrame, "Segnale, rumore e calibrazione nelle fotocamere CMOS e CCD", però non è chiaro se oggi si possa ridistribuire. „ Chiaro o meno, c'è così tanta pirateria in giro, questo libro può e DEVE essere diffuso il più possibile. E' patrimonio dell'umanità. Lavoro eccellente per contenuti, chiarezza espositiva. Non credo proprio sia stato neppure pensato a fini di lucro, quindi propongo che sia juza stesso a metterlo a disposizione in una sezione del sito!!! “ da lassù Alessio sarebbe felice che qualcuno lo ricordi scaricando i suoi pdf. „ +1000 P.S. oltre al libro citato ho di Alessio Beltrame anche "Fotografare_il_calcio - La guida completa per i fotoamatori". Se interessa, potete contattarmi in privato. |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 14:47
"Si ma io ho tutto chiaro....ho letto..... La risposta è una sola ...la diversa natura fisica della luce..." Diversa... da cosa? A me non pare che sia necessario il ricorso alla teoria ondulatoria per un problema di ottica geometrica o di economia di costruzione. |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 15:14
“ Chiaro o meno, c'è così tanta pirateria in giro, questo libro può e DEVE essere diffuso il più possibile. E' patrimonio dell'umanità. Lavoro eccellente per contenuti, chiarezza espositiva. Non credo proprio sia stato neppure pensato a fini di lucro, quindi propongo che sia juza stesso a metterlo a disposizione in una sezione del sito!!! „ Assolutamente d'accordo con Valgrassi e con te, era solo una questione formale legata al fatto che a rigori era permesso scaricarlo solo dal sito dell'autore, che però adesso non c'è più. Date le circostanze, il buonsenso dice senza dubbio che è bene che il libro sia disponibile, e che l'autore ne sarebbe stato contento. |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 15:41
Giovanni ....serve.... perché con altri elementi solidi liquidi gassosi la cosa non regge ... È ottica...quindi applicata alla luce .... |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 15:54
Speedking, secondo te serve la teoria ondulatoria per spiegare perchè a parità di focale e diaframma, un obiettivo copre un FF e un altro un MF fornendo la stessa energia per unità di superficie? Che cosa te lo fa pensare? |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 16:02
No spetta.... voglio dire che è la natura della luce che lo permette.... perché riesce a soddisfare superfici diverse illuminandole con la stessa intensità pur usando un diaframma e tempo uguali..... ( chiaro che devi cambiare schema ottico per il cerchio di copertura.) Ma non è mica tanto banale tutto questo..... |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 16:25
“ perché riesce a soddisfare superfici diverse illuminandole con la stessa intensità pur usando un diaframma e tempo uguali „ Il fatto è che soddisfa superfici diverse passando da obiettivi diversi e la limitazione non è nel diaframma ma nel diametro di alcune lenti interne (non so dire in quale punto del percorso ottico). I gruppi ottici interni spesso hanno diametro piuttosto piccolo: (immagino che) sono dimensionati per il formato da coprire e fanno ombra oltre il formato. Poi trattandosi di radiazione, quella che non passa non è che si accumula, si disperde o forse aumenta la temperatura delle varie montature su cui "sbatte". |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 16:40
"Se hai due obiettivi con focale uguale ed apertura anche uguale (quindi foro uguale), quello con copertura maggiore prende luce da un campo maggiore (infatti con la stessa focale un sensore MF restituisce un'immagine più ampia di un FF) e quindi può illuminare tutto il cerchio di copertura con la stessa intensità (data dal numero f). Non è che la stessa luce in entrata viene distribuita su una superficie maggiore, c'è semplicemente più luce in entrata (perchè proviene da un campo più largo)". Mi sembra che questo spieghi tutto e la discussione avrebbe potuto considerarsi conclusa lì. |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 16:55
“ Giovanni ....serve.... perché con altri elementi solidi liquidi gassosi la cosa non regge ... „ Infatti, però è dalla seconda pagina che avevo suggerito di non fare analogie con l'acqua. |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 16:58
La cosa si fa interessante. Angolo di campo e cerchio di copertura possono considerarsi sinonimi? Oppure l'uno misura quanto entra mentre l'altro quanto viene catturato dall'elemento sensibile preposto? |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 17:04
“ Prendi un obiettivo luminoso per FF che soffra di evidente vignettatura a tutta apertura e lo imposti a f/8. Chiuso così la vignettatura è scomparsa. Perché? Perchè hai escluso i raggi periferici dalla formazione dell'immagine. „ In realtà è il contrario. Chiudendo il diaframma in un obiettivo che ha molta vignettatura a TA, vengono bloccati i raggi provenienti da parti centrali dell'immagine, non quelli che provengono dalle zone periferiche. Da un certo diaframma in poi un'ulteriore chiusura del diaframma blocca tutti i raggi. Ma questo non c'entra molto con l'argomento. |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 17:25
“ Angolo di campo e cerchio di copertura possono considerarsi sinonimi? „ L'angolo di campo è quello definito dalla focale e dalle dimensioni del fotogramma. Quello "sinonimo" di cerchio di buona definizione (la parte ritenuta di qualità accettabile all'interno del cerchio di illuminazione) è detto angolo di copertura. |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 17:25
“ Angolo di campo e cerchio di copertura possono considerarsi sinonimi? „ No, per un certo cerchio di copertura possono essere comunque realizzate tutte le focali. Però vale per l'esempio che faceva Speedking all'inizio: due obiettivi 100mm f/2.8 per due formati diversi che però presentano ad f/2.8 un foro di diametro ed area uguale. Sopponiamo che fra i due formati ci sia un fattore crop pari a 2 (FF 24x36mm ed un ipotetico MF da 48x72mm, ed anche obiettivi con cerchio di copertura uno il doppio dell'altro); la superficie del campo inquadrato dal MF sarà il quadruplo di quello inquadrato dal FF, ma dal momento che anche la superficie del cerchio di copertura del MF è quattro volte la superficie del cerchio di copertura del FF, le cose si compensano (le dimensioni del foro del diaframma non entra in gioco perchè è uguale nei due casi). Vediamo le cose da un altro punto di vista. Sempre gli stessi formati ma con un 100mm per il MF ed un 50mm per il FF (entrambi ad f/2.8), quindi campi inquadrati uguali e di conseguenza campo illuminane uguale; però il diametro del diaframma del 100mm sarà il doppio di quello del 50 e la superficie del foro quattro volte maggiore. Quindi abbiamo campo illuminante uguale (non cambia niente dal punto di vista della luce in ingresso), superficie del foro del MF quadrupla rispetto a quella del FF ma anche cerchio di copertura con superficie quattro volte maggiore: le cose si compensano. Quindi che allo stesso diaframma si abbia la stessa illuminazione (esposizione) per qualsiasi formato è normale. |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 17:28
"Chiudendo il diaframma in un obiettivo che ha molta vignettatura a TA, vengono bloccati i raggi provenienti da parti centrali dell'immagine, non quelli che provengono dalle zone periferiche." Sei sicuro? |
| inviato il 16 Aprile 2025 ore 17:43
Al solito Rolubich è chiaro, in aggiunta Ettore ti consiglio di dare un'occhiata a questo link qua: www.nadir.it/ob-fot_grande/angolo-di-campo/default.htm Il passaggio che ti può interessare è "...Obiettivi di focale diversa possono avere lo stesso angolo di campo. In questo caso ciò che cambia è il cerchio immagine proiettato sul piano focale..." ossia il cerchio di copertura ;) |
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