| inviato il 10 Marzo 2025 ore 7:24
Buongiorno a tutti, Ringrazio tutti per aver dato la propria risposta alla mia richiesta/dilemma. Se a qualcuno da fastidio l'utilizzo di "bello" e "buono" allora posso utilizzare le parole "priorità di forma" e "priorità di contenuto", può andare? Tra le tante risposte c'è chi mi invitava a continuare a fare le foto che mi piacciono, anche se si tratta di foto "cartolina". Concordo solo in parte con questa risposta. A me piace molto cercare di fare delle fotografie tecnicamente belle con un bel effetto wow, diciamo che soddisfano un po' il mio ego. Detto questo, penso che limitarci a fare esclusivamente ciò che ci piace non ci permetta di crescere, come fotografi, ma anche come persone. Poi magari, posso scoprire che puntare sul contenuto mi soddisfa ancora di più della forma. A me personalmente piacerebbe riuscire a fare qualcosa che soddisfi sia il contenuto sia la forma, cosa molto difficile a quanto ho capito. Ho trovato molto ispiranti i consigli riguardo al "miglioramento personale", e cioè leggere, informarsi, documentarsi ecc.. Giustamente la foto rispecchia il fotografo. Infine per quanto riguarda l'introspezione, quella fa già parte di me, da tanto direi. Il mio dilemma, era più concreto, cioè più sul come comunicare qualcosa, usando tecniche e composizione che sul COSA comunicare, anche se ammetto che avrò bisogno di lunghe sessioni di introspezione per definire il COSA. Per quanto riguarda il COME, Istoria, Cicloreporter e altri sono riusciti a soddisfare, almeno in parte, il mio dilemma. Grazie a tutti |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 11:27
La fotografia può essere una passione, un passatempo, un'esigenza, un'ossessione. Spesso è un insieme di tutte queste cose. Ognuno concepisce e fa le fotografie come meglio desidera e lo soddisfa, siano esse foto cartolina, solo estetiche, oppure fotografie che raccontano, concettuali. La creatività non ha limiti e necessita di libertà. Per molti o alcuni fotografi, non lo so, arriva il tempo che la fotografia wow non soddisfa più e non gli dice più nulla. Si sente l'esigenza di andare più in profondità. Come nel caso di Zio.Rock Ci si chiede poi perché fotografo e cosa voglio fotografare e per chi fotografo. E' successo anche a me facendomi anche smettere di fotografare per un lungo periodo. ZioRock scrive: “ Infine per quanto riguarda l'introspezione, quella fa già parte di me, da tanto direi. Il mio dilemma, era più concreto, cioè più sul come comunicare qualcosa, usando tecniche e composizione che sul COSA comunicare, anche se ammetto che avrò bisogno di lunghe sessioni di introspezione per definire il COSA. Per quanto riguarda il COME, Istoria, Cicloreporter e altri sono riusciti a soddisfare, almeno in parte, il mio dilemma. „ Se un consiglio lo posso dare è quello di mettersi a studiare impegnando tempo e anche delle risorse economiche, poche o tante che siano. Esistono anche in rete oggi molte scuole di formazione che oltre a dare una cultura fotografica aiutano a trovare la propria "poetica" e il proprio modo di esprimersi. Un altro consiglio che posso dare, per andare un po' sul pratico, è quello di iniziare ad iscriversi alla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Svolge molte attività anche di formazione, alcune senza costi ed altre con dei costi. E' molto interessante e stimolante. Si può partecipare a letture portfolio o solamente seguirle, organizzano festival ecc. Da soli e senza un grande impegno spesso non ce la si può fare ad uscire dalla foto Wow, se è quello che si desidera. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 11:41
Servirebbe capire quali e quante aspettative si hanno a fronte del nostro fotografare. Più alte sono e più ci si dovrebbe impegnare per raggiungere il livello desiderato. Non credo sia possibile puntare in alto, restando fermi al pianterreno per mancanza di determinazione e timore del confronto. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 11:43
Sono d'accordo in molte cose con tanti che qui hanno scritto, ma resto sempre perplesso. Anche l'esempio di Obi7 non mi convince molto: la foto citata è suggestiva. Ma il buono sarà sempre appannaggio del primo in assoluto che ha prodotto quel genere o una foto? Credo che questa sia solo una mezza verità. Oggi la stessa copertina suscitetebbe le stesse emozioni? Non so. Studiare, guardare mostre per me resta di fatto l'unico metodo per capire e apprezzare una fotografia, un libro un quadro, per migliorarsi ( senza un fine specifico)perfino per valutare meglio un testo scientifico, che è il mio campo; nel mio campo, appunto, è un continuo copiarsi, riprendere intuizioni o affermazioni o frammenti di esperienze, ( nessuno inizia da zero) finché un qualcuno, sulla base di tutto questo sotterraneo di informazioni e probabilità giungerà ad una conclusione originale e costituirà un vero passo avanti. Ma è qualcosa di rarissimo nel mare immenso di quanto si è scritto o si scrive sull'argomento, spessissimo composto da acquisizioni, in parte o in toto, sconfessate dal tempo. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 11:53
Io preferisco parlare di foto interessanti |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 13:59
Un suggerimento a Ziorock: quando esci a fotografare fai un “progetto”. È un'abitudine che ho preso da qualche anno perché visualizzare nelle mente quello che vorrei fotografare mi facilita il “lavoro”. Poi è chiaro che a dipendenza di quello che vedi improvvisi ma avere un fil rouge aiuta. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 14:11
Dal. Sempre fotografato così, per temi. Mi do un piccolo progetto e lo seguo. Come per un tema scritto faccio uno specchietto di varianti, di punti necessari. Tutto in modo rilassato e senza ansie: ho già abbastanza stress per le cose che faccio ( anche se le mie attività lavorative mi soddisfano molto) ma soprattutto per il futuro dei miei figli, che, al momento è prioritario su tutto. Non voglio trasformare il mio piacere in un incubo nel sentirmi insufficiente. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 14:13
A me invece e' successa una cosa che non ho saputo spiegarmi (ma che mi ha deluso). Ho iniziato a fotografare da ragazzo (anni 70 del precedente secolo) con la pellicola ovviamente. Fotografia in bianco e nero (che ho imparato a stampare) e diapositive (soprattutto). Dopo oltre 40 anni ho rivisto le fotografie del passato, soprattutto le diapositive. Erano istantanee fatte nelle piu' diverse situazioni. Imprecise, inquadrate in qualche modo, invecchiate dal tempo. Eppure riguardandole mi hanno emozionato. Comunicavano qualcosa, eccome se comunicavano. Erano forse piu' ingenue, meno precise, con limiti dovuti alla tecnologia del passato, eppure mi hanno emozionato. (L'immagine in se' comunicava, non tanto cio' che rappresentassero, non tanto il ritorno al passato ma proprio il piacere di guardarle, sapevano comunicare). Oggi dopo tanti anni, con fotocamere digitali di ultima generazione, obiettivi di alto livello, immagini tecnicamente migliori (non dico perfette perche' sarei presuntuoso, ma sicuramente migliori di quelle di 40 anni fa), non mi comunicano niente. Alcune mi piacciono di piu', altre mi piacciono di meno, alcune mi ricordano qualcosa di piacevole, ma non mi danno piu' quelle sensazione che mi danno le vecchie fotografie. Cosa voglio dire? Che oggi non sono piu' in grado di scattare fotografie che mi comunichino qualcosa. E se non comunicano nulla a me non mi posso aspettare quindi che possano comunicare qualcosa agli altri. E non e' un problema di inquadratura, di regole varie, tre quarti, sezione aurea, sfocato, mosso, bokeh, e chi piu' ne ha piu' ne metta (cito a caso), e' proprio il contenuto, qualunque esso sia. Io lo interpreto come dovuto all'eta' che avanza, alle illusioni di una vita che spesso si sono trasformate in delusioni, alla minor freschezza, minore creatività. Mi sembra di ripetere sempre le stesse cose (magari fotografate meglio tecnicamente), ma che se un tempo dicevano qualcosa, oggi non lo dicono piu'. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 14:28
@Apeschi. Sono "vecchio" anch'io! Dal mio punto di vista, la questione è che, una volta, o sapevi fare le fotografie, o sapevi farle. "Tertium non datur"! Quindi le "progettavi", sia dal punto di vista estetico/contenutistico, sia dal punto di vista tecnico. Un "package", insomma; tutt'uno! Oggi, concettualmente, le fotografie le fà la macchina (e guai se non è aggiornatISSIMA all'ultimISSIMO ritrovato tecnologico in termini di AF, raffica, tempi di posa, pre-buffer, e chi più ne ha più ne metta!). Il fotografo manda così in ferie il cervello (e quando il cervello va in ferie NON ci va solo sul piano tecnico, ma va in ferie ... e basta!), ed il suo unico problema è la gestione pratica dell'"attrezzo", così come "illustrato" (si fà per dire!) dalle OLTRE 1,000 pagine del suo libretto di istruzioni (quante volte ho letto, qui sul forum, dure reprimende contro chi non conosce il libretto di istruzioni ... come se si trattasse della Costituzione della Repubblica ... o della grammatica & sintassi della lingua italiana). E da qui, discende tutto il resto! Sic et simpliciter ... Ma questo è SOLO il mio (modestISSIMO) punto di vista! Ciao GL |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 14:58
Mi son riguardato le dia fatte a Venezia nel lontano 1980 ele foto dei miei ultimi 3 viaggi a Venezia dal 2022, nessun paragone ! Sono migliorato ma tanto tanto ! |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 18:13
[Eppure riguardandole mi hanno emozionato. Comunicavano qualcosa, eccome se comunicavano.] Il punto è che devono comunicare qualcosa a chi osserva, se emozionano solo te stiamo parlando d'altro. Anche la foto del tuo cactus degli anni 70 potrebbe emozionarti , ma siamo off topic. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 18:37
“ @Apeschi. Sono "vecchio" anch'io! Dal mio punto di vista, la questione è che, una volta, o sapevi fare le fotografie, o sapevi farle. "Tertium non datur"! Quindi le "progettavi", sia dal punto di vista estetico/contenutistico, sia dal punto di vista tecnico „ Una volta era pure peggio, perchè serpeggiava quell'insopportabile supposta superiorità di chi aveva la nikon all'ultimo grido e stampava le proprie foto, che nel 90% dei casi erano delle ciofeche. Squallida categoria elitaria spazzata via dal digitale. Quindi, viva la democrazia del digitale. Sono certamente cambiati i numeri ma le idee ci sono oppure no, al di là del tempo e della tecnologia. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 18:53
Ma anche col democratico digitale di schifezze se ne vedono. Il fatto che sia facile non significa che sia per tutti. La sensibilità non è un opzional |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 19:01
Come ho scritto l' idea c'è oppure no, al di là del tempo e della tecnologia |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 19:16
“ Sono certamente cambiati i numeri ma le idee ci sono oppure no, al di là del tempo e della tecnologia. „ Sono d'accordo. 15 anni fa fare foto analogiche sembrava dovesse dare un valore aggiuntivo a un progetto, ma ho sempre dubitato di ciò. Se scrivo un libro pessimo a penna o con word, sempre pessimo sarà. Di sicuro quello che è cambiato è l'assuefazione del pubblico a tante idee narrative, visive, compositive che oggi sono diventati noiosi cliché, molto velocemente. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |