| inviato il 07 Dicembre 2024 ore 22:48
“ Questa foto mi ha sempre fatto un certo effetto. Dove l'ha trovata, il signore col bottiglione, una moglie (spero si tratti della moglie) così servizievole? La mia mi avrebbe vuotato in testa la soluzione (a base di acqua distillata, demineralizzata o di rubinetto? mistero) „ tutta l'iconografia pubblicitaria di quegli anni era stupenda. Anche le foto delle nostre città rivelano un livello di civiltà completamente diverso, non in tutti i campi della vita ma in molti si. |
| inviato il 07 Dicembre 2024 ore 22:51
“ Peccato, pensavo fossi uno interessante... „ Potrei scrivere che la cosa è reciproca, ma nonostante mi manchi una laurea ho decisamente più stile non scrivendolo. A volte la vita ci regala brutte sorprese. Mi spiace, ma in fin dei conti neanche tanto ... abbiamo perso tempo in due e annoiato tutti gli altri. |
| inviato il 07 Dicembre 2024 ore 23:00
“ Adesso possiamo parlare dell'espressione usata ironicamente da Fini "mi taccio" che era chiaramente un errore grammaticale ... „ Errore grammaticale sta cippa! ""In conclusione, le forme taccio e mi taccio sono da ritenersi entrambe corrette , ma nell'uso attuale la prima predomina largamente, mentre la seconda sembra un arcaismo, volutamente esibito . Minkia che serata .......... accademiadellacrusca.it/it/consulenza/rispondo-e-poi-taccio-o-mi-tacci Ovviamente l'Accademia della Crusca potrebbe sbagliarsi (come lo ISS nel caso dell'acqua del rubinetto) e tutta la ragione sul Mi Taccio ce l'avrebbe FINI. |
| inviato il 07 Dicembre 2024 ore 23:21
'skolta... l'accademia dei bimbiminchia petalosi global no eh ... l'italiano è chiaro e non lo decidono loro, quelli che giustificano idiozie con asterischi, verbi abominevoli come "attenzionare" e qualsiasi minchiata serva per essere visibili nei media bimboglobal. "Taccio" nel senso di "sto zitto" è intransitivo, "TACITO" è transitivo quindi può essere riflessivo. "taccio" o "mi tacito" vuol dire "smetto di parlare" e Fini usava ridendo "mi taccio" proprio perché era sbagliato. Il verbo "tacciare" che è transitivo ha un significato completamente diverso, vuol dire "accusare di qualcosa". "Mi tacciano d'esser lassista". Oppure ha il significato di "non parlo di". "taccio delle tue mancanze". quindi "mi taccio" vuol dire "mi accuso di" oppure ... oppure una mazza. Certo che esiste... ma non vuol dire "sto zitto". Si può interpretare invece quel "mi" come un dativo pleonastico di qualche forma arcaica ipercazz.olosa ... [edit[ ok la tregatti conferma la particella come pleonasmo letterario "Nell'uso letter., rafforzato con la particella pron.: il sinistro ululare delle sirene finalmente si tacque; per che quella sì grata un giorno ... Cetra si tace ...? (Parini)." Quindi è un vezzo estetico ma non motivato grammaticalmente. |
| inviato il 07 Dicembre 2024 ore 23:28
mamma mia ... chiudo Juza per stasera ... """ “Anche mi taccio la codardia che facesti quando fosti gonfaloniere”), Guittone d'Arezzo, Dante (Inferno, X, vv. 119?120: “Qua dentro è 'l secondo Federico / e 'l Cardinale; e de li altri mi taccio”; Convivio: “Non è da lasciare, che tutto 'l testo si taccia”), Petrarca (Disperse e attribuite: “Però s'io no 'l mi taccio”), Alberto De la Piagentina (Il Boezio volgarizzato: “Io mi taccio che alla natura minima cosa basta”), Boccaccio (Amorosa visione: “però mi taccio omai e dirò di color che seco mena dalla man”; Ninfale fiesolano: “e s'io mi taccio, veggio ch'è 'l mio peggio”; Decameron, X 8: “Io mi taccio per vergogna delle mie ricchezze, nella mente avendo che l'onesta povertà”), Sacchetti (Rime: “de la targetta ancora non mi taccio”), Ariosto (La Lena: “Tacermene / voglio, per non parer di rinfacciartelo”), Gaspara Stampa (Rime: “Perciò mi taccio, e prego 'l ciel che sempre ti serbi”), Tasso (Aminta: “Ma non risponde alcun: ciascun si tace.”), Alfieri (Agamennone: “uccido: ... e s'io mi taccio?”; Della tirannide, “Tutto ciò veggono palpabilmente ogni giorno quei pochi enti pensanti che la tirannide non ha potuti impedire, e in ciò vedere, sommessamente sospirando, si tacciono”), Foscolo (Epistolario: “miei tristi pensieri sulle lettere agli amici, io mi taccio”)."" Ma si dai ... facciamo entrare Dante, Boccaccio e Foscolo, nell'accademia dei bimbiminchia ... Incredibile. Pure l'Accademia della Crusca nn va più bene. eh niente ... va così. Saluti |
| inviato il 07 Dicembre 2024 ore 23:55
eh no non hai mica capito quello che hai letto. proprio tu mi hai citato tutte composizioni poetiche appunto. E' un vezzo estetico che devia dalla grammatica come tanti altri ma non ha senso usarlo in prosa nel linguaggio comune come altre forme retoriche che ti ho citato. Vuoi usare "a me mi piace"? vedi tu se il tuo interlocutore ti prende per analfabeta o per poeta |
| inviato il 08 Dicembre 2024 ore 0:00
MI TACCIO che ti piaccia o non ti piaccia, NON E' un errore grammaticale come da te affermato. Ora, si sa che gli specchi sono scivolosi, ma i tuoi sono proprio finiti. Attaccati pure a quello che vuoi, ma la sostanza non cambia. |
| inviato il 08 Dicembre 2024 ore 0:03
non ho da attaccarmi a niente, conosco il latino e l'italiano, la differenza tra prosa e poesia. |
| inviato il 08 Dicembre 2024 ore 0:19
te l'ho detto: a norma di grammatica è sbagliato e non ci sono fave. Se lo ripeschi come forma poetica estetica e lo usi in quel contesto ha senso. come anacoluti del tipo " noi su quella collina ci si andò a morire" . Non è che è grammaticalmente giusto ma è un abbellimento retorico. Ma io non ti impedisco mica di usarlo se vuoi. Mi verrebbe da chiederti anche se il tuo nickname ha un '"H" messa a caso o c'è una accademia della segale che contempla arcaiche forme sassoni, durante il passaggio all'alfabeto latino, di quel tipo ... ma non lo farò |
| inviato il 09 Dicembre 2024 ore 9:02
Qualcuno, diverse pagine addietro, mi ha chiesto cosa cambia dal punto di vista dello sviluppo, usando una formula tamponata per acqua di rubinetto con acqua demineralizzata/distillata. Dal punto di vi sta pratico poco, i produttori si sforzano di fare modifiche quanto più invisibili possibile alla formula, quindi, assumendo che abbiano fatto bene il loro lavoro, possiamo considerare trascurabili gli effetti secondari (non inesistenti, ma pressoché invisibili) e considerare solo una minima variazione del pH, che ci porta a dover riadattare i tempi di sviluppo, ma dipende dalla formula. La soluzione Kodak, di aumentare il borace, praticamente non obbliga nemmeno a ritoccare i tempi: il borace è naturalmente un "buffer", che tende a stabilizzare il pH. Nel caso ideale, eventuali agenti chelanti dovrebbero semplicemente andare a vuoto, ovvero non trovare nessuna molecola da "acchiappare" e non fare altro durante la fase di sviluppo, quindi puoi ignorarli. In sostanza si tratta soltanto di sperimentare ed adattare le proprie routine all'uso che se ne deve fare successivamente. In particolare mi riferisco alla questione processo totalmente chimico vs processo ibrido. Non illudiamoci che lo scanner vada a modificare più di tanto certe caratteristiche della pellicola, come sensibilità di base ci regala solo un terzo di stop, poi si alza solo un sacco di grana, mentre è più permissivo in caso di zone dense del negativo (= sovrasviluppo) grazie alla sua capacità di penetrarle meglio della luce dell'ingranditore. Una stampa chimica può tollerare densità pari a 2, circa, mentre lo scanner può arrivare a 3,3 o a 3,5, quelli a tamburo anche qualcosa in più. |
| inviato il 09 Dicembre 2024 ore 11:57
Infatti, ognuno può divertirsi facilmente con gli scanner. Anche io l'ho fatto. A tamburo dove si trovano? Bisogna spedire le proprie pellicole? O si trovano che so , a 1/2 ore di auto? Chi di voi usa scanner a tamburo? Grazie |
| inviato il 09 Dicembre 2024 ore 12:55
più permissivo in caso di zone dense del negativo (= sovrasviluppo) grazie alla sua capacità di penetrarle meglio della luce dell'ingranditore. Una stampa chimica può tollerare densità pari a 2, circa, mentre lo scanner può arrivare a 3,3 o a 3,5, quelli a tamburo anche qualcosa in più. **************** Forse non e' in contraddizione con quanto sopra, oppure ho un'idea errata, pero' pensavo che un negativo poco denso fosse meglio per la scansione di uno piuttosto denso, stampabile con ingranditore... (non so anche perche' non scansiono). E' chiaro comunque che nel file ci saranno meno "informazioni" rispetto al negativo ma piu' di quelle che potranno esserci sulla carta fotografica. Poi nel successivo passaggio di stampa da file queste informazioni di nuovo si perderanno comunque, ma con in piu' il vantaggio di poter passare dalla "camera chiara", con maggiori margini di elaborazione rispetto alla CO. Diverso il caso delle diapositive, dove nessuno scanner e' in grado di acquisire le ombre che si vedono direttamente in proiezione |
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