| inviato il 21 Dicembre 2024 ore 22:53
Chissà se su qualche forum in cinese qualcuno ha aperto una discussione dal titolo "Italiani, qualcuno li conosce?" |
| inviato il 21 Dicembre 2024 ore 22:58
Tranquillo @Valgrassi, con Angor ci siamo sentiti e nessun problema: lo blocco solo momentaneamente x questo 3d, quindi x i prossimi tornera' a far parte del cast... ..a parte gli scherzi..troppo velleitaria e non ben impostata da parte mia questa discussione, per quanto interessante il tema. Per il momento ne esco ricordando Garrubba. Non e' molto conosciuto, un po' perche' del secolo ormai scorso, in parte anche perche' noi patrioti siamo spesso celebrativi verso i grandi autori stranieri e non diamo ai maestri di casa nostra l'attenzione che meritano. Vedro' piu' avanti se trovo lavori fotografici attuali, naturalmente sempre con il grande paese del dragone come unico filo conduttore. |
| inviato il 21 Dicembre 2024 ore 23:11
@Miopia il titolo era ironico ma non va bene..lo cambio, lo cambio... |
| inviato il 21 Dicembre 2024 ore 23:12
Io posso paralre soltanto della mia piccola esperienza personale, lavoro in una multinazionale e collaboro con unpaio di fabbriche della nostra azienda che si trovano in Cina. Scrivo e parlo con loro (10-20 persone circa) quotidianamente, anche più volte al giorno. I miei colleghi sono tutti, ingegneri (meccanici, elettronici, gestionali) e vivono in grandi città, Shangai e Pechino, nell'area metropolitana. Hanno tutti delle caratteristiche comuni molto chiare: -sono degli ottimi esecutori, molto affidabili. Difficilmenete sbagliano i conti e sono precisi in quello che fanno -non hanno capacità di pensare autonomamente e creativamente, sanno rispondere alle domande, se queste sono precise. Non sono in grado di rispondere ad una domanda aperta. Ho dovuto imparare a fare le domande nel modo giusto per ricevere delle risposte esaustive. Ora riesco a chiedere le info nel modo giusto. -Ho l'impressione che si veda che non sono abituati a vivere in una vera democrazia (ok abbiamo in Italia dei margini di miglioramento ma possiamo dire apertamente quello che pensiamo). Non ho mai sentito una loro un commento sul mondo, sull'attualità o politico. Certamente hanno il timore a farlo (un po' l'ho capito tra le righe) un po' perchè non sono abituati a farlo. -Tutti mi hanno parlato male della politica, mi hanno detto che in Cina chi fa politica è mediamente uno che vuole ottenere dei vantaggi personali, con un'etica discutibilie. Loro mi dicono che sono troppo impegnati a vivere la loro vita. -Lavorano 8 ore al giorno e non di più, il costo della vita nelle grandi città è maggiore di quello europeo e gli stipendi sono più alti. Ho visto i costi aziendali di un ingegnere di R&D e supporto tecnico in vari stati del mondo e il costo del collega cinese è più alto del nostro. -Mi hanno detto che quasi tutti hanno un solo figlio, non perchè oggi sia vietato ma perchè solo i ricchi ne hanno più di uno, non ho capito bene il motivo, soprattutto se legato al costo della vita o meno. -I miei colleghi hanno tutti un nome europeo che si sono dati, per facilitarci la vita, anche se io li chiamo sempre con il loro nome cinese. Mi hanno detto i loro nomi di battesimo sono sia maschili che femminili, conosco dei colleghi che si chiamano Jing e sono sia donne che uomini. -Parlano male in inglese, con forte accento cinese. Solo le persone scelte dallo stato per essere dei futuri dirigenti (anche di aziende private non solo statali) hanno la possibilità di studiare all'estero e riescono a perdere il loro forte accento cinese. La cosa che mi colpisce di più di loro è che non sai mai cosa pensano e non sono in grado di sostenere una conversazione non strettamente lavorativa, se sei a cena con loro sono quasi in imbarazzo, non hanno niete da dire e rispondono alle domande senza mai agigungere alcun dettaglio. Ho l'impressione che facciano questo perchè non sono abituati a parlare di loro e del loro mondo. Questo è quel pochissimo che ho visto... |
| inviato il 21 Dicembre 2024 ore 23:52
Grazie della tua testimonianza Luca Il senso che vorrei dare alla discussione, per chi non l'avesse capito, non e' di dare un giudizio sui cinesi. Che ci piaccia o no dovremo sempre piu' interfacciarci con loro ed imparare a conoscerli. A mio parere ovviamente |
| inviato il 22 Dicembre 2024 ore 8:52
Entro solo per dire che ho chiesto ai cinesi coi quali mi è capitato di interagire ultimamente di che regione fossero. Nessuno è della regione che pareva l'unica dalla quale provenissero quelli qui in Italia, qualche post fa. |
| inviato il 22 Dicembre 2024 ore 10:28
Rudolf Steiner era un chimico industriale (come me!) che riteneva i neri più vicini alle scimmie che ai bianchi. Per lui i cinesi si situavano fra i bianchi e i neri, degli Untermenschen quindi. A Milano ci sono scuole steineriane. Insegnano le tabelline non prima dei dodici anni. Veronica L. c'ha mandato i tre figli. A Vancouver (BC, Canada) ho lavorato con un ing chimico di HK alla fine negli anni Settanta. Era un ottimo formulatore di vernici per legno. Aveva corso gli 800 m per cui era difficile batterlo a tennis sui campi di cemento (a Vancouver c'erano allora 220 campi gratuiti in cemento!). Aveva però braccio inferiore al mio (che era in sé scarso), per cui ci spartivamo i set sul campo. Fui invitato nella sua famiglia. La madre mi parlava cantonese molto lentamente per farsi capire meglio. A tavola non mi davano vino bensì whiskey per cui alla fine finivo ubriaco. La cucina italiana non è che un sottoinsieme di quella cinese. I loro dim sum sono costituiti da 23 piccole portate, inimmaginabili per uno che non li ha mai provati. A Vancouver erano buoni, in Cina ancora meglio. In Italia non li ho scelti mai. Sono stato alla U. Fudan di Shangai, ho ancora la cravatta. Ai candidati PhD che spedivano all'estero conferivano una dote di $1M (AD 2007) per comprare gli strumenti che servivano alla loro ricerca al loro ritorno! Incredibile! Alla UBC (U. della British Columbia) ho insegnato per due anni laboratorio chimico alle matricole. I miei studenti cinesi mi sottoponevano i rapporti più accurati delle esperienze di laboratorio (tipo: far bollire a lungo il té per estrarre la caffeina/teina). In media sembravano più bravi dei bianchi. A me le cinesine non piacevano particolarmente, la cosa era reciproca. Ho portato qualcuna di loro sulla FIAT 1400 cc spider, senza esito. Agli inizi degli anni 80 c'erano ~ 80 k cinesi a Vancouver (alcuni discendevano dai collies della Transcanadiana, la maggioranza faceva l'elastico con HK). Era la seconda Chinatown del N. America (la prima era Frisco con 120 k cinesi). Attualmente Vancouver è la prima Chinatown d'America, al punto che la chiamano Vancouchina. Al mio amico ing Lawrence avevo chiesto cosa pensasse di Mao Tse Tung. Non capiva, perché in cantonese si pronuncia MógeDon(g). Mi è venuto da ridere pensando a chi sventolava il Libretto Rosso in Italia. Un tassista di Pechino che aveva la foto di Mao sul cruscotto mi disse che secondo il cinese medio il Timoniere aveva cannato almeno il 30% di quello che aveva imposto, però il restante 70% aveva fatto bene alla Cina. Si sa che i tassisti sono abbastanza indicativi del sentimento popolare. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 10:15
Grazie Valerio per i tanti spunti interessanti..hai girato il mondo ! Ora che ci penso incontrai anch'io un ragazzo di Hong Kong, un informatico. Serio, efficientissimo e molto aperto al confronto. Come sappiamo HK e' un caso particolare della Cina. Ex colonia britannica, libero mercato. Un crogiolo per lo sviluppo delle attivita' economiche, anche proprio perche' punto di incontro tra oriente ed occidente. Lato fotografico, questa grande citta' mi fa ricordare un vero e proprio genio del bianco e nero, Fan Ho it.m.wikipedia.org/wiki/Fan_Ho Fan Ho www.grandi-fotografi.com/fan-ho |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 14:55
Un tassista di Pechino che aveva la foto di Mao sul cruscotto mi disse che secondo il cinese medio il Timoniere aveva cannato almeno il 30% di quello che aveva imposto, però il restante 70% aveva fatto bene alla Cina. Si sa che i tassisti sono abbastanza indicativi del sentimento popolare. *********************** Una cartina al tornasole di un certo rilievo, anche perche' autentica del tempo (o comunque degli anni appena successivi alla morte di Mao), cosa che io e molti altri, per mere questioni anagrafiche, possiamo avere solo indirettamente. Cio' che i cinesi di oggi pensano di quel periodo storico, quanto ancor oggi abbia lasciato un segno nella societa' cinese, sarebbero tutte questioni intrressanti da approfondire. Qualcuno che sventolava il libretto rosso ho appena fatto in tempo a vederlo, ma si trattava di un fenomeno ormai residuale: gli ultimi "duri e puri" che proiettavano il loro desiderio di una valida alternativa al capitalismo, senza pero' spesso sapere bene quale fosse la reale situazione nei paesi che facevano riferimento all'ideologia marxista. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 14:58
 Altra foto di MCG, Pechino 1959 |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 15:43
La Cina ha una cultura fotografica forse sottovalutata. Gia' portata dagli inglesi, fotografi cinesi sono presenti ai primi del '900, forse anche fine 800. Hanno costruito apparecchi di alta qualita'. So che ci sono appassionati di macchine fotografiche cinesi, anche se rari. Nel secolo scorso e' presumibile che la fotografia, oltre a strumento di documentazione (guerre), sia stata uno strumento di propaganda (PCC, Guardie Rosse, ..). Mentre cercavo qualche lavoro fotografico recente, mi sono imbattuto in fotografi giovani cinesi. In fondo chi meglio di un cinese puo' raccontare la Cina ? In particolare essendo interessato alla trasformazione del paesaggio e ai cambiamenti sociali, mi sono soffermato su questo autore qui: Zhang Kechun photographyofchina.com/author/zhang-kechun |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 15:45
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| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 15:46
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| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 15:47
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| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 15:56
Anche la Cina e' ormai un paese post industriale, che ha visto masse di persone passare dalle campagne alle grandi citta'. La fotografia non solo e' accettata a pieno titolo tra le discipline artistiche, ma hanno pure dei talenti, cosi mi pare.... Devo ammettere un certo imbarazzo nel non sapere a che livello fossero arrivati (!), immagino gli autori cinesi non siano piu' una sorpresa per chi segue la fotografia a livello internazionale |
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