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Nella mia squadra ci sono giocatori più bravi e meno bravi...la squadra funziona perchè siamo uniti anche se con capacità diverse e quelli meno bravi, migliorano grazie agli altri...
“ Secondo voi sarebbe giusto separare i percorsi scolastici dei bambini? ********** **********
Si. Ci sono bambini meno dotati, ma ci sono anche bambini più dotati, e in entrambi i casi questi bambini si trovano a essere quantomeno frustrati dal fatto di sentirsi una palla al piedi per gli altri, in taluni casi, allo stesso modo in cui, in altri casi, si può arrivare a percepire gli altri come una palla al piede per sé stessi. „
Tu quoque, Paole, fili mi! Proprio tu. Che continui a scrivere (e guai a chi te lo negasse) in svariate discussioni sul digitale, dove, a volte, ci troviamo a "correggere" alcuni svarioni? Cosa dovremmo fare quindi? Escluderti a prescindere poiche' usi solo pellicola ritenendo che non potrai, in nessun caso, dare un contributo utile? Mai. Rallenti la lettura del topic con i tuoi interventi? E chissene.
Ancora: perche' esiste questo forum? per dare 10 ai bravi? o per scambiarci qualcosa? o per crescere assieme? Cazz0 si cresce anche nella tolleranza. Porca pupazza. Gli esseri umani palla al piede... i bimbi poi...
Ho vinto qualche cosa? Ho vinto qualche cosa. siam messi cosi'
Che sia chiaro, io ammiro Paolo. Per la sua pervicace opera missionaria nel diffondere il verbo della pellicola. Ce ne fossero altri che, per altri argomenti, magari piu' nobili, fossero convinti come lui.
Già da bambini i nostri scolari devono soddisfare i sogni di genitori frustrati che li vorrebbero dei geni che primeggino da adulti nella società, quando i piccoli hanno bisogno piuttosto di relazioni giocose, di creatività e scoperta, non di nozionismo. E' questa la scuola democratica che la Montessori ci ha mostrato e che all'estero veniva apprezzata e studiata. Se già da piccoli li selezioniamo in base alla competitività avremo solo adulti più competitivi ed ammirati ma più ansiosi e infelici. Troppi genitori vorrebbero bambini imbottiti di nozioni e iperprotetti ma poi li abbandonano al mondo virtuale degli smartphone, cioè alla "Grande Riconfigurazione dell'Infanzia" di cui scrive Jonathan Hadt in "La Generazione ansiosa". L'educazione alla relazione è quella che Don Milani praticava a Barbiana e la caratteristica che ha fatto evolvere l'homo sapiens è stata proprio la capacità di imparare gli uni dagli altri.
Come ho detto in precedenza io ho avuto qualche insegnante che sapeva tira fuori risultati anche da studenti che apparentemente erano delle rape. Mi chiedo in base a quali parametri si dovrebbero classificare i bambini fin dalle elementari...
Una palla al piede gli uni per gli altri quando bambini più dotati e meno dotati convivono...mah, insomma, in un colpo solo buttiamo a mare un bel pezzo della neuropsichiatria infantile Devo riguardarmi un po' di letteratura: magari ci saranno pure dei cambiamenti sulle linee guida dell'asma e me li sono persi? E che si dice di nuovo sulla malattia reumatica? Sono confuso Con amicizia.....
“ I bambini prodigio o comunque bravi avranno tempo per emergere, lasciamo che intanto facciano i bambini e imparino a confrontarsi con i loro simili. „
Su questo non concordo. Ho visto parecchi casi di ragazzini dotatissimi che si sono fatti tutta la scuola dell'obbligo senza studiare un minuto a casa, perchè a loro bastava stare attenti alle spiegazioni, ricordavano tutto e sbrigavano i compiti in quattro e quattr'otto. Risultato: non avevano più nessuna abitudine allo studio, e alle superiori erano un mezzo disastro. Ci sono delle età nelle quali l'apprendimento è particolarmente veloce: se un ragazzino delle medie è un genietto, poniamo, in matematica, potrebbe benissimo "fare il bambino" per il 95% del suo tempo scolastico ed andare a fare matematica in una classe delle superiori. Ogni tanto si sente di scienziati negli USA che si sono laureati prima dei 18 anni: come hanno fatto? Esattamente in quel modo che ho detto. Le doti superiori non vanno castrate, la scuola deve prendersi cura dei ragazzini con problemi, in modo che "non restino troppo indietro" e in parte lo fa. Ma dovrebbe prendersi cura anche di quelli che invece devono "andare avanti", se no arrugginiscono. Anche loro hanno diritto a forme di istruzione adatte alla loro persona.
tra considerazioni sulla cultura, sulla etnia e sul grado di abilità necessari per classificare comportamenti e ambiti dei bambini mi sembra che si stia andando verso strade senza uscita.
comunque le istituzioni e la cultura scolastica, anche grazie alla buona volontà di chi ci lavora (viste le condizioni), fanno lo sforzo di rendere l'inclusione un valore culturale al pari di altri e il futuro del nostro paese ha bisogno di questo processo al netto delle opinioni.
la sfiducia verso le generazioni di genitori ritenuti responsabili delle lacune educative governa il giudizio, senza però tenere conto di come i tempi sono cambiati, senza conoscere la natura delle nuove responsabilità di un genitore digitale, anche se è vero che molti genitori hanno un grado di alfabetizzazione informatica pari a zero (un male tutto italiano), e diventano l'esempio da applicare ad una intera generazione, non è affatto così.
in questa conversazione mancano genitori di bambini ed educatori che possano rispondere nel merito.
“ la natura delle nuove responsabilità di un genitore digitale, anche se è vero che molti genitori hanno un grado di alfabetizzazione informatica pari a zero, e diventano l'esempio da applicare ad una intera generazione, non è affatto così. „
I ragazzi non hanno bisogno di un genitore che li aiuti nei compiti, hanno bisogno di un genitore che sia presente e non solo fisicamente, che gestisca i loro tempi di studio e di gioco nel modo giusto, che faccia capire con l'esempio e con chiare indicazioni il senso della parola "dovere". Vanno molto meglio i figli di una madre semianalfabeta (magari perchè straniera) che però "sta dietro ai figli", controlla che abbiano quel che serve, che studino, facciano i compiti e si comportino bene, che siano sereni, senza stare loro addosso (anche perchè deve anche lavorare) ma si accorge di tutto e ci tiene a loro e non solo a chiacchiere, di quelli di una mamma laureata e colta ma con tanti problemi suoi non risolti, che i figli li ha fatti ma non ci sta attenta abbastanza o non nel modo giusto. Dei papà non parlo nemmeno perchè mi viene da piangere.
“ Buongiorno, vorrei conoscere la vostra opinione su quanto segue. „
Insegno da 45 anni, sono superspecializzato per il sostegno che ho fatto per 20 anni, ho insegnato per dieci anni nei corsi di specializzazione polivalenti tutto ciò che riguardava la disabilità visiva e, perdonami, raramente ho avuto occasione di sentire "idee" come le tue, intrise di ideologia della peggiore specie, altro che "perché se no la buttate in politica ma la politica qui non c'entra." quella che hai fatto è politica, sporca ma politica. Hai mai sentito parlare di suor Diletta Pagliuca? Dello psichiatra Coda? No immagino di no.
L'integrazione, anche se fatta più che malissimo, come di fatto avviene, è qualcosa che non si può discutere in un forum.
Di cosa parli? Disabilità visiva? L'integrazione nella scuola di tutti avviene in Italia dal 1923, RD 31/12/1923 n.3126, per tutti gli altri avviene dal 1976, L 517/1977. Parli di non udenti? Di bambini con spettro autistico? Di DOP? Di ADHD? Di motulesi?... Perché per ognuno di loro occorrerebbe una risposta specifica. Sai quali sono i ruoli degli insegnanti di sostegno? Degli OEPAC? Dei tiflologi? Degli specialisti LIM? Degli spcialisti CAA?...
Gli stranieri, altro capitolo, certamente non slegato dal precedente, integrazione vuol dire confrontarsi con la diversità intesa come valore e non come disvalore, sai da dove vengono i tre migliori alunni in classe mia, seconda primaria? Dal Bangladesh, sono i più educati, i più attenti, i più volenterosi e, ti parrà strano, i più educati tanto per capirci spesso spiegano, loro che a casa parlano una lingua incomprensibile e a noi, le parole italiane ai compagni italiani. Sai quali sono i più svogliati, i più distratti, i più viziati? Gli italiani. Parlo della mia classe ma sono esperienze che ho da più di dieci anni.
Credo che l'inclusione delle diversità nella scuola e nella società sia l'unica strada per la pace, per insegnare la pace, per combattere, passami il termine, la guerra e questa sì è politica, quella bella, quella vera. Quello che credo è che ogni bambino abbia il diritto di crescere ed imparare insieme agli altri bambini, di giocare e ridere con gli altri bambini e questa è politica da buonisti? Non lo so ma so che qualche prete, di quelli veri, ti direbbe la stessa cosa (leggi qualcosa di Don Milani, il Priore, è roba degli anni sessanta ma sembra scritta oggi), qualche sinistrorso, di quelli veri, ti direbbe la stessa cosa (leggi Mario Lodi) o qualche laico (Mario Manzi) e questo solo per citare persone ormai andate.
“ Secondo voi sarebbe giusto separare i percorsi scolastici dei bambini? „
Questa, non te la prendere, è un'idea di scuola passatista con sfumature saniste e anche un po' fasciste separare chi è difficoltà dai bravi per consentire ai "migliori", rispetto a cosa poi, di emergere, nella Germania nazionalsocialista portarono questo concetto ai massimi livelli proprio per far emergere i migliori.
“ Ogni bambino presente in queste categorie necessita a volte di una certificazione che gli permetta di essere affiancato da un assistente ad personam, uno specialista, oppure un semplice insegnante di sostegno. „
Non ti offende ma qui c'è un concentrato di ignoranza, nel senso di non conoscenza, del mondo della scuola e di tutto quello che gli gira intorno, semplificando al massimo, al livello di forum di fotografia, la certificazione, richiesta dalla famiglia e rilascia dagli specialisti ASSL, è necessaria per individuare la tipologia e il grado di disabilità, in relazione a questa la scuola e richiede la presenza innanzitutto di un "semplice" (Lasciamo perdere questa offensiva definizione, preferisco pensare che non sai e che parli di cose che non sai) poi di assistenti alla persona in relazione alle disabilità presentate, a questo punto parte un processo che vede coinvolti famiglia, scuola, terapisti esterni, specialisti e tutti quelli che a vario titolo intervengono sull'alunno, per capirci anche gli scout se frequenta questa attività.
“ vi garantisco che è un inferno „
In base a cosa lo garantisci? In classe mia non è un inferno, è difficile, è stancante, è snervante ma certamente non è un inferno le classi dove è presente un inferno sono le classi dove gli adulti non sanno fare il loro lavoro, noi docenti siamo dei professionisti e siamo chiamati, e formati, a gestire le classi se non ci riusciamo non è mai "colpa" dei bambini tantomeno dei bambini con difficoltà. Oggi sono uscito da scuola distrutto, piangendo per la stanchezza e per la frustrazione, ma credimi la colpa non è mai, mai, dei bambini.
“ Spesso si sente di insegnanti che se non si trovano a proprio agio dicono...tanto l'anno prossimo cambio! „
Ma quando mai! Ma davvero pensi che sia così facile? Vallo a chiedere a chi deve fare il pendolare per insegnare, a chi si fa 300km andata e ritorno ogni giorno e sono più di dieci anni che cerca di avvicinarsi.
Concludo con una citazione di un prete, un preste che ho assunto come mio maestro e che non ho potuto conoscere di persona, un grande prete e un grandissimo uomo, Don Milani: «Se si perdono i ragazzi più difficili, la scuola non è più scuola, è un ospedale che cura i sani e respinge i malati». „
“ Alcuni dei genitori dei bambini extra comunitari, come anche tanti italiani del resto, se ne fregano e usano la scuola come parcheggio. Non fanno portare i libri a scuola e nemmeno i materiali. Ribadisco non essere una casistica isolata a certi gruppi stranieri ma l'incidenza di menefreghismo è molto elevata in quei casi. C'è una sorta di sensazione di desiderio di "non integrazione". Non partecipano alla vita della scuola, alle riunioni, vanno a portare e prendere i figli fuori orario consentito, non vanno ai colloqui ecc... Non è facile così. „