user261888 | inviato il 19 Settembre 2024 ore 13:48
“ Io faccio fotografie da oltre 50 anni e conosco, posso dire bene, il mondo Leica pur non avendo mai acquistato Leica, le ho usate e le ho fatte comprare a diversi colleghi, siamo andati assieme ad acquistarle, ma io ho un grosso corredo Nikon e me lo tengo, non ci aggiungo Leica. Io oggi non ci riesco, ossia non vedo in Leica nessuna qualità d'immagine superiore agli altri. Mentre a pellicola, 30 - 40 anni fa, con le diapositive, ci riuscivo, e benissimo: in un caricatore di 50 diapositive trovavo l'unica scattata con la Leica di solito alla prima, massimo alla seconda (ma di solito bastava la prima), proiezione. „ Io faccio Fotografia da 60 anni e ancora oggi continuo con la pellicola e continuerò all'infinito e sino a quando sarò finito. Le Dia impressionate con obbiettivi Leitz pre-asph sono sensazionali...assolutamente uniche   Questo è l'unico percorso per capire Leitz. Leica con il digitale è soltanto una fra le altre... |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 13:56
“ Le Dia impressionate con obbiettivi Leitz pre-asph sono sensazionali...assolutamente uniche „ Fammi indovinare: la Velvia! |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 14:11
Una riflessione parallela: un obiettivo Leica, oggi acquistato usato, fra tre anni varrà la stessa cifra oppure varrà di più, perché mantengono il prezzo o aumentano, salvo rare eccezioni; una fotocamera Leica, oggi, subisce (anche se meno di altre) l'inevitabile deprezzamento tipico del mondo digitale, fino a stabilizzarsi su cifre sotto le quali non scende (per la M240 sono circa 2500 - è al minimo storico) salvo dopo un po' di tempo spesso risalire (la M9 era a 1600-1800 un paio di anni fa, provate a comprarla oggi in negozio). Visto che le foto belle con una Leica digitale si facevano anche cinque o sei anni fa, se non dieci, e queste non vengono cancellate dall'uscita dell'ultimo modello, è molto più saggio per chi usa attivamente una Leica spendere cifre elevate per una lente (che è quella che fa spesso la differenza) che non farlo per un upgrade del corpo macchina, se già possiede una Leica M digitale. Ho omesso volutamente di parlare di pellicola. |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 14:11
Per quanto riguarda Leica e quindi anche la "digitale senza schermo"...la questione è semplice: less is more |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 14:53
Cito da Volvolante: “ Certo hai ragione! Avevo scritto di slancio anche perché avevo neggli occhi la mia Retina IIIC: Chiedo scusa. Comunque sia, l'essenziale è che nel 1936, nell'Oberland, e di fornte alla mostruosa Nordwand, ci fosse la Kodak Retina (forse mod.II) e non la Contax a telemetro che all'epoca veniva classificata come " poco affidabile"...e che l'inconveniente si era manifestato in continuazione, sino alle fotocamere russe ed Ukraìne che, però, potevano vantare le formidabili lenticchie russe che "permettavano" di ottenere splendide mediocri fotografie.MrGreen Per smetterla con tale grottesca situazione, Oskar Barnack scappò da Zeiss per abbracciare la fantastica politica di Leitz...e tutti sanno cosa successe di meraviglioso. Io stesso, dopo accurata prova, avevo scartato la Contax che mi era stata offerta -l'otturatore si inceppava spesso e volentieri - per accasarmi con la mastodontica e meravigliosa Contarex Cyclope...l'unico sistema 35mm davvero sontuoso di Zeiss. Sintomatica poi, è la bassa quotazione di offerta dell'usato Contax ( non la vuole nessuno ) nei confronti della quotazione che può vantare l'usato della formidabile Leitz, sempre richiesta dai fotoamatori di livello professionale. Baci e abbracci. „ Caro Bruno, mi spiace doverti correggere ancora una volta, ma se avessi letto attentamente il mio post oltre la questione della Retina IIIC, avresti notato il link dove si vede Vörg con al collo la Contax, in una pausa dell'infernale scalata della Nordwand dell'Eiger; una Contax-I che fece egregiamente il suo lavoro. E riguardo Oskar Barnack, egli giammai se ne fuggì da Zeiss quale genio incompreso, trovando la comprensione di Ernst Leitz: Barnack lavorava nella sezione microscopi di Zeiss, che lasciò nel 1910 per passare a Leitz, sempre nel comparto microscopi e strumenti di analisi, ben prima della messa a punto dei suoi prototipi di fotocamera a spezzoni di pellicola cinematografica; prototipi dapprima considerati con molto scetticismo dalla direzione dell'azienda e dello stesso Leitz. Occorrerà aspettare il 1923-24, perché si mettesse in produzione una prima serie sperimentale della "Leitz-Camera". Purtroppo, dobbiamo riconoscerlo: Zeiss Ikon, con la creazione della prima Contax realizzò una fotocamera rivoluzionaria e dal design senza tempo, nella migliore semplicità del Bauhaus, ove presto si superarono le incertezze progettuali della primissima serie. Con la Contax-II, Zeiss realizzò una fotocamera praticamente immortale, un capolavoro di ingegneria e meccanica di precisione, che relegò Leica e le sue ottiche ad un ruolo di comprimaria, ma oscurata da un apparecchio solido come un carro armato e dotato di ottiche superlative, per Leitz, qualitativamente inarrivabili. La fortuna di Leitz, risiede nel disastro che colse Zeiss nel '45. Ripeto, la prima, pressoché intatta; la seconda devastata, saccheggiata (dagli americani prima e dai sovietici poi) e divisa dagli incerti che sconvolsero la Germania a causa della sua sconfitta. Una sciagura dalla quale Zeiss, decapitata dei suoi uomini migliori, o morti sotto le bombe, o emigrati/rilocalizzati in USA (come il genialissimo Hubert Nerwin) ed altrove come il grande Emanuel Goldberg ed altri, "spostati" in URSS fino agli inoltrati anni '50. Concordo sulla maestosa magnificenza della Contarex "Ciclope", ciclopica non solo per il suo "occhio" al selenio, ma anche per le sue dimensioni, che la lasciano pur sempre essere un mirabile strumento per fare fotografie. Le Contax a telemetro, tanto anteguerra quanto postbelliche, sono fotocamere a mio parere sottovalutate e sulle quali grava un infondato pregiudizio di inaffidabilità che potrebbe essere vero nelle prime serie della Contax-I. A Leitz, il merito di aver saputo costruire anche grazie ad intelligente pubblicità, il suo mito. Personalmente, uso Contax da sempre, affiancata dalla mia prima fotocamera seria, ovvero la Kiev-4A e non ho mai avuto cattive sorprese. |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 15:41
Caro Enzo, senza dubbio la storia delle lenti non può prescindere dalla Zeiss! Per quanto riguarda le fotocamere, il tuo sottolineare un predominio tecnologico di Contax Ikon su Leica tralascia il fatto che questo brand della Fondazione Carl Zeiss è figlio dell'acquisizione e fusione di un numero importante di aziende tedesche che portò alla creazione di ICA. La stessa ICA continuò ad assorbire aziende sino ad arrivare alla Zeiss Ikon dopo aver assorbito la Contessa-Nettel, la Ernemann e la C. P. Goerz. Ovviamente nulla da dire per questa politica industriale, però far passare la Leica come il risultato “ A Leitz, il merito di aver saputo costruire anche grazie ad intelligente pubblicità, il suo mito. „ è un tantino forzato. Non è proprio vero che tutto quello che è nato in Contax è figlio di Zeiss e quello nato in Leica è eredità di altri. Almeno come onestà intellettiva |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 16:38
@Pierfranco siamo perfettamente d'accordo, una volta individuata la tua “M” di riferimento ha poco senso cambiarla fino a che non è necessario, ovvero non prima di 10/15 anni … su una M c'è molta meno elettronica di una normale ML (niente AF, niente mirino elettronico, nessuna comunicazione elettronica fra macchina ed ottica, un esposimetro basic con l'eccezione di M11, ecc) |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 16:46
“ @Pierfranco siamo perfettamente d'accordo, una volta individuata la tua “M” di riferimento ha poco senso cambiarla fino a che non è necessario, ovvero non prima di 10/15 anni … su una M c'è molta meno elettronica di una normale ML (niente AF, niente mirino elettronico, nessuna comunicazione elettronica fra macchina ed ottica, un esposimetro basic con l'eccezione di M11, ecc) „ è lì il bello ... un bel niente di niente che ti costa 3 volte tanto. si fa per ridere ... non azzannatemi. |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 19:56
Cito da Filo63: “ Caro Enzo, senza dubbio la storia delle lenti non può prescindere dalla Zeiss! Per quanto riguarda le fotocamere, il tuo sottolineare un predominio tecnologico di Contax Ikon su Leica tralascia il fatto che questo brand della Fondazione Carl Zeiss è figlio dell'acquisizione e fusione di un numero importante di aziende tedesche che portò alla creazione di ICA. La stessa ICA continuò ad assorbire aziende sino ad arrivare alla Zeiss Ikon dopo aver assorbito la Contessa-Nettel, la Ernemann e la C. P. Goerz. Ovviamente nulla da dire per questa politica industriale, però far passare la Leica come il risultato “ “ A Leitz, il merito di aver saputo costruire anche grazie ad intelligente pubblicità, il suo mito. ? „ è un tantino forzato. Non è proprio vero che tutto quello che è nato in Contax è figlio di Zeiss e quello nato in Leica è eredità di altri. Almeno come onestà intellettiva „ Salve a te e grazie per il tuo interessante ragionamento. Dunque, immagino che tu mi esortassi a mostrare onestà intellettuale , ché " onestà intellettiva " è cosa forse più da casi clinici o nell'ambito dei deficit di apprendimento... " Onestà intellettuale "... ancora qualche anno addietro e di fronte a simili puntualizzazioni, per molto meno avrei inviato i miei secondi e chiedere soddisfazione secondo le regole del Gelli (faccio presente che sono un'ottima lama a sciabola e discreta a spada, oltre ad avere mano ferma ed ottima mira nel tiro a 20 passi con pistola a percussione ad anima liscia, cal. 10,5). Non ho mai sostenuto che quello che è nato in Leitz sia eredità o merito di altri (ad esser pignoli, certo che lo Elmar deve molto al Tessar...). Zeiss fu un colosso industriale, ma anche intellettuale; la sua "Stiftung" proprietaria effettiva delle aziende raggruppate sotto lo storico nome, fu anche esempio di industria totale, ove anche le famiglie dei dipendenti godevano di supporti sociali ed abitativi, di scuole ove i figli di semplici operai potevano studiare e giungere a livelli di istruzione accademica... ed entrare nell'azienda anche come quadro dirigente. Zeiss Ikon nacque dall'acquisizione di altre aziende? Certo: aziende che sarebbero scomparse, se la Fondazione Zeiss, capendo le potenzialità ed il know-how detenuto, non le avesse acquisite e rese organiche alla politica progettuale, tecnica e produttiva del complesso che si andava costituendo. Commisero errori? Si, certo. Ed i più evidenti si manifestarono dopo la Seconda Guerra Mondiale ove -ripeto alla noia- Zeiss si trovò devastata, saccheggiata e svuotata di cervelli. Ciononostante, nonostante ad Est, nella zona caduta sotto il disgraziato regime socialista, il ramo dell'azienda finisse sotto regole più politiche che industriali, la creatività non si fermò e si progettò, si realizzarono dei capolavori, soprattutto nell'ottica, ove la grande azienda, tanto ad Ovest, nei nuovi impianti di Oberkochen, quanto ad Est, a Jena, dove rinacque da zero la Contax e dove la qualità degli obbiettivi, tanto ricalcolati su vecchi schemi d'anteguerra, quanto creati ex-novo (si pensi ai rivoluzionari retrofocus Flektogon) furono termini di paragone qualitativi, ancor oggi spesso insuperati. E progettati senza i calcolatori ed i supporti matematici di oggi! La Contax-II/III fu al suo tempo sicuramente la migliore fotocamera 35mm. del mondo: un assoluto di qualità meccanica e progettuale, con organi sovradimensionati, in grado di sopportare i climi più estremi e le condizioni operative più proibitive. Ricordo ancora che l'agenzia Magnum dotò i suoi fotografi soprattutto di apparecchi Contax; che R. Capa allo sbarco in Normandia, preferì partire con le forze da sbarco, equipaggiato di Contax, lasciando le Leica nel bagaglio; che la sua Contax, per quando semiallagata, operò correttamente e scattò immagini ancor oggi simbolo di quel giorno storicamente tragico ed immenso. Anche Dmitrij Baltermants, il grande fotoreporter sovietico, che scattò immagini immortali del sacrificio dell'URSS nella guerra contro la Germania, scattò fino al febbraio del '43 con una FED ed una Leica Standard priva di telemetro; poi, alla resa di Stalingrado, ricevette in dono la Contax-II "prelevata" dal bagaglio del Feldmaresciallo Paulus appena arresosi con la sua VI Armata. Questa Contax, la usò intensamente fino alla fine della guerra e dopo, affiancandola con una Kiev. Ebbi l'onore ed il piacere di conoscere Baltermants a Venezia, nei primi anni 80 e vedere dal vero, la storica Contax: graffiata, consunta, ma ancora perfettamente efficiente e carica di pellicola, che scattò entusiasta in giro per la città lagunare. La Contax-IIa/IIIa progettata ad Oberkochen nel dopoguerra, se da un lato ovviò ad una presunta debolezza specifica dell'otturatore, dall'altra -purtroppo- manifestò, ma nel lungo termine, altri problemi e soluzioni di semplificazione produttiva che, a mio modesto parere, mi fanno ancora preferire la Contax anteguerra, a quella del dopoguerra. Certo, nel mio ragionare c'è l'entusiasmo di chi imparò a fotografare con una Contax-II, quella che, assieme ad una "III", fu compagna di fotografie di mio nonno materno, sin dal 1937; Macchine che ho ereditato alla sua morte e che divennero il mio prediletto corredo da uso, unitamente alla Kiev a telemetro che acquistai coi miei risparmi da sedicenne... Non intendo assolutamente sminuire Leica, ma ci tengo a sottolineare che il suo... mito e sottolineo MITO (disgiunto da qualità costruttiva e di uso), è soprattutto una questione di capace pubblicità, scattata soprattutto allorché Zeiss era allo sfascio per, ripeto ancora, le conseguenze della guerra. Et de hoc, satis. |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 21:08
Tutto bello fino ad Aprlie 1954 quando Leica presentò la nova fotocamera chiamata M3 e tutto diventò obsoleto e bye bye Zeiss.
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| inviato il 19 Settembre 2024 ore 21:17
“ un bel niente di niente che ti costa 3 volte tanto. Sorriso si fa per ridere ... non azzannatemi „ ma figurati, per così poco |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 21:42
“ Tutto bello fino ad Aprlie 1954 quando Leica presentò la nova fotocamera chiamata M3 e tutto diventò obsoleto e bye bye Zeiss. „ Qui ti volevo. E grazie per la foto dall'alto (dalla rivista "Ferrania", immagino), dove si vede come la -bellissima, peraltro- fotocamera di Wetzlar sia assai più ingombrante del capolavoro di Zeiss Ikon (nella tua foto, una Contax-IIa, immagino equipaggiata col grandangolo Biogon). Le ho entrambe (non quelle della foto, ovvio) e devo dire che la Contax, pur con un mirino sensibilmente più piccolo, ma luminosissimo, è un piacere impugnarla e scattare, dopo aver messo a fuoco con lo splendido telemetro a larga base, udendo il quasi impercettibile " flippp! " dell'otturatore. E soprattutto, gli "occhi" della Contax: gli spettacolari Sonnar, Biogon, Triotar, Tessar, Biometar, che ancor oggi sono pietre angolari della progettazione ottica. E tutto questo, da un'azienda praticamente sventrata dagli eventi bellici. Se le cose non andarono bene, valga anche per Zeiss Ikon "Mancò la Fortuna, non il Valore"! |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 22:35
Scrivendo da smartphone ha corretto in intellettiva… però il concetto è arrivato lo stesso. Tu scrivi “La fortuna di Leitz, risiede nel disastro che colse Zeiss nel '45” e poi sottolinei “ Non intendo assolutamente sminuire Leica, ma ci tengo a sottolineare che il suo... mito e sottolineo MITO (disgiunto da qualità costruttiva e di uso), è soprattutto una questione di capace pubblicità” e ancora prima “che relegò Leica e le sue ottiche ad un ruolo di comprimaria, ma oscurata da un apparecchio solido come un carro armato e dotato di ottiche superlative, per Leitz, qualitativamente inarrivabili” E tutto questo per l'affermazione di un utente che affermava che Leica, ancora oggi sul mercato a produrre fotocamere e lenti, è un pezzo importante della fotografia! Perdonami, così non mi minacci con la tua pistola o lama spuntata, ma che senso ha, cosa vuoi dire? Se Zeiss non ci ha più creduto, e le dimensioni dell'azienda c'erano e ci sono, è colpa di Leica? Se nessuno ha lottato per difendere la sua storia è perché è mancata la capacità “pubblicitaria”? Rispetto la tua cultura storica, la passione che hai nel dimostrarla ma… non ne afferrò il senso. Io ho la sensazione che il “mito” della Leica derivi più dai fondatori della Magnum Photo che dal marketing dell'azienda che all'epoca non era certo paragonabile a quella attuale. Foto reporter, artisti, intellettuali che cavalcarono un'epoca importante della storia della fotografia e che spesso usavano una Leica. Personalmente, da giovane ero più attratto dalle Rolleiflex che dalle Leica… però di tutto quel mondo ora rimane ancora Leica e Hasselblad, oltre alle ottime ottiche Zeiss! |
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