| inviato il 21 Marzo 2024 ore 11:56
Oggi c'è un forte ritorno alla pellicola (......analogico è un termine errato) e secondo me è un bene, la gente deve fare quello che più si sente di fare. E c'è perché, sempre secondo me, tanta gente ha picchiato delle brutte musate col digitale, il digitale ha dato l'impressione, a moltissimi, che spendendo un po' di soldi si potevano fare delle belle foto, mentre nulla è più falso, e perché il digitale è veramente complicato farlo bene. Purtroppo, chi torna alla pellicola oggi, almeno da quello che vedo io, viene letteralmente rapinato a livello economico, il prezzo della roba per fotografia chimica è andato alle stelle, roba da furto. |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 12:13
Il confronto dei risultati è interessantissimo. ****************** L'ho appena fatto. L'unico problema è che le stampe chimiche (con l'ingranditore) costano un'iradiddio, non appena mi cadranno dalle tasche un paio di centinaia di euro vedrò di fare pure il confronto "ingrandimenti alla mano" |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 12:22
Purtroppo, chi torna alla pellicola oggi, almeno da quello che vedo io, viene letteralmente rapinato a livello economico, il prezzo della roba per fotografia chimica è andato alle stelle, roba da furto. ********************* Vero... ma sarebbe l'ultimo dei problemi se non fosse che - purtroppo - la rapina la subiscono pure quelli, come me, che la pellicola non l'hanno mai abbandonata |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 13:25
“ @TufkaR Se hai l'analogico non sei soggetto a tutte le "scimmie" che ti spingono a comprare il nuovo modello di fotocamere digitale appena esce e via discorrendo. ;-) Ettore credo l'abbia capita ma allo stesso tempo penso abbia voluto dargli un'altra interpretazione. „ A dirla tutta quel “ Ritorno all'analogico = fuga dal pianeta delle scimmie „ la interpreto in maniera più ampia, non solo come "scimmie consumistiche" ma, seguire il flusso principale senza porre alcuna domanda che possa favorire una qualche parvenza di dubbio. |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 14:31
Da uno che usa la pellicola penso che un ritorno da chi l'ha usata in passato e sa a cosa va incontro ......anche anche Partire da '0".....boh.....nel senso che sei più solo per risolvere problemi e dubbi.. e i risultati anche lì non li hai subito , ..poi sono le scimmie anche nell'analogico.....e si spende anche di più che non con il digitale E parlo di 35mm non di medio formato ed oltre |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 18:50
Concordo pienamente con Alessandro Pollastrini nei suoi ultimi due interventi … il digitale non è per niente facile, come facile non è la pellicola, sono semplicemente due mondi diversi e si ottengono risultati diversi della stessa immagine in cui una non è meglio dell'altra Personalmente ho optato per il digitale per questioni logistiche, ma in effetti oggi vedo che i costi della fotografia chimica (come amo chiamarla io) sono notevolmente ed ingiustificatamente cresciuti … |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 20:23
“ ingiustificatamente cresciuti „ non mi pare. Pochissima produzione=prezzi alti. |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 21:02
Peccato che fino a pochi anni addietro, col mercato in caduta libera, i prezzi erano molto più contenuti pure a fronte di una richiesta molto bassa. |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 21:04
“ Peccato che fino a pochi anni addietro, col mercato in caduta libera, i prezzi erano molto più contenuti pure a fronte di una richiesta molto bassa. „ Giacenze, residui vari, tecnologia sempre più lontana nel tempo.... Vedete sempre i complotti, prezzi alti perchè qualche cattivone si approfitta della sana passione di alcuni. |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 21:26
Giacenze, residui vari, tecnologia sempre più lontana nel tempo.... *************************** Con le scadenze sempre a 15 mesi? Tutto materiale professionale immesso sul mercato guarda caso in corrispondenza del suo periodo di maturazione... una cosa un tantinello strana per delle vecchie giacenze di magazzino o per dei residuati di varia provenienza non credi? |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 22:20
“ La questione non è se i colori delle Kodachrome fossero migliori di quelli della Velvia, e neppure se i colori "chimici" tout-court siano migliori di quelli ricreati dal, e per mezzo del, digitale, la questione è che questi colori sono concettualmente, e prima ancora fisicamente diversi fra loro. „ Concordo sia fisicamente che concettualmente con Paolo. “ Il digitale è meglio, c'è poco da fare. Le sensibilità infinite, l'assenza di grana, l'inesistenza del Difetto di Reciprocità, l'immediatezza del risultato, la facilità della condivisione sono solo alcuni dei tanti, direi troppi vantaggi che questa tecnologia assicura rispetto all'altra... soprattutto in ambito professionale ma, ed è questo il punto su cui bisognerebbe approfondire, a un comune fotoamatore tutti questi vantaggi, ripeto: INDISCUTIBILI e indiscussi, servono davvero? „ Su questo fatto il meglio digitale e il peggio analogico, farei una riflessione che coinvolge anche l'ambito professionale. Sia l'una che l'altra strada sono esperienze e quindi consapevolezze diverse, e il classificare una meglio e l'altra peggio non ci porta a capire la fotografia, ma ci porta solo a distinguere due scuole di pensiero che si sfidano per essere riconosciuti come i migliori. Secondo il mio modo di vedere è conoscendo entrambe le strade che si può capire la differenza. Di base resta però in entrambe la volontà di scoprire nuove tecniche, di sperimentare nuovi concetti e superare orizzonti che sembravano fermi. Indubbiamente nell'analogico esiste una forma di alchimia che coinvolge in modo diverso rispetto al digitale, ma in entrambi i sistemi esistono combinazioni di sfumature e di colori che esprimono una sensibilità che trasmette un'emozione. Se così non fosse non staremmo a cercare l'effetto grana nei file digitali, così come in analogico non staremmo a trovare un'alchimia che ci renda una sensazione di più naturalezza o deviazione cromatica per comunicare una nostra ricerca nel gusto del colore. Poi c'è anche da riflettere sulle frequenze che il nostro occhio vede e che il nostro cervello percepisce, questo non è possibile solo nella proiezione, ma anche nella visione di una stampa rispetto ad una visione su pannello digitale. Inoltre ogni persona ha una risposta alle frequenze diversa da un'altra. Quindi non esiste la perfezione come fine per poter giudicare il meglio e il peggio, ma esistono tante realtà imperfette che creano scenari più o meno coinvolgenti e appassionanti. Il bello è saperli riconoscere e percepire in tutte le variabili che ci si presentano. Grazie della lettura e buona luce a tutti.. |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 22:58
Per riportare un po' la discussione sui binari che mi interessano vorrei chiarire che non mi interessa affatto il solito match analogico VS digitale, e capisco bene che ci sia chi sceglie una strada e chi l'altra e tutti hanno le loro ragioni. La domanda che mi ponevo invece, e in merito alla quale mi piacerebbe sentire più opinioni possibile è questa: Il digitale fornisce indubbiamente grandissime possibilità di manipolare le immagini, molto più di quando non sia possibile fare con l'analogico (anche se pure con quello si può fare parecchio). Intendo "manipolare" in senso buono, nel senso di esercitare il controllo su moltissimi parametri che creano l'immagine. Non pensate che tutta questa libertà oltre che un vantaggio per chi sa servirsene possa essere una trappola per chi invece ci annega dentro? E mi ci metto dentro anch'io... forse non sono annegato ma diciamo che di quell'acqua ne ho ingoiata anch'io la mia parte, e forse non ho ancora finito... |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 23:08
Per ragioni di lavoro ho seguito fin dal 1981 il passaggio dall'analogico al digitale. Si perché nel 1981 esisteva a Londra il primo studio in cui dopo la digitalizzazione di un fotocolor veniva trasferito tutto su nastro e poi tramite un elaboratore che si chiamava Quantel e che costava un paio di miliardi delle vecchie lire si realizzavano ritocchi fotografici ad alto livello per la pubblicità. Poi ho seguito tutta la sua evoluzione con l'introduzione dei primi mac (quadra) nelle aziende grafiche per impaginare ed iniziare a fare le prime elaborazioni con photoshop 1 fino all'anno 2020 quando mi sono ritirato da quel mondo ed ora sono pensionato. Per la mia esperienza, posso affermare che un fotografo sia professionale che amatoriale, di base nel passaggio da un sistema all'altro ha dovuto imparare a vedere in modo diverso e quindi ad usare un linguaggio diverso per poter tradurre la sua esperienza in un altro sistema. Per fare un esempio, nel sistema tradizionale del ritocco di immagini e nella correzione del colore si usavano pellicole positive e negative a tinta continua nel formato esatto del formato che serviva. Quindi il cromista che era la persona che oggi si chiama colorist, ragionava in CMYK e non in rgb. Aveva quindi 4 pellicole a tinta continua in B/N che abbinate poi corrispondevano al colore. Quindi con una sostanza chiamata ferro-cianuro con un pennello scioglieva praticamente i granuli di argento pian piano su ogni pellicola corrispondente a un colore. Capite quindi che aveva nel cervello uno spettrometro e solo la sua esperienza era il mezzo per avere una stampa corretta. Poi una volta finita la cromia si metteva la pellicola in tinta continua a contatto con un retino che creava i punti ad una precisa inclinazione per ogni colore che una volta stampata dava il famoso effetto a rosetta e creava l'immagine a colori. Con l'avvento del digitale i cromisti hanno dovuto imparare a vedere il lavoro già retinato e di conseguenza ragionare coi numeri. Vedere che aprivano i file in CYMK in bianco e nero e controllavano la percentuale di ogni zona e ogni colore avendo nel cervello il risultato a colori e vederli usare le curve al posto del pennello e creare maschere di scontorno per riservare alcune zone, vi assicuro che era ancora quasi una questione di alchimia. Oggi è cambiato tutto, si ragiona in rgb e tutto è più veloce e intuitivo, si è persa la magia dell'alchimia, ma si è guadagnato in altre cose. Quello che però conta è la creatività di chi crea immagini e tornando ai fotografi professionisti oggi possono elaborare le loro immagini cosa che prima era cosa impossibile. Questo gli permette di essere più precisi nel comunicare tramite una loro immagine in modo più personale e intimo del termine. I fotoamatori prima dovevano dipendere per il colore dai laboratori, per il B/N era diverso si faceva tutto in casa. Oggi elabora le sue immagini e se acquista una stampante digitale si stampa le sue foto a casa. Questo gli permette come ai fotografi professionisti di essere più precisi nel comunicare tramite una loro immagine in modo più personale e intimo del termine. Se poi parliamo di arte fotografica allora il discorso è un poco più complesso ma anche più appassionante. Buona luce a tutti. |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 23:21
“ Non pensate che tutta questa libertà oltre che un vantaggio per chi sa servirsene possa essere una trappola per chi invece ci annega dentro? „ Non mi pare che sia cambiato molto se affrontiamo questo discorso da questa visuale. Anche prima molti annegavano. Forse prima era meno noto perché non c'era internet, per cento che iniziavano dieci andavano avanti spediti venti si dannavano, quaranta si creavano atroci dubbi ma non mollavano e trenta vendevano tutto come succede oggi con le reflex e le mirrorless e quanti tornano alle compatte. Sono solo cambiati i tempi, le abitudini e le usanze, il commercio ha sempre fatto ottimi affari su tutti e così si va avanti ancora per altri orizzonti da oltrepassare. |
| inviato il 21 Marzo 2024 ore 23:21
Ivo6767 grandissimo intervento il tuo post!!! |
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