| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 17:39
Scusatemi se mi discosto dagli ultimi interventi. Vorrei sapere se qualcuno di voi stampa i suoi B/N e se la stampa richiede una post particolare partendo dalla ripresa non a colori, con sensore monocromatico.Io fotografo poco in B/N e generalmente lo faccio partendo dal colore e affidandomi a uno specifico programma. Ma partendo direttamente dal sensore B/N? Leggevo @Fabio che spiegava il diverso andanento della curva di contrasto tra pellicole e sensore: quali sono gli interventi piu o meno scontati che fanno quelli che partono da Leica, Pentax? Solo un aumento generico del contrasto? Sono file già pronti e pronti anche per la stampa? Vi capita di non fare post? Ed è ancora vero che è meglio partire, con gli altri apparecchi fotografici, da uno scatto a colori? Nella stampa, quali interventi sono imprescindibili? Grazie |
| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 18:00
“ Nella stampa, quali interventi sono imprescindibili? „ Ancora non lo so. Credo che partirò dal risultato finale come un normale file in b/n. Spero qualcuno possa riportare la propria esperienza diretta. Per quanto riguarda tutto quello che scrivi precedentemente ne abbiamo parlato qui. Senza necessariamente leggere tutto, i primi post sono le mie opinioni, per quello che valgono. Forse però rispondono a più di una domanda che fai. f .a.q Monocrome (k3III ma non solo) www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4509611 |
| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 18:09
Per i filtri ND non dovrebbe cambiare nulla rispetto ad un sensore tradizionale perché per definizione la N di neutro dovrebbe voler dire che vengono attenuate "tutte" (approssimativamente) le componenti dello spettro uniformemente. Chiaramente i filtri reali non sono perfetti e qualche minima dominante la introducono sempre, ma si parla di minuzie. Che col sensore mono....neanche si vedranno. É solo un po' scomodo. Però l'otturatore elettronico va bene e spinge fino a 1/16000 che solitamente basta. |
| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 19:07
Claudio Santoro, posso rispondere solo ad un tuo quesito, per gli apparecchi non monocromatici è meglio partire dai Raw che sono implicitamente "a colori" perchè la conversione la si fa con il Pc e con il programma che si preferisce. Il pc ha una potenza di calcolo superiore a quella della camera, a meno di non usare macchine di 30 anni fa forse, puoi usare diversi programmi inoltre dai Raw è possibile man mano che sono aggiornati i programmi (AI, denoise, ..., ...) produrre jpegbmigliori. |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 11:48
“ Scusatemi se mi discosto dagli ultimi interventi. Vorrei sapere se qualcuno di voi stampa i suoi B/N e se la stampa richiede una post particolare partendo dalla ripresa non a colori, con sensore monocromatico.Io fotografo poco in B/N e generalmente lo faccio partendo dal colore e affidandomi a uno specifico programma. Ma partendo direttamente dal sensore B/N? Leggevo @Fabio che spiegava il diverso andanento della curva di contrasto tra pellicole e sensore: quali sono gli interventi piu o meno scontati che fanno quelli che partono da Leica, Pentax? Solo un aumento generico del contrasto? Sono file già pronti e pronti anche per la stampa? Vi capita di non fare post? Ed è ancora vero che è meglio partire, con gli altri apparecchi fotografici, da uno scatto a colori? Nella stampa, quali interventi sono imprescindibili? Grazie „ Allora premetto che non sono un esperto di stampa, che non sono un fanatico del perfezionismo, che se mi dai una boccia di vino da 20 euro non capisce la differenza con una da 100 euro...questo per dire che tutte le minuzie che leggo in giro non fanno per me. D'altra parte penso sempre ai vecchi fotografi, banalmente anche mio zio, che stampavano con mezzi ben inferiori a quelli di oggi e le immagini venivano comunque... Detto questo...io con il sensore monocromatico ho sempre lavorato come faccio con le immagini a "colori" convertite in BN...anzi (ammetto che non uso i filtri colore con il sensore mono), faccio effettivamente meno lavoro, perchè non controllo il colore...Quindi di solito scaricavo il file, aggiustavo esposizione, neri bianchi contrasto luci, ombre...eventiualmente la curva...nel caso usavo le maschere...ma insomma il meno possibile, cercando di avere lo scatto fatto già in camera...voglio dire tolte alcune foto dove ci lavoro di più ma per avere un certo mood, le altre cerco di lavorarle il meno possibile...a volte basta mettere "auto" di lightroom e il risultato è già buono. Poi dipende la grandezza delle stampe...io faccio "piccoli" formati, mai oltre il 20x20 (giusto un paio di cieli li avevo stampati molto grandi) perchè mi piace il formato piccolo... |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 12:40
Premetto che l'utilizzo che faccio con la Monochrome è prettamente per ritrattistica. Spiego in poche righe il mio workflow. Dallo scatto alla stampa. Utilizzo il monitor EIZO CG2700S Utilizzo due tipi di filtri colorati, il giallo che monto molto spesso, perché mi schiarisce leggermente la pelle, e il filtro verde (che utilizzo più raramente), perchè mette in risalto i volti, rendendo la pelle più abbronzata. Da evitare per foto glamour, ma sui bambini che hanno una pelle liscia e delicata rende bene. Unico neo, faccio ancora fatica ad abitarmi a vedere dal mirino ottico in giallo o verde, non è proprio bellissimo. Importo il file in Adobe, e li la magia della Monochrome (per me che adoro la resa del B&N dalla Monochrome, se non piace, invece è una grossa limitazione). Correggo l'esposizione, lavoro con le maschere automatiche di Ligthroom che mi selezionano sfondo e volto (operazione velocissima), creo una curva di viraggio leggermente ad S, spesso basta impostare Curva per punti: Contrasto medio; applico le correzioni dell'obiettivo, disabilitando però quella della vignettatura, che sui ritratti adoro. Ed il gioco è fatto. Impostazioni del monitor: di default tutte le foto le edito con il profilo calibrato di EIZO, Adobe RGB, che ha una luminosità di 100 cd/m², D65 come punto del bianco e Gamma 2,2. Per la stampa utilizzo il servizio OnLine SaalDigital. Per ogni file da stampare seguo questo workflow: Modifico le impostazioni del monitor, con un profilo creato da me: Luminosità: 70 cd/m² Livello di nero: 0,4 cd/m² Punto del bianco: 5500K Gamma: 2,2 Gamut: Adobe RGB Carico ogni singolo file RAW su Photoshop, rifaccio le modifiche con Camera RAW su esposizione, curva di contrasto considerando il monitor meno luminoso per simulare l'effetto della luce riflessa su una stampa. Carico il profilo ICC della carta che utilizzo per la stampa www.saal-digital.it/servizio/area-professionisti-upload-per-le-pagine- Ovviamente sui file in bianco e nero, non faccio la prova colore e me ne frego degli intenti di rendering di stampa. Due operazioni importanti e fondamentali invece per la stampa a colori, per capire quali colori non verranno riprodotti su carta. Per maggiori info leggere questa pagina di Saal. www.saal-digital.it/servizio/area-professionisti-upload-per-le-pagine- Seguo questa procedura per ogni file da mandare in stampa, creo il file di output e mando a SaalDigital. Stampo normalmente in 20X30, stampe piccoline. Ottengo risultati buoni per il mio gusto, però ovviamente possono cambiare da soggetto a soggetto e per tipologia di foto differenti. Non prendete il mio workflow come riferimento, ma al massimo se vi va di provarlo come punto di partenza |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 14:20
Grazie Giov, mi sembra un procedimento abbastanza meticoloso ed accurato. Io sono molto più praticone , solitamente dopo l'elaborazione del file (B/n o colore) se devo stampare grande, faccio delle piccole stampe, una sorta di provini a contatto, e valuto le eventuali modifiche che riprovo prima di passare il file alla stampa finale. Più o meno mi sono sempre trovato bene e non è un grosso costo, Mi fa più fatica pensare di fare la tua trafila.. |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 21:52
@Mirko, anche io finisco per fare dei provini ( che archivio) 10x15 per arrivare esattamente alla stampa finale. Sul retro del provino finale 10x15 con pennarello indelebile scrivo i passaggi fondamentali della postproduzione effettuata. Ma io, nel bene e nel male, stampo da me: è una esperienza divertente che completa la fotografia a partire dallo scatto e poi mi fa riflettere anche di più su quanto ho fatto in ripresa. La manualità, il lato artigianale della fotografia ( una volta sviluppavo e stampavo in camera oscura il B/N, sviluppavo le diapositive e stampavo le dia con Cibachrome da me) mi è sempre piaciuto. |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 22:51
Il punto è che nelle stampe in bianco e nero, per evitare le dominanti di colore, specialmente nei toni di grigio , servono stampanti fotografiche con 10-12 cartucce separate, di cui almeno quella del nero, e quella del grigio. Per curiosità, ho provato con la mia stampante casalinga, che ha solo due cartucce, quella del nero e quella con i tre colori (ciano, magenta e giallo), ma le stampe in bianco e nero, vengono male, perché il grigio lo riproducono dal colore. Quindi, ho desistito e faccio stampare a terzi. Una stampante fotografica ha un costo elevato, ma ancora di più le cartucce. Poi magari è anche colpa della mia stampante. Mirko, spero sarai più fortunato di me, con la tua stampante. Le stampe a colori, invece hanno un margine di tolleranza più ampio, e stampo in formato piccolo 13X18 anche da casa. |
| inviato il 25 Febbraio 2024 ore 9:40
Direi che rende più che bene! |
| inviato il 25 Febbraio 2024 ore 11:09
cercavo quella grana, (o quel rumore a seconda dei punti di vista ) la cerco sottoesponendo e non applico riduzione di rumore. In settimana se riesco abbozzerò qualche provino di piccole stampe, sono molto curioso. E' l'unica incognita che avevo e che mi rimane. Incrocio le dita. |
| inviato il 25 Febbraio 2024 ore 18:30
Le ultime tre della serie sopra postata sono davvero molto belle...soprattutto quella con i due bambini, sembra uno scatto anni 50-60...ci starebbe in un lavoro di Boubat.... |
| inviato il 25 Febbraio 2024 ore 18:39
@Mirko Fambrini Sono foto velenose .. Intendiamoci: velenose per me. Nel senso che mi vien voglia di comprare una monochrome... |
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