| inviato il 25 Settembre 2023 ore 10:22
Fare migliaia di chilometri per mettere in scena la solita, stereotipata visione che il mondo occidentale ha del mondo "altro" unita a qualche effetto acchiappa-wow, anche no. |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 14:07
Si fanno migliaia di kilometri per conoscere, capire, confrontarsi; proprio questo caratterizza l'assenza di una "visione stereotipata" della diversità umana; le foto servono appunto a documentare questa diversità, specie pe quelli che parlano per sentito dire ...... |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 15:04
Io non sottovaluterei la foto come mezzo per suscitare ricordi tipo la madeleine, la foto cartolina che tanti disprezzano...per esempio io vado in Africa volentieri, a volte faccio foto discrete a volte solo per ricordo, ma quello che a me piace è alzarmi la mattina presto per iniziare i drive, sentire odori e suoni del luogo dove sei, parlare con le persone, ritornare al campo per cena e un bella birra attorno al fuoco, cose cosi. Non è che perché andare in elicottero sulle cascate Victoria sia un clichè costoso che uno non ci và per fare l'originale, è una figata e basta. Alla fine le foto le stampo in un libro per me e mia moglie e ogni tanto le guardiamo con piacere incluse le foto fatte col cellulare alle tende e alle pietanze... non è che tutti debbano per forza essere bravi. Sarebbe bello fare un racconto, come ha scritto qualcuno, ma non è mica facile e non è economico, perché comunque la guida in quei posti ci vuole, a meno di non essere talmente esperti da qualificarsi come guida...e non è banale. L'anno prossimo andremo in Zimbabwe e li un tema ce l'avrei perché vorrei vedere i cani selvatici...ma bisogna trovarli, l'altro tema saranno I walking safari...sempre se mia moglie ci verrà |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 15:08
@Solopiani ma certo; spesso si dimentica il mantra del vero fotoamatore: le foto si fanno innanzitutto per noi stessi e debbono piacere soprattutto a chi le fa .......... il resto viene dopo. Anch'io faccio un libro di ogni viaggio e lo faccio per me ...... |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 16:12
@Soloinpiano e @Maurizio Trifilidis: sono assolutamente d'accordo con entrambi. Si cerca di fare il meglio possibile, ma lo si fa in primo luogo per sé stessi e, per quel che riguarda le foto in viaggio, esse ricordano momenti della nostra vita, spesso trascorsi insieme a mogli, figli, compagni. Sono pezzetti della nostra esistenza prima di tutto, che rafforzano in modo determinante i nostri ricordi. La ricerca di una certa originalità è sicuramente un atto dovuto, ma essere diversi non lo farei diventare un mito da raggiungere spasmodicamente per chi fotografa per diletto, per ricordare e per documentare come si è vissuto: la inevitabile distanza tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere può generare frustrazione e, a lungo andare, far smettere di fotografare e ridurre di tanto il divertimento. E, questo, nessuno di noi lo vorrebbe, immagino Impegnarsi seriamente è altra cosa.... Poi, la nostra sensibilità nei confronti degli altri farà il resto |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 16:29
Io ho iniziato a fotografare proprio per avere un ricordo dei viaggi che facevo. Adesso fotografo anche in altre situazioni ma il reportage di viaggio rimane sempre una delle attività fotografiche preferite. |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 17:50
“ @Soloinpiano e @Maurizio Trifilidis: sono assolutamente d'accordo con entrambi.” +1 Meglio sentirsi nani che fingersi acrobati |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 20:17
“ @Maurizio Trifilidis Si fanno migliaia di kilometri per conoscere, capire, confrontarsi; proprio questo caratterizza l'assenza di una "visione stereotipata" della diversità umana; le foto servono appunto a documentare questa diversità, specie pe quelli che parlano per sentito dire ...... „ E già, la lingua batte dove il dente duole. |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 21:03
Io tutto questo filosofeggiare sulla fotografia lo capisco fino ad un certo un punto. Essere fotoamatore ha un vantaggio,si può fare quello che si vuole senza dover rendere conto a nessuno e senza dover aderire a chissà quale morale footografica. Se io voglio fare il turista e fotografare quello che mi piace,che sia banale o meno,di stravisto o meno,che problema c'è? Io un safari lo farei 100 volte e andrei a fotografare il pescatore con la lanterna e tanta altra roba. Solo che sono povero e quindi ciccia Che poi diciamocelo,ormai il 95% delle foto che girano è un qualcosa di già visto |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 21:29
Di pure il 99% |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 21:42
@Sadko Sono d'accordissimo con te e con tutti quelli che affermano che non ci sia niente di male nel reportage familiare di un viaggio! Ma assolutamente! Ne faccio anche io, li stampo e rivederli insieme ai parenti è sempre un gran piacere. Da questo, a farli passare come missioni fotografiche di chissà quale complessità o difficoltà, tra luoghi inaccessibili e popolazioni sconosciute all'uomo bianco, ce ne passa... viva l'onestà. In ogni caso, non ce l'ho con nessuno in particolare, ci mancherebbe; esprimevo solo la mia opinione in merito. Quanto all'autore @Trifilidis, lo seguo da tempo e mi piacciono molto le sue immagini. Ripeto: niente di personale; credo anzi che il discorso fotografico sia bello anche quando sfocia in tematiche meno pragmatiche. |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 21:47
“ Da questo, a farli passare come missioni fotografiche di chissà quale complessità o difficoltà, tra luoghi inaccessibili e popolazioni sconosciute all'uomo bianco, ce ne passa... viva l'onestà. ” Ma sinceramente non leggo qui fotoamatori che si vantano di ciò, sembra che il peccato sia solo pubblicare alcune foto secondo chi si accora contro chi pubblica pescatori col cormorano, la piana di Castelluccio o l'ascesa al monte Bromo |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 22:04
Si, certo poi non andrei da un estremo all'altro; io per esempio non parlerei del "reportage familiare di un viaggio". Per me come per tanti si tratta di reportage di un viaggio semplicemente: niente famigliola davanti ad un monumento, niente selfie o cose simili, niente cagnolino che corre sulla spiaggia, ma solo foto, possibilmente al meglio di quanto posso, di quei luoghi. Se viene la famiglia condivide, se vuole.( ma in genere vuole....vuole!) Se faccio foto della famiglia ( pochissime) non sono destinate alla stampa e non mi interessa condividerle con amici e parenti. E, "senza farle passare per missioni fotografiche", a volte richiedono un po' di ore di attese un po' scomode: l'arrivo di una marea, un cielo notturno, un'alba al freddo come alle Lofoten o in Scozia il castello di Eilean Donan da fotografare dopo la mezzanotte. Niente di epocale, ma nemmeno, all'estremo opposto, niente di banale come un ritratto sotto l'ombrellone. |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 22:19
La foto è bella e mi trasmette qualcosa? Si Se avessi dato quella attrezzatura a mio fratello sarebbe riuscito a fare la stessa foto ed a trasmettere certe sensazioni? No Per me quel tipo di foto ha senso, Ancor più se il fotografo ha l'onestà di presentarla senza agiografie e millanterie varie. |
| inviato il 25 Settembre 2023 ore 22:36
@Arci Ma ci mancherebbe... anzi, ben vengano. Foto come quella del pescatore col cormorano sono ottimi esempi di fotografia tecnicamente eccellente, a cui molti vorrebbero/dovrebbero aspirare (me compreso). Io sto solo parlando del mio modo di vedere il reportage. @Claudio Santoro Ho parlato di "reportage familiare" perché quando sono in gruppo mi è molto difficile concentrarmi sul fotografare ciò che mi interessa; in quei casi, preferisco catturare momenti spontanei che raccontino il viaggio, piuttosto che (solo) luoghi e monumenti vari. Quando invece esco solo a fotografare , preferisco essere completamente solo. @MaxVax Concordo |
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