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Leica M a pellicola fra miti e realtà


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avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 19:49

Leone Giuliano + 1 (again!)! GL

avatarjunior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 20:55

Premetto che sono un lattante nel mondo Leica M, ho da poche settimane decimato il mio corredo Nikon (analogico) in cambio di una M6 + 50mm Summicron… quasi al buio nel senso che prima dell'acquisto non avevo fatto più di una decina di scatti con la M3 di mio suocero.

Se da un alto la sensazione tattile è assolutamente magnifica, ti fa venire voglia di usarla senza pellicola solo per il gusto di sentire lo scatto, dall'altro il mirino mi ha lasciato un po' di sconcerto.
Non mi riferisco al telemetro, sul quale rimando il giudizio come minimo tra un anno, ma sulla totale assenza di informazioni.
Abituato alle mie FE o alla F3 la pressoché nulla verbosità della M6 mi ha disorientato: capire “come gli gira” da due triangolini non è il massimo della vita per una macchina che dovrebbe essere talmente valida da venire addirittura riproposta oggi sul mercato.


avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 22:03

Sliceman, da sempre le Leica a vite e poi le M, almeno fino alla M4, erano destinate al BN ed ai fotografi esperti. Esisteva un esposimetro da piazzare sulla slitta flash, ma fu usato soprattutto con le pellicole a colori.
Da ragazzino avevo una macchina fotografica senza alcun automatismo e senza esposimetro. All' epoca, con le pellicole fornivano un foglietto con indicazioni per esporre al sole o in ombra in giornata serena o del tutto nuvolosa. Complice la grande latitudine di posa delle pellicole, ricordo la ferrania P30, gli sviluppi prolungati dei laboratori, le fotografie " venivano" sempre. Poi l' avvento delle diapositive impose il TTL e arrivarono la Leica M5, di scarso successo, e la M6.
Lamentarsi della mancanza di automatismi sulla Leica a telemetro equivale a comprare un auto sportiva e lamentarsi dello scarso bagagliaio. Mi stupisce che tu preveds un anno per imparare ad usare il telemetro. Cosa avrebbe di difficile ?
Nel suo ambito una Leica resta un riferimento, basta non chiedergli di fare cose non consone alla sua natura.
Personalmente sono interessato più alla fotografia che a giocarellare travestendomi da " esperto fotografo" . Quindi ho accolto con sollievo tutti i possibili automatismi, dall' esposizione all' autofocus, che mi hanno consentito di rivolgere la mia attenzione al soggetto e alla composizione. Oggi anche un fotografo leica per antonomasia, H.C.Bresson, avrebbe sicuramente scelto una moderna digitale completamente automatica.

avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 22:08

"Tempo bello, tempo brutto, con Ferrania riesce tutto!" ... recitava una pubblicità dell'epoca!MrGreenGL

avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 22:13

@Kwlit. Da qualche parte ho letto che Gianni Berengo Gardin, e Sebastiao Salgado, testimonials Leica, nelle loro realtà fattuali, utilizzano reflex Canon. Di Salgado, ho persino visto immagini che lo ritraggono all'opera con una 5 DS-R in mano! GL

avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 22:19

Giovanni Leoni,
È possibile...la comodità piace a tutti. Se poi devi anche portare a casa la pagnotta....

avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 22:20

Sliceman, sei di bocca buonaMrGreen se volevi più info nel mirino dovevi prendere la ttl o la nuova M6, avresti avuto il pallino di corretta esposizione.

avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 22:27

KWILT GIOVANNI LEONI: la pellicola BN permetteva una discreta latitudine di esposizione e spesso si riusciva a rimediare anche in stampa. Il guaio erano le diapositive, come ben sapete. Attenzione all'esposizione e attenzione anche quando le si sviluppava. Credo che sicuramente voi avete avuto esperienza di sviluppo dia: io usavo l'Ornano in 3 bagni per E6 e Velvia e il Kit 41 per le Agfachrome, molto comodo per via delle temperature un po' più elastiche a 20 gradi o anche 24., anche se in 5 bagni più uno di inversione con lampada da 500 w. Ornano, invece aveva temperature più critiche a 38 gradi e tolleranze teoriche molto basse ( 0,2 gradi anche se reali anche qualcosa di piu). Voi cosa usavate?

avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 22:47

Per un breve periodo ho sviluppato le diapositive con il kit Agfa. Ho lasciato perdere. Le kodachrome e le Ektachrome erano di molto migliori. E poi arrivarono le eccellenti Fuji. Sviluppare in casa non era per nulla conveniente, sia per economia sia perché, al contrario del BN, non era possibile intervenire. Tanto valeva andate al laboratorio. Risultati sicuri e te le restituiva già intelaiate. Stessa storia per il Ciba, uno spreco di materiale immenso, spese e tossicità dei bagni. Ho abbandonato.

avatarsenior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 23:06

@Claudio Santoro. Nel mio primo periodo ('65-'71), essendo studente, avevo tempo e facevo B.&N., che sviluppavo e stampavo. Essenzialmente, Ilford FP 4 ed FP 5 (più raramente la Pan F) in Acutol oppure, per avere una bella grana, Kodak Tri X in Rodinal 1+25 (400 o 800 ASA). Dopo il '70 (secondo periodo) ho iniziato a lavorare: tempo libero zero -> diapositive, che non ho mai trattato (sempre per il problema tempo). Ho sempre fatto ritratto, ed il problema della latitudine di posa lo risolvevo con ... un Gossen Lunasix III o, più spesso, con un Minolta Autometer III F (tutta "roba" che ho ancora ... con un Minolta spotmeter da 1 grado e, persino, con un termocalorimetro Minolta accessoriato anche con testa flash). Last but not least, sia per le Hasselblad, sia per la Mam. Universal ho il dorso Pola! Ciao. GL

avatarjunior
inviato il 19 Marzo 2023 ore 23:16

Lamentarsi della mancanza di automatismi sulla Leica a telemetro equivale a comprare un auto sportiva e lamentarsi dello scarso bagagliaio. Mi stupisce che tu preveds un anno per imparare ad usare il telemetro. Cosa avrebbe di difficile ?


Forse sono stato frainteso: non mi sto lamentando della mancanza di automatismi, ma della mancanza di informazioni nel mirino. Anche con una modesta (certamente nel prezzo rispetto alla M6) FE ho sempre sotto controllo diaframma, tempo e un'idea chiara di quanto sono vicino o lontano dall'esposizione misurata dalla macchina.
Per il discorso telemetro venendo da venticinque anni di reflex mi prendo un pò di tempo prima dire se faccia o meno per me. Per il momento mi trovo bene anche se sono un pò più lento a focheggiare.

Sliceman, sei di bocca buonaMrGreen se volevi più info nel mirino dovevi prendere la ttl o la nuova M6, avresti avuto il pallino di corretta esposizione.


Ben due triangoli e un pallino? Roba da shock informativo! MrGreenMrGreenMrGreen


avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2023 ore 8:34

Sicuramente una Leica M dona una bella sensazione maneggiandola. Il metallo, la meccanica, la leva di scatto...
Tuttavia, quando sento questi discorsi, sacrosanti, sulla sua qualità costruttiva, penso che questa meraviglia sia dovuta semplicemente al fatto di essersi abituati, evidentemente, a certa plasticaccia attuale, ma comunque relativa a macchine di non elevato livello costruttivo e al fatto di non conoscere o aver dimenticato il passato.
Perchè prendendo un corpo macchina analogico qualunque di gamma medio alta, senza bisogno di prendere il top, la qualità meccanica è elevatissima e la sensazione è ugualmente intensa.
Ho quasi tutte le reflex a partire dagli anni 70, Leica comprese, e quando ne prendo una in mano ho la stessa sensazione. Nikon FM, Olympus OM1, Pentax MX, corpi di livello medio, già sfoderano una gran qualità. Se poi andiamo su di livello, allora proprio questa grande differenza costruttiva semplicemente non c'è.
Avete mai preso in mano una Canon F1, o uno dei suoi pentaprisma intercambiabili? Una Nikon F2, F2A, F2As? Una Minolta XM? E una Topcon Super DM? Tutte macchine meccaniche. Ne avete mai presa in mano una di queste? Avete provato a girare la leva di carica? Il mirino vi sembra scarso?
Tra queste ammiraglie elettroniche, pensate che la bellissima R9 sia costruita meglio delle altre?



Non è così. Il livello costruttivo è il medesimo. Le Leica M sono costruite al top, ma anche le altre.
Certo, le ottiche sono al top. Ma anche negli altri marchi ci sono eccellenze analoghe. Serie L di Canon, ad esempio, 24/1.4, 50/1.2, 85/1.2. Contax 15/3.5, 21/2.8, 28/2, 35/1.4, 55/1.2, 85/1.2, 100/2, 135/2, etc.. Lo stesso tanti altri. Mi fermo qui. Li avete mai presi in mano? Avete visto quanto costano ora?
La specificità di Leica M è che sono rimaste le uniche ml. Ma con molte limitazioni e in un ambito d'uso ristretto.
Ora ci sono le ml attuali. Prendiamo le più vituperate, le scatolette Sony. Non vi piacciono? Corretto, niente da dire.
Non hanno leva di carica né mirino, ok. Ho appena preso l'ultima, la a7r5. È il diavolo in persona. Digitale, af, completamente elettronica. Ma è una manifattura anche lei. È in metallo. Ha una meccanica. Le varie ghiere. Il monitor articolato. L'avete vista, presa in mano, toccata? Ha una qualità meccanica strepitosa, al top. Vedere l'ottima e recentissima recensione di Juza.
Insomma, so di essermi spinto lontano dalle m analogiche.
La qualità Leica rimane indiscutibile. Ogni pezzo è costruito al meglio senza compromessi. Mentre gli altri producono anche materiali più economici. Ma il punto è che quando i costi si avvicinano, anche le altre attrezzature sono costruite al meglio, e la qualità è la stessa.
Le Leica m hanno il telemetro e una costruzione che può affascinare. Ottimo, se lo scopo è far belle fotografie in maniera minimale non c'è di meglio.
Per un certo tipo di fotografia slow, sobbarcandosene i costi non indifferenti, sono sicuramente il meglio, analogiche o digitali che siano.
La fotografia digitale con le sue infinite possibilità ha introdotto una complessità che a volte mi frastorna e mi stanca.
Un sano rullino su una m6 effettivamente è molto più rilassante. Bene, perchè non farlo.
Personalmente non mi ci trovo, ma chi le usa realmente come strumento per farci foto ha tutto il mio apprezzamento.

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2023 ore 8:54

Il digitale ha introdotto il concetto di “upgrade”. Pochi anni e i brand fotografici figliano nuovi Hardware e software, due fratelli gemelli che di necessità devono coesistere, a volte senza andare troppo d'accordo. È un bene o un male? Di certo, per un foto amatore medio, mantenere la “prole”diventa dispendioso, in specie, per chi segue l'upgrade a prescindere ( ci sono caduto anch'io).
Ogni tanto scatto con una Voigtlander B III serie del 1951, ancora funzionante, metallica e pesante di acciaio e vetro, penso che i tempi moderni sono davvero cambiati rispetto al passato!

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2023 ore 9:19

E meno male che i tempi cambiano rispetto al passato! Sorriso

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2023 ore 9:26

Ai tempi l' upgrade si faceva con la pellicola. Una vecchia Leica a vite con dentro una HP5 era bella che upgradataMrGreen



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