| inviato il 29 Agosto 2022 ore 15:41
Vedi, proprio per farti capire che non sono un integralista... posso accettare che in questi casi sia subentrata una necessità non prevedibile al momento delle prime realizzazioni, ergo non vedo alcuna negazione da parte tua ed un'onesto procedimento di post avvenuto per necessità non presenti in fase di scatto. Avrei fatto, in totale serenità, lo stesso. Diverso sarebbe stato se fossi partito proprio subito con l'idea di passare per interventi grafici. In tal caso avresti dato minore portanza all'aspetto fotografico e maggiore a quello grafico. Personalmente da quando ho semplificato il processo ho ottenuto un grande risultato... mi sono reso conto dei MIEI LIMITI, ed ho iniziato a lavora su quelli e lo faccio ogni volta che scatto progredendo e non "regredendo" come qualcuno potrebbe erroneamente pensare. |
user236140 | inviato il 29 Agosto 2022 ore 15:58
“ Qualcuno potrebbe dire “ecco, immagine, non fotografia”. „ non so gli altri io direi fotografia anatomica, ottima per atlanti una noia mortale se collocata altrove |
user236140 | inviato il 29 Agosto 2022 ore 16:16
“ io comunque credo che sia uscito un confronto che da diversi spunti di riflessione „ concordo pienamente, e aggiungo che a seguito di questo post ho iniziato a fare foto in modo diverso Premetto che pur non essendo Pico della Mirandola, ho sempre avuto una buona memoria fotografica, e dunque prima di scattare, alzo gli occhiali da sole polarizzati che uso solitamente in gita, e osservo la scena per capire com'è fatta, come sono i colori, ecc. e cerco di imprimerla nella memoria Poi quando torno a casa e sistemo le foto verifico se lo scatto collima con l'immagine che ricordavo (sempre fresco di giornata), e su in base a quel ricordo applico eventualmente le correzioni C'è da dire che avendo già impostato la macchina come piace a me, le correzioni sono minimissime |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 16:48
“ Esatto McBrandon ma sembra non essere accettato... L'immagine finale di per se è e sempre resterà un'immagine. Ma io che l'ho prodotta lo so se ho realizzato una fotografia, un'elaborazione grafia oppure, come ho dimostrato... un dipinto fotografico. Di specchi io proprio non ne ho bisogno, comunque. Sto veramente bene così come sono. Sto solo chiacchierando su un forum, forse non qualcuno non lo sta capendo... ;) Take it easy. „ Penso semplicemente che si abbiano visioni diverse di ciò che sia fotografia e che la fotografia sia qualcosa di ampio ed a tratti di indefinito. Nell'altra discussione scrissi "La foto "The Pond—Moonlight" di Edward Steichen è una fotografia o non lo è? Come altre foto i cui colori furono dipinti dopo lo sviluppo e la stampa.". La fotografia in questione è sicuramente una fotografia che è stata dipinta e quindi è una fotografia pittorica. Se uno facesse la stessa cosa al computer sarebbe sempre una fotografia pittorica, ma anziché usare il pennello si sarebbe usato un mouse. Anche solo aumentare il contrasto o la saturazione di poco in post produzione invaliderebbe la fotografia, poiché fatto successivamente. Fondamentalmente mi sembra di tornare al discorso post produzione sì/post produzione no: elaborazione analogica sì/elaborazione digitale no. Mi sembra che alla fin fine sia sempre quello l'argomento: cambia il modo di formulare la domanda e di esprimere il proprio pensiero in un modo od in un altro, ma in parole povere e riassumendo mi pare che sia sempre questo di cui si parla. |
user109536 | inviato il 29 Agosto 2022 ore 17:31
Siete troppo complicati nei ragionamenti: per me la fotografia è libertà e divertimento senza limiti salvo la volgarità e l'offensivo. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 17:59
Gira e rigira siamo tornati alla pipa di Magritte e all'orinatoio di Duchamp. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 18:15
Nessuno mi caga ? Ho sparato vaccate ??? |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 18:32
“ proprio per farti capire che non sono un integralista... „ Scrivo solo una cosa @ Istoria di sfuggita perché su tutti gli interventi ci sarebbe un sacco da pensare. Come certi concettuali mi pare che tu abbia 'proceduralizzato' la tua fotografia, cioè: la procedura con cui è prodotta l'immagine dà valore all'immagine. Non è strano che tu la definisci tanto minuziosamente da far trasalire Andrea Taiana. Dare valore artistico alla procedura è una strada dell'arte contemporanea. Va benissimo così, ognuno deve trovare la sua strada e dove non c'è integralismo, c'è manierismo che è molto peggio. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 18:37
“ Nessuno mi caga ? Ho sparato vaccate ??? „ Jacopo proprio perché non spari vaccate c'è bisogno di tempo per pensare a quello che scrivi... Comunque per riprendere una domanda che avevi fatto all'inizio “ Per noi cosa rappresenta l'accoppiata fotocamera + obiettivo e le loro interazioni ? Un mero mezzo di cattura o una premeditata parte attiva e determinante della foto ? „ nel tuo caso direi che è una premeditata parte attiva... ma anche su questo c'è da pensare. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 18:40
“ Gira e rigira siamo tornati ... all'orinatoio di Duchamp. „ Hai detto poco, ha più di cento anni e ancora ci fa friggere il cervello... |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 19:12
Cerco di arrivare a quello che secondo me è il cuore della questione. Sia io che molti altri qui (o almeno diciamo alcuni altri) Istoria compreso riteniamo che alcune immagini (per il momento lasciamo perdere la questione nominalistica se siano o meno Fotografie) abbiano minor dignità e bellezza rispetto ad altre. Mi riferisco, per fare alcuni esempi, a quelle di paesaggi pesantemente postprodotti con tecniche ad es. di dodge&burn, o colorgrading, o HDR di certo tipo in cui si arriva ad un risultato spettacolare tanto da fare cadere la mascella, esclamare WOW ed acchiappare migliaia di Like. Oppure a quelle foto di bambolone in cui la pelle è stata talmente ritoccata da farle sembrare "virtuali". Dunque possiamo dire che ci accomuna un certo giudizio pesantemente critico a riguardo. Quello su cui divergiamo è la spiegazione e le conclusioni a cui arriviamo. Posizione A (Istoria). Quelle immagini non sono buone perché derivano da pesante postproduzione che interviene dopo il cruciale attimo che sta tra pressione del pulsante di scatto e impressione della pellicola/sensore. Conclusione -> per evitare di fare una cattiva foto o una non foto si eviti tutto ciò che interviene dopo l'impressione Posizione B: Le immagini esemplificate non sono belle perché sono frutto di un'intenzione sbagliata (sbagliata, non fraudolenta), di una poetica, di una estetica e di una cultura che ha perso la bussola, sono frutto di un'ideologia decadente, anzi della mancanza di ideologia e mancanza di cultura, sono semplicemente vuote perché, stringi stringi, sotto non si trova nulla. Conclusione -> senza una poetica interessante non si fa una bella immagine. Allora cerchiamo di girarla in termini positivi e costruttivi. La prima posizione, incentrata sugli strumenti, può magari evitare di produrre delle "Non fotografie" ma, di per sé, non garantisce di produrre delle immagini belle e interessanti o anche solo migliori. La seconda posizione che pone al centro la domanda "perché sto facendo questa immagine, quale è la mia poetica" è l'unica che può portare ciascuno di noi a migliorarsi. P.S. riteniamo sia più importante evitare di fare NON FOTOGRAFIA o migliorare le nostre immagini? |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 19:23
“ La seconda posizione che pone al centro la domanda "perché sto facendo questa immagine, quale è la mia poetica" è l'unica che può portare ciascuno di noi a migliorarsi. „ Anch'io la penso così. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 19:31
Per onestà la seconda posizione è molto più complicata da attuare rispetto alla prima. La prima apparentemente sembra più facile da percorrere. Apparentemente, perché poi, arrivati al dunque, alcune questioni rimangono comunque irrisolte, fino a che punto posso aumentare il contrasto? Fino a che punto lo posso abbassare? Fino a che punto è lecito aumentare la chiarezza? È chiaro che non esiste una risposta, per cui anche la richiesta di esaminare il RAW è ipocrisia, se non altro per il semplice fatto che il RAW non si può vedere. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 19:42
“ In sostanza: chi sono io per entrare nella testa di un altro e chi e' l'altro per entrare nella mia? Ghirri\Adams\maestro di turno faceva le sue foto e io le mie, Ghirri\Adams\maestro di turno non ha strumenti per comprendere le mie, io non ho strumenti per comprendere le sue. Al massimo possiamo interpretarci le foto a vicenda, ma resta comunque una intermediazione, errata o quanto meno assai parziale per principio. „ Beh sì Jacopo, siamo nell'ambito dell'interpretazione che è fallibilissimo. Forse è il tempo che rimette un po' a posto le cose... Ma è normale, alla fine la fotografia parla della realtà quanto del fotografo/fotografa perché è un'attività umana come altre. Paul Celan diceva che la poesia è come una stretta di mano. Cioè diceva che la poesia ha una verità che è quella delle relazioni umane. Sarà così anche per la fotografia. Lo so è tutto così effimero... pensiamo a una fotografia rivista dopo decenni, cambia completamente il significato, ci vediamo un altro mondo. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 19:49
“ Per onestà la seconda posizione è molto più complicata da attuare rispetto alla prima. La prima apparentemente sembra più facile da percorrere. Apparentemente, perché poi, arrivati al dunque, alcune questioni rimangono comunque irrisolte, fino a che punto posso aumentare il contrasto? „ La prima posizione secondo me non è praticabile, non è definibile un 'disciplinare' condiviso se non a larghissime linee. E' praticabile soltanto come propria poetica, dandosi proprie regole, quindi in autonomia, non eteronomia. Che è ciò che fa Istoria, infatti ribadisce spesso che sono regole che valgono per lui. |
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