| inviato il 08 Agosto 2021 ore 23:55
Da un certo punto di vista hai ragione Vincent, il ravvivarsi della fotografia chimica è legato a un ritorno di moda generato dalla curiosità di molti giovani verso qualcosa di cui hanno sentito parlare ma che non conoscono. È una bolla? Non lo so, probabilmente si, in ogni caso è molto probabile che da una parte l'aleatorietà del risultato, dall'altra l'aver comunque soddisfatto una legittima curiosità alla lunga li farà tornare indietro da dove sono venuti. Dovrebbero sperimentare la diapositiva e la proiezione per conoscere qualcosa di radicalmente diverso... ma alla fine il problema è sempre lo stesso: chi glie la offre una opportunita del genere? |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 0:31
@Paolo Grazie Paolo, non spero nella morte dell'analogico, non sia mai, solo spero che possa tornare in mano a gente che pensa a fare le proprie fotografie, che poi vengano stampate in un libro sulla boxe oppure appese in casa o restino dentro i telaietti, va benissimo. La mia speranza non è la morte di una forma di espressione come l'analogico è che finiscano, per età o per senilità, i soliti timorosi del mondo che ogni tre per due cantano il ritornello: si stava meglio quando si stava peggio. Se una persona, come te, sceglie di restare alle diapositive, hai il mio rispetto, non è, il tuo, un idolatrare i vecchi tempi, è una scelta consapevole di un tipo di espressione che ha dei pro e dei contro, come tutte le cose fatte dall'uomo. Per lavoro, oggi come oggi, tranne qualche particolare progetto, tornare all'analogico è uno sforzo che raramente paga, figuriamoci alle diapositive, ma per lavoro e solo per quello e intendo quello base, degli eventi, delle manifestazioni sportive e simili. Per l'arte si può e si deve andare in tutte le direzioni possibili. E nessuno penso si può sognare di dirti: sei ormai obsoleto, ok te lo dicono, ma è un altro discorso ed è un problema di chi lo scrive. Il confronto deve essere costruttivo e personale: wow che meraviglia la diaproiezione, può essere nelle mie corde? Proviamo! Etc etc. Secondo il mio punto di vista, uno sperimentatore, almeno in un processo artistico complesso e articolato, può avere il momento dove esplora nuovi - che nuovi non sono - percorsi, anche quelli desueti. Poi alcuni si fermano lì, altri continuano e altri abbandonano. C'è chi decide di scattare solo con un obiettivo, un 35mm e in bn e portare avanti un suo racconto bello, interiore e chi si riempie di giocattoli di tutti i tipi, chi si riempie la bocca di discorsi e giudizi tronfi, taglienti, perduto tra le mode e il voler apparire a tutti i costi originale. Non mi sto riferendo ai presenti, sto pensando alle persone che conosco nella vita fuori da qui e che sono un po' bassi come avrebbe detto dickens. Ritorno alla mia idea: la nostra banda di lettura dei fotoni è limitatissima, il mondo che ci circonda è davvero tanto di più, non ha niente a che vedere con i colori, e quindi con le forme. Il legame è tenue e funzionale: i riflessi che rileviamo e poi interpretiamo sono solo una parte di una proprietà fisica e poi c'è chi ha quattro coni e chi ne ha tre e poi c'è il mezzo che rileva questa proprietà, la focale, i tempi lunghi, lunghissimi o brevissimi, la distorsione se l'oggetto fotografato si muove mentre l'otturatore è impostato ad una velocità superiore a quella del sincro flash, tanto per indicare le prime tre o quattro cose che vengono alla mente, ma di che si sta parlando? Se una AI diventa brava a riconoscere qualcosa che già facciamo noi come primati? Ce lo ricordiamo che abbiamo un punto cieco in mezzo a ciò che vediamo e il cervello fa un composing e lo toglie vero? Che dobbiamo fare? Riconoscere che anche il nostro cervello esclude o vede solo ciò che gli serve e il resto lo cancella o lo modifica? Ma sì, è il problema delle testimonianze, dei ricordi: era rosso o marrone il vestito di quella persona che mi passò accanto un paio di mesi fa? Solo chi una memoria eidetica può riuscire a dirlo con buona precisione, ma il punto cieco lo ha anche lui. E non lo vede. Composing analogico puro e dentro il cervello! |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 5:25
Siccome siamo nell'era dominata dalla tecnologia, volenti o nolenti, l'intelligenza artificiale cambierà la nostra vita, le nostre abitudini, figuriamoci se non cambierà anche la fotografia, pregna com'è di tecnologia. Poi come sempre esisteranno delle nicchie di "tradizione" |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 5:55
@Taipan "un thread come questo contro la post produzione" credo che tu abbia dei pregiudizi; il thread lo ho avviato io e non è assolutamente contro la PP; cerca di approfondire quale siano gli effetti dell'applicazione dell'IA alla fotografia e quali ne siano le conseguenze. Molti hanno detto che ben usata è un ausilio per i professionisti e può aiutare i neofiti; altri che stimola per reazione l'uso della pellicola (nella maggior parte dei casi chi usa la pellicola scatta anche in digitale); qualcuno ha ragionevolmente sostenuto anche che le foto postprodotte in questo modo sono "diverse", sfociando nella digital art (una questione di misura, credo). Io stesso ho detto che influenza lo stesso modo di scattare, che già ingloba il tipo di PP da applicare successivamente al momento dello scatto. Poi certo, come naturale, non mancherà qualcuno contrario per motivi ideologici o pratici. In sintesi, finora, certamente non una discussione contro. Forse non hai letto con attenzione Più in generale, la pellicola non è una bolla, ma come saggiamente rilevato una nicchia di un segmento ben più ampio, che certamente non avrà uno sviluppo lineare ma risentirà di mode e tendenza; comunque sopravviverà. Interessante, poi la differenza tra mondo professionale, che non potrà non accettare, e anche ben volentieri, i progressi tecnologici e il mondo dell' arte, che ha un suo percorso differenziato, in cui la tecnologia per molti ha meno impatto (in fin dei conti si dipinge ancora con i pennelli .....) |
user1856 | inviato il 09 Agosto 2021 ore 7:48
“ Lo sapete che nei concorsi fotografici un minimo minimo seri si deve inviare il raw, per cui nessuno vince "taroccando"????? „ Quindi sono seri solo i concorsi reportagistici? |
user1856 | inviato il 09 Agosto 2021 ore 8:11
“ Interessante, poi la differenza tra mondo professionale, che non potrà non accettare, e anche ben volentieri, i progressi tecnologici „ Anche qui dipende. Nel mio settore ad esempio, ad oggi, la AI serve praticamente a nulla. ISO più alti del minimo idem, anzi meglio se ce ne fossero di più bassi come un tempo. L'AF idem a meno che esca (e ne dubito) una fotocamera a corpi mobili motorizzata e pilotata da AI e che non costi come una villa al mare... Quello che serve è quella miriade di oggetti che invece vanno pian piano scomparendo assieme alle ditte fornitrici stesse... Poi magari un domani si arriverà ad avere una cgi veramente realistica in tempo reale (pure la modellazione tramite AI) dei soggetti che oggi non sono realizzabili così e come diceva la Lando quotata precedentemente, ci si concentrerà più sulla creatività che sull'artigianalita. Inoltre si abbatteranno i costi per cui se ti chiedono per esempio in agosto del radicchio di Treviso tardivo o dei mandarini o del cavolo nero non devi ordinarli dall'altra parte del mondo... Sempre se li trovi... Il fatto è che un professionista DEVE risolvere problemi e le richieste nel mondo reale sono così variegate che ad esempio i compositing sono la base per certi lavori a meno di non fare pagare ogni singola foto cifre che mai immaginereste... PS Ecco, toh, pure la risoluzione è importante. Ma quella c'era già quindici anni fa. Oggi fortunatamente costa molto meno! |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 8:35
Raramente i concorsi fotografici chiedono il raw; lo fanno solo per foto vincitrici che fanno sollevare dubbi (cfr storia scatto Alberto Ghizzi Panizza. www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&bk=&t=2074473&show=6). @Cos78 “ Nel mio settore ad esempio, ad oggi, la AI serve praticamente a nulla „ non so qual'è il tuo settore, ma certamente se non serve non crea nemmeno problemi; mi sembra pure che sostieni che in taluni casi può essere utile per abbattere i costi, quindi servirebbe; ogni settore ha i suoi perchè: i "matrimonialisti" fanno uso dell'IA ogni qualvolta che serve mentre i "naturalisti" l'IA dovrebbero proprio ignorarla, ma spesso non lo fanno, scorrettamente. |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 8:42
Siamo un po' OT, ma il ritorno alla pellicola, ho visto ventenni con una rollei biottica, trentenni con Leica M, etc. è legato ad una indigestione di digitale e voglia di riacquistare manualità e contatto fisico. D'altra parte molti hobby sono legati a questo, vedo bricolage e non hanno età. L'intelligenza artificiale è la goccia che fa traboccare il vaso. Diverso è il tutto su un piano lavorativo. Tutto quello che è efficace e accelera e migliora il risultato, ben venga. |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 9:01
La potenza senza controllo può fare solo danni…vedi il video della Ferrari. Luminar se lo lasci applicare il suo preset 9/10 tira fuori degli obbrobri, un iPhone 11-12 tira fuori delle foto notturne impossibili a mano libera ma ti devi prendere il risultato così come viene. Gli algoritmi della IA sono sicuramente utili e lo saranno sempre di più ma andranno utilizzati come ottimi strumenti per cucinare un piatto. Se ci rendono la PP più veloce e' di sicuro aiuto ma rimarra' sempre tutto al controllo del fotografo sia in fase di scatto che in PP. Per fare un esempio: il focus stacking alcune macchine lo fanno direttamente in camera senza dover utilizzare una slitta micrometrica, rendendo così la pratica molto più veloce ed efficace, ma ciò non significa che con quello anche l'ignorante riesce in un click a tirare fuori un buon risultato. Io la vedo così, una rinnovata e potente scatola degli attrezzi ma il processo fotografico rimane sempre quello, oggi è più veloce ed agevole andare da A a B ma il percorso è sempre quello. |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 9:13
Dunque: 1) se lo stadio di partenza non è di qualità, non c'è AI che tenga; foto mediocre era e foto mediocre resterà 2) non sono contrario per principio alla AI e non la demonizzo se fatta con giudizio e senza esasperazione i cui eccessi nefandi già esistono nella post tradizionale 3)credo che la AI possa essere di aiuto allorché il Fotografo non abbia dimestichezza ed esperienza con la post tradizionale. Vedremo, cosi, foto di Fregene ritoccate con tramonti polinesiani ma almeno belle da vedere e non scatti in cui le fusioni sono brutte e rabberciate. |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 9:39
@Arci “ Il focus stacking alcune macchine lo fanno direttamente in camera senza dover utilizzare una slitta micrometrica, rendendo così la pratica molto più veloce ed efficace „ Sicuramente rendono la pratica più veloce, ma non sempre (differentemente da quanto sostenuto da qualche famoso ambassador nell'interesse del produttore) più efficace; personalmente nella macro trovo talvolta più efficace la maf progressiva manuale, specie quando vi possono essere situazioni , e ci sono spesso, che mettono in difficoltà l'automatismo della macchina nell'aumentare la parte a fuoco in relazione al soggetto fotografato e allo sfondo. |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 9:41
Ti sta proprio simpatico Alberto cmq il focus stacking gli devi dare punto inziiale e punto finale più gli step intermedi, e se non erro i due punti li puoi dare con la maf manuale. non è un automatismo sulla messa a fuoco ma è per aumentare la parte a fuoco. |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 9:50
@Murphy Su uno o più fiori, che hanno molte sfaccettature, non è sempre facile stabilire il punto iniziale e finale, devi prendere un margine di sicurezza che però può dare fastidio nello sfocato (perchè ovviamente in macro anche lo sfocato è essenziale, specie se lo sfondo è naturale e non un cartone colorato). Perlomeno a me, dopo molti esperimenti, riesce meglio in manuale. Il focus picking ti consente di raggiungere una grande precisione. Ovviamente il focus stacking Automatico è leggermente più semplice per un insetto "immobile" ed è perfetto per un paesaggio dove si vuole tutto a fuoco. Certo, parliamo di aumentare la parte a fuoco rispetto a quello normalmente possibile con l'obbiettivo usato: ho corretto la precedente espressione perchè evidentemente non era chiara. Parlando in generale, mi sono "simpatici" tutti i fotografi che presentano correttamente i propri lavori e che non cercano "scorciatoie", che poi per fortuna sono la maggioranza. |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 10:02
ma quando dici in manuale usi un slitta micrometrica? o fai tanti scatti manuali che decidi tu spostando il fuoco? punto iniziale e finale lo puoi fare più ampio e decidi tu dopo in PP quale scatti scegliere. cmq anche gli ambassador su fuji dicono che è più veloce fare il focus stacking o Focus BKT come lo chiamano su Fuji. |
| inviato il 09 Agosto 2021 ore 10:34
Entrambi, dipende dall'obbiettivo: alcuni hanno la ghiera della maf molto articolata e ampia e si può fare in entrambi in modi (a mano o microslitta); altri soltanto con la microslitta; non c'è dubbio che sia più lento, ma in fondo io ho cominciato ha fare macro seriamente con il lockdown giusto per passare il tempo. In realtà, una volta scattato, in qualsiasi modo, uso tutti i fotogrammi; non perchè siano tutti utili ma perchè credo (spero di non sbagliarmi) che quelli inutili non creano danni ed è noioso fare la verifica e toglierli. Devo dire, che salvo quando si gioca con le sfumature, tra una foto di fiori con il Focus stacking (dove io uso diaframma 8) e una normale (in genere diaframma 16) ci sono differenze abissali. Capisco perchè alcuni concorsi prima hanno vietato e rifiutato il focus stacking e poi hanno cambiato idea. Non ho esperienze di insetti, anche se molti dicono che al mattino presto sono abbastanza intorpiditi da consentire l'esecuzione di una molteplicità di scatti. Io ho il giardino, ma a me scappano sempre anche all'alba e neanche riesco a tenere una farfalla appiccicata sul muro per tutto il tempo necessario. Sicuramente l'ampliamento della parte a fuoco di uno scatto è un campo di sviluppo con l'ulteriore crescita dell'IA. |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |