| inviato il 18 Marzo 2021 ore 18:44
Il tuo discorso lo posso capire riguardo la scelta del testimonial/influencer ma non per quanto riguarda le immagini da utilizzare per una campagna...non scherziamo!!! |
| inviato il 18 Marzo 2021 ore 18:56
Anche io credo che la verità sta nel mezzo, però chi ha tanti "seguaci" sui social oggi ha più possibilità di lavoro, che sia bravo o no non lo so ma sicuramente lavora di più e lavorando di più acquista la fama di bravo fotografo |
user19159 | inviato il 18 Marzo 2021 ore 19:34
“ ma sicuramente lavora di più e lavorando di più acquista la fama di bravo fotografo „ No. Almeno per me ASSOLUTAMENTE NO. Al massimo diventa un influencer, un personaggio pubblico, un testimonial. Penso che un pubblico intelligente capisca la differenza tra questo tipo di fugure e un fotografo. |
| inviato il 18 Marzo 2021 ore 19:44
“ pubblico intelligente „ L'impresa standard (ovunque nel mondo, te lo assicuro), vuole pagare la manodopera il meno possibile, anche a discapito della qualità. Se vendo il vino, se un pinco pallino qualunque ha milamila follower, se quel pinco pallino si fa pagare 10 euro per la fotina brutta, se dei milamila follower l'1% compra la bottiglia, ho lo stesso risultato ottenuto pagando 100 euro per una fotina non brutta ad un pinco pallino che ha milamila/100 follower il cui 10% compra la bottiglia. Siccome il "Fotografo" non ha millamila follower e vuole milamila euro, il "Fotografo" mangia le croste di formaggio, mentre la signora "non ce n'é di coviddi" mangia ostriche e caviale. |
| inviato il 18 Marzo 2021 ore 21:03
Emanuele, oggi se vuoi emergere (non solo in fotografia) devi proporre qualcosa d'innovativo che ti distingua dagli altri e per farlo o sei un vero talento o uno che si è dato da fare trovando un proprio percorso (oltre al sapersi proporre per avere visibilità). Non credo che una persona senza talento possa andare lontano a differenza di chi ne ha che se sa sfruttare il web sicuramente potrebbe averei delle opportunità di lavoro. |
| inviato il 18 Marzo 2021 ore 21:53
Frengod nella pubblicità non è questione di fotina bella o brutta ma di funzionalità. Questo concetto non tutti lo comprendono ma funziona così. Puoi essere un fotografo bravissimo ma se la campagna pubblicitaria non porta risultati la bravura conta poco. Oliviero Toscani perché è un grande?... perché con le sue immagini colpisce l'obiettivo del committente... e si fa ben pagare giustamente. |
| inviato il 18 Marzo 2021 ore 22:19
Vincenzo, concordo con te nel misurare l'efficacia della campagna pubblicitaria in base ai risultati ovvero l'efficacia dell'autore in base alla reazione del committente. Ebbene, in base agli stessi parametri, una fotina brutta buttata nelle mani di "ciccio gamer" è efficace, funziona, perché porta dei risultati. Il personaggio "Checco Zalone" prende il caso "fotina brutta" e lo porta allo stato di arte e di denuncia al contempo. Se la "fotina brutta" ha successo è perché l'utente è al pari della foto. L'utente è sdoganato nella sua mediocrità dal vedere una foto mediocre pubblicata (accessibile a tutti). Ne prova soddisfazione, ci si immedesima: il mediocre può essere pubblico senza vergogna né bisogno di migliorarsi, men che meno può essere aiutato a farlo (e chi sei tu mio padre? O' professore...). In un mio precedente intervento ho già parlato di Cultura ed Etica. Torniamo sempre lì. |
| inviato il 18 Marzo 2021 ore 22:45
"Cultura ed Etica." Frengod +100 |
user19159 | inviato il 18 Marzo 2021 ore 23:13
@Vincenzo Virus “ Se la "fotina brutta" ha successo è perché l'utente è al pari della foto."... „ Ottimamente riassunto il tutto. |
| inviato il 18 Marzo 2021 ore 23:19
"Ottimamente riassunto il tutto." Tristemente... concordo... |
user19159 | inviato il 18 Marzo 2021 ore 23:22
Una "fotina brutta" rimane brutta. Una "fotina brutta" di un influencer è..... una "fotina brutta molto condivisa" |
| inviato il 19 Marzo 2021 ore 0:23
Perdonate, ma la differenza non é tra una foto bella e una brutta. Questa differenza la vede chi ama i tramonti e i gattini. La differenza é tra una foto buona e non buona ( Ugo Mulas docet ). Il problema è che molto spesso i fotografi sono schiavi del like e di conseguenza dell'esibizione bulimica e nemici del cestino. Tutto ciò ha creato un mondo di pseudo fotografi che tra la forma e il contenuto non solo non li fondono assieme ma tralasciano completamente qualsiasi messaggio , perché in definitiva é la schiavitu del like che la fa da padrone. Oggi la fotografia non è più percepita come un esempio di creatività per pochi appassionati , ma un modo istantaneo di fare diventare prima tutti fotografi e di conseguenza tutti artisti. Questo è il vero peccato originale del mondo digitale. E Instagram é il suo vangelo. Ps : tenete conto che una delle ultime macchine uscite , una Zeiss da 6000 euro ha già incorporato sia Lightroom che un uscita online per pubblicare immediatamente. Pubblichi , hai i like , per cui sei vivo. |
| inviato il 19 Marzo 2021 ore 1:00
“ na foto fatta ad una bottiglia di vino, con set luci, multi scatto e post produzione annessa, significa per un fotografo mezza giornata di lavoro ok? La stessa bottiglia fotografata con lo smartphone e pubblicata su un accaunt seguito farà sicuramente più successo, quindi dimmi l'azienda chi sceglie? „ Non è proprio così, eh. Anzitutto bisogna dividere, come giustamente detto, l'immagine per la pubblicità/catalogo da quella per la promozione attraverso i testimonial sui social; detto questo, mica puoi fare una foto di merda, altrimenti il messaggio che passa è: usare questo prodotto ti fa fare le cose di merda. Non è che chi ha mln di follower veri si fa la fotina con l'iPhone e via: spesso ci sono dietro fotografi o comunque c'è lavoro di post. | |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |