| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 1:16
Per black so tutto io diamond non ci sono misteri le foto le ha fatte lui con la sua sony |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 1:17
Che poi tra l'altro penso che Sony aggiorni spesso le sue attrezzature visto che per fare sensori sempre più efficienti e densi, devi scendere con la litografia. Poi vabbè, gli operatori son perlopiù taiwanesi o cinesi quindi non li distingui |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 1:25
"Ah vero, quindi credo conosca anche come sono fatte dentro le fab italiane " Rokhen non ne dubito |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 7:35
Certo, le foto sono quelle del salone di casa di Zanzibar, mi piace quando vi arrampicate sugli specchi, vi brucia proprio |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 7:39
Comunque dormici la notte ....alla fine so tutte super×re, senza escludere le tue. Se vuoi ti mando le foto del mio bagno così mi dici chi ha prodotto l'idromassaggio e il water |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:00
Ma io mi diverto a vedere le persone che si arrampicano sugli specchi |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:04
Una domanda per chi lo sa: Nikon è una società unica oppure è suddivisa in Nikon Photo, Nikon semiconductors, Nikon medicals etc separate? In questo caso direi che la divisione fotografica se irreparabilmente in perdita può benissimo essere chiusa o quanto meno dismessa. Se invece la società fosse un'unica entità può darsi che voglia mantenere il punto nel mercato fotografico indipendentemente dai conti in rosso perché le permette di vendere bene in altri settori. Bisognerebbe vedere se l'azienda nella sua totalità sta andando bene o male e quale sia la sua tendenza negli anni. Se fosse in grave sofferenza da anni globalmente poco importa se fa macchinari litografici eccellenti, Mitsubishi probabilmente si terrà quel ramo produttivo e ridimensionerà o chiuderà il resto. |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:10
Sono rami d'azienda. |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:15
Allora l'azienda Nikon, nonostante le vendite di macchinari litografici etc è in perdita o no? E da quanto dura questa debolezza? In questi casi si tagliano i rami secchi, o no? |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:25
Quando dicevo io che tutto quell'articolo è basato sul nulla... una bella storiella consolatoria costruita a partire da una verità e cioè che Nikon produce stepper. Il tutto ovviamente ha lo scopo di dimostrare che Nikon non dipende da nessuno. Ma rimaniamo nel campo delle ipotesi. |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:25
Non mi esprimo sui tagli dei rami d'azienda, non so cosa dirti a riguardo. |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:30
Al di là di tutte le polemiche, spesso inutili, vorrei ricordare che negli anni '50 le macchine fotografiche erano quasi tutte prodotte in Germania, i giapponesi si affacciavano (all'inizio timidamente) al mercato, producendo copie a basso prezzo, insomma fecero un po' come i ì cinesi di questi ultimi anni. Una macchina tedesca "importante", costava più un meno come un'automobile, in un periodo in cui le persone normali al massimo potevano aspirare ad una Vespa o ad una Lambretta. Zeiss e Leitz producevano macchine perfette, indistruttibili, facendo tutto in casa, incluse le viti, perché volevano controllare il processo produttivo al 100%. Proprio riguardo alle viti ricordo le foto di certi macchinari enormi (rispetto alle minuscole vitine usate nella meccanica di precisione), che equipaggiavano i loro stabilimenti. I giapponesi si misero a produrre macchine non perfette come quelle tedesche, ma che di fatto facevano lo stesso servizio, ad un prezzo di molto inferiore, e fu la fine della supremazia teutonica. Già allora, nessun fabbricante giapponese pensava di produrre tutto in casa, e certe parti si compravano da terzi che le facevano per tutti. Negli anni '70 lavoravo nel commercio di materiale fotografico e ricordo che allora, i produttori di vetro ottico semilavorato, da cui si ricavavano gli obiettivi, erano essenzialmente due: Hoya e Cozo. Il primo era noto al pubblico per la produzione di filtri con il proprio marchio, mentre l'altro era praticamente sconosciuto ai non addetti ai lavori. Queste due ditte fornivano gli sbozzi semilavorati anche alle case più importanti, che poi effettuavano le lavorazioni successive in proprio o presso altri stabilimenti. L'industria ormai funziona così da molti anni, perché i processi industriali sono complessi e costosi e non conviene produrre tutto da sé, si chiama economia di scala. Non ci vedo nulla di strano in questi scambi, tanto più che l'industria giapponese è un misto di competitività e mutualità. |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:40
Il modello industriale giapponese ha fatto scuola. È una fesseria dire che concorrevano sul mercato solo per il prezzo basso della manodopera. In realtà hanno ridisegnato, con il modello Toyota, tutto il paradigma della produzione. Partnership, produzione snella e flessibile, produzione just in time. Il tutto finalizzato ad avere minori costi, struttura flessibile e poca difettosità. Il core del business rimaneva in azienda, il resto affidato a partner stretti che avevano un know how specializzato. Questo permetteva di avere ottimi pezzi e giusto in tempo per la produzione, azzerando le scorte di magazzino ed i relativi costi. Modello ora adottato da tutti ma che è nel DNA Jap. |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:40
Ok, meno male che abbiamo menti vigili che tutto sanno e tutto conoscono e che vegliano attenti sulle nostre menti. Sembrano i discorsi dei complottisti anti vax, non mi torna un percentuale ? Allora il mercato gira come dico io! Ho trovato una foto di straforo di una fabbrica, allora ho le prove che le cose sono come le penso io! Ho, però sono argomenti che non interessano! Si fa tutto solo per amore della verità, sia chiaro. PS: Si da il caso che anche io operi in settori commerciali dove lo scambio e le jointventure la fanno da padrone, anche tra concorrenti, ma sicuramente mi sbaglio. Poi vedo che il forum è sempre ben fornito di esperti di marketing e CEO di multinazionali in incognito. |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 8:42
WEB, guarda che quello che hai appena scritto è proprio quello che scrive MM su Nikonland, e cioè che a Nikon e Sony conviene avere accordi sulla produzione piuttosto che farsi la guerra. Quindi quale storiella? | |

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