| inviato il 11 Settembre 2020 ore 21:14
..credo che con iso-invariant si intenda che anche girando la rotella per cambiare gli iso, non cambia nulla e bisogna portare la fotocamera in assistenza. Sicuro sicuro non sono... |
| inviato il 11 Settembre 2020 ore 21:56
Beh certo, i limiti esistono per tutti i sensori, anche quelli che sono i migliori da quel punto di vista! |
| inviato il 11 Settembre 2020 ore 22:02
“ Che uno scatto sottoesposto di 4 stop a 100 iso e ritirato su è pari pari come scattarlo a 1600 ISO. Per cui se vuoi salvare le luci scatti a 100 iso e tiri su le ombre. „ Vero, ma solo se sottoesponendo non si scende a segnale nullo o quasi... quanto detto da blackbird è molto utile in particolare con i nuovi sensori bsi a doppio gain... Esempio, la D850 ha il secondo gain a iso 400 ed è sostanzialmente iso invariante... quindi se la scena vorrebbe iso 1600 e se a iso 400 non si sottoespone (cioè pixel con segnale nullo o quasi) allora meglio scattare a iso 400 che a iso 1600 per avere la migliore gamma dinamica (+4 stop di gamma dinamica!) e aumentare di 4 stop l'esposizione in lightroom |
| inviato il 11 Settembre 2020 ore 22:04
Beh certo se si clippano i neri per non bruciare le alte luci, non si è ottenuto niente! E se anche impegnandosi non ce la si fa... la coperta era comunque corta, per quella scena... E in quel caso, o scatti multipli o ci si gode il panorama e basta! |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 3:38
@Luca onore a te se hai tenuto duro fin qua. "Chi bene comincia è alla metà dell'opera". I principianti hanno un avversario in comune: i fotografi esperti che credono di avere capito tutto. Il digitale è abbastanza banale, ma serve un approccio ben fondato per fare progressi. La cosa più essenziale da capire è che esistono due lati della fotografia digitale: i toni e i colori. Sono in qualche modo legati alla fine, ma se si parte dal concetto che esponendo "bene" si fanno foto migliori, il percorso di sano apprendimento è troncato prima di cominciare. Il problema sta in quel "bene". Qui più di un esperto fotografo ti ha citato la regola del 16. Alcuni hanno addirittura scritto con giusto orgoglio che ad un certo punto della loro avventura fotografica hanno applicato la regola del 16 e tutto è filato liscio. Nell'esposizione fotografica la regola del 16 è la Teoria del Tutto (i fisici teorici la teoria del tutto non sono riusciti ad elaborarla in cent'anni ). Questi "volponi" (che tu chiami guru) che fotografano bene con la regola del 16 cos'hanno in comune? Evidentemente che sanno valutare bene la luminanza media di una scena. Non è facile, ma dopo decenni hanno affinato la loro sensibilità alle condizioni di illuminazione (luminanza media della scena). Insomma, sono dei fotometri "intelligenti". Partendo dalla regola del 16 la formalizziamo e abbiamo pronto nel nostro piccolo di fotografi la Teoria del Tutto. C'è un piccolo scoglio da superare. La relazione è logaritmica e basata sui log2, ossia i logaritmi in base 2. Le calcolatrici non riportano log2, in compenso riportano log in base 10. log2(a)=3.322*log(a) con ottima approssimazione. Lv=Ev-log2(ISO/100)+C C è il fattore di compensazione in stop (EV). La regola del 16 dice "col sole splendente e con f/16 il tempo t di esposizione sarà 1/ISO". I fotografi esperti basandosi sulla loro valutazione di quanto la luce sia diversa dal sole splendente traggono tutte le terne possibili, cioè f/, t e ISO. C=0 (non sovra-/sotto-esponiamo). f/16 A ISO 100, log2(100/100/=log2(1) cioè 0. t=1/100s Siamo arrivati a Lv=Ev, ossia l'Exposure value è uguale a Lv. Lv si chiama Light value e lo riportano tutti gli EXIF ultimamente. Bene: Lv=Ev+C-log2(ISO/100), la nostra Teoria del Tutto in esposizione! I termini sono tutti in log2. Verifichiamo la regola del 16: Ev=log2(f/^2*t)=2*log2(f/)* log2(t) dove t compare nel tempo 1/t s. Semplifichiamoci la vita con le potenze di 2 che ci danno log2 interi. log2(16)=4 perché 2^4=16 per comodità mettiamo t=128 per cui log2(128)=7 perché 2^7=128 Ev=2*4+7=15 Quindi Lv col sole che splende è uguale a 15 EV (abbiamo bluffato con gli ISO portati da 100 a 128, ma ci sta!). La luminanza media è L=2^(Lv-3)=2^(15-3)=2^12=4096 cd/m2. Non c'erano dubbi che la regola del 16 funzionasse, lo dimostrano i fotografi esperti che per anni l'hanno usata con successo. La luminanza media L non parla di colore, parla di Brightness, cioè quanto chiara o scura è una foto. Forti della nostra Teoria del Tutto possiamo dedurre qual è l'ISO migliore per minimizzare il rumore (massimizzare SNR). Fissiamo L di una scena. Il membro a sx dell'equazione Lv rimane fissato. Passiamo da ISO 100 a ISO 800. Se la luminanza è sempre quella, Ev-log2(800/100)=Ev-3. A parità di illuminazione, Ev DEVE salire di tre stop per mettersi in pari con Lv! Deriviamo quello che è importante nella esposizione: "a parità di L, aumentando gli ISO aumenta Ev, cioè o si chiude di più il diaframma o si abbrevia il tempo di esposizione o un po' tutte e due". Il risultato è che arriva meno luce al sensore e se questo avviene decade SNR, cioè percepiamo più rumore nella foto. L'umile regola del 16 è la nostra equazione base, altro che anticaglia! |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 7:07
Se un povero cristo, per scattare una foto.. deve fare tutti questi calcoli, fa prima ad imparare a fare il ciabattino. Siamo nell'era del digitaleeeee !!! Non servono più certe regole astruse. Nelle situazioni difficili basta scattare con esposizione a destra senza bruciare nulla.. e poi col culo sulla sedia al PC e sul monitor, sistemi perfettamente tutto. Ma ho una domanda : È così difficile da capire ?! |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 7:14
Scusate, stavo dimenticando.. posso dimostrare quello che dico con foto ed esempi visivi. Probabilmente sbaglio e sono errate mie convinzioni, ma ben venga così saprò che esiste un modo per migliorare la qualità delle mie foto. |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 8:18
I calcoli di Valgrassi (@Valgrassi, fai paura, in senso buono!) servono solo a dimostrare la validità e la nascosta precisione di una regola empirica e semplice, non è che uno li deve fare per applicare la regola del 16. Usare l'esposimetro spot sulle alte luci del soggetto, sovraesponendo lievemente è un altro metodo poco complicato di esporre bene. E non è (solo) questione di rumore: la profondità di colore e i dettagli fini sono per 3/4 nella metà destra dell'istogramma, se canni l'esposizione ti perdi dati che sono IRRECUPERABILI in qualsiasi modo. Ovviamente questo principio bisogna saperlo applicare, perché se per fare ettr alzi gli ISO non stai facendo ettr, stai sbagliando. Per una foto alla buona va bene il principio di Felix. Per una buona foto serve di più. |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 8:32
" Usare l'esposimetro spot sulle alte luci del soggetto, sovraesponendo lievemente è un altro metodo poco complicato di esporre bene. " Sono d'accordo, la vera esposizione a dx. Perché affidarsi a sistemi di "previsualizzazione" automatici? Valgrassi, la regola del 16 è una sorta di esposimetro mentale a luce incidente (non tiene conto che l'oggetto sia chiaro o scuro)..sei quindi d'accordo con Pollastrini questa volta ? O sbaglio? |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 9:03
Fate degli esempi con situazioni reali da fotografare e che modalità di scatto usare.. altrimenti il 16 è come il 90. |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 9:22
Ellamiseria! Ho letto tutto ma mi sa che devo rileggerlo almeno altre 3/4 volte |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 9:47
non si può parlare di esposizione corretta se con la previsualizzazione non si sa che "impronta" dare all'immagine.Le regole da imparare come molti hanno descritto sono varie, certo che se hai fatto un po di scuola di BW con il sistema zonale, scuola con la Velvia ed hai usato l'esposimetro spot (ho ancora uno spot sekonic che usavo con hassey), diventa tutto più facile.La latitudine di posa con il digitale è tale che eventuali errori vengono spesso compensati, poi che quello che si imparava a pellicola in 5 anni ora lo si fa in 6 mesi.... ciao rob |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 10:29
“ non si può parlare di esposizione corretta se con la previsualizzazione non si sa che "impronta" dare all'immagine „ Quoto in pieno. In realtà il nodo è tutto qui. Scattare una fotografia è fondamentalmente una scelta. Si sceglie quale frazione di tempo fermare, scartando tutto il resto del flusso. Si sceglie quale porzione di spazio includere, eliminando il superfluo. Si sceglie quale range di luminosità serva al nostro scopo e quello che eccede (se eventualmente c'è) lo si sacrifica. Dubbi su come dare "l'impronta" alla nostra foto? Con l'immediatezza del feedback nella fotografia digitale, questo è solo un problema culturale del fotografo. |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 10:39
@Simone “ sei quindi d'accordo con Pollastrini questa volta ? O sbaglio? „ A me Alessandro sta simpatico (ma lui mi ha bannato...). Ma lui confonde i toni col colore e questa è una bella zeppa per uno che comincia. Lui scrive che se azzecchi l'esposizione hai tutte le gradazioni e una foto migliore: è una descrizione operativa dell'ETTR che lui non cita. È istruttivo vedere registi cinematografici e direttori della fotografia all'opera. Il regista impugna quasi sempre uno spot meter da 1°. Il fotografo cine usa la luce incidente per capire quali luci implementare sul set e lì ci vuole una misurazione a luce incidente. Decisa l'illuminazione, anche il fotografo cine ricorre a spot meter, in genere sui volti degli attori. Questo spiega perché c'è sempre anche un fotografo di scena aggregato alla troupe. Sono mansioni diverse. L'attenzione alla illuminazione è molto più esagerata in cinematografia. Woody Allen pagava il minimo sindacale ma ha sempre voluto i migliori direttori della fotografia. La nipotina di Hemingway: "guardate bene "Manhattan", ogni inquadratura è BN ai massimi livelli...". Gordon Willis alla macchina da presa. |
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