| inviato il 22 Febbraio 2013 ore 17:45
Memento se ci fai caso però il pensiero di Franco è perfettamente sovrapponibile a quanto detto da me. Ho infatti parlato di diversi gradi di soddisfazione che variano da quanto ci si è rotti la schiena per creare i presupposti per fare uno scatto...ma non disdegno nemmeno gli scatti (solo a volte semplici) effettuati in zone dove gli animali hanno meno paura. E' la libertà degli animali che per me è fondamentale...come peraltro ha detto il grande Franco. |
| inviato il 22 Febbraio 2013 ore 17:54
Antonio, mi sembra che alla fine il pensiero sia comune, ho ringraziato Franco perchè il suo intervento è stato molto equilibrato e perchè ho avuto il piacere di conoscerlo di persona. Un saluto Roberto |
| inviato il 20 Marzo 2013 ore 18:22
ciao, leggo solo ora questa discussione ed è un po' lo specchio di un moderno fotografare. conosco Cervara, conosco Ramponi, porto spesso i miei corsi di fotografia naturalistica a Cervara perchè la considero una Chiesa (anche se non credo in Dio). secondo me quella dei martini è una opportunità di crescita, un modo di avvicinare alla fotografia naturalistica in modo sicuramente un po' deviato ma per alcuni, molti, necessario: comodi al coperto, su sedie da ufficio ... ma spesso chi ci va scappa fuori da un ufficio. Cervara è anche un percorso di crescita tramite opportunità di approfondimento in occasioni naturali, naturalistiche e .... me lo passi Francesco, poco naturalistiche e più commerciali. il "laghetto da pescasportiva" per martin pescatore è una iniziativa che ritengo utile e vincente per due motivi: avvicina alla Natura fotografi che hanno come obiettivo la natura pur non conoscendola (quindi fotografi e non naturalisti), soddisfa i fotografi mossi da un approccio arrogante; io lavoro tutta la settimana e quando esco devo fotografare ... un po' alla volta, con esperienze forti come quella di poter osservare con una certa frequenza i martin pescatori in attività a pochi metri da noi, sentirli arrivare, vederli litigare, interagire con altri ... mi auguro che tutti quelli che si avvicinano alla fotografia naturalistica, anche grazie a Cervara e a un laghetto di pescasportiva per martin pescatori, riescano a diventare dei naturalisti rispettosi dei soggetti che osservano nel mirino e sullo schermo del computer. sono pienamente d'accordo che il valore di immagini riprese al posatoio del martino o a quello della mangiatoia siano aride di contenuti, ma forse anche questo è un passo necessario alla crescita. e il mio augurio è che si guardi sempre meno alla perfezione nella postproduzione, alla gestione del rumore, dei colori o dei bianchi e si impari a capire che una fotografia naturalistica ha dei contenuti ben diversi. Marco Basso (non un numero o una sigla) |
| inviato il 10 Aprile 2013 ore 18:47
Sono d'accordo con M3m3nt072 , le mie foto sono fatte in natura libera e senza costrizioni , questo dovrebbe essere lo spirito della caccia fotografica, altrimenti andiamo agli zoo e facciamo la tigre a due metri e siamo tutti bravi. |
| inviato il 11 Aprile 2013 ore 9:50
Ho postato praticamente la stessa discussione qualche giorno fa, dopo che ho trovato per caso un posto qui vicino dove posso avvicinarmi ai caprioli senza grosse difficoltá e fare delle foto tranquille (avvicinarsi, ma comunque non piu di qualche decina di metri). La prima volta ho scattato qualche foto, anche bella. Sono anche stato soddisfatto e son tornato a casa col sorriso. Poi la volta dopo ho ritrovato i caprioli piu o meno nella stessa zona, ma non li ho manco guardati. Io ho un capanno fatto da me, piccolo e scomodo, e pure un po sfigato. Ho due mangiatoie, ma gli scatti non sono per niente garantiti. Gli uccellini che mi visitano vengono da un bosco selvaggio e sono molto diffidenti. Basta un niente. Ho passato ore senza vedere un solo uccellino scendere a mangiare. Qualcuno ha scritto che una bella foto é una bella foto e basta.Ma é vero solo per chi la guarda e non conosce il contesto, non vede cosa accade a 3cm fuori dall'inquadratura. La differenza sta solo nel cuore di chi la scatta. Ma credete che le foto professionali pubblicate sulle riviste siano fatte stando 10 settimane nel capanno? Quelli vanno a colpo sicuro (legittimamente, trattandosi di professionisti che non possono perdere tempo). Peró per me vige la regola della massima libertá (nel rispetto degli animali, ovviamente). |
| inviato il 11 Aprile 2013 ore 10:24
“ La differenza sta solo nel cuore di chi la scatta „ Credo che questa frase sia il riassunto di tutta la discussione |
| inviato il 11 Aprile 2013 ore 10:44
“ Spero prima o poi che tu M3m3nt072 , possa programmare una sessione fotografica in quest'oasi naturalistica e solo dopo aver visto con i tuoi occhi la struttura e vissuto in diretta l'esperienza tu possa trarre le tue oggettive conclusioni. Personalmente apprezzo l'opportunità offerta da questa struttura, frequento altre Oasi, Riserve naturali e alterno uscite nel territorio dove risiedo sia con appostamenti fissi (capanno mobile) che con riprese in movimento. Posso fare sessioni fotografiche di 6-12 ore senza portare a casa uno scatto decente e so che solo la passione fotografica e il desiderio di stare in mezzo alla Natura fino a sentirmi parte di essa riescono a giustificare il freddo, la costanza, il sudore e la stanchezza. L'importante è sapere che si possono alternare queste esperienze . Visto che hai aperto un topic riferendoti ad una location precisa posso assicurati, per esperienza personale, che la pasturizzazione è minimalista, non viene ripetuta durante la giornata e anche se vi sono maggiori probabilità di riprendere qualche involo o tuffo nessuno ti può garantire una certo numero di riprese dato che i soggetti non sono radiocontrollati. La pesca non crea dipendenza negli uccelli perchè è irregolare: segue le stagioni e le frammentazione del territorio tra martini. I Kingfishers pescano in lungo e in largo nei corsi d'acqua lontani dalla vista del fotografo o birdwatcher, a volte vicino ai capanni o nella pozza artificiale . Ogni giornata non è ripetibile ma ogni sessione fotografica può aiutare il fotografo a concentrarsi su alcuni momenti dei soggetti ed affiatarsi con la propria attrezzatura. ciao e buona luce, lauro „ concordo con quanto dice lauro e chi mi ha preceduto... “ Per concludere basta che la fauna sia libera di andare dove vuole, o che stia in aperta campagna o che stia in oasi controllate „ d'accordissimo anche con Franco |
| inviato il 11 Aprile 2013 ore 14:18
premetto che non ho letto nessun post ..posso solo dire il mio parere spassionato...la fotografia naturalistica fatta in ogni situazione da sempore emozione...ma fotografare animali adescandoli,non la trovo eccitante...è come andare al bar a bersi un caffè...scusate il libero pensiero... |
| inviato il 30 Maggio 2014 ore 14:15
arrivo tardi su questo argomento! ma dare da mangiare agli animali è una bella responsabilità! Chi fa questo? addetti ai lavori??? Oppure fotografi amanti si della natura ma che alienano cmq in qualche maniera la stessa. Lasciamo stare gli uccelli; dare da mangiare ad esempio a volpi o daini o camosci non va bene per loro! Questo mio giudizio al di la quindi delle fotografie da fare. Non vorrei aver rialzato polvere con questo mio intervento. |
| inviato il 04 Gennaio 2018 ore 14:16
Certo che è fotografia naturalistica. Gli animali sono liberi di venire o meno,non si tratta di zoo. Nessuno li obbliga,sono selvatici. Se una persona non ha tempo per costruirsi un capanno tutto suo o di perdere giornate girovagando per i boschi che colpe ha? Si tratta di due modi differenti di fare fotografia naturalistica ma pur sempre di fotografia naturalistica si tratta. |
| inviato il 04 Gennaio 2018 ore 14:21
Secondo me no. Però uno scatti no da posizione e teatrino preparato adoc a un martin pescatore la vorrei fare pure io . ) |
| inviato il 04 Gennaio 2018 ore 16:34
“ Non sono un talebano, non discuto di richiami o mangiatoie, ma ormai siamo come ai laghetti di pesca alla trota... Ho visto molte foto scattate all'oasi di Cervara e sono andato sul sito per curiosità, ho trovato " the kingfisher experince". Un capanno davanti una pozzanghera con posatoio e pescetti riforniti giornalmente. Altri capanni con di fronte mangiatoie per picchi e ghiandaie...capisco chi si fa il capanno privato, ma qui siamo arrivati praticamente al laghetto sportivo... Vado in oasi anche io in inverno, ma gli animali passano (se passano ) per fatti propri. Non voglio scatenare polemiche, voglio solo sapere cosa ne pensate: è ancora fotografia naturalistica? „ Trovo questo post di Roberto Marchitelli(che appoggio in pieno)molto indicato a far riflettere. Premetto che nessuno è perfetto,tutti abbiamo i nostri lati deboli, io compreso..da anni non l'esercito più ma in passato ho praticato attività venatoria. Questa è una considerazione mia…chiunque per trarre divertimento (nel rispetto) può fare come crede, e specie chi lavora ed ha poco tempo a disposizione lo compatisco ancor di più. Non riesco però a capire come si fa a trarre divertimento nel fare foto a soggetti appastati con ogni genere di cibaglie per tenerli lì nei pressi… immortalati a distanze stabilite per avere i cosiddetti sfondi da urlo…questo criterio (per me) credo sia molto lontano dall'essere chiamata foto naturalistica…ripeto, non voglio ne criminalizzate ne tantomeno giudicare le scelte e i modi di interpretare la fotografia naturalistica. Il mio modo di fotografare non piace a molti, infatti sono costretto a andare molte volte da solo…io fotografo quasi sempre vagando, con un telo mimetico fogliato in “Trisacca”, un monopiede non troppo ingombrante, sgabellino tripode di 250gm e via….insomma, mi apposto in qua e là. Anche se la foto non è "perfetta" la preferisco magari più ambientata e con posatoi spontanei/naturali...oltretutto non preparo mai i posti dove fotografo, il fatto di creare un set per poi fotografare mi toglie la passione e l'adrenalina che provo nella ricerca, nel nascondermi per effettuare lo scatto e riprendere il soggetto in un contesto il più naturale possibile, i posti che frequento, nel rispetto del posto stesso e del suo proprietario li lascio sempre esattamente come li trovo…in pratica come se non ci fosse stato nessuno. Sentirsi e dichiararsi veri fotonaturalisti/ambientalisti è facile, moooolto facile..!! bisogna poi vedere se nel comportamento lo si è veramente…proprio su questo vi voglio raccontare quello che mi è successo un paio di anni fà….questa storia “vera” l'ho già raccontata ad alcuni amici del Forum. Tramite amicizia su Facebook (non li conoscevo di persona) sono stato invitato con insistenza da due membri (uno in particolare) a trascorrere una giornata nel loro capanno….vieni a vedere, è un paradiso, si fotografa da dio…ecc, ecc. La cosa non rientra nelle mie corde, ma visto che abitano a 20km da casa mia per rispetto ho accettato e sono andato….ci siamo trovati in un parcheggio di città, li ho lasciato la mia auto e sono salito con loro. Allora, loro, non conoscendo il mio trascorso di cacciatore, durante il viaggio di 30 km circa… “sputando” parole a ruota libera, non fecero altro che parlare in modo veramente vergognoso nei riguardi di chi pratica o ha praticato l'attività venatoria…frasi come menomati mentali, × assassini, violenti repressi, cornuti impotenti e altro ancora…e già lì ho cominciato a capire che la giornata non sarebbe stata delle migliori…arrivati sul posto, una zona all'interno di un boschetto nei pressi di un'area agricola, c'era il capanno, ovviamente abusivo…. poi da due persone (anche essi invitati lì da loro) ho saputo che appunto loro, gli Ambientalisti solo di nome… sono stati cacciati in malo modo dal proprietario del terreno, e tutto il troiaio che ora vi dirò, lo hanno lasciato sul posto. Allora…il capanno era fatto con teli impermiabili, polionda e plastiche varie, addirittura come copertura avevano messo dei pannelli di formica smontati da vecchi mobili, a 5/7 metri dal capanno nel punto dove fotografavano avevano messo tre o quattro bidoni da tintoria tagliati e mezzo interrati, probabilmente per foto abbeverata e bagno… sul retro del capanno oltre a cacca umana (poco male…) c'era di tutto, da pacchetti di sigarette vuoti a sacchetti e bottiglie di plastica, lattine di birra, buste di bevande varie e molti altri residui della loro permanenza. Proseguo…siccome era primavera (Aprile).. il tizio più “ambientalista” e acerrimo nemico dei cacciatori, è partito deciso con un segaccino in mano, è andato nel vicino campo dove c'erano dei peschi in fiore, ha segato/reciso tre bei rami per farci (lui disse…) dei posatoi caratteristici… poi da una borsa tirarono fuori tre sacchetti di plastica, uno era pieno di granaglie varie, uno di Gramignoli (Tignole) e l'altro con bachi da sego (bigattini) e riempirono diversi contenitori che erano già stati posizionati giorni prima…la goccia che fece traboccare il vaso fu quando appena finito di svuotare i sacchetti “ l'altro ambientalista” prese e li buttò dentro ad una fossetta di irrigazione e gli schiacciò con gli scarponi. Quella scena, sommato a tutto quello che era uscito dalle loro bocche durante il viaggio, ha fatto sì che lo stomaco mi si è cominciato a storcere…non mi sono potuto reggere…non vi racconto altro, il resto immaginatevelo.!!! Siccome ero in auto con loro, per tornare a casa ho dovuto chiamare un amico ex collega di lavoro per farmi venire a prendere. Questi sarebbero i Foto naturalisti Ambientalisti amanti della natura!!!! e badate bene di persone che si comportano così ce né più di una. Saluti |
user46920 | inviato il 05 Gennaio 2018 ore 0:20
Lori:“ Certo che è fotografia naturalistica. Gli animali sono liberi di venire o meno,non si tratta di zoo. Nessuno li obbliga,sono selvatici. Se una persona non ha tempo per costruirsi un capanno tutto suo o di perdere giornate girovagando per i boschi che colpe ha? Si tratta di due modi differenti di fare fotografia naturalistica ma pur sempre di fotografia naturalistica si tratta. „ è come pagare le donne e chiamarlo amore |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 1:25
Tu puoi pensarla come vuoi giustamente...Io ti dico quello che penso: una persona che dedica 10 giornate all anno per questo hobby (per motivi suoi) non può fare quello che, ad esempio,fa Giordano...semplicemente va in un oasi con dei capanni,paga, e fa quello che gli piace fare ossia fotografare e OSSERVARE animali selvatici nel loro ambiente naturale. Se poi ci sono fotografi che non provano soddisfazione a fare una cosa del genere è un altro discorso. Sta di fatto che l animale che hanno fotografato dopo giorni di appostamenti è selvatico tanto quanto quello che ho fotografato io. Sono due modalità diverse di fare fotografia naturalistica, a me va bene così sinceramente. |
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