| inviato il 07 Agosto 2020 ore 16:00
Questa è la lista di quelle che mi sono state considerate migliori. Curiosamente solo una è fatta con la A7III (e credo si capisca quale, la qualità non è acqua ), le altre con D3400. Debbo dire che i miei gusti non sono esattamente allineati al gusto medio della commissione giudicatrice, anzi, son più le volte in cui addirittura vado in controtendenza. Ad esempio io anteporrei come minimo tutte le foto che ho fatto con la A7III (e non scherzo ). Tuttavia credo che le foto in questa lista abbiano qualcosa che le rende versatili. postimg.cc/gallery/kVh5jZT/02703dc3 |
user177356 | inviato il 07 Agosto 2020 ore 16:08
“ cosa molto utile ad esempio in paesaggistica, è tornare negli stessi luoghi e riprovare a fare la stessa foto „ L'ultima volta che sono stato a New York sono andato per cinque mattine di seguito, alle sei, in Central Park per fotografare un certo soggetto. Solo il quinto giorno ho finalmente tirato fuori qualcosa del quale sono soddisfatto. Anche perché mi sono reso conto che per ottenere l'effetto che cercavo avevo bisogno di fondere insieme due foto fatte ad orari (e condizioni di luce) diversi. L'Atlante del Rockefeller Centre l'ho fotografato una trentina di volte, in modo diverso ogni volta, prima di trovare un approccio che mi soddisfa. La cosa curiosa, è che la seconda (per me) miglior foto che ho fatto a quel soggetto è la prima che ho scattato, parecchi anni fa. A mio avviso, nella prima si legge il fatto che era la mia prima volta di fronte a quel soggetto, nell'ultima il fatto che ormai lo conosca bene. |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 16:16
Come dicevo per questo genere è vincente. Invece per esempio uno scatto spontaneo ad un soggetto umano non professionista è unico e irripetibile. Probabilmente se tenterai di ricostruirlo verrà peggio, sempre peggio. Quello che senti in quel momento oltre che vedi, nasce e muore in un'istante. Forse in realtà è solo la scala temporale che cambia. Approcciando il soggetto di fatto gli si gira attorno e si cerca in quel momento lo scatto migliore (rif. Magnum Contact Sheets - La scelta della foto ). Diciamo che tornare sulla cosa il giorno dopo cambia radicalmente tutto. Va colta al momento. “ L'ultima volta che sono stato a New York sono andato per cinque mattine di seguito, alle sei, in Central Park per fotografare un certo soggetto. „ Io non l'avrei mai fatto. Sarei andato a vedere cose diverse della mela e sicuramente avrei portato a casa foto peggiori ma diverse, più emozionanti. Per esempio, so che tornando a fare questa foto
 farei meglio ma l'emozione che provai quel giorno quando tutto solo, treppiede in spalla, a piedi arrivai su, pagai il biglietto, non c'era nessun se non un giapponese a cui tra l'altro prestai il mio manfrotto 190go! e vidi quello spettacolo per la prima volta, non la proverò più. Eventualmente ci tornerò in pieno giorno per fare qualcosa all'infrarosso in una giornata tempestosa… quindi qualcosa di completamente diverso. |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 16:17
Per me, una mia fotografia è migliore di un'altra mia fotografia, quanto più si avvicina al risultato che avevo in mente... |
user177356 | inviato il 07 Agosto 2020 ore 16:18
E infatti, proprio perché non mi trovo in quell'approccio (sono un tipo molto riflessivo e poco istintuale), è un tipo di fotografia che non mi riesce e neanche mi piace. |
user33434 | inviato il 07 Agosto 2020 ore 16:34
Opisso per me hai centrato il punto, purtroppo è piuttosto diffuso l'atteggiamento del "tizio non mi piace, non vedo cosa ci trovino i critici quindi tizio è sopravvalutato e i critici prezzolati". Questo non significa che la critica non sbagli mai, esistono anche casi in cui la critica non comprende un artista o lo considera minore ma in quel caso sono il tempo e gli artisti stessi a riconoscerne la grandezza. Il caso di Mendelsshon e Bach può ben sintetizzare questo fenomeno. |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 17:25
Quando una fotografia è migliore? Quando ci piace! |
user177356 | inviato il 07 Agosto 2020 ore 17:34
E perché ci piace? |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 18:19
“ farei meglio ma l'emozione che provai quel giorno quando tutto solo, treppiede in spalla, a piedi arrivai su, pagai il biglietto, non c'era nessun se non un giapponese a cui tra l'altro prestai il mio manfrotto 190go! e vidi quello spettacolo per la prima volta, non la proverò più. „ Questo è un punto importante. La tua emozione, bella e legittima è però solo tua. Lo scatto personalmente non mi comunica nulla, perchè quel giorno io stavo da un'altra parte e delle sensazioni che descrivi non ne trovo traccia. Viene quindi meno quel filo comunicativo tra chi scatta e chi osserva, che è il cuore della fotografia. |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 18:30
Basta solo superare la paura del giudizio altrui. |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 18:35
Sarò onesto, e premetto che quando faccio questo discorso in genere irrito quei signorini che si sentono arrivati e che mirano a fare terra bruciata tra gli amatori che non condividono i loro gusti. L'emozione fotografica non ha nulla di scientifico. È puramente irrazionale. Un'emozione collettiva è dovuta in primis a fattori culturali collettivi e solo in minima parte alla natura umana. Basti pensare che in Cina usano il colore rosso quando la borsa sale ed il verde quando scende e che malgrado i loro gusti visivi "strani" sono stati i più evoluti del mondo fino al 1600. Se una foto tocca le corde emotive di qualcuno è perché c'è qualche affinità col fotografo che tuttavia potrebbe benissimo non esserci con altre persone. Chi si ostina a trovare canoni di bellezza fotografica assoluta lo fa per autodifesa. |
user177356 | inviato il 07 Agosto 2020 ore 18:43
“ L'emozione fotografica non ha nulla di scientifico. È puramente irrazionale. „ Ma sì, buttiamo via decenni di studi di psicologia e neurologia sulla percezione visiva con una frasetta così. D'altronde, da uno che confonde la percezione visiva con la codificazione socioculturale dei colori, non ci si può aspettare di meglio. La distinzione non è tra signorini e amatori, ma tra cultura e ignoranza. |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 19:05
“Questo è un punto importante. La tua emozione, bella e legittima è però solo tua. Lo scatto personalmente non mi comunica nulla, perchè quel giorno io stavo da un'altra parte e delle sensazioni che descrivi non ne trovo traccia. Viene quindi meno quel filo comunicativo tra chi scatta e chi osserva, che è il cuore della fotografia” Vero, ma io scatto per me, la mia famiglia, i miei amici con cui condivido la vita. Io non faccio Fotografia artistica che debba superare i secoli e debba avere un significato universale. Per capirci, se scrivessi, sarebbe un diario per pochi. Ciò nonostante mi piace migliorare il mio stile comunicativo. Un po' come scrivere e parlare meglio, cerco di fotografare meglio. Ed è il motivo per cui discuto qua e per cui pubblico qualcosa. Giusto per quello. “ Se una foto tocca le corde emotive di qualcuno è perché c'è qualche affinità col fotografo che tuttavia potrebbe benissimo non esserci con altre persone” Esatto, il mio pubblico è un altro. Molto più ristretto. Che poi una foto su 1000 possa piacere anche a qualcun altro, meglio, vuol dire che comunica qualcosa in più senza che nulla si sappia del contorno. Ma non ambisco ad essere un Fotografo. Mi piace scattare e tanto basta. |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 19:09
Capisco, però nel momento in cui pubblichi una fotografia su un forum stai comunicando qualcosa. E quel qualcosa è anche bello che arrivi a chi osserva. |
| inviato il 07 Agosto 2020 ore 19:10
In effetti giudicare le proprie fotografie non è il massimo, in quanto il giudizio tiene conto delle proprie emozioni vissute nell'esecuzione dello scatto e nella fatica nel raggiungere quel risultato (seppur modesto)... La "risposta semplice" di MauroSansiviero forse è un punto importante...“ Ciò che rende una fotografia o un fotografo migliore di un altro è il riscontro „ l'empatia che può generare una propria fotografia dovrebbe essere motivo di orgoglio in un fotografo, poi mica tutti possiamo essere HCB &Co |
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