| inviato il 14 Maggio 2020 ore 15:52
era molto più semplice di quello che possa sembrare anche perchè nel 99% dei casi tale scaletta era riportata sulla scatola del rullino. e in effetti di esposizione cannate ne avevo ben poche |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 16:44
A parte il titolo"..veri fotografi",TonyRigo e PaoloMcmlx,penso abbiano già chiarito piuttosto bene sul come si facesse per stabilire i parametri senza l'uso di esposimetri. A titolo personale la regoletta del 16 la trovo ancora utile in alcune occasioni,alle volte trovo meno agevole stare a cambiare tipo di lettura o fare starature. Questo non perché si è più bravi ma solo perché ci si è abituati,il BW aveva una buona latitudine di posa e se poi si sviluppava e stampava da soli c'era margine,meno per il colore;io facevo principalmente DIA perciò margini risicati e quando possibile nel dubbio si facevano altre due a forcella. Diciamo che senza voler offendere nessuno fra i fotoamatori c'era una maggiore cultura fotografica anche per la necessità di sopperire alle lacune del mezzo. Per farla breve si pensava di più e si scattava di meno anche perché rullini sviluppo ed eventualmente stampa costavano,mentre col digitale se non piace si cancella a costo zero. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 17:17
C'è da dire che il raw è molto flessibile e uniscono esposizioni differenti andando a recuperare zone in luce e ombre al limite del possibile.Se invece malgrado tutto il supporto tencnologico(de tutto ininfluente come è stato detto), le luci sono tagliate e le ombre nere la foto è apprezzata ugualmente(c'è pero' chi segnala qualche blocco al tentativo di critica). Non so che tipo di esposimetro usasse G.Le Gray,ma si cita soltanto per ricordare, che stava utlizzando il meto della fusione esattamente come i paesaggisti moderni. “ Questa nn la capisco francamente.. „ Vecchie questioni,diatrabe irrisolte.Ogni tanto compare la descrizione di questo fotografo come personaggio molto retrogrado e superato che non è cambiato mai,perchè non era nelle sue corde.Dall'altra parte si puo' pensare al giovanotto con lo smartphone che fa foto progettuali ,che altri si sognano,sfruttando al meglio le nuove tecnologie,o al paesaggista naturalista rampante , con maschere e pennelli,viaggiatore. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 17:43
“ @ Caputo „ Continuo a nn capire... ""Ogni tanto compare la descrizione di questo fotografo come personaggio molto retrogrado e superato che non è cambiato mai,perchè non era nelle sue corde"" ... a quale fotografo è riferito ? |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 22:10
E' un personaggio ipotetico ma che probabilmente trae spunto dalla frequentazione del forum,che fotografa da 150 anni piu' o meno, che ha sempre usato la post produzione e photoshop senza saperlo, esattamente come nelle fotografie di tanti anni fa. Ritornando al tema della corretta esposizione senza esposimetro,in questo arco di tempo forse questo signore potrebbe aver incrociato un esposimetro un po' ballerino,che restituiva immagini sbiadite o troppo scure,memoria di un tempo passato che forse non è piu'. Invece davanti alla fotografia che si guarda principalmente, l'esperienza personale non conta ,appare piuttosto come fastidiosa,rispetto alla possibilità di scattare,ma quello che è importante è il risultato finale e la possibilità comunque di poter ottenere una fotografia,senza favorire il sinonimo o il suo contrario di una cattiva interpretazione del termine sconveniente del titolo. Il dubbio è che forse una maggior dimestichezza con le tecniche usate e in uso,avrebbe semplificato la questione. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 23:01
@Caputo. Condivido sul fatto che l'esposizione (o la buona esposizione) c'entra poco con la fotografia, così come la messa a fuoco (del resto): basti vedere le foto di CAPA dello sbarco in Normandia del giugno 1942. Per il resto non riesco a seguirTi ... Mi sembra (perdonami) che Tu voglia convertire in parole quello che apprezzi (o meno) della fotografia. Ma la fotografia non si può convertire in parole, la si fa e la si apprezza (o meno). |
| inviato il 15 Maggio 2020 ore 0:08
Premessa: non ho letto nulla. Prima dell'esposimetro interno c'era quello esterno. I veri fotografi usavano quello e non andavano a occhio. E comunque sono già tutti morti di vecchiaia visto che gli esposimetri esistevano già negli anni '30 del '900 Ciao ciao a tutti, Roberto |
user90373 | inviato il 15 Maggio 2020 ore 11:21
“ @ Caputo Se per caso qualcuno si fosse preoccupato dell'esposizione, sarebbe stata una prova inconfutabile e contraria, rispetto al messaggio emozionale autorale. „ Sembra voler dire che la fotografia "dovendo" contenere un messaggio creativo-emozionale-culturale non "deve" esser limitata da paletti, lucciuoli e "regole" delle quali la corretta esposizione è fulgido esempio. Poi ognuno può vederci una presa per i fondelli sia del "tutto concettuale" che del "tutto tecnica" e, volendo, anche di chi resta nel "giusto mezzo". |
| inviato il 15 Maggio 2020 ore 12:02
credo che sia proprio il contrario .... in realtà l'esposizione E' esattamente il principale fondamento per il fotografo per poter realizzare il "messaggio creativo-emozionale-culturale" . In poche parole non esiste l'esposizione "corretta" esiste l'esposizione che il fotografo decide di applicare per poter arrivare al famoso "messaggio" di cui sopra. Se poi ci arriva usando un esposimetro o con la Sunny 16 rule, è del ttutto secondario. |
| inviato il 15 Maggio 2020 ore 12:29
Beh Sky nel 1933 il problema non era l'esposizione in sé, era piuttosto la scarsa, se non inesistente corrispondenza fra la sensibilità teorica della pellicola e quella reale. Senza contare che seppure trovavi un lotto pienamente rispondente alle specifiche del produttore non era detto che il successivo non potesse essere di uno stop più sensibile e quello ancora successivo uno stop meno sensibile... Del resto non dimentichiamoci che il vanto maggiore di Kodak, ancora negli anni '80, era quello di riuscire a mantenere lo scarto massimo di sensibilità, fra emulsioni di stese diverse, entro un margine di più o meno 1/3 di diaframma Senza contare che ce la ricordiamo tutti la sensibilità effettiva, vergata rigorosamente in rosso, sul bugiardino inserito nella scatola sia delle Kodachrome 25/64 che delle Ektachrome 64 Professional no? |
| inviato il 15 Maggio 2020 ore 13:48
Scusa se mi inserisco in ritardo nella conversazione. Anche per me, ovviamente, valeva la "regola del 16", riferita a pellicole bn di sensibilità "media" (17-21° DIN ; a proposito, qualcuno ancora si ricorda la gradazione DIN ?). Poi, ovviamente, ci si regolava sulle coppie tempo/diaframma per avere un po' di creatività in più. Il resto lo faceva la pratica della camera oscura: la scelta di una soluzione di sviluppo in funzione della pellicola utilizzata e dei risultati attesi, quella del grado di contrasto della carta e della superficie (matt, lucida) etc. Per il colore, ho sempre fatto riferimento all'esposimetro. |
| inviato il 15 Maggio 2020 ore 13:53
La scala DIN? Quella a variazione logaritmica? Si, ne ho un vago ricordo |
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