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Stai fotografando i tuoi preconcetti?


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avatarjunior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 11:39

Tempo fa Guccini disse in un'intervista: «Ma in realtà un narratore non fa che parlare di se stesso. Jorge Luis Borges diceva che ci sono due modi di fare autobiografia. La prima: mi chiamo Borges e sono nato a Buenos Aires nel 1899. La seconda: c' era una volta un re che aveva tre figlie»
Credo che mutatis mutandis possa valere anche in fotografia.
In più c'è la questione di quanto l'ambiente (parlando di fotografia, siamo quotidianamente bombardati da immagini) influisca nella creazione di preconcetti sempre meno personali, direi che siamo vicini al trend di preconcetti.

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 11:55

Tempo fa Guccini disse in un'intervista: «Ma in realtà un narratore non fa che parlare di se stesso. Jorge Luis Borges diceva che ci sono due modi di fare autobiografia. La prima: mi chiamo Borges e sono nato a Buenos Aires nel 1899. La seconda: c' era una volta un re che aveva tre figlie»


Ottima considerazione Marco.
Che bene si lega anche al ruolo del pregiudizio nella nostra esperienza.

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 12:13

Chiedo scusa a tutti: non ho abbandonato la discussione, ma sono stato travolto da altri eventi.
Mi riprometto, quanto prima, di chiarire alcuni lati della quaestio, come, opportunamente, è stato suggerito da Francesco.

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 12:17

Mi riprometto, quanto prima, di chiarire alcuni lati della quaestio, come, opportunamente, è stato suggerito da Francesco.


Credo sia bene perché, così come si legge, direi che quel che hai citato sia parte farina del sacco della Lange e parte interpretazione terza.
Cosa che ovviamente cambia... ;-)

user175879
avatar
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 12:44

" sapere in anticipo che cosa stai cercando significa che stai solo fotografando i tuoi preconcetti, cosa che è molto limitante". Seconco lei era bene che un fotografo lavorasse " completamente senza pianificazione" e che fotografasse solo " ciò che isitintivamente gli procurava una reazione ".

E' sempre stato il mio approccio alla fotografia, credevo fosse solo curiosità comunque condivido appieno il punto di vista della Lange, l'istinto di ciascuno di noi ha sicuramente un senso... basta trovarlo Sorriso

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 12:51

Non conosco la vita della Lange e le sue origini.
Se fosse di modeste origini o borghese.
Può essere che dovendo fotografare gli "ultimi", si riferisse a questo? Ovvero al pregiudizio che può venire da condizioni sociali diverse?

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 13:04

Comunque, se Paolo consente un piccolo ot....

La foto più famosa della Lange, tra le più note al mondo credo, si presterebbe bene anche ad almeno un paio di argomanti abituali nel forum...

Sul fotoritocco: la foto è decisamente "naturale" (e la sua storia lo conferma), ma nondimeno presenterebbe quello che noi definiremmo una clonatura.
Sotto metto la foto e l'originale conservato alla Library of Congress di Washington. Guardare in basso a destra.

Sull'aspetto etico: ovviamente non c'era liberatoria, ma parrebbe che la Lange avesse promesso di non pubblicare la foto. Parrebbe (ripeto) che la protagonista abbia scritto:
Vorrei che non mi fosse mai stata scattata. Non ne posso ricavare niente. La fotografa non mi ha chiesto il nome, ha detto che non avrebbe venduto gli scatti. Mi disse che me ne avrebbe mandata una copia, ma non lo fece mai

Vero? Fake?
Chissà. Non sono un esperto, e se qualcuno sa qualcosa di più, apprezzatissimo....








user177356
avatar
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 13:31

Avevo letto un paio di articoli sull'argomento, se li ritrovo li segnalo.

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 13:43

Bella la scheda di archivio, Francesco.

Certo ripensando alla Lange impegnata nella campagna della FSA, si può dire che sia stata coinvolta in quello che probabilmente è stato il più mastodontico progetto di fotografia documentaria di tutti i tempi. Con un committente piuttosto impegnativo....

Ci credo che ne avesse le tasche piene del "progetto" e rivendicasse una fotografia istintiva e senza pianificazione.... Sorriso

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 13:44

Scusa Mirko, ma la Lange parla di pregiudizio, non di giudizio o riflessione (che tendenzialmente è critica, consapevole).
Credo anche che, vedendo quel che poi è il suo lavoro, sia ben lungi da una fotografia prettamente "d'istinto" o, peggio, accidentalmente neutra.


giudizio e pregiudizio sono due aspetti inerenti la capacità di definire.
Secondo me non sposta i termini della domanda iniziale.
Ovvio che stiamo parlando di una estrapolazione da un contesto più ampio che non conosciamo ma un lavoro che sia frutto di un progetto, dettato da un giudizio o un pregiudizio sposta poco ai fini della diversità di metodo rispetto allo scatto istintivo.

Ci credo che ne avesse le tasche piene del "progetto" e rivendicasse una fotografia istintiva e senza pianificazione....

Più o meno la stessa cosa di Robert Frank...

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 13:49

Spesso trovo foto che hanno fatto la storia, che io non avrei semplicemente scattato.

Non esprimo un giudizio sui grandi fotografi che quegli scatti li hanno fatti e pubblicati, prendo semplicemente atto che io non ne sarei stato capace.

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 13:51

Secondo me non sposta i termini della domanda iniziale


Allora hai piena ragione Mirko ;-)

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 13:57

Spesso trovo foto che hanno fatto la storia, che io non avrei semplicemente scattato.

Non esprimo un giudizio sui grandi fotografi che quegli scatti li hanno fatti e pubblicati, prendo semplicemente atto che io non ne sarei stato capace.


Enzillo, ripeto ancora: contestualizza ;-)
Come detto, il suo committente era un Governo chiamato ad affrontare una situazione di crisi senza precedenti, in un'epoca in cui la fotografia era un mezzo di comunicazione e conoscenza fondamentale.

E' chiaro che possiamo pensare, visto anche che giorno è oggi, che nessuno di noi avrebbe fatto certe foto ad Auschwitz.
Ma possiamo dimenticare che senza quelle foto forse Norimberga sarebbe stata tutt'altra cosa?

Non è come fotografare il mendicante in centro a Milano, oggi, magari col tele nell'uscita domenicale...
Poi dove sia il punto di confine e di lecito io non lo so, e ognuno metterà il suo paletto. Ma la funzione storica della fotografia in ambito sociale non credo possiamo negarla.

PS: sul cosa faremmo noi in generale nella vita è poi altro discorso. Io non credo potrei mai fare il chirurgo, ma teniamoci stretta la chirurgia Cool

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 14:00

Allora, cerco ( spero ) di chiarire un po':

1. Il libro che ho citato all'inizio è un 'Saggio sulla Fotografia" che non contiene assolutamente dati tecnici. L'autore dichiara fin da principio di non essere un fotografo, nè, addirittura, di possedre una fotocamera. Il saggio non ha il taglio filosofico-estetico di un Barthes o di una Sontag. Potrebbe essere letto a partire da qualsiasi punto, nel senso che si tratta di una sorta di viaggio nella Fotografia del '900, con un flebile filo conduttore per soggetti fotografici e analogie/rimandi tra un fotografo e l'altro. Rimane comunque un testo molto godibile ( ma questo lo dico in base al mio tipo di formazione e al mio tipo di interesse/curiosità).

2. Nelle pagine introduttive Dyer cerca di spiegare il senso e la motivazione di questo suo saggio. Dichiara: " Il viaggio nella fotografia intrapreso in queste pagine non può rivendicare lo stesso grado di rigore o di eccentricità ( dell'Enciclopedia cinese descritta da Borges, n.d.r. ); è stato incoraggiato dai tentativi precedenti di organizzare le infinite possibilità del mezzo fotografico in una specie di ordine casuale. ( ....) Walker Evans nel 1934 compilò una lista di categorie di immagini allo scopo di chiarirsi le idee su quanto stava tentando di fare con il suo lavoro:
Persone, di tutte le classi, circondate da mandrie di nuovi miserabili
Automobili e il paesaggio automobilistico
Prove di quello che leggono le persone di città, quello che mangiano, vedono per divertirsi, fanno per rilassarsi senza successo.
Sesso.
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(...)
Pienamente consapevole che esistono altri modi più sensati di organizzare un libro, prendo comunque spunto da questi tentativi estremamente accidentali, provvisori e spesso abbandonati. (...) Come scrisse Robert Frank ( a proposito di The Americans ) " il progetto che ho in mente è di quelli che prendono forma nel procedere ed è essenzialmente elastico".

( segue poi la citazione di D. Lange che ho riportato all'inizio).

.......................................................................................................................................................................

Come vedete, tutto parte dalla presentazione che l'autore del saggio fa del proprio intento e del modo di procedere nella stesura del testo.

Però, dico io, certe frasi possono essere oggetto di riflessione e di discussione civile e seria ( come sta avvenendo in questo topic ), anche se non si parla di ISO, diaframmi, tempi, ecc.

Spero di aver un po' chiarito.

Comunque ancora non sono stato convinto riguardo al tema di una possibile oggettività 'macchinale' da parte dell'obiettivo fotografico, rispetto al coinvolgimento inevitabile che si trova ad avere l'occhio umano...;-)

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2020 ore 14:08

Comunque ancora non sono stato convinto riguardo al tema di una possibile oggettività 'macchinale' da parte dell'obiettivo fotografico, rispetto al coinvolgimento inevitabile che si trova ad avere l'occhio umano


Tutti sanno che obiettività in termini assoluti non esiste.
Cercare di fare al meglio il proprio lavoro nel cercarla obbliga a porsi delle domande nel merito e nei metodi.
Secondo me la Lange si poneva un criterio di metodo, domandandosi se il lavoro istintivo riesca a rendere marginale il giudizio (o pregiudizio Francesco ;-))

Magari non ho invece capito una cippa lessa.

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