user177356 | inviato il 19 Dicembre 2019 ore 0:06
Quando sento parlare di "diritto alla felicità" mi cadono le braccia. La felicità è uno stato mentale individuale, che deriva da fattori che politica, religione, filosofia non possono controllare e nemmeno indirizzare. Posso essere povero in canna ma felice perché innamorato e corrisposto, ad esempio. Si deve piuttosto parlare di diritto al benessere, nel senso di well-being e non di welfare (cioè di benessere in senso strettamente economico), che invece può essere un obiettivo politico. Tornando a Milano, io l'ho sempre trovata bella in un modo sobrio, privato. I cortili di Milano sono spesso bellissimi, per esempio. Bisognerebbe anche ricordare che il patrimonio culturale non è fatto di soli monumenti: la Scala e il Piccolo sono dei pilastri della cultura, e sono a Milano. L'area di Porta Nuova è una delle realizzazioni urbanistiche più interessanti in Italia negli ultimi vent'anni. Molte delle architetture milanesi, poi, sono di tutto rilievo, anche se meno sontuose del barocco romano (e ricordo che sono stato allevato a pane e Giulio Cesare). Il Duomo è una chiesa meravigliosa, che molti sottovalutano perché è un'immagine così nota che pensano di conoscerla già. |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 0:12
“ Quando sento parlare di "diritto alla felicità" mi cadono le braccia. La felicità è uno stato mentale individuale, che deriva da fattori che politica, religione, filosofia non possono controllare e nemmeno indirizzare. Posso essere povero in canna ma felice perché innamorato e corrisposto, ad esempio. Si deve piuttosto parlare di diritto al benessere, nel senso di well-being e non di welfare (cioè di benessere in senso strettamente economico), che invece può essere un obiettivo politico. „ +infinito “ No comment Confuso „ Questa è la realtà dei fatti. |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 8:00
Io a Milano ci andavo per lavoro e ci vado adesso per diletto. A mio personalissimo avviso, Milano è l'unica, vera città europea che esiste in Italia. I Milanesi sono stati e sono bravi, sono operosi, è gente che si dà da fare, i ritmi di lavoro sono alti, l'efficienza è molto alta, i Milanesi non stanno con le mani in mano, i servizi funzionano, c'è benessere, pulizia, i soldi li spendono bene e non li sput tanano come in tante altre città, etc. Ne hanno fatto, ripeto, l'unica città italiana che può star bene in una Europa moderna, ricca ed efficiente, e sono veramente bravi. Di recente sono andato quattro giorni a Torino, città che frequentavo moltissimo in passato, per moltissimi anni,avendo lavorato per la Gilardini prima e per Iveco negli ultimi anni, e l'ho trovata ridotta veramente male, la Fiat ed Iveco (oggi CNH) non hanno più le radici lì, e dunque investono altrove: Torino viveva di Fiat/IVECO, queste gli hanno fatto le corna, ed oggi, a mio personalissimo avviso, Torino langue, non me ne vogliano o Torinesi, ma quello io ho visto rispetto al passato. Milano non si è legata a nessun grosso gruppo industriale, altro segno d'intelligenza dei Milanesi, e continua a girare benissimo. Io vivo a Lucca, cittadina della Toscana, uno sputo rispetto a Milano, e noi NON siamo così operosi come i Milanesi, non siamo così efficienti come i Milanesi, etc, per i parametri considerati, i Milanesi sono molto migliori di noi. Ed io dico sempre che qui in Toscana comincia il Sud, c'è differenza marcata con Lombardia etc, noi siamo la porta, siamo il corridoio che introduce al Sud. La vera domanda da porsi, parlando di qualità della vita, è se l'efficienza, il reddito alto, ed i servizi che funzionano, etc, ossia i parametri che hanno preso per definire la qualità della vita con quella graduatoria, siano sufficienti a garantire una elevata qualità di vita. Quei parametri sono necessari, certamente, ma...sono sufficienti? Detta in altre parole, ci sono altri parametri magari non importanti tipo quelli, ma comunque importanti, che contribuiscono alla qualità della vita e che in quella graduatoria non sono stati considerati? A mio personalissimo avviso, ci sono, quella graduatoria non è esaustiva. |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 8:12
Come dice Alessandro, Milano è La città europea per eccellenza in Italia. E' l'unico modello? chiaro che no, ma ponetevi un quesito: a cosa siete disposti a rinunciare in favore di uno stile di vita diverso? Perché per chi vive a Milano probabilmente nella quotidianità molte eccellenze si perdono, l'estrema facilità con cui ci si muove a Milano da una parte all'altra della città (provate Roma..), l'accesso ad una vastissima gamma di servizi, la sanità, le opportunità lavorative in una città che ribolle per chi si vuol mettere in gioco ecc... Immaginate di dover rinunciare a qualcosa (se non a tutto) dei punti di forza di cui sopra. Ma non per una settimana di aria fresca e pulita unita a verdi pascoli in cui, cullati dall'idillio bucolico del fuori porta, vi dimenticate delle incombenze quotidiane; no, immaginatelo per sempre. Bene, dicevamo su Milano.. |
user177356 | inviato il 19 Dicembre 2019 ore 8:16
Maurizio, io l'ho fatto, sto benissimo e non tornerei indietro. Ogni fase della vita ha priorità diverse. |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 8:24
Avendo vissuto sei anni a Vancouver e a Monaco, Milano non è confrontabile. Però è la città italiana meno provinciale... |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 8:28
@TheRealB: “ Maurizio, io l'ho fatto, sto benissimo e non tornerei indietro. Ogni fase della vita ha priorità diverse. „ Se ho ben capito, da milanese ti sei poi trasferito a Roma. Fantastica. Ci torno ogni volta che posso e provo in ogni occasione ad esplorare un piccolo angolo periferico nascosto e distante dalle orde turistiche. Maestosa. Il problema anche qui te lo riassumo nella richiesta di ATAC verso ATM: roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_novembre_26/atac-ministero-scrive- E' solo un esempio ma ce ne sarebbero svariati da fare correlati al "tutto ciò che vi mancherebbe fuori da Milano".. |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 8:28
Quasi tutto nella vita è un compromesso, ed uno trova il suo, quello che gli rende la vita migliore. Occhio che si cambia con l'età. |
user177356 | inviato il 19 Dicembre 2019 ore 10:17
No, Maurizio. Da romano ho vissuto in tutta Italia (Torino, Firenze, Lecce, Mantova, Reggio Emilia, Cosenza, Milano - almeno un anno in ciascuna città e dieci a Milano), per lavoro ero settimanalmente a Londra. Oggi vivo in un paese di poche migliaia di abitanti in Toscana. Ogni volta che passo da Roma sto male, ormai la detesto. |
user111807 | inviato il 19 Dicembre 2019 ore 10:24
ero settimanalmente a Londra. Oggi vivo in un paese di poche migliaia di abitanti in Toscana. |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 10:43
Io non capisco una cosa però. Perchè ognuno di voi sente l'esigenza di sciorinare le città dove ha vissuto e lavorato? E' un termine di vanto? Ok, sicuramente aumenta l'open mind delle persone vivere in luoghi diversi, ma questo thread non è una gara a chi è vissuto in più città differenti.... |
user111807 | inviato il 19 Dicembre 2019 ore 10:55
Io per esempio abito ancora nella stessa città dove sono nato |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 11:03
Pure io |
| inviato il 19 Dicembre 2019 ore 13:10
Alessandro, pienamente d'accordo con te! |
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