| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 11:22
Se poi hai voglia di condividere i risulati facendo un apposito tread posso partecipare |
| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 11:45
Hai perfettamente ragione Domenico, anche perché se il fotografo ha nulla da dire certo non può parlare un obiettivo |
| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 12:04
Il mio consiglio è: Per iniziare spendi il meno possibile, prendi una reflex 35mm economica con il suo cinquantino Ho visto un sacco di gente mossa da una grande infatuazione iniziale (Mf corredi obiettivi completi, esposimetri spot, camere oscure,mille tipi di pellicola ,carte) poi finire dopo qualche mese a tornare a far foto con lo smartphone… per molti è una assoluta scoperta ed all' inizio l'entusiasmo per il nuovo giochino è ai massimi livelli poi si rendono conto che lo sbattimento è grande ed i risultati non sempre sono proporzionali. Altri sono nostalgici e ritornano per poi riabbandonarla… Passata la luna di miele iniziale se l'amore persiste allora magari investi un po' di più |
| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 12:23
No vabbè, fare le foto con lo smartphone no dai! In questi giorni mi dovrei incontrare con un conoscente che di camera oscura ne sa qualcosa (scatta da circa 50anni). Avrò modo di praticare le basi dello sviluppo, cosi da capire cosa mi serva realmente |
user33434 | inviato il 15 Ottobre 2019 ore 15:41
@Lenza93 Sono appassionato di processi ibridi anche io, ma uso acetato invece che proiezione, ti andrebbe di mostrare qualche stampa ottenuta dal tablet? Non so quanto si può definire OT, in fin dei conti parliamo pur sempre di processi fotochimici. |
| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 16:06
Credo che dati i risultati abbia buttato tutto parlo di esperimenti di più di un anno fa, rispetto all'acetato (che ho usato) il vantaggio è che non hai bisogno di stampare prima l'acetato, cosa che in parte fa perdere il senso. Comunque sta sera vado in CO se volete posso riprendere in mano quegli esperimenti |
user33434 | inviato il 15 Ottobre 2019 ore 17:12
“ Comunque sta sera vado in CO se volete posso riprendere in mano quegli esperimenti „ No figurati non volevo seccare pensavo li avessi a portata di mano . Che sistema hai usato per linearizzare i negativi con l'acetato? Io ho usato il metodo di Mhrar e il ChartThrobe script. Se siamo troppo OT , Sonyatore sentiti libero di fustigarci. |
| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 18:59
Io non ho avuto grossi problemi per quello, ho stampato su carta a contrasto fisso con acetato, con un 2 o un 3 non ricordo, il contrasto andava già a posto da solo quando andavo a trovare il punto di nero... Da ps ho fatto semplicemente una conversione in negativo facendo una compressione della gamma tonale (levels) e non ho avuto problemi. Però il metodo chartthrobe è interessante. |
| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 19:31
In un certo qual modo state comunque aiutando sul fatto di scelta delle varie carte etc. Ho consultato quei due siti che mi sono stati forniti qui da qualcuno di voi ed effettivamente sono molto ben forniti! Ho una domanda "banale" da porvi: Ho visto che ci sono dei rullini in offerta perchè la data di scadenza è prossima o appena passata. Suppongo che l'effetto di una pellicola scaduta sia il viraggio di ciò che viene impresso sul film in fase di scatto. Sbaglio? |
| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 19:41
Parlando di bianco e nero il rullino scaduto (se non tenuto in frigo e sotto terra) può un problema sulla "plastica" di cui è composto, più il rullino invecchia, più si opacizza la plastica che dovrebbe essere tendenzialmente trasparente. Più si scurisce più quindi il punto di bianco in stampa si avvicina al punto di nero, costringendoti ad usare contrasti impossibili per avere una gamma tonale buona. Normalmente un rullino appena scaduto non ha problemi. Se posso consigliare, il mio "guru" mi ha consigliato di iniziare con il tmax400 e di svilupparlo in d76, e così faccio. |
user33434 | inviato il 15 Ottobre 2019 ore 19:52
Si è interessante e devo dire che funziona abbastanza bene sia con carte ai sali d'argento, sia con il platino/palladio. Al momento sono inchiodato invece con la tecnica del carbon transfer che nelle alte luci è difficile da gestire con i metodi che ti dicevo prima. |
| inviato il 15 Ottobre 2019 ore 20:19
Sinceramente comunque ritengo che il negativo sia la cosa più interessante del processo, meglio scattare in analogico e stampare digitale delle due per quanto mi riguarda |
user33434 | inviato il 15 Ottobre 2019 ore 21:06
Molto per me dipende dal tipo di immagine, dal tipo di progetto e soprattutto dalla destinazione finale della stampa. Al momento, e per fortuna con scadenze lunghe, sto progettando la stampa per tre diversi lavori. Due saranno stampati in camera oscura partendo sia da file che da negativo, e un altro per ora credo di stamparlo tramite inkjet ma devo ancora fare i provini per avere un confronto con l'autrice delle foto. |
user120016 | inviato il 15 Ottobre 2019 ore 22:01
“ Suppongo che l'effetto di una pellicola scaduta sia il viraggio di ciò che viene impresso sul film in fase di scatto. Sbaglio? „ Per il BW vale quello che è stato già scritto. Per il colore invece il viraggio dipende molto dalle temperature di sviluppo e dall'energia dei bagni usati. La data di scadenza può influenzare la sensibilità (dopo molti anni dalla scadenza l'emulsione perde sensibilità alla luce) e l'eventuale presenza di velatura se i rulli non sono stati conservati adeguatamente. Personalmente ho esposto lastre scadute nel 1949 ottenendo risultati decenti |
user90373 | inviato il 15 Ottobre 2019 ore 22:54
Secondo tentativo di stampa chimica da file nativo digitale, cioè non da scansione/riproduzione di negativo "pellicolare":
 Il grosso problema è la retinatura dello schermo del cellulare, più si sale con gli ingrandimenti più è invadente. non resta che aspettare il futuro, oppure ........ ci provo domani. |
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