| inviato il 06 Ottobre 2019 ore 15:44
I paesaggi minimalisti, possono essere considerati intimi? Od a volte sono monumentali ed a volte sono intimi (bisogna vedere caso per caso)? |
| inviato il 06 Ottobre 2019 ore 15:47
Mc mostrami un esempio |
| inviato il 06 Ottobre 2019 ore 16:15
Quella di Smith è molto intima e molto più vicina agli artisti che ho condiviso. Quella di Fontana si basa sempre sulle fondamenta di una fotografia più concettuale che rappresentativa, però l'approccio a mio avviso non è intimo. |
| inviato il 06 Ottobre 2019 ore 16:17
A mio avviso i paesaggi minimalisti sono intimi per loro stessa natura caro mcBrandon, il problema però è che i paesaggi di Franco Fontana, per esempio, non possono propriamente definirsi minimalisti. |
| inviato il 06 Ottobre 2019 ore 16:22
Capisco. |
| inviato il 06 Ottobre 2019 ore 16:24
Quella di Smith invece mi sembra una fotografia concettuale più che intima/minimalista ... |
user12181 | inviato il 06 Ottobre 2019 ore 16:41
Esatto per quanto riguarda Porter, in genere si attribuisce a lui la nascita dell' intimate landascape. Ma Porter si stacca veramente da Ansel Adams non solo, ovviamemte, per l'uso sistematico del colore, ma innanzitutto perché nei suoi intimate landscapes non cerca di estrarre l'ordine dal caos, ma, per così dire, cerca proprio di rappresentare l'ordine del caos, nel caos. In questo mi pare molto più vicino alla percezione americana della natura, cosi come plasmata da D.H Thoreau, Praticamente tutte le descrizioni della natura di Thoreau sono esperienze vissute, quasi un corpo a corpo fisico insieme a una osservazione analitica di tipo scientifico (sui generis). Simile è l'interesse di Porter per la natura. Non è un tributo quasi dovuto, come si potrebbe pensare di un fotografo americano, che abbia dedicato un libro proprio a Thoreau, c'e un'affinità profonda. Siamo ben lontani dallo sforzo di astrazione estetica tipico di Adams e chiaramente ereditato da Worth. Da un lato c'è l'immersione vitale e intellettuale nella natura, un tentativo di annullare le distanza, la reciproca alterità, dall'altro c'è un atteggiamento contemplativo che non cerca di penetrare l'infinita (inesauribile) complessità della natura, ma si limita a semplificarla in linee elementari, non solo guardandola da lontano, ma anche quando la contempla da vicino, |
| inviato il 06 Ottobre 2019 ore 17:23
Ottima analisi Murmunto. Personalmente adoro molto l'approccio di Porter, di rappresentare l'ordine del caos, nel caos, a cui hanno dato il giusto seguito, molti fotografi europei, e alcuni fotografi americani (tra cui Burkett). |
| inviato il 06 Ottobre 2019 ore 18:19
Ma quindi (e scusate se porto off topic) la fotografia di Kenna come la definireste? Più concettuale o intima/minimalista o nessuna delle due? Faccio questo esempio perché è un fotografo che mi piace alla follia (e lavora anche in un modo molto old style che mi affascina parecchio) ma non lo vedo mai preso come esempio né citato.. Scusate di nuovo se sono andato un po' off topic ma sto seguendo i miei pensieri leggendo le vostre sollecitazioni |
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