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Parlare di/della fotografia - 3







user39791
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inviato il 06 Marzo 2019 ore 11:56

La fotografia digitale, specialmente per alcuni generi, ha introdotto la possibilità di modificare in modo radicale le immagini scattate con la post produzione. Oramai quello che si può fare dopo lo scatto ha pochi confini. Questa è la realtà e bisogna prenderne atto.

Come del fatto che il reportage fotografico è in grandissima parte nelle mani dei social.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 12:31

"sembra che le immagini di Raota riescono a comunicare in profondità l'epica di una povertà senza rimedio… " direi questa frase rispecchia molto bene il lavoro di Raota. Spesso mi chiedo perché ci si limita a portare come esempi sempre gli stessi autori lasciando in disparte tanti altri che hanno un archivio d'immagini di tutto rispetto e ramente menzionati all'interno delle discussioni.

user39791
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inviato il 06 Marzo 2019 ore 12:39

Una fotografa molto brava e poco conosciuta è Julie Blackmon.

www.google.com/search?q=Julie+Blackmon&safe=off&client=ms-android-sams

È una fotografa che fa capire quanto spazio ci può ancora essere per la sperimentazione.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 12:44

vorrei fermarmi un'attimo perchè sta diventando una citazione di fotografi invece credo sia interessante fare un raffronto.
Abbiamo nominato Parr, Fan Ho e Raota, ognuno dei tre in tempi e in luoghi diversi fa un racconto della società in cui si trova mettendo a proprio modo l'accento sul proprio racconto.
Tempo fa dissi che nella fotografia non ci sono assolutismi e che dipende è una risposta abbastanza ovvia a domande generiche e ci fu un po' di ironia.
Allora parliamo di questi linguaggi, quale è quello migliore e perchè? se si deve fare ora un racconto quale tra le 3 è la scelta giusta?
Julie Blackmon mi piace molto ma è molto differente da quanto abbiamo discusso fino ad ora dove ci si è concentrati su un tipo di fotografia ben specifico a cui potremmo aggiungere tanti altri nomi, però lo spunto che hai dato legato alla sperimentazione credo sia un'altro ottimo spunto


Spesso mi chiedo perché ci si limita a portare come esempi sempre gli stessi autori

perchè si conosce solo quelli

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:01

Spesso mi chiedo perché ci si limita a portare come esempi sempre gli stessi autori

Io invece mi chiedo perché per parlare di fotografia sia per forza di cose necessario parlare di fotografi. Lo trovo piuttosto limitante. ;-)

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:05

www.google.com/amp/s/www.vice.com/amp/it/article/gqmz9x/nataal-new-afr Vi dispiace se propongo autori africani?...

user39791
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inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:06

È come parlare di calcio, è normale parlare anche dei calciatori.

Vincenzo non funziona il link che hai postato.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:10

Modificato...c'era un un puntino.MrGreen

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:28

È come parlare di calcio, è normale parlare anche dei calciatori.

Beh insomma, non mi sembra c'azzecchi particolarmente questo parallelo. Quanto meno s'approndissero gli autori non solo per le loro immagini, ma anche per la loro vita. Le fotografie sono un mero prodotto, ma ció che spinge un autore a raggiungere un tale output é interessante almeno quanto la stessa opera. Noto che vi é questa tendenza ad uniformare anche la ricerca. Il rischio di creare stereotipi o di fossilizzarsi su sovrastrutture intellettuali, ma comunque comuni viene elevato all'ennesima potenza. Prendo in esempio Carlo Rovelli. Un grande fisico teorico che potrebbe incartare il 90% delle persone sul pianeta terra, eppure parte spesso dai filosofi greci, utilizzando un linguaggio estremente essenziale. A tal proposito, ho trovato molto utili i suoi libri, dato che spingono all'opprofondimento e ad un osservazione della realtá da punti di vista molto differenti. Non scordiamoci che la fotografia é una forma espressiva e come tale prevede libertá. Saluti.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:30

A me piacque molto tempo leggere il racconto dietro la foto, di questo ragazzo che era arrivato in albergo mentre gli dicevano che il tempo era incerto.Il giorno dopo mise i sui stivali di mattino presto ed usci lo stesso,per una foto da ricordare.

Non si puo' parlare della luce che non c'è e non c'è mai stata, quella luce in particolare, perchè si tratta di "assolutismo", parlare della luce in fotografia o della fotografia insieme alla tecnologia che ha pure fatto pure salire il QI...metre la citazione si confronta con la "banalità".
E si prende il kitsch in fotografia che va a pescare il grottesco per sostenere quello che serve ,ma in quella determinata categoria di riferimento, mentre prima in diverse discussioni precendenti si sosteneva quanto fossero arretrati ed anacronistici i regolamenti,nel porre certi limiti.

user39791
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inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:43

Beckerwins stiamo tentando di costruire un piccolo angolo dove non si parli di Canon o Nikon o se è meglio uno zoom o un fisso luminoso, ma dove si possa parlare di fotografia. Non di massimi sistemi ma di semplice fotografia. Le fotografie non si fanno da sole ma le fanno i fotografi. Elencare lavori di fotografi a raffica e in modo ascettico so bene che non porta a nulla. Il tentativo è quello di partire anche dai loro lavori per poter poi discutere a tutto tondo di fotografia. Rovelli lo conosco dai tempi di radio Alice della mia Bologna. Ho letto anche io vari suoi libri, so che è considerato uno dei più grandi pensatori al mondo. Anche questo se mi permetti è un parallelo che ci azzecca poco con il nostro tentativo di parlare di fotografia. Saluti anche a te.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:55

"Quanto meno s'approndissero gli autori non solo per le loro immagini, ma anche per la loro vita."... pienamente d'accordo ma possono essere solo piccole indicazioni aggiuntive poi chi è interessato può approfondire cercando sul web o meglio ancora sui libri.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 13:55

@Filiberto: io credo che ti si debba solo lodare per l'impegno che ci stai mettendo. Forse sono stato un pó eccessivo, ma quello che volevo dire é che sono quasi 40 pagine, in cui effettivamente si fanno costantemente nomi di autori. Alla fine come giustamente faceva notare qualcun altro, comincia a divenire un'accozzaglia di nomi piuttosto ridondanti ed un pó elitario come discorso. Se si vuol coinvolgere bisogna espandere l'argomento, altrimenti forse bisognerebbe provare a strutturare in maniera un pó diversa la discussione. Tutto qua. ;-)

user39791
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inviato il 06 Marzo 2019 ore 14:01

Allora dacci una mano. Sarebbe molto bene accetta.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2019 ore 14:08

Se anche volessimo parlare del nostro concetto di Fotografia, dovremmo per forza fare riferimento a chi la Fotografia la vive e la coltiva; meglio, se si tratta di Autori di riferimento.
Mica siamo scesi da Marte in questo istante !

Questa Julia Blackmon, Filiberto, è molto interessante. Si spinge fino all'iperreale o al surreale. Molta personalità, secondo me. C'è qualcosa di volutamente molto costruito nelle sue immagini. Ovviamente non è un dato negativo, ma mi sembra uno di quei casi da conoscere come cultura fotografica. Non so se possa rappresentare una 'pista' da approfondire come sperimentazione personale.
Lo dico perché sono convinto ( ormai lo si sarà capito :-) )che qualche esperimento imitativo, a livello di esercizio, per affinare linguaggio e tecnica non sia inutile, anzi!

Spesso, infatti, mi imbatto, anche nei nostri topics, in persone che hanno quasi orrore di tener conto di altri autori, per il timore di perdere un proprio filo stilistico. Invece, da sempre, nell'Arte, la conoscenza e lo studio dei predecessori non ha mai spento l'energia di una ricerca personale. C'è quasi l'obbligo di 'essere se stessi' prescindendo dal resto.
Mia opinione.



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