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sistema zonale!







avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2023 ore 12:28

@Paolo,
Di technical Pan dovrei aver fatto 3-4 rulli, quindi ho un ricordo sbiadito.
E' vero, la definizione era incredibile ma se non ricordo male andava esposta a 12 iso circa per non chiudere le ombre. Quindi non parliamo di una pellicola per tutti gli utilizzi.
Considerando anche che ingrandire 20-30x un negativo presenta problemi pratici in fase di stampa, come peli e piccoli graffi; Non riesco a considerarla una vera alternativa al medio/grande formato. Personalmente preferisco una pellicola più fruibile (hp5 per esempio) che mi da la possibilità di scattare a mano liber, se volessi, in formato 120.
Sono ovviamente opinioni personalissime…

Oggi c'è una pellicola della Adox che non ho mai provato ad altissima definizione, per ora vivo felice con le mie Foma e Hp5 
*********************************

No Luca, la TP 2415 era 25 ASA, trattata in Technidol liquido ovviamente, altrimenti te le scordavi le 400 lp/mm.
Ovviamente si poteva sviluppare anche in T-Max e pure con qualche altro rivelatore, e in questi casi, se non ricordo male, si alzava la sensibilità fra 80 e 125 ASA, ma è ovvio che non era più la vera TP e dovevi dimenticarti sia la grana inesistente che la Risoluzione mostruosa.

In ogni caso, giusto per non farmi mancare alcunché, ho provveduto a farmi invertire diversi rulli di Rollei RPX 25, di Rollei Retro 80S, di Rollei Ortho 25 e finanche un paio di Rollei ATP 32.
A parte la RPX 25 e la Retro 80S, che sono pellicole ancora, per certi versi, umane, le altre due, ossia la Ortho 25 e la ATP 32, nella visione a loupe, per inciso io ho pure un loupe Canon L 8X, la resa era piuttosto deludente, nel senso che sia nella visione sul piano luminoso, come nella proiezione domestica a 45/50X, la resa appariva quasi impastata, meno dettagliata delle altre due insomma, e poco più della Velvia devo dire... una mezza delusione ecco.

Quando poi mi è capitato di proiettarle in dimensione più adeguate, ossia quasi 100X, mi si è svelato l'arcano: sono delle pellicole talmente risolventi che se non le ingrandisci un minimo "a misura", e 90 o 100X è davvero il minimo, semplicemente non puoi apprezzarle perché i particolari che cattura sono talmente tanti, e talmente fini, che se non li ingrandisci a sufficienza l'occhio non è in grado di distinguerli!

avatarjunior
inviato il 10 Novembre 2023 ore 11:13

@Paolo,
noi non ci incontriamo...perchè abbiamo obiettivi finali diversi Sorriso

Ho controllato, la Technical Pan l'ho sviluppata in technidol esposta a 16 iso, è stata sovraesposta per avere ombre leggemente più leggibili. Andando in stampa la matericità delle ombre, che non devono essere tappate, per me è fondamentale.

Ho visto che hai citato la RPX 25, nel 2022 ho scattato una decina di rulli 120, verificando nella mia catena (con bellini Hidrofen e D76) la sensibilità, stimata in 15 iso circa.

La pellicola è nitidissima, ma 15 iso sono pochi, non per il discorso cavalletto, ma per il discorso filtri ed effetto di reciprocità che mi crea quell'aura di incertezza sull'esposizione che cerchi di eliminare con il sistema zonale.

Per andare in camera oscura, il sistema zonale serve moltissimo, come è indispensabile valutare la sensibilità reale della pellicola con il proprio sviluppo.

Questo per te che fai diapositive, non è così importante perchè, immagino non ho una vera esperienza diretta con il bn, un buon proiettore renda le immagini anche in BN più luminose o brillanti. In stampa se hai sottoesposto le ombre, tanti saluti, a meno che non sia un risultato cercato.




avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2023 ore 13:53

Questo per te che fai diapositive, non è così importante perchè, immagino non ho una vera esperienza diretta con il bn, un buon proiettore renda le immagini anche in BN più luminose o brillanti. In stampa se hai sottoesposto le ombre, tanti saluti, a meno che non sia un risultato cercato.
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Si Luca, ovviamente un buon proiettore fa sempre la differenza, ma la densità delle ombre deve essere sempre ben controllata altrimente ci vuole poco a chiuderle in maniera definitiva e del tutto irreparabile, a differenza del negativo che in stampa puoi sempre mascherare e qualcosa, anche se non tutto, recuperi.
Chiaramente in diapositiva è molto più importante la luce, che deve essere ben controllata altrimenti si rischia di proiettare abbagliando gli spettatori e impedendo loro di godere della proiezione stessa, ma non è che puoi abbandonare del tutto le ombre a favore della luce, devi mediare, al limite anche esponendo le luci al limite del bruciato, se necessario, e qui non è più questione di proiettore quanto piuttosto di conoscenza della "risposta" di ogni singola emulsione, quindi occorre un minimo di esperienza.
Comunque, sia chiaro, al contrario della vulgata comune in ciò non c'è alcunché di particolarmente difficile.

La Technical Pan era una vera 25 asa, era un materiale professionale e quindi la sensibilità effettiva era riportata in rosso in coda al datasheet di ogni singola pellicola, e io a quello mi sono sempre riferito, quelle poche volte che l'ho adoperata.

Per la RPX 25 non ti saprei dire, perchè dovendola invertire ho chiesto a Mauro dell'Agenzia Luce il quale mi raccomandò di esporla a 25... ovviamente ho fatto così e il risultato è stato ineccepibile.

Stesso discorso con le altre emulsioni, sempre esposte alla sensibilita nominale e mai alcun problema.

avatarjunior
inviato il 10 Novembre 2023 ore 18:12

il sistema zonale per quanto articolato (almeno come spiegato nei testi del buon AA) non è e non può essere solo una divisione in zone e poi uno sviluppo xyz.
Il concetto di previsualizzazione è alla base dell'approccio per la stampa finale che si vuole ottenere... la stampa finale, perchè le buone pellicole di oggi passano parecchio gli 8 stop, senza scomodare la ottima tmax, si arriva a 12 stop su una pellicola.
Tutto ciò, è applicabile anche al mondo digitale, ma dovremmo imparare a discostarci dal pensiero che tanto ci sono i cursori di Photoshop anzi, oggi il digitale ne permette la più attenta applicazione (senza finire nei grandi formati delle pellicole in fogli) dato che ogni scatto può essere singolo e trattato singolarmente diversamente dalle pellicole in rullo per le quali c'è un trattamento unico per il singolo rullo.

E' innegabile che un negativo più grande fornisca migliori risultati, anche nel caso delle Technical Pan che, esistita in tutti i formati, 35mm 120, 4x5 ed 8x10, era una pellicola per quasi tutte le applicazioni, quasi, perchè era comunque una pellicola per applicazioni scientifiche dai contrasti elevetissimi fino a quando non ci hanno dato il technidol col quale una sensibilità di 16 iso era, per le applicazioni "nostre" o comunque non scientifiche, non dico consigliata, ma deducibile dato l'elevato contrasto che aveva ed il technidol non è che poi nelle ombre faceva miracoli, anzi.
Chi usa le diapositive non si pone troppo il problema, giustamente, ma si nega la possibilità di interpretare e/o previsualizzare lo scatto la scena e la stampa secondo i canon i dello Zone System. Per alcuni è un pregio per altri una limitazione.


avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2023 ore 19:16

Che poi, diciamocela tutta, la leggibilità estrema delle ombre è sempre stata un po' la fissa dei bianconeristi, anche volendo prescindere dal SZ, fissa questa passata poi pari pari, addirittura estremizzandola, nella fotografia digitale, ma all'atto pratico è un errore di concetto, prima che di metodo, perché l'ombra è il regno dell'indistinto, del visto/non visto, del vago, anche dell'illusorio se volete, e rendere tutto questo chiaro ed evidente a tutti finisce inevitabilmente per essere una forzatura.

avatarjunior
inviato il 10 Novembre 2023 ore 19:54

Questo probabilmente perchè sei abituato con le diapositive che per loro natura non hanno molti margini di lavorazione ed operatività, almeno non come il bianco e nero o in misura minore il negativo colore.
Se la vogliamo chiamare fissa va bene ma è ben ragionevole e non un errore, neppure in senso assoluto.
Nel negativo ci deve stare tutto, quel tutto che poi in una stampa verrà oscurato e messo nell'indistinto o schiarito (a misura) o affogato nel nero più nero a fare da mistero; ed ecco che torna il sistema zonale come arte dell'interpretazione, della previsualizzazione seguita e/o affiancata dalla padronanza tecnica. Se le ombre nel negativo non ci sono allora non ci sono scelte in fase di stampa, idem per le luci se troppo estreme poi non si stampano se non attraverso varie peripezie a volte anche inutili. Le foto di AA possono non piacere ma per stampare le sue belle nuvole e le sue belle ombre doveva ben sapere come fare il negativo. Basta vedere (la foto svelata ?) la Moonrise Hernandez nelle due versioni; se in un ombra non c'è dettaglio nel negativo allora non c'è più scelta in stampa e sarà un "buco" nero dove invece si desiderava del dettaglio. Posterei un mio scatto, cannato, dove l'ombra è talmente chiusa da esssere inutilizzabile, purtroppo dovrò rifarlo e non sarà facile trovare le condizioni atmosferiche giuste. Lo stesso vale per il digitale che poi, al netto delle capacità del sensore/fotocamera, a tirare su le ombre esce il rumore come nel negativo esce quella grana orrenda che fa tanto sporco; è così abbiamo ripiegato su quelle pellicole a bassisima sensibilità che da un lato non facevano (entro certi limiti) uscire quella grana impastata, dall'altro soffrivano di contrasti esagerati che per mitigarli serviva il Technidol; una buona 400 iso ben trattata la grana la da molto piacevole, non di meno una buona delta3200 ben trattata anche con una stampa 30x30 da medio formato la grana è (quasi) al limite del percettibile e molto gradevole, Ansel Adams docet.
Certo è che col digitale e con lo HDR malfatto ci hanno propinato cose indicibili ma proprio per dirla tutta, quello si che è un errore contrariamente all'avere tutto ben stampabile da un negativo.
Ma anche nel negativo, nessuno vuole le ombre illuminate a giorno, ma serve che siano stampabili cioè con il dettaglio giusto da cui trarne una buona stampabilità o affogarle nel nero.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2023 ore 19:55

Il sistema zonale proviene dall'uso della pellicola in bianco e nero, seguito poi dal principio "esponi per le ombre e sviluppa per le luci", quindi partendo che gli esposimetri rilevano il grigio medio al 18% (zona V), puntando la lettura sulle ombre e ponendo la lettura dell'esposimetro nella zona III o IV, in modo di rilevare le ombre più o meno aperte e con più o meno dettaglio. Inoltre si rileva anche la lettura delle luci in modo di far in modo che tra le ombre e le luci ci siano 5 stop altrimenti si procede alla contrazione nello sviluppo.

Credo come già scritto che oggi non sia necessario applicarlo.

avatarjunior
inviato il 12 Novembre 2023 ore 11:40


"Credo come già scritto che oggi non sia necessario applicarlo"

Invece, secondo il mio modesto parere, è proprio il contrario. Se vuoi ottenere la foto correttamente esposta, dobbiamo misurare la luce incidente che cade sul soggetto, qualunque esso sia, e non quella riflessa e quindi usare l'esposimetro in fase di misurazione dell'esposizione o considerare la differenza di stop tra luce riflessa e luce incidente: quindi applicare il SZ. Oggi tutti sono abituati all'uso della PP, ma se vogliamo ottenere una foto e lavorare il meno possibile con lo sviluppo finale, l'uso corretto del SZ ci dà dei grandi vantaggi, pellicola o sensore che siano.

avatarjunior
inviato il 12 Novembre 2023 ore 11:55

Misurare la luce incidente su un panorama.... Mi pare un po difficile.
Con la digitale il S.Z non serve, basta saper leggere l'istogramma e regolare l'esposizione.
Poi comunque non c'è una esposizione giusta o sbagliata, l'esposizione si "sceglie" in base a ciò che si vuole ottenere.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2023 ore 12:12

Cosa c'entra il sistema zonale con luce incidente e riflessa, mi pare che si faccia un pò di confusione, infatti per applicarlo si usano esposimetri a luce riflessa spot a 1°.

Oggi con le informazioni a mirino della ML non serve, con le reflex poteva avere un senso capire quando sottoesporre o sovra, dato che l'immagine a schermo non era quella finale. Ma non si trattava di SZ.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2023 ore 12:29

Confermo quanto dice Mickey: il sistema zonale si basa sull'uso dell'esposimetro a luce riflessa, non a luce incidente; non è questione da poco, con la misurazione a luce incidente non è proprio possibile applicare tutti quei ragionamenti e scelte caratteristici del sistema zonale.

avatarjunior
inviato il 12 Novembre 2023 ore 14:19

Mickey e Diebu +1000
Sul S.Z. c'è molta confusione, spesso si dimentica che è tutto rapportato al risultato finale che si vuole ottenere, cioè riuscire a stampare quello che si aveva in testa (la famosa previsualizazione).Naturalmente parlo di pellicola.
Con il digitale tutto sto sbattimento non serve.... Tanto 1 su 10.000 stampa, il resto è visionato su aggeggi elettronici...

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2023 ore 21:16

La Canon 5D III utilizza 63 zone per la misurazione dell'esposizione. La 5D IV dispone già di 252 zone e la R5 di 384.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2023 ore 21:41

Che cosa c'entra col sistema zonale?Confuso

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2023 ore 23:13

È calcolato in zone ed è simile al sistema di Ansel Adams.



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