| inviato il 16 Febbraio 2018 ore 18:06
OK, grazie. |
| inviato il 16 Febbraio 2018 ore 18:41
“ la risposta è dipende „ Qui Ettore sbarella  |
| inviato il 16 Febbraio 2018 ore 19:46
“ una foto deve essere intellegibile da sola „ Prima di chiedersi se deve, bisognerebbe chiedersi se può. Questo dipende dal processo che avviene nella testa di chi la guarda. Non si può infatti prescindere dall'osservatore. Anche per questo "dipende". Poichè il processo percettivo ha molti livelli, una foto a qualcuno può non dire nulla, ad altri può stimolare livelli percettivi bassi ("bella!"), ad altri arriva fino a stimolare ricordi o relazioni ("Hei, ma questa è una foto di Taryn Simon!"). Come la musica. Se però molto dipende da chi guarda, come si fa a fare una foto che sia "intellegibile" da sola (= ugualmente stimolante su più livelli possibili) per la gran parte degli osservatori? Bisogna essere bravi, cioè bisogna sapere come la gente pensa o percepisce le cose. Bisogna anche conoscere il linguaggio visivo per usarlo appropriatamente. Non basta scattare "la realtà che sta davanti al naso". Basta cambiare inquadratura e il messaggio cambia, come ha messo in evidenza Caterina. C'è chi lo sa fare perchè ha studiato le tecniche e chi lo fa per istinto (il talento). Di nuovo, come la musica o la poesia. Se poi una foto "debba" essere intellegibile da sola (universalmente), dipende dal perchè viene fatta e cosa vuole comunicare e a chi. Alla fine, la risposta è "dipende" perchè ci sono in ballo almeno tre attori: il fotografo che conosce il perchè, la foto che lo veicola, e il pubblico che la legge (ognuno a modo suo, magari per categorie). Se ad esempio, faccio la foto a qualcosa e non la pubblico, quella è una foto intellegibile da sola PER ME. Come la pubblico, può diventare non più intellegibile (universalmente). L'elemento "reale" in questo processo, "cioè quello che vedo è esattamente così", è uno degli strumenti del linguaggio. Non sempre è necessario. Dipende da cosa si vuole comunicare. Anche il verosimile, il probabile, l'inverosimile, l'impossibile (illusioni ottiche) sono strumenti del linguaggio visivo. Pensare che la fotografia debba essere per forza una rappresentazione precisa del reale è come avere un pianoforte e suonare solo una nota. Basta pensare che pure in astrofotografia si sta attenti agli aspetti estetici, e quella è fotografia scientifica. Figuriamoci il resto. |
user90373 | inviato il 16 Febbraio 2018 ore 21:45
@ Mauro266 “ Qui Ettore sbarella „   Niente paura, c'è voluto più tempo del dovuto, ma alla fine apprezzo i vantaggi del "dipende-pensiero": qualsivoglia cosa succeda "dipende" sempre da qualcun-qualcos'altro! |
| inviato il 16 Febbraio 2018 ore 22:04
No, no, dipende anche da noi ...eccome!! però dipende |
user90373 | inviato il 16 Febbraio 2018 ore 22:07
@ Mauro266 “ No, no, dipende anche da noi ...eccome!! „ Appunto, da voi. Chiunque siate. |
| inviato il 16 Febbraio 2018 ore 22:13
Beh molto di quello che ti é capitato é dipeso da te....noi ti abbiamo solo dato una mano....volentieri |
user90373 | inviato il 16 Febbraio 2018 ore 22:21
@ Mauro266 “ Beh molto di quello che ti é capitato é dipeso da te....noi ti abbiamo solo dato una mano....volentieri „ Non so chi ringraziare per avermi aperto gli occhi, ma per questa volta mi prendo tutto il merito in barba ai "dipende". |
| inviato il 16 Febbraio 2018 ore 22:53
I limiti del fotografare... quindi una sorta di mappa con confini segnati in rosso o in bianco... non è possibile stabilire un limite visto che ci sarà sempre colui che va oltre ciò che per me è un limite da non superare. Il limite del fotografare è personale e non posso imporlo ad altri come non voglio che altri lo impongano a me. |
| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 11:23
@Musicapiccinini: forse c'è un malinteso , avevo inziato il thread con questo testo “ Non vorrei sbagliarmi ma il thread precedente credo che intendesse rivolgersi a normali fotoamatori che durante un viaggio in paesi lontani (e non) fanno degli scatti ai locali magari anche pagando e millantando tramite la foto situazioni che invece sono create ad arte. E' poco importante che i "locali" siano danesi , filippini , abitanti di isole sperdute o ricchi americani. In uno degli ultimissimi post io scrivevo Onestamente un fotoamatore che spende il suo denaro per conoscere paesi diversi non può essere impedito a fare degli scatti agli abitanti di quei luoghi, purché ci sia sempre un profondo rispetto di usi e consuetudini locali e, soprattutto, rispetto delle persone „ |
| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 13:34
Siamo al paradosso della fotografia e della realtà,nel virtuale e nella manipolazione continua i contorni si confondono e le cause sono molteplici nel cambiamento dei costumi.Alcune riviste hanno mostrato sempre un 'attenzione particolare per la popolazione inserita nel suo ambiente, come se il tempo delle grandi esplorazioni si protraesse con una lunga scia,per immergersi visivamente in un mondo diverso,attraverso i suoi abitanti alttrettanto umani ma caratteristici nei volti e nei ritratti.Le immagini tutte in fila poi formavano una storia con qualche foto di paesaggio insieme al testo da seguire,da proporre al lettore,che sfogliava la rivista, che per quanto fosse seguita aveva il suo spazio ben definito. Le foto che ormai sono del secolo scorso in bianco e nero nell'album del primo dopoguerra,mostravano i locali nel loro atteggiamenti,paesaggi sconfinati o ritratti di parenti?I reportage di B.G. mostrano un paese diverso da questo.Negli anni '80 si incontravano ancora gli hippy o il vecchietto che girava con l'asino o vendeva il pesce ai turisti e allora il fotografo abituato a fare reportage si approccia in un modo,per raccontare una storia il turista con la sua macchina vede ed anche lui chiede la foto ricordo,ma sono ancora un numero accettabile, senza il web,il gps,lo smartphone,il digitale,il fit bit, il foto ritocco..... Una cosa è Mccurry ,una cosa i Mccurrini,con "qualche" anno di ritardo. Probabilmente i grandi marchi seduti ad un tavolo a pianificare il futuro ci avevano pensato,ma tre non ci sono piu'.Le macchine le hanno vendute si?E ci pappiamo una valanga di foto "bellissime" e guai a sollevare un dito,col signor "dipende" che come il politico,sta sempre dalla parte della ragione.ciao |
| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 13:34
Ora mi è chiaro, e io stesso che ho vissuto dal 1999 al 2003 in Polinesia devo dire che ho visto spesso realizzare falsi reportage su quello che resta dei Polinesiani nativi alla ricerca della loro natura " selvaggia " che già allora non esisteva quasi più. Nel 2002 sull'isola di Bora Bora i polinesiani nativi residenti erano 24 ( ventiquattro ) e nessuno di loro si recava alle isole Marchesi per cacciare ed uccidere un cinghiale, pratica che a loro tempo era il sostenere una prova di forza che se andava bene ti consegnava un tatuaggio sul petto quindi un rispetto sociale riconosciuto da tutti i polinesiani ( nessun tatuaggio sul corpo di un Polinesiano è casuale ). Persone che venivano a documentare ciò che non esiste più da molto tempo. Poi non ho mai visto o letto il resoconto fotografico su nessuna rivista che chissà in quale paese veniva poi distribuita e non posso dire se avevano falsato o raccontato la verità. Huahine è l'isola dove poter raccogliere racconti e cultura Polinesiana, ma non è possibile fotografarla perchè da tempo non esiste più la possibilità di fotografarla visto che è tutto legato al turismo. |
| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 13:51
Al di là delle liti e punzecchiate inutili chi vive di assolutismi nella fotografia é solo perché non la conosce e le menti chiuse vanno poco lontane quindi dipende sempre perché gli approcci sono tanti e differenti Con questo chiudo OT |
| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 13:59
“ col signor "dipende" che come il politico,sta sempre dalla parte della ragione „ No si ci batte a favore della libertà, anche perchè il dipende riguarda anche la ragione, non è detto che ce l'abbia per forza qualcuno..dipende contro chi vorrebbe ingabbiare la fotografia in recinti che rispettino le proprie limitate capacità di comprensione diffondendo la cultura della fotografia tramite pensiero di coloro che la hanno resa grande. Tutto qui semplicemente, senza il bisogno di scrivere pipponi sconclusionati formato A4. “ Siamo al paradosso della fotografia e della realtà „ No siamo semplicemente di fronte ad un ristretto gruppo di utenti che non capisce ne l'una ne l'altra e non sa darsene pace. |
| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 14:10
Non vedo il commento che citi Mauro deve essere qualcuno che ho bloccato, ma se questa persona si riferisce a me può evitare non leggo ciò che scrive e in ogni caso vedendo il pezzetto citato direi che faccio bene |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |