| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 10:43
Comunque il culo a sinistra è un super bottom a me non dispiace  |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 10:44
Mirko il tuo discorso è condivisibile però va fatta una precisazione. Io mentre scatto, non sempre ovviamente, scatto sapendo quello che farò in post per far si che quel particolare momento venga ripreso e renda le emozioni che preferisco. Questo implica conoscenza dell'attrezzatura, del processo di produzione dell'immagine, del processo di stampa ecc. La fotografia, e non lo dico io ma i grandi del passato per primi, non si limita alla trasposizione bidimensionale di una scena. Si può andare oltre curvando l'interpretazione del tempo e della profondità (tempi e diaframmi), caratterizzando le emozioni con i colori o con i BN e in post cercando di adeguare il mezzo che abbiamo alle nostre capacità percettive (gamma dinamica e nitidezza ovunque nei paesaggi ad esempio). Sul discorso Social (a proposito io non critico il portale Juza ma la mia era una disanima generale) e sull'ossessiva ricerca di consensi non mi esprimo. Non sono un sociologo e il discorso non è sicuramente facile da trattare. Posso però affermare con sicurezza che questo avviene in tutti gli ambienti, da quello sportivo a quello artistico. Credo che la nostra società fin da piccoli ci insegna ad essere competitivi e questo da adulti ha una discreta ripercussione sui nostri comportamenti. Per quanto mi riguarda sono orgoglioso di non aver mai partecipato a nessun concorso, di stampare per conto mio tutte le mie foto, di non prostituirmi con nessuno per poterle esporre.... se qualcuno vuole vedere le mie stampe è il benvenuto purché porti una buona bottiglia di vino o un paio di birre! |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 10:47
Per quella c'è il canale instagram della Leotta. |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 10:50
Edo10, credo che comunque ci sia una differenza non da poco tra una presentazione parziale della realtà e un suo stravolgimento completo; sta di fatto che nel mezzo ci sono un'infinità di sfumature possibili, per cui non è sempre così facile riconoscere il limite tra un colore rinforzato e uno sostituito; è proprio per questo che personaggi come Smargiassi continuano a battere il chiodo sull'importanza di far capire all'osservatore fin dove ti sei spinto: la contestualizzazione corretta di un'immagine è il metodo principale per ottenere questo. Poi, come evidenziato da Angus, ci sono contesti solamente apparenti, come il web, in cui in realtà ogni immagine risulta quasi sempre decontestualizzata; si tratta di situazioni che bisogna imparare a prendere "con le molle" e col beneficio del dubbio |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:00
@Lespauly, si ma sono d'accordo con te. La fotografia non è solo mera rappresentazione della realtà. A questo proposito ci sono moltissime discussioni, una anche recente qui su Juza aperta proprio da me. Io però quando scatto non penso minimamente alla PP. Scatto e basta. Perchè per me la fotografia è guardare il mondo attraverso un mirino e schiacciare quel pulsante in alto a destra. Fine. Poi, dopo, me le guardo e decido se il filo narrativo di quell'immagine c'è, e se c'è vedo se è tutto svolto oppure no. Nel caso vedo se con un po' di PP lo posso finire di sviluppare. C'è poi anche la PP meramente tecnica: se ho sottoesposto perchè ho un obbiettivo non troppo luminoso allora poi magari tento un recupero in post, se lo scatto mi interessa. Ma è un difetto "meccanico" che correggo, non sto stravolgendo la narrazione. Altro discorso è se apri le ombre di 4 stop e fai sembrare giorno quello che invece è notte. Diciamo che potrebbe anche essere un tipo di dialettica visiva, che fa magari leva sul paradosso o sull'astratto e se il fine è veicolare un messaggio, il linguaggio espressivo si estende e si adegua a quello. Quello che intendevo è che la fotografia dovrebbe essere autoconsistente nel portare il suo contenuto comunicativo. Se no è un'altra cosa, pur producendo immagini stupende e emotivamente intriganti: non è solo fotografia. Saluti. |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:09
“ La post-produzione non è fotografia, è gestione delle immagini. Se fai post produzione non stai fotografando. Ma ormai lo facciamo tutti, confondiamo il gest di fotografare con il pezzo in più che si fa DOPO aver fotografato per allineare il risultato finale all'immaginario che ne reclama un certo aspetto. „ Su questo non sono troppo d'accordo.... Dire "la post produzione non è fotografia" è o troppo generico e quindi impreciso, o troppo filosofico. Se per fotografia intendiamo solo impressionare una pellicola o catturare dati tramite un sensore i fermiamo troppo presto. Perché anche lo sviluppo. la scelta della pellicola, la scelta dei filtri, ecc ecc ecc ecc....Influiscono su ciò che stiamo riprendendo ed alterano" la realtà.... Ma qui entriamo in un discorso ceh in anni di forum ho constatato essere spesso tanto infinito quanto sterile.... “ Edo10, credo che comunque ci sia una differenza non da poco tra una presentazione parziale della realtà e un suo stravolgimento completo; sta di fatto che nel mezzo ci sono un'infinità di sfumature possibili „ Perfetto |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:11
@Daniele Daniele ad esempio sui reportage ho avuto testimonianza da un amico fotografo embedded con delle forze militari in Kosovo le foto ovviamente non possono essere pubblicate perché è materiale militare, pur tuttavia mi ha evidenziato che basta spostarsi da una parte all'altra del mondo kosovaro-serbo per capire che le fotografie servono solo come rafforzativo per un certo pensiero. Dopo quest'esperienza, ripetuta svariate volte, alla fine mi ha detto ciò che per me era ovvio e cioè che i Serbi hanno ragioni da vendere e che l'operazione di far saltare la Serbia era quella di liberare possibili forze che potevano tornare utili per il progetto di accerchiamento della Russia che è materiale attuale della storia che stiamo vivendo. Risultato: un totale sovvertimento della realtà che era stata veicolata dal mondo politico interessato ad uno smembramento della ex-Jugoslavia e non certamente per creare degli staterelli indipendenti che poi sono sotto una stretta influenza tedesca. Detto da un fotografo che era nettamente dalla parte dei kosovari, per via appunto delle foto di parte, la cosa mi ha fatto molto pensare. È sempre la prospettiva che uno ha in mente. Fotografi un alba e il cielo è venuto male, quindi scurisci/schiarisci/saturi/desaturi/curve e controcurve. Si tratta sempre della personale visione che quel fotografo ha avuto in mente mentre fotografava ma quella visione può cambiare sia quando sviluppa la pellicola sia quando sviluppa il raw e questa è anche una libertà che ti da la fotografia digitale. Ho visto qui su Juza delle foto di un fotografo che sembrano quadri ed usa l'effetto Orton (che mi sono dovuto andare a leggere e capire come applicarlo a qualcuna delle mie) sono foto? Non sono foto? È la sua bellissima interpretazione di una realtà che ha reso affascinante e che suscita emozione. Anche il ritaglio può essere considerato un'alterazione. Il bello di tutto ciò è che abbiamo una pluralità e non un'uniformità nella visione interpretativa di un certo luogo/paesaggio/foto ecc. |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:14
per me la fotografia è un insieme composto da: idea, valutazione (della scena, ambientale ecc), consumo di calorie per spippolare i vari comandi (quindi conoscenza tecnica), attesa del momento giusto, pressione tasto, sviluppo dell'immagine (a pellicola o in camera chiara non cambia nella sostanza ma solo nei tempi e nei modi), preparazione alla stampa (digitale o chimica che sia). Quindi è un insieme di cose. Alla fine la fotografia può rappresentare: Un racconto o una parte di esso, un emozione, un ricordo o anche un cavolo di nulla purtroppo! Ma può anche avere fini commerciali e quindi viene prodotta con standard diversi. Per me non c'è un limite che possa definire la fotografia o l'immagine se non il fatto che tutte le fotografie sono stampate mentre le immagini possono essere su altri supporti. Quello che fa la differenza è il fine e il buon gusto di chi sviluppa l'intero processo e di chi eventualmente lo richiede. Se per lavoro mi commissionano le tre cime di lavarello quadrate e rosso fuoco le faccio quadrate e rosso fuoco (magari pensando che chi mi paga si è r×to!). Se di mia spontanea volontà lo faccio, almeno di non avere una linea narrativa definita che lo giustifichi ma lo faccio solo per il wow da social, allora qualche problema me lo pongo. Non giudico chi lo fa ma mi son fatto la giusta esperienza per valutare quello che vedo Sicuramente non rimarrò deluso se vado alle tre cime e non le trovo quadrate. Ho un po' estremizzato per rafforzare il concetto |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:22
La fotografia non è più rappresentazione della realtà, questo oramai è indiscutibile. Però pensare che questo non abbia conseguenza sociali è sciocco. Senza voler essere troppo pesante, ma l'assenza assoluta di principi guida ad ogni livello ed in ogni settore, dietro l'unico mantra condiviso del relativismo assoluto (il "vale tutto") ha inevitabilmente conseguenze. Nel caso della fotografia, specie in quella pubblicitaria e beauty, l'impatto culturale, specie sui più giovani, è forte ed immediato. Il gusto è un qualcosa che evolve e si sviluppa in modo condiviso (in termini macro-sociali) ad ogni azione c'è conseguenza ed il "vale tutto" serve solo a nasconderci, serve solo a sopire quell'ultimo lontanissimo senso di coscienza/responsabilità che incredibilmente sopravvive ancora in qualcuno... a questo punto il tema fotografico si allontana troppo e mi fermo, ma il problema d'origine è il medesimo vale tutto... ma anche no! ovviamente è la mia insignificante opinione p.s. Axel complimenti per il post e la riflessione suggerita, ma temo sia il forum sbagliato Juza sin dagli albori ha promosso un gusto per l'immagine elaborata e pompatissima... e qua a tutti (chi più chi meno) piace. Piace anche a me (con moderazione però ) |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:25
Lorenzo concordo quasi su tutto.... Tranne l'incipit....Credo fermamente che la fotografia non sia mai stata la rappresentazione della realtà... |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:26
Ormai è questione di costume, persino i selfie vengono glitterati prima di essere buttati in pasto alla rete. Pienamente d'accordo con chi dice che se non può essere fatto in camera oscura è fotoritocco, siamo vecchi, abbiamo una formazione differente e cultura dell'immagine molto diversa da chi non ha mai scattato in analogico, una volta la foto la componevi nel mirino, valutavi hilights e shadows e decidevi dove esporre, correggendo il tiro in CO. Ma c'è ancora qualche giovane che non bada al mezzo che ha tra le mani e usa la luce come pennello invece di pennellare una realtà che non esiste davanti ad un monitor. |
user15476 | inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:34
Niente di nuovo insomma.. (1946)
 "l'idea è di rendere l'immagine più interessante" |
| inviato il 07 Dicembre 2017 ore 11:52
Tema ricorrente, stavolta capisco benissimo il punto di vista di chi ha aperto la discussione. Senza tornare su cose già dette credo che al di la di cosa ha successo in rete o nei concorsi ed escludendo ciò che deve essere fatto per lavoro, se vogliamo parlare realmente di fotografia il solo vero problema che ha la post è lo stesso che ha le fotografia, è buona se c'è dietro un'idea altrimenti può solo essere bella o meno a seconda dei gusti e di come viene fatta naturalmente. |
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