| inviato il 03 Luglio 2024 ore 10:04
Il mercato nero, specie negli anni appena precedenti la dissoluzione dell'Unione Sovietica conta davvero tantissimo nelle considerazioni sulle sovietiche. Infatti la vulgata che vede le attrezzature sovietiche migliori, costruite negli anni 50-60 e parzialmente 70, ha certamente una parte di verità proprio perchè il mercato nero era inesistente. Se ti beccavano finivi minimo minimo a Kolyma !!! Infatti, seguendo le considerazioni di Enzo, le fotocamere degli inizi anni 90 sono le più a rischio (Kiev 88 e Kiev 35A ad esempio) ... ed infatti i commenti sono sempre gli stessi, tipo >> " Ho trovato una 88 intonsa ad un mercatino ... etc etc ... ho fatto due scatti e si è sfasciata" Ecco ... era sicuramente una di quelle uscite dalla distribuzione ufficiale. Prendere una fotocamera su ebay (o altro) dove sia presente la scatola originale, i documenti con i seriali e il "controllo qualità" può sembrare un vezzo ed uno spreco di denaro ed invece spesso fa la differenza (non sempre). La mia 88 è come quella di Enzo, funziona perfettamente. Certo, l'ho presa in kit da un venditore affidabile serbo completa di tutto ... anche dei documenti e garanzia dell'epoca con i relativi controlli di qualità. |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 10:22
“ rafforzando il parere negativo o alimentando quelle che oggidì in certi ambienti sono ritenute delle verità indiscutibili. „ che ci siano esemplari riusciti meglio di altri è palese, che sia una macchina modesta è altrettanto vero, si può utilizzare con soddisfazione certo che sì le ottiche a corredo non sono affatto male la mia prima Kiev ho dovuto fargli fare un giretto da Gabas che ai tempi era un ottimo riparatore, poi sempre con le dovute maniere era utilizzabile. la 88CM successiva sembrava inizialmente un pelo meglio, ma poi il magazzino si incastrava una volta sì ed una no.. i tempi di otturazione a volte sballavano di grosso, a volte non scattava se non toccando un pò il selettore dei tempi... |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 10:43
per EnzoC. Ho 76 anni, ed ho usato di tutto. Dalle Bencini quando ero alle scuole medie fino al banco ottico e le folding. Nel periodo della mia indigenza fotografica, mi sono rivolto al materiale sovietico e DDR. Ho goduto del vantaggio di fare esperienza con ogni tipo di obbiettivo e macchina ad un costo relativamente basso. Quindi, altro che "mai viste" e la mia esperienza è simile a quella di molti miei coetanei. Andiamo avanti. ZENIT E e figlie: limiti costruttivi a parte, tipo otturatore rudimentale, senza tempi inferiori al 30mo e mirino che mostrava il 65% del campo inquadrato, record tutt'ora imbattuto, era, relativamente, al resto della produzione sovietica, abbastanza affidabile. Le tendine potevano soffrire di "rimbalzo" con scopertura di parte del fotogramma, ma il difetto era facilmente riparabile. ZORKI: affidabile, ma nulla a che vedere con una Leica IIIC o F, con la quale condivideva l'innesto. FED: non c'era alcun motivo per preferirla alla Zorki, nemmeno la presenza dell'esposimetro. KIEV4: non era la copia della Contax, era la Contax sotto falso nome. Tendine delicate come nell'originale, ma telemetro a base larga. LUBITEL: estremamente economica, affidabile (non c'era nulla che si potesse rompere), mirino quasi inusabile, obbiettivo scadente, molto, ai bordi. PRAKTICA: tedesca, seppur comunista, ma tedesca. La serie a vite era affidabile, con eccellenti obbiettivi, in molti casi migliori degli equivalenti japs. Meccanicamente non all'all'altezza di una asahi pentax, ma meno costosa. La Pentacon Super però costava molto e non era preferibile alla Nikon F. Le ultime serie a vite, con l'otturatore verticale in metallo relativamente pesante, non era in titanio, erano soggette a guasti. Quelle a baionetta acquistarono l'elettronica ma persero completamente l'affidabilità. Però ci furono due colpi di genio: in quelle a vite le guarnizioni del dorso erano realizzate con una specie di spago, indistruttibile a confronto con le solite guarnizioni in gomma, e la trasmissione elettrica del diaframma. Quest'ultima però divenne affidabile solo nei modelli giapponesi. Nelle Praktica BM si guastava spesso e, cosa più grave, non ti avvisava. Te ne accorgevi dopo, a pellicola sviluppata. PENTACON SIX: trascinare un rullo 120 non è cosa da poco. In questa macchina avveniva per attrito, con due cilindretti a contatto. Il guasto, con relativa sovrapposizione dei fotogrammi, era garantito. SI sarebbe potuto ovviare sostituendo la leva di carica con una ben più lenta manopola e con ingranaggi dentati, ma non fu mai fatto. La sua copia sovietica, la Kiev 60, copiò anche il difetto e inoltre era costruita più rozzamente. Peccato: al solito, gli obbiettivi erano splendidi, costruiti su schemi Zeiss. Il Sonnar 180 poteva rivaleggiare con l'equivalente Hasselblad. KIEV 88: anche qui, otturatore pesante e accoppiamento coi magazzini critico per via degli ingranaggi in lega metallica "delicata". Era la copia della Hasselblad 1000F, incredibilmente non molto affidabile anch'essa ma comunque di un altro pianeta rispetto alla Kiev, che restava tuttavia più affidabile della serie Pentacon Six. A proposito di questa: il mirino a pozzetto era dotato di una lente di ingrandimento che per essere messa in opera aveva una levetta, pericolosissima per l'occhio del fotografo. Un attimo di distrazione e centrava, stavolta con assoluta precisione, la pupilla dell'occhio del fotografo. Gli occhiali, da vista o da sole, fornivano la necessaria protezione. EXACTA : era un progetto anteguerra, e basti questo, e non era sovietico. I sovietici non provarono mai a copiare una Hasselblad 500C, una Leica M o almeno una Rolleiflex, anzi Rolleicord, per restare sul semplice, come fecero con successo i giapponesi. Provarono ad imitare la Nikon F, si fa per dire. Produzione minima, reperibilità difficilissima e se qualcuno ne trovasse una funzionante corra immediatamente a giocare al Superenalotto. KIEV imitazione Nikon: della Nikon ha solo la baionetta. Un negoziante romano, che ne aveva una vendita, sottolineava il suo funzionamento "trovarne una che funzioni è una rarità." I prodotti sovietici erano come i prodotti in vendita del discount: non brillavano di luce propria, ma esistevano come "copia equivalente di...". ed ora, caro Enzo C., prendi qualche libro, mettilo sotto il braccio e torna a scuola. E poi, magari, rifletti un pochino prima di dare dell'incompetente a persona che non conosci. Senza alcun astio, naturalmente...figuriamoci... |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 10:56
“ che ci siano esemplari riusciti meglio di altri è palese, che sia una macchina modesta è altrettanto vero, si può utilizzare con soddisfazione certo che sì le ottiche a corredo non sono affatto male „ Concordo ... che siano macchine (in generale) modeste è vero per vari motivi (quasi mai progettuali). Che si possano evitare o ridurre percentualmente acquisti incauti, mettendo in atto semplici strategie e, al contrario, procedere ad acquisizioni di fotocamere validissime (nella loro modestia), è altrettanto vero... altrimenti non si spiega. |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 11:05
“ ed ora, caro Enzo C., prendi qualche libro, mettilo sotto il braccio e torna a scuola. E poi, magari, rifletti un pochino prima di dare dell'incompetente a persona che non conosci. Senza alcun astio, naturalmente...figuriamoci... „ no dai Kwlit ... Enzo C. non lo merita anche perchè sia come documentazione che come uso ...... ci sommerge tutti qui su Juza ... Credetemi voi che nn lo conoscete. Qualche inesattezza c'è in quello che hai scritto. sottigliezze ... Molti invece sono punti di vista diversi ... ed essendo punti di visti, ne potremmo parlare all'infinito ma probabilmente non caveremo un ragno dal buco; ognuno rimarrebbe sulle sue posizioni. |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 11:39
Schyter, me ne scuso. Ho commesso lo stesso errore che ha commesso lui. Fatto sta, nessuno userebbe materiale sovietico per fotografare un matrimonio se fosse il fotografo ufficiale. Ripeto: per divertirsi o fare foto la cui riuscita non è molto importante, vanno bene. |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 12:01
“ Fatto sta, nessuno userebbe materiale sovietico per fotografare un matrimonio se fosse il fotografo ufficiale. „ modalità ironica = ON quindi tutti i fotografi MATRIMONIALISTI sovietici usavano attrezzature occidentali ??? Vero che si trattava di matrimoni civili nella maggior parte dei casi ... ma di matrimoni in Unione Sovietiche ne fecero a milionate |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 12:29
Già...hai qualche foto di matrimoni russi dove si veda il fotografo ? La vedo dura, senza il flash in esterni ....ma non impossibile. Magari la giornata era nuvolosa...non è la stessa cosa, ma in URSS non avevano le fisime dei capitalisti. Ci saranno stati fotografi professionisti, termine all'epoca abborrito ? potrebbe essere. La presenza di amici fotografi al matrimonio era essenziale, aumentava di molto la probabilità di avere foto. Non si può guastare tutto nello stesso giorno. Potrebbe anche darsi che il fotografo usasse una Moskva, copia, tanto per cambiare, della Zeiss Ikonta. Dotata di otturatore centrale, che permetteva l'uso con tutti i tempi e quindi anche del flash, con un generoso formato, 6x9, e col trascinamento a vista, era affidabile, avendo poco o nulla che si potesse guastare. Un po' più critica era l'ISKRA, con la sua leva. Anche li, bisognava posizionare a vista il primo fotogramma , poi si andava di lusso. Poco probabile la lubitel, ma magari, tra gli invitati....Ci sarebbe anche l'ipotesi di materiale acquistato nell'Ovest, ma dato l'equazione coto/ricavo la ritengo improbabile. Anche la Meopta Flexaret era più che usabile. Ma non era prodotta in URSSm, ma nella vicina e pur sottomessa Repubblica Democratica ( lo dovevano sempre specificare, altrimenti chi mai avrebbe potuto sospettarlo ?) Ceca. Ma l'uso era sospetto, era indizio di un malcelato interesse del fotografo per le occidentali Rolleiflex. A proposito di quest'ultime, forse ce ne era in giro qualcuna, magari razziata in Germania nel 1945....chissà. Sorvoliamo sulle pellicole: per curiosità ne ho usata qualcuna. Maluccio in BN, pessime a colori. Aiutava l fatto che gli sposi non facevano la cerimonia in Chiesa, almeno la maggior parte.... molti problemi erano superati in partenza. Hai notizie più precise e soprattutto documentate ? Mi hai dato un'idea...proverò a fare una ricerca in internet . |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 12:48
Post Scriptum: ho fatto una ricerca, pur frettolosa. Poche foto, per lo più scadenti, ma non sono riuscito a vedere alcuna macchina fotografica....., Ricordo qualche matrimonio di miei parenti fatto negli anni 50 o 60. Rolleiflex e Mecablitz a tutto spiano. Ho alcune foto in BN: tecnicamente ineccepibili. |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 13:02
L'intervento di Kwlit mi ha mosso a compassione nei confronti dei poveri fotografi sovietici incaricati di documentare importanti cerimonie di regime e obbligati, immagino, ad usare fotocamere russe... immagino ne portarssero sempre almeno due o tre al seguito per averne sempra almeno una funzionante... provate a immaginare: la fotocamera si impianta, niente servizio fotografico, fotografo in Siberia... |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 13:05
... a Milano esisteva un laboratorio privato per riparazione di fotocamere che aveva una modifica "istituzionalizzata" (a prezzo fisso) per far funzionare il regolare (?) trascinamento pellicola della Pentacon Six. Me ne interessai quando ebbi la malaugurata idea di acquistarne una ... "Drammatici" poi il micro-mosso, e l'"oscurità" del mirino reflex (anche se -devo riconoscerlo- Hasselblad NON faceva miracoli in questi due specifici settori, salvo usare spesso/SEMPRE il flash, salvo montare i costosISSIMI "Acute matte"!). Vero, invece, che le ottiche Zeiss Jena erano davvero ottime (ricordo, in particolare, il Sonnar 180/2.8 che adattai ANCHE alle mie Canon FD)! GL |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 13:13
Schyter A me piace essere corretto ed apprendere Citami gli errori |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 13:25
Piano piano torna la memoria: Laboratorio Dusi e Rossi in Largo Murani! GL |
| inviato il 03 Luglio 2024 ore 13:26
A proposito di matrimonio, un utente ormai uscito dal forum usò le Kiev 88 e banco ottico per il matrimonio di una coppia di amici. Non ha avuto nessun problema (credo che le usi ancora)....qualcuno se lo ricorda? Ciao Domenico..... Per quanto riguarda il flash è il medio formato, non ricordo di fotografi con hasselblad o rolleiflex senza flash nelle varie cerimonie (minimo il metz 45ct o chi era più "avanti" 60ct con batterie esterne) in chiesa generalmente ne avevano piazzati 2 fissi e uno in mano all'assistente. Ora se non hai la macchina con 3579853368 iso e obiettivo da 5000€ non puoi fotografare... |
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