user14408 | inviato il 22 Dicembre 2021 ore 20:44
@lorenzo “ stampare a colori richiede perizia e attrezzatura "non comune".... „ L ho detto nel mio primo post |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 21:00
Aio ho iniziato da poco con il metodo misto Quindi non prendermi per riferimento ma solo per un amatore che si diverte a sperimentare Questo è quello che può uscire per gioco tenedo una pellicola bw in mano davanti ad una lampadina e scattando con la compatta Il mio consiglio è prima guardati in giro e fatti un idea di dove vuoi arrivare e quanto tempo ci vuoi perdere (e soldi) Ciao !
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| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 21:47
dopo un po' di ricerche ho preferito prendere un opticfilm della plustek. ho trovato, usato a buon prezzo, un'8100. il classico v600 è sufficiente per il medio formato ma quando si passa al 35mm offre risultati scadenti in funzione del limite hw che gli impone di lavorare solo a 1600ppi contro i 7200 dei plustek dal modello 7400 in su. altro elemento negativo degli scanner piani è il vetro che ovviamente non può essere di qualità eccelse....con tutto quel che ne deriva in termini di diffrazione. |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 21:49
“ che se ne fregano della QUALITÀ „ Beh... non è che con l'ibrido vengano solo schifezze, eh? Diciamo che non inseguiamo la "perfezione". E' come per il digitale... c'è chi ancora non è soddisfatto di millemila euro di attrezzatura e c'è chi, come me e molti altri, trova soddisfacente (e adatto alle proprie esigenze) quello che viene fuori da una macchina vecchia di 15 anni e obiettivo kit... Che poi, a dirla tutta, non mi sembra neanche poi così scadente... anzi. |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 22:36
Discussione già fatta varie volte: io ho stampato a lungo il bianconero, sviluppato le dia e stampato da dia con Cibachrome. 30 anni di pellicola mi sono bastati e non ho rimpianti. Ma non è per niente questo il punto. Capisco benissimo che si voglia scattare con le pellicole, ma, sinceramente, lo rifarei solo se potessi e volessi fare tutta la trafila di sviluppo e stampa in proprio, perchè è una buona metà del divertimento secondo me ( e Domenico Mancuso docet come giustamente dice Paolo). La camera oscura e la stampa in proprio sono un bel divertimento. Capisco meno (ma ovviamente ognuno si diverte come vuole e come sa ) il processo ibrido: innanzitutto,non condivido per niente l'affermazione di Fileo che dice che usare la pellicola "è una esperienza bella e formativa, perché costringe a "meditare" su ciò che si scatta." Che in digitale si scatti senza meditare sparacchiando a caso tanto poi si aggiusta tutto in post è semplicemente inaccettabile, è un luogo comune che fa fatica a morire e, questo, mi sembra un dogma noioso e senza senso. Mentre che l'esperienza della pellicola (per me intesa come sviluppo e stampa) sia bella come dice Fileo, non ho alcun dubbio. Esperienza piacevolissima! Ma, per me, però, è piacevolissimo l'intero processo. E allora a cosa servirebbe un processo ibrido? Io l'ho fatto perchè avevo una D300 da 12 MP e , dato che come con le pellicole anche in digitale ho SEMPRE stampato da me (perchè mi diverte almeno altrettanto che scattare foto), non avevo degli A3+ sufficientemente dettagliati anche croppando un po'; allora ho pensato che usando la pellicola e facendo le scansioni con uno scanner piano ma di punta della Epson, potessi avere risultati migliori: dopo poco mi sono però accorto che la scansione delle pellicole 135 NON mi dava risultati migliori. Ho comprato una Mamiya 6X7 e le cose andavano molto meglio. Però, dopo poco( 9 anni fa) ho acquistatouna D800 da 36 MP e mi sono allora accorto che , con quest'ultima, la nitidezza che desideravo nella stampa era maggiore....e ho venduto la 6X7. Anche eprchè non vedevo affatto, digitalizzando, l'atmosfera della pellicola, tanto mitizzata. E allora, a che mi serviva fare tanta fatica? Non vedevo l'atmosfera della pellicola perchè trasformavo tutto in post e non miglioravano nitidezza e gamma totale rispetto alla D800 Invece quello che dice MACERIC lo condivido: archiviare pellicole nei pergamini in album con fogli forati insieme ai provini, ben catalogati, ti da un senso di tranquillità, riduce l'ansia, il senso di precarietà data dal digitale e dai suoi sistemi di archiviazione immateriale che è fastidioso. Io conservo le pellicole e i provini tutti bene ordinati così.Ma faccio oggi qualcosa di simile col digitale,di ibrido e conservo in album ad anelli i provini stampati in formato 10X15 in fogli con 4 taschine per pagina A4. Con, sul retro, i riferimenti di dove sia il file, di quali interventi ho fatto in post e qualche annotazione personale |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 22:46
“ Beh... non è che con l'ibrido vengano solo schifezze, eh? ;-) Diciamo che non inseguiamo la "perfezione". „ Dipende da quello che si cerca... Mastico analogico da un po' e ho modo di parlare con altri che hanno fatto o stanno facendo il mio percorso...l'idea di digitalizzare viene a tutti e tutti prima o poi ci sbattono il muso, rimane un'esperienza divertente e molto spesso tanto (forse troppo) artigianale...il che rende tutto ancora più affascinante...ma poi finisce lì. O si torna al digitale, o si arriva alla stampa sotto ingranditore (cosa che molto spesso non viene affrontata per paure assolutamente illogiche). Io a digitalizzare i negativi ci ho provato in tutti i modi: 1) macchina digitale, obiettivo macro 1:1, bolla, fonte costante di illuminazione, ecc... 2) scanner piani 3) scanner dedicati (ma non quelli che occupano una stanza e costano come un monolocale) ...niente...per un motivo o per l'altro, è sempre stata una delusione. A ogni passaggio vai a perdere tante di quelle informazioni che ti ritrovi, nel migliore dei casi, con un file peggiore di quello prodotto da una compatta digitale di 15 anni fa con sensore microscopico... Ok che la qualità d'immagine non è tutto...però insomma... |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 23:02
@gibus per i negativi la soluzione software è solo ed esclusivamente silverfast. ovviamente va studiato a fondo ed avere conoscenze legate all'analogico aiuta perché anche con questo si a che fare con le unsharp mask, processo nato proprio in analogico |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 23:18
Conosco bene Silverfast... Ma il problema è a monte, concettualmente ha poco senso usare un supporto e poi trasferirlo su un altro supporto ancora, di natura estremamente diversa (informazione spaziale vs informazione puntiforme) Si perde qualità e basta, e i pregi della pellicola vanno a farsi benedire. Se poi lo si fa per divertirsi allora va bene tutto |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 23:28
@Gibus risultati vicini a uno scanner a tamburo si hanno sfruttando un diaproiettore sventrato e fotografando con un macro in raw FF. |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 23:30
Val, mai provato questa tecnica...domanda stupida: col macro cosa fotografi? La proiezione? |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 23:41
curioso che quelli che scattano solo in digitale, intervengono sdegnati che la pellicola non si deve digitalizzare |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 23:51
Lomo non so se parli di me ma io scatto 80/20 analogico/digitale... |
| inviato il 23 Dicembre 2021 ore 0:31
Cirillo sono ottimi scatti, ma da test di filmscanner.info (tecnicamente affidabilissimo), il massimo che può produrre un V850, partendo da un negativo 35mm, è un file da 6 megapixel...col V800 se ben ricordo siamo sempre lì. Ma anche andando oltre la mera risoluzione, parliamo di scanner che pur avendo già un certo costo, rimangono a fuoco fisso, con tutti gli incasinamenti che ne conseguono. Non discuto il fatto che se ne possano trarre discrete stampe in formato piccolo, ma oltre il 20x30 (dove i risultati non credo possano essere più che discreti), temo che il gioco non valga più la candela, specialmente considerando la quantità di lavoro che richiede la post produzione. Senza considerare che comunque sarà una stampa da file digitale a tutti gli effetti, di pellicola e argentico non c'è più nulla. A questo punto, non è meglio una compattina digitale da 1 pollice con 12 banalissimi megapixel? Detto ciò, se l'obiettivo è avere un archivio digitale, va benissimo...così come va benissimo per la condivisione web...ma appunto, è condivisione di un file digitale. Il mio modus operandi è scansionare le stampe, con un banalissimo V39 da poche decine di euro, senza nessuna post produzione oltre l'ottimizzazione della scansione. |
| inviato il 23 Dicembre 2021 ore 0:46
Gibus . . Il mio obbiettivo, ma l'ho anche già precisato, è un comodo archivio digitale del passato analogico, per il resto utilizzo quasi esclusivamente il digitale. La tecnica mista con il suddetto scanner (V800, V850) comincia ad essere interessante per il formato 6x6 o superiore, dove avere un corpo digitale con quasi quella superficie di cattura ha costi notevoli, digitalizzare un 6x6 significa avere una fedeltà cromatica e una ricchezza di toni che le odierne FF digital faticano ad esibire. “ il massimo che può produrre un V850, partendo da un negativo 35mm, è un file da 6 megapixel...col V800 se ben ricordo siamo sempre lì „ sul 35 mm si arriva senza artefatti a 12+/-15 Mpx sempre che lo scatto a pellicola sia perfetto, oltre in effetti la qualità non progredisce. |
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