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Chi mi aiuta ad apprezzare Ghirri?


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avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 18:40

Condivido anche le virgole di quello che ha scritto Slowste, il povero Ghirri bisognerebbe
studiarlo a fondo. É un autore molto amato in tutto il mondo e un po' snobbato in Italia...

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 18:52

Domanda per i più tecnici: i colori sbiaditi sono una scelta o un limite tecnico dell'epoca?



Quella dei colori è ovviamente una sua scelta.
All'epoca ad es. Fontana già citato in precedenza, al contrario realizzava sempre nel colore le sue foto iper sature.

Aggiungo che hai visto giusto nel dire che i gusti cambiano nel tempo, col crescere, in tutti i settori, e in fotografia ci sono autori, di una ristretta cerchia, che di primo acchito tendono a non piacere, per poi rivalutarli e riscoprire a distanza di tempo, e Ghirri è uno di questi.
Giacomelli ad es. potrebbe risultarne un altro.

- @ Alle, ti faccio una proposta.
Partendo dal principio universale che non si può giudicare nessuno, e in nessun campo, da un solo lavoro, prestazione o opera che sia.

Immagina se si dovesse giudicare l'opera di Spielberg solo dalla visione de "La guerra dei mondi", quante cantonate (o granchi, visto il periodo) si prenderebbero.
Ugualmente non puoi, se ti vuoi allontanare dalla superficialità, basare il tuo credo su Fontana sul suo deludente libro dedicato alla Route66.

Ti è sufficiente nell'immediato digitare il suo nome su Google e farti una buona carrellata delle sue foto, dove non ce ne sarà mezza tratta da quel libro, e poi sarei curioso di leggere di nuovo la tua opinione.

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 18:53

Foto straordinarie di grande impatto emotivo, semplici, essenziali, con pochi elementi.
Non mi piacciono tutte ovviamente, ma alcune mi lasciano a bocca aperta....

user39791
avatar
inviato il 16 Agosto 2016 ore 19:02

Per avere opinioni occorre cultura, sempre. Per capire anche solo un po' un autore che fu il maestro di una generazione di grandi fotografi occorre studiarlo, eccome. E penso a lungo.


Slowste io non ho una grande cultura, in generale e fotografica in particolare, però Ghirri un poco lo conosco (le sue foto, la sua carriera come fotografo e il contesto in cui si è mosso). Ne apprezzo molto il lato concettuale, ad iniziare dalla serie Kodachrome è sempre stato chiaro che il suo intento non era pittorico ma è la matrice esperienziale quella che emerge. Per lui il paesaggio non è mai un'entità fisica da analizzare, ma una condizione dell'essere immersi nel mondo. Un tentativo di essere dentro le cose che fotografava. Però non mi emoziona, lo apprezzo ma non lo amo.

user14286
avatar
inviato il 16 Agosto 2016 ore 19:04

diciamo che ghirri può piacere o meno, e qui si va a gusti, ma pare che vi sia una certa concordanza nell'attribuire un valore artistico alle sue foto al di là dell' impatto/non impatto.
Dunque chiedo di spiegare il significato profondo della foto da zentropa definita capolavoro assoluto, dello scorcio sul mare/lago con annesso passaggio e balaustra...oppure del famoso distributore sulla via emilia...oppure di quella della strada che passa in mezzo agli alberi...oppure di una qualunque di quelle dei canali di irrigazione...

Grazie

avatarsupporter
inviato il 16 Agosto 2016 ore 19:08

F64 era polemica contro i pittorialisti precedenti, e Cartier-Bresson in polemica con le loro esasperazioni. E Ghirri, in fondo, arriva nel momento in cui i "salotti" si nutrono proprio dell'attimo fuggente di Cartier-Bresson e... c'è chi ha voglia di andare oltre, sempre un po' in polemica...


Questo eccellente documentario della BBC:
www.dailymotion.com/video/x1s6qjj_storia-della-fotografia-episodio-4-r
a partire da 12:42 si tratta di William Klein che, a 18:35, ribadisce la sua polemica con i fotografi francesi come Doisneau e Cartier-Bresson.
Più avanti, a partire da 22:02, si vede Joel Meyerowitz in azione sulla Fifth Avenue con una Leica analogica a telemetro. Racconta di quando, di ritorno a New York da Parigi, ha dovuto superare la teoria del "momento decisivo" di HCB che appunto aveva precedentemente adottato: "L'Europa di Cartier-Bresson aveva la dolce organizzazione delle strade, dei parchi e delle piazze parigine, quell'eleganza e quella dimensione. New York è un fermento di energia: i suoi grattacieli, l'acciaio, il vetro, il marmo... brilla ed è dinamica. Ma essendo tanto grande e dinamica le persone si incrociano in continuazione ed ognuno conosce il proprio spazio: possono passarsi accanto, a pochi centimetri di distanza, senza toccarsi. Ci avviciniamo gli uni agli altri. Mi piace l'idea di arrivare molto vicino a qualcuno e con un gesto o un movimento della testa dissuaderli dall'idea che io li stia fotografando; così pensano 'non è interessato a me' e mi ignorano".

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 19:09

Dunque chiedo di spiegare il significato profondo della foto da zentropa definita capolavoro assoluto, dello scorcio sul mare/lago con annesso passaggio e balaustra...oppure del famoso distributore sulla via emilia...oppure di quella della strada che passa in mezzo agli alberi...oppure di una qualunque di quelle dei canali di irrigazione...


Diciamo che qui ti ci vorrebbe la risposta di colui che hai citato. Sorriso


avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 19:13

Più avanti, a partire da 22:02, si vede Joel Meyerowitz in azione sulla Fifth Avenue con una Leica analogica a telemetro.


Beh, se non fosse stata analogica si sarebbero aperti chissà quali scenari...Sorriso

user14286
avatar
inviato il 16 Agosto 2016 ore 19:27

Diciamo che qui ti ci vorrebbe la risposta di colui che hai citato.

beh, ma a questo punto chiunque apprezzi ghirri dovrebbe essere in grado di rispondere...

avatarjunior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 19:47

Anch'io ho letto "lezioni di fotografia di Ghirri" incuriosito e motivato a capire la sua fotografia, e sono stato subito catturato dalla sua intelligenza e dal suo pensiero.
Ti rendi conto che alla fine siamo tutti pronti a giudicare i meri aspetti tecnici (nitidezza, colori ecc... e seghe mentali varie del 90% dei fotoamatori) ma trascuriamo spesso il messaggio che un fotografo vuole comunicare, ammesso che esso utilizzi la testa. Trascuriamo il concetto di fondo, la motivazione che ha spinto allo scatto.
Mi viene in mente un esempio che riporto a parole mie. Ammettiamo di osservare una foto scattata al mare stando sopra ad una barca, con l'orizzonte storto. Scommetto che ognuno di noi sarebbe pronto a bersagliare questa foto sulla sua deficienza compositiva (è storta!!!). Paragoniamola e confrontiamola, invece, con una stessa fotografia perfettamente a bolla. Come leggiamo le due foto? Che emozioni trasmettono?
La seconda trasmette "pace", equilibrio e tranquillità. La prima, quella brutta e storta, trasmette lo stato d'animo e la dinamicità a cui il fotografo era sottoposto (il movimento delle onde, il mare in tempesta ecc.). Nessuna delle due fotografie, se letta nel profondo e non solo superficialmente, nella realtà dei fatti è sbagliata.
La parola chiave è comunicazione.
Per comunicare serve il pre-scatto, il ragionamento e alla fine l'immagine e l'editing con eventuale creazione di un portfolio.
La fotografia comunicativa non è "megapixel", "sharp" ecc. Tutte queste sono caratteristiche importanti per altri generi fotografici, ma non per quello "ghirriano".
Non facciamo di tutta l'erba un fascio, ma cominciamo a catalogare le immagini e a giudicarle per il loro scopo ultimo, provando a leggerle ponendoci dapprima una importante domanda: perchè il fotografo ha fatto questo scatto?



avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 19:58

Veleno io credo bisogna rifarsi al periodo artistico dell'epoca, Ghirri ha una produzione variegata, ci sono immagini di mattonelle ecc.. che si rifanno indubbiamente a arte informale oppure scatti a cartelloni strappati che sono usati anche da artisti come Mimmo Rotella
Bisogna considerare che all'epoca c'era movimento del Nouveau realisme dove come concetto si ridava importanza a oggetti del vivere comune e del vivere quotidiano, vedi opere per esempio di Daniel Spoerri o altri.
Ghirri va inquadrato in quel filone secondo me o comunque riferimenti a artistici di quel periodo sono ben presenti nella sua produzione.
Partendo manifesto del Nouveau realisme cito:
l'appassionante avventura del reale colto in se, concretizzata dalla ripresa da elementi intimi ed evocativi tratte dalle immagini tratte dalla vita nelle città e dai nuovi problemi che la nascente società di masa pone in questi anni


in pratica si cerca un esperienza, un messaggio concentradosi su oggetti o cose comuni, molte delle opere artistiche poi in realtà contenevano messaggi di denuncia o critica, ma non è il caso di Ghirri che è più asettico, ricorda nell'epressività più i tedeschi dove fotografo evita di dare un giudizio ma riprende solo quello che ha di fronte nel modo più neutro possibile

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 20:07

Boh, se per apprezzare una foto bisogna studiare allora quella foto taglia fuori penso il 70% di chi le osserva. Comunque non credo che studiando avrei un'opinione diversa, se una cosa esteticamente non mi piace, non mi piace.
E comunque se su Google images scrivo franco fontana, mi escono delle gran foto di paesaggi con linee e colori in contrasto tra loro, una nuvola, un albero...
A me proprio non piacciono, così almeno non vi risentire per i termini.

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 20:09

ciò vale per la produzione di una marea di fotografi da jeff wall a cindy sherman a Thomas Ruff e Andreas Gursky dove si va oltre il semplice estetismo ma si fa una differente ricerca.
Poi ovviamente vale quello detto, una corrente artistica non deve ssere apprezzata per forza, ma a volte certe scelte sono motivate e sensate

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 20:16













Io non avrò studiato, però porca vacca....

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 20:17

Quindi?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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