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Peter Beste, Nattefrost dei Carpathian Forest, da "True Norwegian Black Metal" (2008)
Così scrive Beste:
"Negli ultimi due decenni, una subcultura musicale bizzarra e violenta chiamata black metal è emersa in Norvegia. Le sue radici derivano da una miscela inebriante di film horror, musica estrema heavy metal, il satanismo, mitologia pagana, e angoscia adolescenziale. Nella prima metà degli anni 90, i membri di questo undeground estremista commisero omicidio, bruciarono chiese in legno medievali e profanarono cimiteri. Quello che era iniziato come un delirio giovanile è venuto a simboleggiare l'inizio di una guerra contro il cristianesimo, un ritorno al culto delle antiche divinità nordiche, e il rifiuto totale della società. Ho passato sette anni a fotografare questa comunità isolata e segreta."
"In the last two decades a bizarre and violent musical subculture called black metal has emerged in Norway. Its roots stem from a heady blend of horror films, extreme heavy metal music, Satanism, pagan mythology, and adolescent angst. In the early-mid 1990's, members of this extremist underground committed murder, burned down medieval wooden churches, and desecrated graveyards. What started as a juvenile frenzy came to symbolize the start of a war against Christianity, a return to the worship of the ancient Norse gods, and the complete rejection of mainstream society. I spent seven years photographing this insulated and secretive community."
Personalmente non amo molto il pittorialismo (e di contro nemmeno la straight photography).
Detto questo, mi contraddico subito con questo scatto: Frank Eugene, Alfred Stieglitz, Heinrich Kuhn and Edward Steichen in ammirazione del lavoro di Frank Eugene - Frank Eugene (1907) (stampa al platino, 11x16,5cm)
Dato che ieri ero di fretta, oggi mi dilungo un po'.
Questa stampa al platino dal titolo decisamente autocelebrativo, fu scattata da Eugene con il cavo di scatto fatto passare sotto il tavolo (i potenti mezzi di una volta). Eugene usò una teNNica da incisione, graffiando il fondale con un ago. In altre occasioni, usava grafite, inchiostro, colori ad acqua o olio ... roba che la straight photography nasceva proprio come reazione a questo generi di lavori e per anni ce lo ha fatto a fette con questa fissa di non elaborare i negativi, la ripresa della realtà e altre minchiate che ancora se ne parla come fossero vere.
Polemiche a parte, la curiosità è che i 4 si riunirono per discutere degli aspetti teNNici dell'autocromia, un sistema brevettato dai fratelli Lumiere (proprio loro) per ottenere foto a colori su lastre di vetro (consiglio di leggere la pagina wikipedia sull'argomento). Nella foto i 4 stanno guardando dei lavori su carta di Eugene.
Tra le foto che Robert Freeman fece ai Beatles per le copertine di vari album, ho scelto di proporre quella di Rubber Soul. Per curiosità, qui si può vedere quella che pare essere la foto originale, per intero e non distorta: yerdoingreat.wordpress.com/2013/01/23/famous-rockroll-image-outtakes-v ).
“For the cover I wanted another angle of the group and an entirely different tonality - greens, browns and black, but with an almost monochrome look. The garden of John's house in Weybridge had the right elements - a high, dark green hedge and a grass knoll that sloped away steeply. This provided the background and the angle.
When we came to look at the slides, the white card they were being projected on tilted slightly, distorting the image. The Beatles liked this effect and I subsequently found a way of matching it by having the image tilted in the enlarger and copied onto a larger transparency.”
(Robert Freeman, The Beatles: A Private View )
“That was the kind of thing which we were all very into, that kind of random little exciting thing that would happen. The photographer was Bob Freeman, and he had taken pictures round at John's house in Weybridge. And we just had our new gear on, the polo necks, and we were doing straight mug shots, four of us all posing. And he came back in London, he was in someone's flat, and he was showing us a little carousel of slides, and he had a piece of cardboard stuck upon a little chair that was album cover size and he was projecting the photographs exactly onto it, 'cos you can imagine exactly how it would look then as an album cover. It was just kind of a good way to do it. We'd just chosen the photo, we said “That one looks good.” We all liked ourselves in one particular shot. And he was just winding up, when the card it was on just fell backwards a little bit and it elongated the photo and it stretched, and we went, “Oh, can we have that? Can you do it like that?” He said, “Yeah, I could print it like that”, so we thought, “Yeah, that's it… Rubber Soul!”
(Paul McCartney in The Beatles Anthology , Ep. 5. )
Immagine che non ha bisogno di presentazione, a mio umilissimo parere uno dei più bei ritratti in assoluto.
La Lange fu un esempio bellissimo di straight photography e in fondo per il genere di lavoro che dovette svolgere per la Farm Security Administration il suo stile documentaristico si sposava alla perfezione.
Nota curiosa, alla versione della foto che più conosciamo è stato tolto il dito di un terzo bambino che nell'immagine non si vede. Per vedere l'immagine originale ecco il link alla libreria del congresso, cercate in basso a destra, vedrete un pollicione: loc.gov/pictures/resource/ppmsca.23845/
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