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Dieci minuti con Berengo Gardin







user62173
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inviato il 09 Agosto 2015 ore 11:38

A me spiace che proprio GBG abbia una posizione così radicale nei confronti della Fotografia Digitale....il resto va valutato attentamente.

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2015 ore 12:35

Penso che Luca pensasse ad un significato che va oltre il senso letterale delle sue parole: un semplice modo di dire, forse anche un po' ironico.


Grazie Jeronim, credo che in questo forum si possano contare sulle dita di una mano, quelli che fanno colazione a pane e ironia. @ Leoconte, per i poveri ragazzi non ti preoccupare che l'ironia la capiscono, sono gli adulti che mi inquietano.
Di noia muore chi non ha idee nella testa, quelli a cui serve solo per separare le orecchie; se vuoi continuare, come diceva Moretti in un suo famoso film, continuiamo a farci male :)

Ciao ragazzi, non intervengo più.

Luca

user62173
avatar
inviato il 09 Agosto 2015 ore 13:36

Certo fa pensare..
parlare di rappresentazione della realtà cosi come la si vede..e scattare solo in bianco e nero.
Ecco perché prenderei con le pinze anche l'eccessiva chiusura nei confronti del digitale..
con GBG si ha la sensazione che non sia mai riuscito ad uscire da un recinto di indottrinamento che ne ha formato la personalità fotografica.
Peccato.

user46920
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inviato il 09 Agosto 2015 ore 13:42

Interessante anche quella a patto di riuscire a leggerla andando oltre la diatriba

certo, ma quello è solo un piccolo aspetto che in questo topic non c'entra (non l'ho linkato qui per quello), mentre avevo notato altri punti più o meno interessanti, tra cui quello che riguarda la sua "Arte" e il suo viverla o il non viverla in un modo "comune" ... forse.

... è comunque sempre molto interessante ascoltare anche le parole e le idee direttamente dall'autore, magari spiega e racconta quelche aneddoto di una o due opere, ecc ...
Ad esempio, mi piace molto la musica e le parole delle "opere" di Paolo Conte ed interpreto come fanno tutti i vari significati, ma quando è lui che ne parla direttamente, lo trovo molto interessante.

user39791
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inviato il 09 Agosto 2015 ore 13:46

Non sono un artista, io documento - credo che sia il sunto della fotografia di reportage o street che dir si voglia. Un archivista non un artista. Stupendo! Parole che seppelliscono montagne di letame pseudo-artistico. Amo questo uomo!

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2015 ore 14:22

Siamo OT, ma il rifiuto del digitale (oggettivamente un "limite" del Maestro) credo sia legato in buona parte proprio al concetto della foto "pensata".

Mi ricordo un'intervista di GBG in cui criticava la pubblicità della Canon che diceva: "Non pensare, scatta".

Chi continua con la pellicola e con le canoniche 36 pose, è decisamente obbligato a "pensare" prima di "scattare".

C'è poi, per GBG, il "problema" dell'uso di PS.

Anche Alex Majoli in un'intervista dice che "scattare in RAW significa scattare due volte", e che pure lui preferisce ottenere un risultato quasi definitivo allo scatto (e quindi presumo che vada di JPEG, modificandone i parametri prima).

Stesso concetto che ho sentito più volte da Trevisani (anche lui scatta in JPEG e si "prepara" prima lo scatto).

Sono ovviamente opinioni discutibili, ma è interessante considerarle specie quando vengono da grandi autori o grandi professionisti.

user20639
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inviato il 09 Agosto 2015 ore 14:22

Sicuramente, Gardin, prima di essere tutto il resto, è una persona. Rendersi conto di questo, provoca uno stato di consapevolezza: pragmatica e basilare del proprio io interiore.
Uno stato in cui si vedono i propri confini, la propria limitatezza, la fortuna, i contatti giusti, ma può bastare questo per essere molto felici.
Naturalmente, qualche attaccamento per le tradizioni, sono sempre legate ai bei anni del vissuto giovanile, in questo caso possono allontanarci lo spirito dell'innovazione. Sorriso

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2015 ore 15:39

Leggo, assorbo, ammiro, "imparo"... grazie Caterina, grazie Franco Leo e tutti...

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2015 ore 16:15

Mah, ragazzi, io passerei oltre un'indagine velleitaria sulla personalità del Maestro. A qualcuno sarà simpatico, ad altri no, credo non sia così importante. Alla fine conta l'opera che, quando portatrice di alti valori espressivi, si distacca dal suo stesso autore e vive di vita propria.
Non penso affatto poi che la fotografia di reportage o la street siano mera documentazione. Nella fotografia della grande tradizione, da HCB a Frank e tanti altri compreso GBG, io ci trovo molta poesia e quindi molto profumo d'arte. Un profumo solo per olfatti fini, naturalmente;-).

user20639
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inviato il 09 Agosto 2015 ore 16:47

Vi racconto una storia di un ragazzo di 15/16 anni.
Quando questo ragazzo, raramente si portava la macchina fotografica, all'istituto d'arte, specie a fine anno per cercare di rintracciare qualche proprio lavoro e poterlo documentare, incontrava qualche professore che gli chiedeva, ma cosa fai?
La risposta del ragazzo era: dovrei fare una bella, (una) fotografia bella, ai miei lavori, per farli vedere agli amici e a casa....
Il professore, che oltre insegnare plastica e decorazione, era un esperto di fotografia, si inorridiva della parola BELLA.
Rimproverò, al ragazzo, ma come, tu vuoi fare una bella fotografia? Se mai, accontentati di farla buona, che sia visibile il tuo lavoro, che sia descritto.
Le belle fotografie sono rare, e non sono quelle che descrivono, ma quelle che hanno senso.
Da quel momento, mi sono accontentato di fare delle buone fotografie, però cercando di fare bei lavori.

Mentre adesso, sono un pò confuso, una fotografia bella non è più bella, perchè comune e spettacolare, ma una fotografia bella deve essere buona, buona dovrebbe essere bella per la sua rarità di pensiero e per il suo racconto. Insomma, le parole si confondono, hanno dei sottintesi contrari....che fare?

Vedete, quanto è facile creare dei malintesi, se non diamo il senso giusto alle parole.MrGreenMrGreenMrGreen
Come cambia il senso a distanza di 40 anni, infatti, anche fra amici, mai si diceva voglio fare una bella fotografia, sarebbe stato il massimo della presunzione......Si diceva, cerco una buona foto....Sorriso

user39791
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inviato il 09 Agosto 2015 ore 17:30

La foto di reportage è documentazione, anche documentando si può fare arte. Alcuni ci riescono. E' la ricerca dell'arte fine a se stessa quella che produce montagne di letame fotografico. Quando va da Ugo Mulas e gli dice: belle le tue foto, Mulas lo riprende piccato dicendo le mie foto sono buone non belle. Nulla vieta ad una foto buona di essere bella, ma una foto povera di significato anche se bella non può essere buona. L'arte è fatica, sudore. Incazzatura con se stessi e con il mondo, perchè solo così viene fuori l'essenza del fotografo e quindi l'arte, se dentro di lui l'arte c'è. E' un prodotto spontaneo l'arte, non è riproducibile a comando. Si può educare, coltivare. Impiantare no. Viva i documentatori. Se sono documentari baciati dal fuoco sacro dell'arte doppio, triplo,............ evviva.

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2015 ore 17:48

Quoto Franco sul carattere di GBG.

E quando GBG dice di non essere un artista ma un documentarista, intende dire che fotografa la realtà e la vita senza intervenire sulla scena, come invece può fare a piacimento un fotografo sul set o in studio.

Che poi questa sua definizione di "archivista" sia limitativa rispetto al valore dei suoi scatti, penso che si possa essere tutti d'accordo: ma è lui stesso a definirsi così, forse per le ragioni che sottolineava Caterina.


user46920
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inviato il 09 Agosto 2015 ore 17:57

Non sono un artista, io documento - credo che sia il sunto della fotografia di reportage o street che dir si voglia. Un archivista non un artista. Stupendo! Parole che seppelliscono montagne di letame pseudo-artistico. Amo questo uomo!

Filiberto, sono con te al 100% :-P ... però riesco a condividere anche il pensiero di Jeronim:
Lui non vuole essere chiamato artista, ma io penso, viceversa, che lo sia a pieno titolo anche se crede alla sola fotografia di documentazione.
e visto che stiamo commentando le parole di Gardin, aggiungo che quel "credere alla sola fotografia di documentazione" e quel "credere alle sole pellicole", "alla vera fotografia", ecc ... trovano un filo conduttore comune, propriamente con la natura genetica della fotografia (come ha anche accennato) e mi sembra che si possa riassumere con il concetto: solo la vera fotografia è sempre e solo un documento; anche se poi diventa materia prima per i musei di arte più o meno moderna. Quindi è possibile poi chiamarla e considerarla Arte (di un fotografo) ... ma che sia "vera fotografia" e non pasticci al computer mescolati con grafica e pittura digitale.

Questo secondo me è il succo del pensiero di Gardin, la fotografia prima di tutto !!! ... bella o buona, ma fotografia !!!
poi posso anche sbagliarmi, ma siamo qui appunto per discuterne ;-)

user46920
avatar
inviato il 09 Agosto 2015 ore 18:10

Spero di non fare un torto a Marchese75 postando come esempio una sua foto:



The Invisible Man
nel passaggio sopra quando dico ... ma che sia "vera fotografia" e non pasticci al computer mescolati con grafica e pittura digitale ... intendo anche questo: la stessa foto potrebbe essere fatta in 4 secondi con uno slider di un software di grafica digitale ... ma avrebbe perso la facoltà di essere una fotografia, o almeno una "vera fotografia" come invece è !!!

secondo me il rapporto (che condivido) di Gardin con la fotografia e l'arte è semplicemente questo e anche come dice Preben
E quando GBG dice di non essere un artista ma un documentarista, intende dire che fotografa la realtà e la vita senza intervenire sulla scena, come invece può fare a piacimento un fotografo sul set o in studio.

avatarsupporter
inviato il 09 Agosto 2015 ore 18:20

Che poi questa sua definizione di "archivista" sia limitativa rispetto al valore dei suoi scatti, penso che si possa essere tutti d'accordo: ma è lui stesso a definirsi così, forse per le ragioni che sottolineava Caterina.


Si probabilmente è come dice Caterina, che il carattere dei Liguri ovviamente lo conosce bene:

La cultura Ligure non ama gli sbruffoni, uno dei timori maggiori per un Ligure è di passare per tale, Gardin sa di aver fatto qualcosa di grande e di essere un artista ma semplicemente fa fatica ad ammetterlo in pubblico.


Poi dobbiamo considerare che forse per quelli della generazione di GBG era ancora in vita la distinzione tra arti maggiori e minori, che potremmo far risalire a Leon Battista Alberti (nel medioevo questa distinzione non esisteva) e sancita un secolo dopo nelle "Vite" del Vasari (in realtà il processo è stato molto più complesso, ma semplifico).
In base a questa concezione, tra quelle figurative solo la pittura, la scultura e l'architettura potrebbero ambire allo statuto di Arte (con la maiuscola); mentre ebanisteria, oreficeria, sartoria e, da quando è stata inventata, la stessa fotografia non possono andar oltre il rango di artigianato.
Questo paradigma io lo reputo assolutamente superato, ma era ancora ancora operativo (ovviamente con tutte le mutazioni dovute al mutare delle epoche e delle concezioni estetiche) fino a ieri l'altro, e ho l'impressione che un signore nato nel 1930 ne sia stato in qualche modo influenzato.
Forse ha pensato: "De Chirico e Giacometti sono Artisti, io come fotografo posso aspirare ad essere un bravo artigiano - magari uno dei migliori - e devo impegnarmi a fondo per diventarlo". Se questa è stata veramente l'impostazione del suo pensiero e del suo lavoro, direi che le conseguenze sono state più che positive.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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