| inviato il 20 Marzo 2015 ore 11:44
Se parliamo di ridurre al minimo gli interventi di post produzione mi trovate perfettamente d'accordo: non dico che lo scatto debba già uscire perfetto dalla macchina, ma il più simile possibile a quello finale. La postproduzione è una bella cosa, ma se ci si fa troppo affidamento si rischia di tralasciare la parte più importante di tutto il lavoro, che è la ripresa, con la scusa "tanto poi la correggo in photoshop". Per questo motivo io dico sì a tutto ciò che in fase di ripresa ti consente di "correggere" i difetti: - Filtri ND di varie densità per allungare i tempi di esposizione o per far rientrare la foto nei limiti consentiti dalla macchina - Filtri GND per compensare eccessive differenze di luminosità tra aree diverse dell'inquadratura. A ben guardare le esposizioni multiple servono a fare in post ciò che si potrebbe già ottenere in ripresa, quindi potrei essere più propenso ad escludere la seconda tecnica piuttosto che il filtro. - Polarizzatore In fase di post produzione ammetterei solo (che poi è quello che richiedono in concorsi tipo il wildlife photographer of the year): - Bilanciamento del bianco - Bilanciamento di luci ed ombre (con o senza maschere) - Eliminazione di macchie (il classico sporco del sensore sul cielo) - Maschera di contrasto - Crop limitato. Ovviamente gli interventi devono essere migliorativi, ma senza stravolgere completamente lo scatto originale. Vietati assolutamente: - HDR - Composizione di scatti diversi (a parte quel che si è detto sul GND che, per la cronaca, concorsi internazionali vietano espressamente) - Copia/incolla da scatti diversi - Rimozione di oggetti di disturbo Può andare? |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 11:51
Stefano affidarsi al giudizio di un singolo non mi una buona scelta su un tema così complesso, sia per le molte variabili che per il carico di lavoro che comporterebbe, il funzionamento d'iniziative del genere è strettamente legato al dare una serie di regole semplificando il più possibile e al buon senso dei partecipanti anche nel limitare l'uso dell'hashtag.. metterlo su mille foto al giorno è come metterlo su nessuna..mi raccomando su questo punto forse è quello fondamentale |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 11:57
Mi associo al thread da estraneo al paesaggio, che non so fare affatto, e conoscere meglio il quale non potrebbe che arricchirmi. Mie riflessioni. In un primo momento mi è venuto in mente che se partisse Caterina con lo stendere una bozza compiuta di cosa è ammesso, al limite potrebbe successivamente concedere le deroghe sulle possibilità di regolazione che non ha contemplato ma che, in linea di principio, non le sembrano contrarie alla sua idea di "naturale". Per quello che capisco io (e potrebbe essere troppo poco...) credo che regole più conservative di quelle che stabilirebbe lei siano al limite del rinunciatario. In verità poi, pensandoci bene, mi è venuto in mente che proprio stabilire il paletto più basso contribuisce a definire livelli di stile diversi. Forse più conservativo di Caterina è Paco68. Magari a qualcuno potrebbe sembrare più rinunciatario ma a qualcun'altro più naturale (scusate i termini: non sono esatti ma solo suggestivi)... Rispetto all'idea che ne ho io, una PP fatta p. es. da Caterina sulle foto di AndreaPaco non potrebbe snaturarle e potrebbe forse renderle un po' più... di impatto. Ma ne modificherebbe certamente il "clima espressivo". Già nell'osservare la resa finale di alcune foto fatte da lui ed altre risviluppate da Ulysseita in un topic in cui quest'ultimo chiedeva RAW di qualità su Olympus per farsi un'idea precisa, la cosa mi è apparsa evidente. Di conseguenza mi è venuto in mente che si dovrebbe considerare che la PP sia qualcosa che in realtà è già "previsualizzato" dal fotografo in fase di scatto: e se fosse così, allora, la mia ipotesi di PP fatta da altri potrebbe addirittura sembrare scurrile. Alla fine questo topic potrebbe indurre i partecipanti a modificare il proprio stile in direzione di un qualche modello. Oppure a far emergere modelli diversi che abbiano qualità di individuazione tali da rendersi alternativi. Paolo |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 11:59
Può andare? Aggiungerei correzione lente,e soppressione rumore( nei limiti) e come detto interventi su luminosità e contrasto anche qui fatti con senso, il crop lo lascerei libero, non influisce sulla fedeltà dell'immagine solo sulla qualità e parlando di paesaggi non ci ci sono le problematiche che possono venire fuori con animali e macro. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 12:06
Caterina scusami se dico una cosa sbagliata ma visto che dite che nei concorsi internazionali di foto di paesaggio esiste un regolamento preciso la cosa piu semplice non e adottare quello ? Ciao a tutti. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 12:08
“ In fase di post produzione ammetterei solo (che poi è quello che richiedono in concorsi tipo il wildlife photographer of the year): - Bilanciamento del bianco - Bilanciamento di luci ed ombre (con o senza maschere) - Eliminazione di macchie (il classico sporco del sensore sul cielo) - Maschera di contrasto - Crop limitato. „ Se per crop si intende il ritaglio sono d'accordo con Caterina. Poi come si fa eventualmente a stabilire quale è il limite? Non solo, se mi trovo davanti ad un bel tramonto e ho la sfortuna di avere in quel momento un'ottica con un angolo di campo troppo ampio, cosa che non è così rara, la foto non mi pare che con il ritaglio acquisti chissà quali vantaggi, anzi l'autore partirebbe già svantaggiato proprio perché se la messa a fuoco non è perfetta, se la foto non è stata scattata con un tempo sufficientemente veloce, il paesaggio è sicuramente più soggetto a manifestare eventuali problemi di sfocatura e micromosso, quindi come si direbbe nell'ippica: parte già con l'handicap. Escludere la foto equivarrebbe a assegnare un rigore con espulsione del portiere |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 12:16
“ Di conseguenza mi è venuto in mente che si dovrebbe considerare che la PP sia qualcosa che in realtà è già "previsualizzato" dal fotografo in fase di scatto „ Questa è da sempre la mia posizione sulla post Paolo, ed è la linea che continuerò a seguire nel lavorare le mie immagini. Però nel web ultimamente c'è un dilagare di visioni postvisualizzate spesso senza un senso, che unendosi a quelle previsualizzate in modo interpretativo creano una vastità d'immagini che conservano a torto o a ragione poco dell'aspetto del luogo ritratto. Sempre più frequentemente questo fatto viene letto negativamente da una parti di utenti del forum. Questa iniziativa vuole offrire uno sbocco a chi vuol vedere e mostrare immagini che conservino gran parte dell'atmosfera originaria, e si propone di farlo analizzando il flusso di postproduzione in modo di arrivare allo scopo. Questo potrebbe sicuramente influire sul modo di postprodurre dei partecipanti, anzi è auspicabili che lo faccia, ma una volta capito come lavorare ottimizzando le potenzialità del raw senza cadere in eccessi, sarà anche più facile in seguito una volta acquisito uno stile personale che comporta previsualizzazioni più impegnative tradurle in immagini, insomma può essere un punto d'arrivo, ma spero anche di partenza per una gestione più consapevole dell'immagine. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 12:20
Andrea di regolamenti ce ne sono diversi e recentemente uno dei più restrittivi è stato aggirato in un modo clamoroso |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 12:33
Caterina potresti editare il post iniziale con le regole finora stablite in modo da fare piú chiarezza? Io sono a favore dei filtri sul campo é una tecnica fotografica che non ha niente di PP. Agiungerei anche il filtro graduato su Lightroom o CR a patto che sia neutro e che regoli solo l'esposizione per chi non ha GND. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 12:37
Segue, mi piace assai questo "progetto" |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 12:57
il crop sì, ma con moderazione... massimo 30% di crop (calcolo sull'area) tanto per fissare un valore, visto che è uno dei pochi parametri su cui si possono dare numeri oggettivi? |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 13:26
Aspettiamo ancora qualche passaggio, stasera proviamo a tirare le somme |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 13:37
Apprezzo molto l'idea di mischiare il classico con il moderno ma trovare dei punti in comune a quanto sembra è difficile Se valgono i filtri gnd allora devono valere le somme di più scatti in post. Così come dovrebbero valere le somme di più scatti per aumentare la profondità di campo. Io credo che l'idea di "al naturale" nel 2015 non possa prescindere dalla tecnologia moderna ma dovrebbe servire per evitare effetti troppo marcati di postproduzione. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 13:46
“ Se valgono i filtri gnd allora devono valere le somme di più scatti in post. „ mi pare si fosse detto che erano consentite esposizioni mmltiple a patto di essere fuse a mano..sbaglio? Wazer c'é anche da considerare che non tutti hanno macchine con gamme dinamiche e recuperi tali da permettere sempre una singola esposizione. Al massimo si potrebbero limitare le esposizioni a due scatti cielo/primo piano. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 13:52
Concordo, sono sempre più dell'idea di postare i/lo screenshoot del raw e il jpeg sviluppato, senza troppi paletti lasciando al fotografo l'incombenza di cercare di avvicinarsi alla situazione il più possibile, usando i mezzi che vuole. Anche perchè non è che il raw riguardo a colori e luminosità sia la verità. Lascio un illuminante articolo di Smargiassi ">smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/03/20/magritte-e-il-t |
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