| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 14:52
Raffa, ho letto l'intervista, ma mi trovo d'accordo solo fino ad un certo punto: è vero che il lavoro di una persona può avere un contenuto anche senza che quella persona se ne renda conto, ma una volta che questo venga riconosciuto, l'autore sarà chiamato ad averne coscienza, anche per i suoi lavori futuri; questa è la prima considerazione. La seconda considerazione riguarda le responsabilità (nei confronti del pubblico) di chi decreta che quella produzione, o quella di chiunque altro, sia Arte: responsabilità nel definire perché lo sia e nel fornire le chiavi di lettura, o quantomeno nell'indirizzare il pubblico su come e dove cercarle; insomma, chi scopre un autore ha il dovere morale di farci capire perché quell'autore sia da considerare un artista. Anche Smargiassi, sia pure partendo da un'altra prospettiva, tocca questo argomento, ossia la responsabilità di critici e curatori museali: smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/02/11/non-ti-capisco- |
user36049 | inviato il 23 Febbraio 2015 ore 15:59
Ciao a tutti. Prendo spunto dall'esempio di 66mosse per far emergere una cosa molto importante. Puccini non è mercato consumer. Per quanto faccia schifo anche il solo pensarlo anche la Gioconda non è mercato consumer. Il Louvre non è mercato consumer, Gardaland è mercato consumer. Vogue e Cosmopolitan sono mercato consumer. Quindi che tipo di arte o contenuti possiamo trovare nel mercato consumer? Sono differenti? Non è forse un'arte anche quella di produrre qualcosa, di materiale o meno, che sia appetibile per la maggioranza delle persone? Dico proprio prevedere cosa piacerà... o veicolare i desideri... E poi, visto la fine che fanno questi grandi artisti non è che forse, alla fine, questa cosa chiamata "arte", porti pure un po' rogna... Alè! |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 16:31
Mircodemo, la cosa che mi fa "drizzare le recchie" è quando il mercato consumer arriva (o dice di arrivare, come sottolinea Matteo) ad eguagliare e superare i prezzi delle opere d'Arte. Almeno, fino a qualche decennio fa, chi al posto di un Monet voleva appendersi in casa un Teomondo Scrofalo lo pagava quattro lire |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 16:43
Saluto tutti e provo ad inserirmi: l'arte è prodotta da artisti ed è naturale parlate di loro. Sono persone che usano il proprio talento per produrre e comunicare qualcosa di nuovo e di originale, rischiando di esser sempre messi al margine, non compresi. Sostanzialmente inseguono un mito, impiegando talento ( che tutti abbiamo), competenze molto sviluppate e sopratutto tenacia. Col rischio di non approdare a nulla |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 16:48
“ impiegando talento ( che tutti abbiamo) „ Non è vero che tutti abbiamo talento. |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 17:26
“ Almeno, fino a qualche decennio fa, chi al posto di un Monet voleva appendersi in casa un Teomondo Scrofalo lo pagava quattro lire „ Perché chi è che oggi paga un teomondo scrofalo più di 4 lire ? |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 17:36
Ovviamente la battuta su Teomondo Scrofalo ingigantiva la cosa, però mi pare che ci sia molto materiale "consumer" abbondantemente sopravvalutato, o forse molto più materiale interessante abbondantemente sottovalutato, ormai è difficile capire come funziona il mercato. |
user36049 | inviato il 23 Febbraio 2015 ore 17:59
Daniele pensa al costo del biglietto per gli uffizi e per una qualsiasi discoteca :D Sinceramente non frega niente a nessuno se il mercato consumer avrà prezzi folli, chi fa arte per i soldi? Se si cerca il guadagno si cerca l'approvazione degli altri si entra nel mercato consumer, quello che paga... Io sono contentissimo perché viviamo in un periodo in cui l'arte è veramente alla portata di tutti !!! Pensa a quanti non hanno potuto negli anni passati godere di certe opere perché rinchiuse in camera da letto o salotto di qualcuno, stanze inavvicinabili per molti !!! Pensa a internet che ti permette di conoscere lavori di persone lontane da te, o magari a fianco a te, che lavorano in garage e non le conosci perché sono fuori dal SOLITO giro... Penso che da consumatori, ricercatori di arti varie viviamo nel periodo storico più interessante, più fortunato... Da produttori, finché ragioniamo a "schei" non andremo molto lontano :D |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 18:14
Mircodemo, il problema non è il costo in sé (e comunque andare per Musei oggi non costa proporzionalmente meno di trenta anni fa), ma il fatto che la deriva del mercato è indice prima di tutto di un calo del livello medio della cultura della gente; cosa che vale non soltanto per l'Arte. Per farti un esempio, io lavoro in un Museo di Scienze Naturali e quello che vedo è sconcertante: la generazione dei miei genitori (gli ottantenni di oggi) frequentava i musei per lo più per cercare di imparare qualcosa (provengo da una famiglia operaia e mio padre aveva appena la licenza elementare), oggi si cerca quasi esclusivamente la spettacolarizzazione della scienza e, purtroppo, questo è esattamente l'unica cosa che sempre più spesso viene data alla gente. Quando i Musei entreranno definitivamente in competizione con Gardaland, chi perderà la partita? Il rilassamento con cui le masse stanno affrontando questo "periodo storico più fortunato" mi crea un po' di sconcerto. |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 18:25
Il mercato funziona come sempre. Non penso che nessuno comprerebbe una mia foto per 2000 euro se non avessi anni di critica alle spalle che dolente o nolente parla di me. quante persone che da un anno fotografano ed hanno la pagina FB con scritto palesemente ARTISTA. (non si tacciano più nemmeno per photographer c a z z o !! ora son A R T I S T I !) Ovviamente la cosa sfiora il ridicolo perché l'unica cosa che possono fare è regalare la roba per il semplice motivo che nessun ebete comprerebbe certa roba a meno che non gliela regali. |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 19:14
Callisto, sono proprio le cose sul tipo di quell'ARTISTA di cui tanti, troppi, si autofregiano senza alcun ritegno che mi lasciano sconcertato. Purtroppo ho l'impressione che molti riescano perfino a ricavarsi un proprio "orticello" pur non avendone i mezzi espressivi adeguati. Io non ne risento professionalmente dal momento che non faccio foto per venderle, ma mi lascia perplesso il fatto che sembra scomparso qualsiasi freno alla sfacciataggine, ma ancora di più il fatto che se queste cose possono accadere è perché evidentemente la gente ci crede; ossia, crede nel fatto che qualunque cosa possa essere arte purché lo affermi l'autore. Poi magari quelle "opere" alla gente nemmeno piacciono, ma è il concetto in sé che è sbagliato; nell'era di Internet ogni concetto viene ingigantito, ed è proprio questo aumento di "volume" che finisce per conferirgli quell'autenticità che non gli spetterebbe (la Rete crea la "pubblica opinione" e in questo momento non ha "filtri" adeguati; in fondo, se la cosa finisce in Rete, vuol dire che è vera!?!). |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 21:57
Si concordo, però il caso preciso di Peter lik, penso sia quasi doveroso parlare di t*fa o sopratutto di speculazione. Erano usciti dei articoli sulla mancanza di chiarezza in questa transazione. E poi voglio dire, fa strano... Gursky con rehin II aveva fatto qualcosa di affascinante a mio vedere, conoscendo soprattutto il background e la sua visione. Ma lik? Per una foto che è tra gli stereotipi più stereotipati della fotografia? Strano... |
| inviato il 24 Febbraio 2015 ore 0:39
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