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AI? Definiamo cos'è l'intelligenza


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avatarjunior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 15:43

sapere.virgilio.it/scuola/mondo-scuola/allarme-del-nobel-parisi-cosi-h

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 18:01

Dal link sull'allarme lanciato da Parisi
Inoltre, ha aggiunto, “la competenza dell'Intelligenza artificiale è solo linguistica. Non possiede una rappresentazione del mondo... Non saprebbe però tornare sulla strada giusta dopo una deviazione, perché non ha una mappa del mondo esterno”.

E in effetti, a meno che l'uomo non sia così irresponsabile da crearsi il problema dei "lavori in pelle" del film "Blade Runner", il mondo dell'AI rimane un mondo virtuale, persino se utilizzata in soluzioni robotiche che siano programmate per realizzare compiti ben definiti e settoriali.

avatarjunior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 18:18


avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 18:21

Faccio un esempio: nel gioco degli scacchi, la capacità umana di raffigurarsi tutte le possibili conseguenze di una certa mossa è, ovviamente limitata alle successive X mosse e X è un numero limitato anche per i campioni. Immaginiamo un software in grado di prevedere e valutare queste conseguenze per un numero di mosse molto più alto, diciamo 10X. Se questo software fosse anche in grado di esprimersi in un linguaggio naturale (in russo, per esempio) per illustrare le conoscenze che gli vengono da questa sua capacità di previsione potrebbe esprimere delle valutazioni di ordine generale formulando enunciati che risulterebbero del tutto incomprensibili anche al migliore degli scacchisti.
Immagino che questo possa accadere anche in altri ambiti.

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 18:34

questa sua capacità di previsione potrebbe esprimere delle valutazioni di ordine generale formulando enunciati che risulterebbero del tutto incomprensibili anche al migliore degli scacchisti.

Più che incomprensibili, risulterebbero improbabili, ma alla prima apllicazione il dubbio sparirebbe.

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 18:38

Più che incomprensibili, risulterebbero improbabili, ma alla prima apllicazione il dubbio sparirebbe.


Eh, certo, se parliamo di scacchi si può sempre giocare una certa mossa e poi vedere come va la partitita. Ma se invece si trattasse di eventi climatici, o geopolitici futuri? Come si fa a controllare? Ed ecco opinioni umane e intelligenza artificiale che si muovono su due livelli diversi senza molte possibilità di comunicazione.

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 22:04

Ma se invece si trattasse di eventi climatici, o geopolitici futuri?

Il problema rimarrebbe il medesimo sia per la mente umana che per l'AI; non a caso sei dovuto ricorrere a citare settori in cui non è possibile fare previsioni a medio-lungo termine per via della "Legge del caos", quella descritta proprio dai meteorologi, per cui non è possibile effettuare previsioni in merito ad eventi governati da tre o più variabili indipendenti.
In altre parole, anche la paventata ASI dovrebbe fornire "modelli matematici" per ciò che sostiene; questo significa che tali modelli sarebbero comunque comprensibili da matematici e fisici teorici, appunto, mentre i problemi insolvibili dalla mente umana, per via delle Leggi della fisica (vedi appunto la Legge del caos), rimarrebbero insolvibili anche per l'ASI.
Magari potrebbe arrivare più velocemente dell'attuale AI a formulare ipotesi corrette nelle situazioni effettivamente prevedibili, ma questa è un'altra cosa.
Direi che paventare un'AI "superumana" dal punto di vista della comprensibilità dei suoi enunciati è la solita sparata dei media alla W. R. Hearst & J. Pulitzer.

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 22:07

Siamo solo agli inizi, staremo a vedere ...

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2025 ore 22:36

L'ai elabora solo delle cifre nulla di più è come se avesse un solo senso che non serve a nulla per la sopravvivenza che è il fine principale di una cosiddetta "intelligenza" .

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2025 ore 0:35

Per fortuna non so giocare a scacchi ...
Sorry

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2025 ore 0:47

L'AI non ha una cosa fondamentale: la creatività, l'immaginazione e la visione umana.
Nel campo delle arti, come ad esempio la musica, non potrà (spero mai) immmaginare dal nulla un brano.
Sicuramente se tu gli dai tutte le istruzioni giuste (stile musicale, tonalità maggiore o minore, tempo, velocità del tempo, ecc.) potrà creare un brano imitando anche un compositore che tu gli indichi ma non potrà mai dal nulla creare i suoni della primavera di Vivaldi.
Perchè Vivaldi, quando componeva, chiudeva gli occhi per "vedere" i suoni della primavera che erano attorno a lui e ispirarsi a quelli dandone poi forma musicale e strumentale.

Perchè un artista quando crea un opera musicale, pittorica, poetica, la vede o la sente ancor prima di stenderla.
Del resto gente come Mozart o Beethoven la composizione ce l'avevano già tutta in testa ancor prima di scriverla sulla partitura. Non avevano neanche bisogno di provarla allo strumento. Beethoven da una certa età in poi era sordo.

Forse ho detto una mezza stupidata, quindi lascio a Miopiartistica la correzione eventuale.


avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2025 ore 11:49

Beh, per il momento abbiamo software che fa arrangiamenti, e non solo, inserisce anche degli assoli nello stile delle improvvisazioni. Da lì a comporre musica il passo è breve. Costruire formalmente in modo corretto la musica è tranquillamente alla portata di un computer. Restano aperte due faccende, e non so se l'IA ci arriverà:
1) Molti compositori hanno infranto le regole scolastiche del loro tempo, quelle che permettevano a qualunque musicista, con un po' di studio, di costruire della musica formalmente corretta anche se non era dotato di un grande talento per la composizione. Molti grandi invece hanno infranto e/o rimaneggiato le regole scolastiche ovviamente non a casaccio ma pensando a delle loro esigenze e in pratica hanno ricodificato le regole della composizione. Ce la può fare l'IA? Forse sì ma forse no (per ora) perchè c'è l'altra difficoltà:
2) Premesso che un software può benissimo comporre della buona musica, buona nel senso di ben scritta, e che può tranquillamente generare decine di varianti della stessa frase musicale o della stessa armonizzazione, gli sarà possibile scegliere, tra queste varianti, quella che davvero vale di più?
Tralascerei un attimo la questione della divina ispirazione degli artisti, e starei di più coi piedi per terra: spesso i grandi compositori scrivevano diverse versioni della stessa opera, perchè cercavano le soluzioni migliori anche quando quelle che avevano già provato erano più che decorose: come facevano a scegliere le varianti migliori? In questo la conoscenza della teoria della composizione non aiuta molto. Quando ascoltiamo l'Inno alla Gioia ci pare che il tema sia di una meravigliosa spontaneità. Però pare che Beethoven prima di arrivare alla stesura definitiva ne abbia pensate parecchie varianti, quindi "meravigliosa spontaneità" un par di ciufoli... grande lavoro condotto in modo geniale, piuttosto. Che poi i compositori questo lavorio lo facessero prendendo appunti o tenessero tutto nella loro testa cambia poco, il punto è che se davate da scrivere delle Variazioni su un Tema a un buon musicista quello vi consegnava una musica decorosa, se le scriveva Bach era un capolavoro. Cosa c'era nel cervello di Bach di diverso da quello di un Pinco Pallino Musico Qualunque? Credo che ancora non lo sappiamo bene.
Il punto non è la creatività, quella si può anche emulare: essere creativi significa spesso semplicemente mettere insieme i pezzi di qualcosa in un modo diverso dal solito. Il punto è indirizzare la creatività verso forme ed espressioni che facciano progredire l'esperienza umana, e questo non credo che abbiamo ancora capito come succeda. Però succede.

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2025 ore 12:23




avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2025 ore 12:34

L'AI è incosciente se fa qualcosa di diverso dalla sua programmazione è stato uno sbaglio sempre nostro comunque.


avatarsenior
inviato il 27 Marzo 2025 ore 18:19

www.wired.it/article/la-settimana-enigmistica-direttore-alessandro-bar

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