| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 21:15
Dovresti vedere le foto che erano scattate con la 5DsR che aveva gia' 50 megpixel. Credo che non avrai problemi sulla R5. Comunque e' un obiettivo un po' pesante e leggermente sbilanciato, ma la qualita' e' elevata. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 21:58
Infatti, le 50 focali di distanza le ho sempre lette associate alla distanza standard per i test; l'ottimizzazione di obiettivi normali si legge spesso che sia ad infinito, mentre per i macro Nikon che sia 1:10. Ma sono tutte affermazioni non basate su dati certi. ************************ Le "ottimizzazioni" sono semplicemente un retaggio culturale degli anni '70, di fatto non esistono più da almeno trent'anni, anzi direi quaranta. Le lenti flottanti, ossia la diavoleria che ha consentito di ottimizzare le prestazioni degli obiettivi lungo tutta la gamma delle distanze di messa a fuoco, sono state introdotte negli anni '70 e negli anni '80 nessun costruttore realizzava più obiettivi privi di queste lenti. Inoltre poi già a distanze nell'ordine di 30 o 40 metri lo spessore dell'aria provoca un notevole calo della qualità di immagine, al punto che a distanze di 50, 60, 70 e più metri diviene praticamente impossibile distinguire le fotografie fatte con un tele alla Fluorite da quelle realizzate con un Ciofegon degli anni '70! In ogni caso all'epoca delle "ottimizzazioni" gli obiettivi, in base a quello che era l'uso per il quale sarebbero, ragionevolmente, stati impiegati in genere erano studiati per offrire il meglio fra 3 e 10 lunghezze focali, oppure fra 10 e 25, o fra 25 e 50 e solo una minoranza fra 50 e 100 lunghezze focali. Ma ripeto: sono distinzioni da anni '70 toh... prima metà anni '80. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 23:58
Leggenda o non leggenda i test li eseguivamo con questa metodologia. Anche perché chiamandosi test, per dare una valenza si ripetitibilita e scientificità (parolone lo so) bisogna fissare dei parametri standard uguali per tutti. |
| inviato il 31 Gennaio 2024 ore 1:41
“ Anche perché chiamandosi test, per dare una valenza si ripetitibilita e scientificità (parolone lo so) bisogna fissare dei parametri standard uguali per tutti. „ Ma un conto è dire che i test si fanno convenzionalmente ad una distanza di circa 50 focali, altra cosa è dire tutti gli obiettivi (tranne i macro) sono ottimizzati per quella distanza. |
| inviato il 31 Gennaio 2024 ore 1:47
“ Gli obiettivi per naturalistica non sono ottimizzati per l'infinito, un esempio drammatico a riguardo è il Nikon 200-400 „ Per "normali" intendevo obiettivi (non macro) di focali "normali", quindi non specialistici come i tele, che chiaramente non sono ottimizzati per infinito. Anche se per un 600mm la configurazione a 30m è molto più vicina a quella ad infinito rispetto a quella alla minima distanza. |
| inviato il 31 Gennaio 2024 ore 7:55
“ Ma un conto è dire che i test si fanno convenzionalmente ad una distanza di circa 50 focali, altra cosa è dire tutti gli obiettivi (tranne i macro) sono ottimizzati per quella distanza. „ Reikan suggerisce di utilizzare almeno questa distanza nelle calibrazioni per avere più consistenza nella resa a seguito di piccole variazioni del piano di messa a fuoco. Poi però, all'allungarsi della focale, scende fino a 20x. Però è un discorso che non ha nulla a che fare con l'ottimizzazione del progetto dell'ottica |
| inviato il 31 Gennaio 2024 ore 8:02
Io onestamente credo che ciascuna ottica è ottimizzata per la distanza che il costruttore ritiene sia più utilizzata dal cliente. Ricordo, tanto per fare un esempio che il 35mm/1,4 Nikkor AI era ottimizzato per distanze abbastanza "corte", era infatti una classica ottica da reportage, all'infinito non era il massimo, l'f2 faceva meglio Stesso discorso per l'85mm/1,8 Nikkor K che ho avuto assieme al 105mm/2,5 AI/AIs, alle brevi distanze (da ritratto) prevaleva rispetto al 105mm, questo però era migliore all'infinito, il 105mm (da molti apprezzato, ma che a me non ha mai entusiasmato) era di fatto un compromesso, avendo una resa buona a tutte le distanze, ma mai super, come invece aveva l'85mm a distanza da ritratto. Concordo molto però con questa affermazione di Paolo “ Le "ottimizzazioni" sono semplicemente un retaggio culturale degli anni '70, di fatto non esistono più da almeno trent'anni, anzi direi quaranta. Le lenti flottanti, ossia la diavoleria che ha consentito di ottimizzare le prestazioni degli obiettivi lungo tutta la gamma delle distanze di messa a fuoco, sono state introdotte negli anni '70 e negli anni '80 nessun costruttore realizzava più obiettivi privi di queste lenti. „ Infatti, a conferma, quando acquistai l'85mm/1,8 Nikkor AFSG mi resi conto, facendo un confronto col "nonno" K, che il "nipote" era equivalente al "nonno" alle brevi distanze, ma era ben superiore all'infinito Insomma un tempo questi discorsi avevano importanza, oggi direi decisamente meno. |
| inviato il 31 Gennaio 2024 ore 8:34
“ Insomma un tempo questi discorsi avevano importanza, oggi direi decisamente meno. „ Sicuramente, anche se, secondo me, una distanza ottimale di progetto viene comunque fissata anche oggi; poi le differenze di resa allontanandosi da quella distanza sono probabilmente molto meno evidenti. Comunque, lo scostamento della distanza di messa a fuoco rispetto a quella ottimale comporta soprattutto, dal punto di vista dei difetti ottici, effetti sulla curvatura di campo; quindi le differenze si notano soprattutto nelle zone periferiche ed a diaframmi aperti. |
| inviato il 31 Gennaio 2024 ore 10:32
Insomma un tempo questi discorsi avevano importanza, oggi direi decisamente meno. ********************* Che è poi la conclusione cui sono giunto anch'io. |
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