| inviato il 21 Settembre 2023 ore 12:06
Paolo io non ho la supponenza di elevare il mio percepito a verità oggettiva. Unico motivo che a mio parere legittimerebbe il divieto a scattare una foto o l'erogazione di una sanzione per averla scattata, è l'accertamento di un pregiudizio oggettivo arrrecato al soggetto. Gli effetti della foto in esame a me personalmente paiono più positivi che negativi per il soggetto che, a mio parere, è stata ritratta con garbo e senza ledere in alcun modo il suo decoro con l'effetto di far conoscere una realtà di cui il soggetto è vittima (e della quale non deve quindi vergognarsi in alcun modo). Se devo tirare le somme a mio parere la ragazza ritratta avrà un ritorno positivo e non negativo. Ma si tratta di valutazioni che tengono conto di molte variabili soggettive (non ultima l'intima convinzione che nessuna vittima dovrebbe vergognarsi di esserlo e in questo senso, se il problema si pone, è negli occhi di chi guarda che risiede il problema). Preso atto della intrinseca soggettività della questione prevale la valenza oggettiva di documentare e far conoscere e quindi il rifiuto alla censura |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 13:53
@Biga Personalmente se fossi una prostituta, o se fossi deforme o ustionata, ecc. non vorrei essere fotografata per finire poi su un qualsiasi forum alla ricerca di un "Quanto siamo bravi a sensibilizzare". Preferirei avere un aiuto di altro tipo e non essere "usata" per gli scopi narcisistici dell'autore "impegnato" |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:11
“ Da un punto di vista etico il concetto di consenso consapevole è un altro concetto piuttosto fumoso. La consapevolezza di un soggetto è anch'essa pesantemente condizionata dalla situazione in cui vive. Più si entra nella sfera del disagio, più il condizionamento è forte. „ Non è affatto fumoso, è funzione di fattori ben specifici e tu appunto ne indichi uno, le condizioni di vita. Volendo è semplice e con un po' di raziocinio si arriva velocemente a una opinione condivisa su cosa significhi la risposta alla domanda: il soggetto ritratto che deve dare il consenso all'uso dell'immagine ha manifestato una volontà chiara in merito ed era libero da condizionamenti nel manifestarla? O si è abusato di una espressione di consenso? Un giudice in ambiti penalmente rilevanti ci arriva di solito abbastanza in fretta…… Basta applicare il medesimo principio…… Poi se vogliamo usare l'etica individuale per escludere ogni terreno di condivisione sociale…. |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:13
Preferirei avere un aiuto di altro tipo e non essere "usata" per gli scopi narcisistici dell'autore "impegnato" Queste sono parole un po' troppo forti. Decisamente più censurabili della foto in questione a mio giudizio (vedi come è vario il mondo). in ogni caso stai proponendo una chiave di lettura personale basata su presupposti presunti elaborati secondo la tua sensibilità. Rispettabile ma non oggettivabile. La foto non esclude l'aiuto di altro genere e, anzi, potrebbe costituirne un presupposto |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:15
Fabrizio i giudici prendono sonore cantonate. Lascia stare… e li si parla di leggi codificate… figurati nell'ambito etico. “ Poi se vogliamo usare l'etica individuale per escludere ogni terreno di condivisione sociale….;-)” A me pare che sia esattamente il contrario siete voi che state proponendo limiti alla condivisione. Io al contrario la sto sostenendo |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:21
“ Queste sono parole un po' troppo forti. Decisamente più censurabili della foto in questione a mio giudizio (vedi come è vario il mondo). „ Avariato, piuttosto. |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:21
Nelle fotografie si vede se c'è cuore o solo narcisismo. Basta osservare |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:23
“ Avariato, piuttosto.” A cosa ti riferisci nello specifico? Al mio punto di vista? |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:28
“ Nelle fotografie si vede se c'è cuore o solo narcisismo. Basta osservare „ A questo Biga. Ne ho vista tanta di pseudo fotografia di reportage spacciata per tale e invece era mera ampollosità e ricerca di affermazione personale. Per questo propendo ad una sana calmierazione degli intenti, se si è amatori. Non voglio impedire niente, la censura non deve esistere a questo livello (a meno di cose molto gravi, ovviamente!). Però due riflessioni me le faccio e vorrei che anche gli altri se le facessero, tutto qua. |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:29
Nelle fotografie si vede se c'è cuore o solo narcisismo. Basta osservare Quindi quello che vedi tu in una foto lo devono vedere tutti giusto? |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:30
Mi trovo abbastanza in accordo con quanto afferma @Viola81. In taluni "reportage" si legge tra le righe e tra i pixel un certo compiacimento di esser al di qua della fotocamera, cioè dalla parte giusta del mondo, si può immaginare anche il compenso monetario che ne seguirà, compenso che più di un aiuto sarà una sorta di lavaggio della coscienza. Del resto questi sono "safari" con soggetto l'uomo. |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:31
Black la riflessione è più che benvenuta ci mancherebbe. |
user203495 | inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:34
“ Personalmente se fossi una prostituta, o se fossi deforme o ustionata, ecc. non vorrei essere fotografata per finire poi su un qualsiasi forum alla ricerca di un "Quanto siamo bravi a sensibilizzare". Preferirei avere un aiuto di altro tipo e non essere "usata" per gli scopi narcisistici dell'autore "impegnato" „ Brava Viola. Siamo di fronte ad una forma subdola del compatire.Non nego che si rimanga toccati dalla crudezza di tante immagini. Ma siamo al mordi e fuggi.Non è questo l'incontro che produce dono,essendo una spettacolarizzazione del dolore. Solo l'arte,certa arte,come giustamente osserva Salvatore Natoli,restituisce al dolore ciò che la spettacolarizzazione toglie. Anche se l'arte stessa può essere menzognera.Estetizza il dolore.Anziché interrogarlo. |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:34
Signori scusate. Ma quindi quale sarebbe secondo voi il modo di regolamentare la questione? Supponiamo che quella foto sia stata scattata con il consenso del soggetto ritratto o che nel paese dove è stata scattata non sia necessario consenso. Legalmente tutto a posto. Questione chiusa quindi? Cosa fareste? Una legge dove qualcuno dice se tra i pixel della foto vede del narcisismo? E chi lo decide? Io in quel caso narcisismo non ne vedo. Non mi sento meno qualificato di viola ne meno sensibile. Quindi? |
| inviato il 21 Settembre 2023 ore 14:45
“ Brava Viola. Siamo di fronte ad una forma subdola del compatire.Non nego che si rimanga toccati dalla crudezza di tante immagini. Ma siamo al mordi e fuggi.Non è questo l'incontro che produce dono,essendo una spettacolarizzazione del dolore. Solo l'arte,certa arte,come giustamente osserva Salvatore Natoli,restituisce al dolore ciò che la spettacolarizzazione toglie. Anche se l'arte stessa può essere menzognera.Estetizza il dolore.Anziché interrogarlo.” La morte del fotogiornalismo e del reportage |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |