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Innamorata della realtà


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avatarjunior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 10:42

@Motofoto

La chimica è talmente "cosica", e non soltanto in termini filosofici, che viene suddivisa a monte in organica e non. Mi piacciono questi tuoi tentativi d'appellarti alla solidità delle scienze non speculative (prima la fisica, ora la chimica) ma, per come ti ho letto fino a qui, manifesti una certa confusione proprio a livello di fondamentali. Comunque, il mio "la somma fa il totale" è in relazione alla retrospettiva di Han, non alla fotografia. Non mettermi in bocca parole che non ho scritto ed impara a riconoscere almeno il soggetto in una frase. Con tutto il rispetto.


avatarsupporter
inviato il 06 Settembre 2023 ore 11:46

@Nocram

manifesti una certa confusione proprio a livello di fondamentali.

Ma guarda, è la stessa cosa che osservo di te. Credo, infatti, che tu stia solo sfruttando il blog per fare flexing di irrilevante erudizione e retorica personale, pure male per altro. Infatti, ti è stato servito servito su un piatto d'argento da MatteoGroppi l'esempio di Ruff, che era perfetto per ragionare sull'autoreferenzialità, ma non l'hai raccolto, anzi hai svicolato.

Al dunque: quale è la TUA tesi in 2 (due) righe ?
Quella battuta e ribattuta come un cavallo morto che il digitale separa dalla realtà, mai da te definita se non attraverso altri (cit Barthes), più dell'analogico? Se è questa la tua tesi, ti è stato chiesto più volte di comprovarla tramite immagini così permetti la discussione anche agli altri membri che fanno fotografie.
Se non è quella la tua tesi, riformulala perchè si è dissolta nel fiume di parole che hai scritto.

Se, invece, non vuoi discutere di fotografia con le fotografie, ma proseguire nel tuo flexing e cercando qualcuno che ambisca a partecipare allo stesso gioco accompagnandoti seremente fino a pagina 15, vi lascio tranquilli a titillarvi reciprocamente (e ovviamente ti blocco così esci dal mio universo digitale...peraltro in modo molto reale;-)).
Con tutto il rispetto.

EDIT: mi sta venendo un dubbio, che potrebbe giustificare una certa incomprensione di fondo.
Ho visto che ti sei iscritto il 3 agosto.
Il giorno dopo hai pubblicato degli "appunti di lettura" senza una particolare introduzione.
Non è che pensi che questo blog sia il blog del tuo utente specifico?
E' un errore che spesso fanno gli utenti iscritti da poco.
In questo sito, non c'è un blog personale per ognuno, uno in cui ciascuno scrive quello che vuole, come vuole per una eventuale cerchia ristretta di interessati.
Questo è il blog dell'intero sito.
Quello che scrivi qui è destinato a tutti.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 13:04

Non avevo messo una foto a caso ma la prima foto di un lavoro che ragiona esattamente su quanto enunciato ma ho notato che non é stato colto

avatarsupporter
inviato il 06 Settembre 2023 ore 13:58

Si infatti, avevo notato (sei sempre sul pezzoSorriso).
Come scritto sopra, comincio a pensare che ci sia un fraintendimento nell'uso del blog come se fosse personale.
Può capitare a chi è iscritto da poco di pensare che questo sia il suo blog e che ognuno ne abbia uno proprio.
Sarebbe anche una idea interessante per raccontare la propria visione della fotografia, ma probabilmente il carico per il sito sarebbe troppo alto e spingerebbe verso l'isolamento invece che invitare alla socializzazione.
Comunque vediamo che dice Nocram in merito.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 14:10

Vi vedo una certa analogia con un'altra Arte anche se più antica. La musica.
Se capisco che una realtà fisica, vada trattata con un'altra superficie fisica, la pellicola, così comprendo che, una realtà analogica, i suoni di strumenti o voce, vadano contenuti ad esempio su nastro, o vinile.
Con la creazione di musica digitale, in qualche modo questo assioma viene a cadere.
Considerando che è il cervello l'apparato che " interpreta" i segnali captati dagli organi, ( eccetto l'olfatto) allora esiste un filtro e una elaborazione.
Così come ricostruiamo l'immagine pixelata e la contestualizziamo così abbiamo imparato ad ascoltare quello che agli intellettuali di pochi decenni fa, sarebbe parso cacofonia.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 14:19

Aggiungo in maniera distinta, per evitare contaminazione, che le foto andrebbero viste con occhi vicini al momento temporale in cui nascono.
È difficile trasporle, la fruizione, la carta, il messaggio.
Mi vengono in mente i nudi di Weston, che conservano più la ricerca estetica, geometrica, armonia architettonica direi più che erotismo.
La superficie perde il fattore pelle fisica per acquisire valore di luce.
Questo perché nel frattempo la fotografia erotica è cambiata sino a diventare selfie e autoscatti.

avatarjunior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 14:33

@Motofoto

L'autoreferenzialità di cui ho parlato in questa discussione, in riferimento al digitale rispetto all'analogico, è circoscritta al PROCESSO: l'emanazione del referente da una parte [in fase di presa] e la sua restituzione fisica a posteriori [cosale] . Punto. Qualsiasi altra attribuzione di senso e significato che tu, o altri, vogliate dare al termine “autoreferenziale” va oltre le mie intenzioni o delle fonti che ho citato.

Per la prima parte - L'essere “contrassegnati dalla medesima sostanza” (referente e sua rappresentazione) di cui Barthes all'origine parla in riferimento alla fotografia analogica è la pietra angolare delle considerazioni visive di Wenders. Han elabora il concetto e, in due righe come chiedi, approda a quella che come tesi anche io trovo convincente quando conia il termine di “iper-realtà” in relazione alla fotografia digitale: più reale della realtà stessa ma proprio per questo auto-referenziale. È un'amplificazione DEL reale? È una s-connessione DAL reale? Le due cose non sono antitetiche, possono coesistere nel medesimo tempo; i concetti possono essere limati, girati e rigirati, ma alla base c'è la convinzione che non sia cambiato unicamente “il supporto”. Oppure si può dire che no, nulla di questo è vero (rimanendo rispettosi dell'altrui parere, possibilmente).

Per la seconda parte - La restituzione fisica [cosale] . Ancora Han, sempre partendo da Barthes, somma agli aspetti che riguardano la fase di presa tutto ciò che riguarda il “sentire” e, da filosofo, richiama Heidegger che è quello che, forse più di tutti, ha esplorato minuziosamente come noi umani entriamo in contatto con le “cose”. A questo stadio ciò che Heidegger definisce come “affidabilità”, a me, sembra proprio centrale nel discorso della transizione dall'analogico al digitale e riguarda prevalentemente la percezione. Il tema dell'affidabilità cosale ora non lo riapro nella sua interezza ma è chiaro che riguarda sia l'utilizzabilità sia la veridicità delle “cose”, Gli esempi del disagio causati da ogni processo di s-materializzazione, ivi compresa la fotografia, sono talmente tanti che meriterebbero una trattazione a parte ma di sicuro non lo risolviamo a colpi di espedienti (siano finti-profili pellicola, siano raw-allegati ai concorsi, siano leggi ad hoc per limitare i danni o circoscrivere un problema che, evidentemente, è sentito e non soltanto millantanto).

Quindi, in definitiva, non si tratta di andare in salumeria e chiedere un etto di quello più buono, di “assaggiare” qualche esempio per capire cosa scegliere, non è in questi termini che il discorso speculativo va interpretato, perché non ha alcuna utilità per chi FA fotografia in termini di produttività ma, semmai, è uno sprone, una riflessione introspettiva, per chi da essa cerca di ricavarne il maggior piacere e senso possibile (anche praticandola, ovviamente).

Come postilla: sino a qui, a differenza di altri utenti che ho bloccato subito, nonostante la ruvidezza di certi tuoi commenti a te ho voluto riconoscere la buonafede e pertanto non ho sentito la necessità di escluderti ma tu fai come preferisci, naturalmente.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 14:38

Forse non ti é chiaro il mio esempio
Non é questione di Etto di salume ma di fotografi che hanno trattato il tema in modo pratico non teorico e il fatto che continui a ignorare il mio spunto evidenzia che ti sei fermato a quel libro e stop senza pensare che negli ultimi 40 anni un po' di cose sono successe e che le conclusioni di cui parli sono superate

avatarjunior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 15:05

Abbi pazienza @MatteoGroppi,
per quanto mi concerne io qui ho argomentato il lavoro di Han e le sue ultime pubblicazioni (anni 2020-2022). È del tutto ovvio che, essendoci anche una parte di retrospettiva, l'autore utilizzi riferimenti del passato non fosse altro che per evidenziare come ciò sembrava una piccola onda, ciò che poteva apparire come preveggenza, si sia poi concretizzato in uno tsunami. Un filosofo apocalittico? Beh, anche si, Umberto Eco lo avrebbe probabilmente etichettato come tale, ma tant'è.

Leggerò volentieri, se vorrai, la tua riflessioni sulla fotografia che proponi.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 15:33

A me spiace che sia stato un monologo in cui non si é apportato nulla e ho voluto lanciarti una serie di input ignorati.
Quasi 50 anni fa (non ieri) é uscito un libro chiamato evidente che utilizza foto filogovernative ma estrapolandole dal loro contesto e effiancandole tra loro in modo da creare una nuova narrazione mettendo in crisi il concetto di realtà e fotografia.
Circa 40 fa esce herbarium uno dei primi lavori sul tema fotografia e realtà di fontcuberta dove é bastato il contesto a fare accettare al pubblico qualcosa di falso, la relazione tra immagine e contesto accompagnerà il lavoro dell'autore a lungo.
Ruff lavora subito su grandi ritratti partendo da un periodo ben specifico in Germania dove la polizia chiedeva spesso i documenti, parte da questo ragionamento per fare i suoi grandi ritratti, ma prosegue con molte indagini sul mezzo fotografico, la serie JPEG che ho citato é un esempi preciso e parla di cattiva informazione e della diffusione rapida di immagini sul web.
Taryn Simon ancora studente inizia la serie innocent ritraendo persone incarcerate per reati non commessi e accusate a causa di foto segnaletiche
Questi alcuni esempi ma ci sono stati molti lavori e le affermazioni che fai sono state ampiamente superate e sviscerate, siamo anche oltre con l'affacciarsi delle ai
I temi che proponi tra l'altro sono anche in parte discussi con l'avvento della pellicola, chi scattava a lastra tenne posizioni molto similari con più o meno le stesse argomentazioni
Però non devi leggere solo me ma devi vedere le foto e studiare gli autori se no sono solo parole al vento e non servono a nulla

avatarsupporter
inviato il 06 Settembre 2023 ore 15:40

Autoreferenzialità ha prima di tutto un significato in italiano. Le altre definizioni devono stare dentro quella della nostra lingua, altrimenti si cambia il linguaggio e addio semantica.
Una foto digitale è autoreferenziale solo se rappresenta un effetto digitale, come quella di Ruff indicata da Matteo.
Un qualunque ritratto fatto in digitale, come quello da 5 euro che ti fa la macchinetta per le fototessere alla stazione, non ha nulla di autoreferenziale. Tanto che non puoi distinguere se dentro la macchinetta il processo è chimico, digitale o misto.
Scegli una parola migliore se vuoi dire una cosa diversa.

Perchè una foto digitale non dovrebbe essere il risultato di una "emanazione"? E' un processo fisico anche quello che produce una immagine digitale, come lo è il processo chimico. Il digitale ha più potenzialità perchè può consentire ad un autore di produrre una immagine anche dalla sua mente, come in pittura. Anche in modo efficiente se è assistito da una AI. Pure quelle immagini vengono dalla percezione del reale degli autori, sono sono oggetti reali. Non mi risulta che ci siano pittori ciechi dalla nascita. Scrittori forse sì, ma pittori dubito molto.

Nitidezza e risoluzione non sono termini del digitale. Anche in analogico puoi fare iper-fotografia, aumentando risoluzione e dettaglio quanto ti pare, solo che devi fare più foto e più stampe. Il digitale è solo più flessibile. Ad esempio puoi zoomare a video, se vuoi, ma ad un dato istante, è come avere una stampa davanti agli occhi. Quindi l'iper-realtà è una simpatica invenzione di qualche burlone.
Diverso sarebbe se si riferisse all'incremento di dettagli prodotto da AI, cosa ormai alla portata di qualunque fotografo digitale (image enhancement). Quella potrebbe essere correttamente identificata come iper-realtà, ma non è una caratteristica intrinseca e generale del digitale. E' una specifica tecnica elaborativa, non diversa concettualmente da fare fotomontaggi, solo molto più efficiente.

La sconnessione dal reale c'è anche in analogica. Anche il negativo rappresenta se stesso in stampa.
Circa i contenuti non reali pensa al mosso creativo, per fare solo un esempio. Irreale tanto quanto applicare un filtro digitale che lo simula.
Per non parlare del bianco e nero che è reale nella visione dei cani, ma non degli umani.
Sono argomentazioni già arci superate.

Affidabilità? Parli di affidabilità nel 2023 quando neanche i risultati "scientifici" sono più affidabili. Tu ti fidi di quello che vedi in una immagine della guerra in Ucraina perchè è analogica? E dove hai la prova che sia fatta in Ucraina.
Una immagine non è affidabile di per se, ma solo nella misura in cui è affidabile colui che ci mette la didascalia sotto.
Nelle immagini non c'è nulla di affidabile, analogiche o meno. Sono i metadati che danno affidabilità. Anche Wender abbondava di racconti associati alle foto che pubblicava, altrimenti non avrebbero detto nulla di affidabile.

Salumiere, eccome! Si tratta proprio di andare in salumeria per avere le prove ed uscire dalla speculazione. Se un salumiere parla di salumi, ha l'autorevolezza per farlo. Se uno speculativo parla di salumi e non ne assaggia mai uno, non dà riscontro di quello che dice e risulterà sempre sul vago.

Piacere nella discussione speculativa? Forse ti troveresti più in sintonia con un forum di filosofia.
Qui la gente si diverte a fare foto più che a specularci sopra.
Però libero di divertirti come credi. Sorriso



avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 17:39

Si vabbè, regà, io sto qui che cerco di spippettarmi in bagno, mentre vi leggo...
ma caspita, almeno qualche foto per facilitirami un attimo, potreste anche postarla!! Ekkekkribbio! Triste

avatarjunior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 18:15

@MatteoGroppi

Non si tratta di esaminare la fotografia al microscopio come se fosse un problema di fact-checking giornalistico, d'ermeneutica significati/significanti (l'ho già detto) o di fisiologico pixel peeping. Il focus del discorso, per come l'ho proposto io almeno, non sfiora neppure il tema della mistificazione (analogica e digitale) perché risulta marginale allo scopo. È lapalissiano che tu abbia ragione: il fuorviante financo il falso è parimenti possibile e non sarò io a sostenere il contrario.

Però sfrutto la tua dritta per evidenziare questo: la madre di Barthes, che noi non vediamo riprodotta nel suo libro ma di cui leggiamo molto, è ritratta BAMBINA. Barthes non ha mai potuto contemplare, con i suoi occhi “viventi”, sua madre nell'età dell'infanzia, come è ovvio. Ciononostante, dinnanzi a quella foto esclama: “È lei, è proprio lei!” (una cosa simile, ora non vado a ripescare la frase esatta).

Cosa e chi è stato riconosciuto in quella foto? E parlo del processo di riconoscimento per come viene comunemente inteso a livello cognitivo (che è fallibile, ovviamente, essendo umano, mica perfetto).
Perché quella foto, a Barthes, appare “solida” tanto quanto un buon vecchio paio di scarpe (Heidegger e la cosalità).
Perché il commento è molto prossimo all' “Allora esiste!” (Wenders e la veridicità).
Perché, a madre morta, quella foto assùrge al ruolo di monolito nelle mani del figlio.
Essa viene riposta in una scatolina e la scatolina viene chiusa in un cassetto.
Invisibile agli occhi per il 99% del tempo ma essenziale (Saint-Exupéry) e perfettamente utilizzabile nonché percettibilmente affidabile. Persino: una “cosa” munita di un “suo proprio destino” anche se no, non ha la praticità dell'icloud (Han).

Infine, io mi ripeto: non si tratta di segmentare la fotografia nelle varie parti tra fisiologia, ermeneutica e metafisica ma di considerarla nel suo complesso. Se "la crisi di rappresentazione" a cui allude Han esiste (e secondo me esiste) essa riguarda prevalentemente il come, e quindi il PROCESSO.

@Motofoto

Ricambio gentilmente l'invito a divertirti come credi, con i tuoi metadati.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 18:28

E qui sbagli se tutte le tiritere non sono legate al pratico significa che dici cose insensate
Solo quando il discorso é sul reale utilizzo ha senso se no é il nulla.
Inutile e insensato e tu non fai il discorso perché non lo sai fare hai fatto copia incolla senza capirlo

avatarjunior
inviato il 06 Settembre 2023 ore 18:50

@MatteoGroppi

Non immagino nulla di più convenientemente sensato "pratico e reale" che riuscire a possedere e magari realizzare qualche fotografia a me cara quanto quella di Barthes, altrimenti non ne avrei scritto con così tanta passione.
È proprio tutto il resto che per me è secondario, ma di molto anche.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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