| inviato il 24 Agosto 2023 ore 23:46
“ Sontag che accusò l'autrice di tendere, se non addirittura di inneggiare, a una non meglio precisata "estetica fascista"! „ Secondo me è un giudizio storicamente comprensibile ma esagerato… È chiaro ed evidente che ci sia una fortissima estetizzazione dei corpi. Sono corpi "ideali" e perfetti. Ma in fondo aveva fatto la stessa operazione sugli atleti "ariani" in Olympia. In questo senso c'è una sorta di "par condicio"… |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 6:27
Mica tanto Ale, in Olympia Jesse Owens ha uno spazio di rilievo. E poi secondo la logica distorta della Sontag la stessa critica dovrebbe essere mossa pure al Discobolo di Mirone, allo Zeus di Capo Artemisio... per finire con i Bronzi di Riace a mio modesto avviso è semplice e genuina esaltazione della bellezza, una bellezza statuaria, ideale, e francamente in questo non ci vedo nulla di male, anzi... In fondo, al maschile, è l'esaltazione della bellezza che si farà negli anni '90 con Naomi Campbell, torno a ripetere: è la semplice esaltazione di una umanissima aspirazione a una forma di bellezza ideale. Allo stesso modo in cui comprendo, e compatisco, anche l'idea volutamente iconoclasta della Sontag all'inizio dei catastrofici anni '70! |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 9:44
potrei confondere diverse fonti, ma nei libri di Bonatti leggevo che le macchine gliele preparavano apposta (nel suo caso olympus quando era sponsorizzato da loro, ma anche altri prima), ma che spesso in ogni caso venivano tirate fuori solo per le foto di vetta, pochi scatti, poi o la pellicola si strappava o la macchina si rompeva. [interessante anche il viaggio sullo yukon in canoa in solitaria, quando accroccò qualcosa per mettere la macchina a prua e farsi gli autoscatti mentre pagaiava, una gopro di 60 anni fa. Finita poi malissimo in qualche rapida, se non ricordo male. Cioè interessante tutta la roba di bonatti, in realtà, leggetela.] |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 10:18
Questo è quello che usava nel 2004 Fabiano Ventura che è arrivato fino a 7000 mt La mia attrezzatura è composta da una fotocamera Nikon digitale, indispensabile per la copertura fotografica quotidiana da inviare in tempo reale in Italia per i vari telegiornali e quotidiani che seguiranno da vicino la spedizione; ho scelto poi un corpo Nikon F100 con battery pack aggiuntivo MB15 e ottiche che vanno dal supergrandangolare 17 mm. fino al tele 180 mm.; particolarmente importanti sono le batterie stilo per alimentare il corpo macchina: si tratta di elementi al litio dotati di una leggerezza veramente notevole (circa un terzo rispetto alle normali stilo alcaline) e di una longevità assolutamente invidiabile (da prove effettuate nei mesi precedenti la partenza sono riuscito a realizzare fino a sessanta rullini da 36 pose con un singolo cambio, sempre in montagna in condizioni di bassa temperatura). Alla fine, riuscirò a realizzare l'intera spedizione, due mesi a quote costantemente superiori ai 5000 metri, con un unico set di sei pile stilo al litio! Ma non è solo il formato 24x36 il mio unico campo di attività: ho scelto infatti per questo viaggio una bellissima Linhof Technorama 617 S III, una fotocamera panoramica in grado di realizzare fotogrammi mozzafiato di ben 6x17 cm, equipaggiata con un eccellente obiettivo Schneider Super Angulon XL 72 mm – f./5,6 un vero mostro sia per dimensioni che per qualità delle immagini, allestito appositamente per questa spedizione dai tecnici Linhof che hanno curato la lubrificazione delle parti meccaniche con grassi studiati per le basse temperature. Preziosissimo si è dimostrato il mirino distaccabile, che mi ha consentito di studiare le inquadrature migliori con relativa comodità anche nelle situazioni più disagiate. Quello che sono riuscito a trovare (fa caldo ragazzi...) è che nel 54 usavano pellicole Ferrania ma non conosco la macchina che Compagnoni tirò fuori in cima rimettendoci le dita Per quanto riguarda Bonatti (il mio mito e questa la mia reliquia www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2586319 ) la Olympus OM2 la usava solo per i viaggi avventurosi per Epoca, non in montagna. |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 10:38
Anche io ho dei dubbi sul problema temperatura toutcourt che è un problema solo per le creature al carbonio, assieme alla solubilità in acqua. Per le attrezzature meccaniche, una banale sostituzione, se necessaria, ad un elemento idroresistente e basta. Dico se, perché se mettessi la fotocamera nella borsa di plastica per freezer e la preservassi dagli urti etc. Raffreddandosi per tutto il tempo non farebbe condensa, sono le escursioni termiche il problema. Ad esempio, tutti gli esploratori polari e gli alpinisti hanno posseduto un orologio da polso meccanico e non credo progettato appositamente. Quindi, mantenerla ( col corpo) calda non è un aiuto, preservarla dagli urti, umidità, anche si. Le batterie idem. Diciamo che se la estraessi in una giornata soleggiata, sulla cima, non cambierebbe, per l'apparato, che se fosse al mare in vacanza. Se, al contrario ci fossero diversi gradi di umidità esterna, il mio calore sarebbe vettore di condensa. Ad un certo punto termico, la neve diventa molto più cristallizzata. Il dubbio rimane sul rischio danni vari, caduta materiale, sballottamento, etc. |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 10:53
per Epoca andò anche in Patagonia, no? Comunque, non ricordo le sponsorizzazioni esattamente anche perché le spedizioni in himalaya le fece con organizzazioni molto strutturate e se ne occupavano altri, però il senso era quello: macchine preparate con cui si poteva fare una manciata di foto prima che cedessero, loro o la pellicola. |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 11:06
Dopo la nord del Cervino in inverno, in solitaria per celebrare i 100 anni della prima salita non ha più arrampicato. Si può andare in Patagonia a fare trekking, esplorazione senza arrampicare. W.Bonatti era stato in Patagonia ad arrampicare ma nel 1958 mentre con Epoca ha cominciato a collaborare dopo il 65 |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 11:13
Oltre alla condensa che si può creare per lo sbalzo termico occhio anche alla dilatazione termica di materiali diversi tra loro bloccati. Dai 20 gradi dell'auto ai meno 19 nella neve le tre giunzioni del cavalletto avvitate alle gambe si sono rotte istantaneamente con tanto di crac sonoro. Bisognerebbe adattare gradatamente l'attrezzatura alla temperatura. |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 11:37
La condensa è soprattutto un problema moderno, le macchinette del 54 non avevano elettronica anche perché era ancora da scoprire almeno nelle applicazioni |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 11:41
Mi riferivo alla cattura di particelle volatili in aria, es. Occhiali o lenti. Davo per scontato che non ci fossero circuiti né rimasugli di umidità all'interno. |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 12:03
ma che spesso in ogni caso venivano tirate fuori solo per le foto di vetta, pochi scatti, poi o la pellicola si strappava o la macchina si rompeva. ************************* Tipico problema delle macchine con l'inserimento della pellicola "a strozzo"... in pratica quasi tutte. Canon lo risolse con la F-1n che ha l'avvolgimento della pellicola lungo la parte esterna del rullo ricevente! |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 21:01
Vi immaginate trovare un rullo Kodak, in cima all' Everest, e sopravvissuto un secolo al clima impossibile della vetta? Che storia sarebbe... |
| inviato il 25 Agosto 2023 ore 21:09
“ Che storia sarebbe... „ Purtroppo ci sono molte fotocamere congelate addosso a chi non è mai tornato da tante spedizioni sugli 8000. Non me la sento di considerarla una storia romantica… |
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