| inviato il 28 Aprile 2022 ore 19:35
@Il Centauro Rosso beh in effetti è una gran sintesi |
| inviato il 28 Aprile 2022 ore 20:05
"Esporre sposa bianca e sposo in blu notte è un bel casino" Non è un casino per niente perché esiste solo una possibilità. Esporre correttamente il bianco della sposa, che significa sovraesporre quel bianco senza bruciarlo, e aumentare la luminosità del blu notte dello sposo in post produzione. È semplice |
user126294 | inviato il 28 Aprile 2022 ore 20:08
@Gaga Hai menzionato la post produzione, così non vale |
| inviato il 28 Aprile 2022 ore 20:16
@Giulyp Alcune cose, come l esempio degli sposi, le ottieni solo con la post produzione Con solo il Jpeg puoi provare ad alzare le ombre in macchina, ma vai a tentativi e gli sposi non aspettano i tuoi scarsi tentativi Con Fuji puoi utilizzare la dynamic range, automaticamente espone per le luci e "tira su" le ombre. Tutto in macchina. Ma anche qui vai un po a tentativi |
user126294 | inviato il 28 Aprile 2022 ore 20:24
Quoto |
| inviato il 28 Aprile 2022 ore 20:25
Quoto anche io, l'importante è che la post-produzione sia pre-pensata già prima dello scatto. |
| inviato il 28 Aprile 2022 ore 20:29
@nessunonega Certamente devi avere le idee chiare di come procedere prima dello scatto. La post produzione non è una bestia feroce. Concettualmente c'era anche nell analogico negativo con lo sviluppo pellicola e La Stampa. Ora è semplicemente tutto più veloce e semplice |
| inviato il 28 Aprile 2022 ore 21:15
Concordo. La uso correntemente ancora in argentico nello sviluppo (fatto da me) e in fase di stampa (fatta da laboratorio su mie indicazioni). Quello che cambia è che la coperta è più corta e devi sapere già in fase di scatto quanto potrai spingere dopo e come. |
| inviato il 28 Aprile 2022 ore 22:02
E aggiungo che gli sposi in BN analogico si ritoccavano eccome. Si esponeva per il bianco (esposimetro sul vestito della sposa e si apriva di 1 diaframma e mezzo circa) poi in fase di stampa si andava a mascherare il vestito dello sposo per tirare fuori più dettaglio. Che la post produzione è solo del digitale lo dice chi non ha mai seriamente stampato in camera oscura |
| inviato il 28 Aprile 2022 ore 22:08
Ma guardate che Gaga ha scritto esattamente che la postproduzione esisteva da sempre anche in analogico, mica il contrario. Rileggi quello che ha scritto Gaga: "La post produzione non è una bestia feroce. Concettualmente c'era anche nell analogico negativo con lo sviluppo pellicola e La Stampa" |
| inviato il 28 Aprile 2022 ore 22:25
@Franco Patorino @Nessunonega Corretto! Ho scritto che la post produzione esisteva anche nell'analogico con negativi. Ci ho passato le nottate in camera oscura. E a riguardo degli sposi oggi con la post digitale si fa esattamente come dice che fa Franco Pastorino fare con il suo analogico: si espone per i bianchi (in ripresa) e si "tirano su" i scuri in camera chiara (photoshop, lightroom ecc). Mi permetto solo di osservare che sicuramente Franco Pastorino sa come esporre i bianchi in ripresa (vecchia, ma anche attualissima scuola di fotografia) mentre molti aspiranti fotografi oggi non sanno come lavora l'esposimetro che hanno nella loro macchina. Ma non mi torna quello che Franco Pastorino fa con il suo analogico. Mi spiego: i negativi soffrono da matti il chiudersi delle ombre. Io con il negativo esponevo per le ombre, tanto le luci si riuscivano recuperare abbastanza bene, entro un certo limite ovviamente. Mentre il digitale soffre la bruciatura delle luci, come le diapositive, infatti si espone per le luci e poi in post si lavorano i scuri |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 4:20
A proposito di matrimoni. Per qualche anno ha regnato incontrastata fra i matrimonialisti la Fuji s5 Pro che è una aps-C con una dinamica inusuale per quei tempi (2007). Ce l'ho dal 2009, comprata nuova quando la svendevano perché arrivavano le FF (leggi: con più dinamica di una aps-C anche con SuperCCD come la s5). Oggi si usa una s5 perché i JPG nativi rendono incarnati eccellenti (cfr. Giuliano1955). Per quanto riguarda l'esposizione. Ghirri per il suo libro "Kodachrome" ha esposto bene con una Canon F1 e il resto l'ha fatto qualche laboratorio. Giacomelli era anche un tipografo di professione. Molte volte sono B/N con limitata scala di grigi. Obliquamente Ghirri e il suo sodale francese Claude Nori fanno capire che non apprezzano Giacomelli quando si reca in un paesino abruzzese e scatta (come sempre) in B/N. A me (poco acculturato nelle arti figurative) "Kodachrome" non dice molto. I "Pretini" di Giacomelli invece mi commuovono terminalmente. Esposizioni corrette di dia e manipolazioni in camera oscura in B/N. Esposizioni corrette e fotografie "colte" non vanno di pari passo. |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 6:03
Mi cospargo il capo di cenere e chiedo scusa a @Gaga: avevo inteso male, malissimo direi. Per quanto riguarda come funziona un esposimetro concordo pienamente, molti fotografi in erba (e non solo) compensano alla membro di cane senza capire perché la foto è troppo chiara o troppo scura “tanto c'è Adobe”. |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 6:42
“ Che la post produzione è solo del digitale lo dice chi non ha mai seriamente stampato in camera oscura „ questo e vero, ma va precisato che la post produzione in camera oscura era alla portata di pochi fotografi che potevano permettersi professionisti della stampa, oggi quello che fa chiunque in 1 minuto, a pellicola richiedeva professionisti, tempo e denaro |
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