| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 19:02
Ma di Giacomelli notate solo la macchina non macchina? Secondo me si rivolta nella bara |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 19:25
appunto... |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 19:38
"microlenti+stack sottile+no AA" È il motto di questo forum. Purtroppo i due compagni di merende di questo forum lo monopolizzano credo da 10 anni. E loro due dettano la linea. |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 19:41
Schyter non mi riferivo a te. Era proprio per archiviare il discorso, almeno da parte mia. Se da un lato è inutile avere atteggiamenti feticistici verso la propri attrezzatura, d'altro canto inutile anche assumere atteggiamenti di sufficienza e rimarcare che il vero artista non prova il minimo interesse o che ( Miopartistica) "Se in sessant'anni non siamo riusciti a capirlo mi sa che siamo senza speranza..." La frase è anche condivisibile, ma un po' snob e forse nemmeno totalmente rispondente al vero; suppongo che tanti artisti o ottimi fotografi oggi hanno grande interesse, al contrario, per la propria attrezzatura e utilizzano strumenti idonei al loro modo di fotografare e di elevato livello proprio per potersene... "dimenticare" e ottenere i risultati voluti con la qualità che desiderano senza avere preoccupazioni o dubbi che possano interferire con il loro lavoro. Non è che HCB, Salgado, Kenna, Gianni Berengo Gardin, Roiter e chi altro vogliamo fotografavano con una qualsiasi cosa trovata su una bancarella. Il discorso, è vero, non è interessantissimo, ma non facciamone una bandiera per dire che abbiamo una sorta di peccato originale; purtroppo, la realtà è un'altra: se non siamo artisti non dipende dalla nostra attrezzatura e non credo che la nostra arte migliorerebbe di tanto se ci disinteressassimo totalmente degli strumenti. Troppo facile Ripeto, poi, interessante il resto dell'intervista, ma niente nasi all'insù a rimproverarci dell'attenzione verso l'attrezzatura. |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 19:46
Io al posto dello stack sottile c'ho lo spritz spesso, conta uguale? Sono nel gotha dei guruguru? |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 19:47
Sisi io vivo in Veneto...spritz rules |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 20:09
Claudio Santoro: ovviamente quando scrivo "se in sessant'anni non siamo riusciti a capire certe cose..." so benissimo che invece alcuni le hanno ben capite e ne fanno tesoro. Ma, a leggere questo forum, mi sembrano davvero desolatamente pochi. Poi magari è perché la vera "vita fotografica" non scorre dentro i forum ma sta da altre parti, chissà, non ne sono molto esperto: in materia di fotografia mi sono sempre fatto parecchio gli affari miei. Mi sono iscritto e partecipo a questo forum innanzitutto per avere informazioni su alcune cose della tecnica digitale che mi sfuggono, e in effetti qualcosa qui dentro ho imparato. Come vedi non mi disinteresso a questioni di tecnica e attrezzatura, e neppure voglio fingere di farlo. Nel frattempo però ho anche avuto inevitabilmente modo di conoscere gli atteggiamenti di alcuni forumisti. Per quello che dico che, in media , la lezione di Feininger (e altri) forse non l'abbiamo ancora imparata bene... Con alcune confortanti eccezioni, naturalmente. Se mi sbaglio, meglio. |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 20:18
.................. dove devo firmare ??? |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 20:21
Firma qui sotto: "io Schyter cedo gratuitamente tutta la mia collezione di fotocamere russe a Skylab59" .......................... |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 21:00
Simpatico Skylab!!!! Se invece tu cedi la tua Nikon F come ben sai mi trovi in prima fila come compratore! Io ne ho una argento, una FTn credo come le tua. Appena arrivata, poi, una F2 col DP1, bellissima con scatola e libretti, sembra inusata. Miopartistica, sinceramente tranquillamente: io non so cosa si cerca su un Forum di fotografia. Forse le attese sono troppo alte e qualcuno può rimanere deluso: io non ho un circolo fotografico con cui scambiare opinioni e suggerimenti ( e , forse, non ne avrei nemmeno il tempo), non potrei guardare una massa di foto enormi, alcune, per me, anche belle e interessanti, non avrei conosciuto qualcuno col quale scambio opinioni sulle rispettive foto ( il digitale consente di inviarsi foto anche via mail facilmente). Un utente di Juza che oggi è un professionista tempo fa mi ha inviato le sue foto in anteprima per esporle in una mostra. Qualche opinione sull'attrezzatura anche è servita. Ho chiesto e dato informazioni sull'uso di tecniche di stampa o di postproduzione (che è inevitabile imparare e che non sempre c'è modo di sapere diversamente se non si frequentano corsi). Perciò non sono d'accordo, almeno nel mio caso, sul farsi "in fotografia gli affari miei" e che " la vita fotografica non scorre dentro i forum ma da altre parti" Io non so dove scorra questa vita fotografica, non ho molti amici reali che fanno fotografia e il tempo è così poco che non ci si vede quasi mai. Per cui non so immaginare dove scorra questa vita, . Io ho imparato molto, ho capito molto dei gusti degli altri, visto che da qualche anno non partecipo più a concorsi fotografici in cui mi cimentavo con l'opinione di estranei. Non ho paura di esporre le mie foto liberamente, trovo utilissimo parlare soprattutto con chi mette le sue foto sul sito, qualche volta ricevo commenti interessanti e sui quali riflettere. Tutto questo pessimismo non lo condivido e un po', sinceramente, stanca. Ma se si partecipa ad una discussione forse qualche piccola cosa la si ottiene |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 21:08
Skylab59 “ "Giacomelli e la sua fotocamera: prolungamento del suo corpo e della sua idea" ilfotografo.it/news/giacomelli-e-la-sua-fotocamera-prolungamento-del-s „  mi sembrava troppo linkare l'articolo de "Il fotografo" ... mi sono limitato all'intervista. Va bene così ragazzi... passo e chiudo. |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 21:14
Era per dire che Giacomelli aveva creato il suo "attrezzo" di lavoro su misura, e che in qualche modo ne era affezionato. |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 21:26
@Skylab59 “ Era per dire che Giacomelli ... „ era per dire che le risposte date da Giacomelli a Frank Horvat erano genuine e veritiere, altro che scimmiottare, compiacersi o mettersi in scena ... ""Nel 2000 Giacomelli girava ancora con quella stessa grosso formato vecchia di 45 anni, foderata di nastro adesivo per tenerne insieme i pezzi e con un mirino da cui la realtà quasi non si vedeva più se non sottoforma di scure sagome lontane. La sua mitica Kobell, Giacomelli l'acquista nel 1955, e nel corso degli anni, nel farsi chiaro il suo stile, la personalizza cambiando l'obiettivo con un Eliar a diaframma tutto chiuso con tempi lunghi. Modifica il formato del negativo, 56×74 con rullino 6×6 e con rapporto 2/4 adatto per il formato della carta 30×40. L'aver modificato l'obiettivo, non più collegato con lo scatto, lo obbliga a fotografare unicamente con l'uso del cavetto. Certo non è la sua, una macchina per passare inosservati o per muoversi agili e cogliere l'attimo, è una macchina che detta tempi lenti (tra l'altro pesantissima), con cui il fotografo dialoga con la sua interiorità immettendosi nel mondo. Giacomelli ha modificato così fortemente il suo apparecchio che alla fine, della Kobell è rimasta solo la scatola: il mezzo tecnologico, in questo processo di metamorfosi, smette di essere un oggetto preconfezionato, per divenire parte dell'artista stesso e della sua forza creativa. "" |
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