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Possiamo ( ancora ) parlare di street photography?


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avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 0:07

Ho una fotocamera e, scartando temporaneamente altri interessi fotografici, mi dico: " Là fuori c'è il mondo e io ho il mio mondo. Voglio ossservare e confrontare il mio io e il mondo attraverso un mirino. Non sono pagato e quindi non ho vincoli progettuali. Non ho altro fine se non un certo divertimento e l'ipotesi di sintetizzare in un fotogramma un po' di vita, con tutto ciò che la vita comporta: gioia, ironia, bizzarria, dolore, rabbia, OSSERVAZIONE dell'umanità varia che si muove. Scatto e poi vedrò ( come diceva Winogrand ). In linea mente occhio cuore (come diceva HCB). Con ciò che sono, ossia una persona comune che, se è sincera con se stessa, può davvero divertirsi. Se invece ambisce a chissà cosa ( consensi, visibilità, like sui social ...) si caccia nei guai. E' legittimo trovare riscontro/consenso. Ma altra cosa è ambire a passare per ciò che non siamo."


Mi sembra un'ottima sintesi con un finale da stamparsi per bene dentro la capa.
;-)

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 0:14

"Là fuori c'è il mondo e io ho il mio mondo. Voglio ossservare e confrontare il mio io e il mondo attraverso un mirino. Non sono pagato e quindi non ho vincoli progettuali. Non ho altro fine se non un certo divertimento e l'ipotesi di sintetizzare in un fotogramma un po' di vita..."

"Non mi interessa il contenitore in cui vengo collocato ma che il contenuto che produco mi gratifichi, anzi che gratifichi la mia sfera emotiva, mentre io ne sono lo spettatore.Svincolarsi dalle aspettative, dai titoli e quanto altro alimenti la nostra sfera erronea perché non porta alla crescita ma alla frustrazione"

Mi ci ritrovo molto in queste due affermazioni.

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 0:14

Svincolarsi dalle aspettative, dai titoli e quanto altro alimenti la nostra sfera erronea perché non porta alla crescita ma alla frustrazione è l'inizio di un percorso di visione.Non si fotografa nulla che non è dentro di te.


Hai detto, meglio di me, quello che intendevo.

@ Maltsev: riprendendo il termine 'street' e traducendolo pari pari con 'strada', stavo facendo un po' una provocazione.
Certo, non possiamo impiccarci a un termine, ma è il termine che ci ha consagnato una cultura fotografica abbastanza precisa e collocata nel tempo. Avrebbero potuto dire 'open space photography', o 'no-staged photo'...ma il fatto è che i pionieri di questo genere sono coloro che ci hanno consegnato quelle immagini prelevate per le strade, nelle quali si muove un'umanità variegata e viva, perfino quando la presenza umana è soltanto sottintesa.
Quello che mi sta più a cuore è dire che, almeno per me, è vitale riuscire a poco a poco a fotografare ciò che ho dentro e che qualcosa della realtà circostante suscita qualdo la osservo, creando così una saldatura tra l'interiorità e l'esteriorità.

L'eccessiva rigidità nella classificazione di 'genere fotografico' non giova. Potrebbe essere street anche un fotografia architettonica e urbana, nella quale si coglie la presenza ( edificante o degradata che sia) dell'azione umana.

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 0:24

Noto che in questi topic sulla foto di strada si parla sempre di fotografi del secolo scorso, come se in un forum di calcio si parlasse sempre di Rivera, del Grande Torino, Riva e Domenghini.
Evidenzio che siamo nel 2021 ed un po di foto di gente brava, nel variegato mondo della non esistente street secondo alcuni, c'è in giro. Può non essere in linea con la visione che ciascuno che pratica queste genera ha, ma dico io per fortuna.
Sai che noia altrimenti..

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 0:35

Devo aggiornarmi, ci vuole tempo...MrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 5:40

sì è vero, siamo nel 2021 e c'è in giro gente brava, ma il mondo della street è decisamente emarginato dagli ultimi sviluppi della fotografia. Un po' perché i fotografi del passato hanno già detto quasi tutto il dicibile sul tema, un po' perché ormai i generi fotografici hanno perso la loro graniticità e si sono fusi l'uno con l'altro, per cui la foto di strada la ritrovi tanto nel lavoro di documentazione territoriale che nel diario intimo o nel resoconto di viaggio.

Inoltre rispetto ai tempi eroici della fotografia di strada sono successi due fatti oggettivi e incontrovertibili: il primo è la trasformazione di qualsiasi persona in fotografo grazie al possesso degli smartphone; il secondo è la conseguente diffusione di un concetto di privacy abbastanza repressivo, quasi poliziesco, che tutelando un presunto diritto soggettivo e largamente sopravvalutato, quello del controllo della propria immagine pubblica, reprime il diritto collettivo all'espressione artistica e alla documentazione. Io stesso ormai mi autocensuro e quando esco con la macchina sono più le volte che mi becco occhiatacce e male parole che le altre.

Al giorno d'oggi la foto di strada, tranne eccezioni, è diventata più che altro una diffusa pratica amatoriale il cui statuto rimane piuttosto confuso; andrebbe quanto meno rinominata in "fotografia a sconosciuti in strada".

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 6:02

aggiungo queste interessanti riflessioni

ilfotografo.it/primopiano/la-street-photography-contemporanea-e-nuda-i

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 9:07

Inoltre rispetto ai tempi eroici della fotografia di strada sono successi due fatti oggettivi e incontrovertibili: il primo è la trasformazione di qualsiasi persona in fotografo grazie al possesso degli smartphone; il secondo è la conseguente diffusione di un concetto di privacy abbastanza repressivo, quasi poliziesco, che tutelando un presunto diritto soggettivo e largamente sopravvalutato, quello del controllo della propria immagine pubblica, reprime il diritto collettivo all'espressione artistica e alla documentazione

In buona parte condivisibile, tranne il fatto che il diritto collettivo (quello che definisco "dei cani sciolti che non sanno o fanno finta di non sapere") ha superato abbondantemente la pazienza da una parte e la giusta estetica dall'altra.
Forse vi sfugge il fatto che la street, quando era fatta nel giusto modo aveva la sua estetica nel messaggio.
Non c'è bisogno di dilungarci con le parole, le immagini parlano da sole, nel bene e nel male.

Non sono pagato e quindi non ho vincoli progettuali. Non ho altro fine se non un certo divertimento e l'ipotesi di sintetizzare in un fotogramma un po' di vita, con tutto ciò che la vita comporta: gioia, ironia, bizzarria, dolore, rabbia, OSSERVAZIONE dell'umanità varia che si muove. Scatto e poi vedrò...

Nessuna giustificazione in queste parole; ciò che fai nel privato, tralasciando le compulsioni animiche da analisi, è roba tua e può esserti di aiuto, ma prevaricare in modo sottile sugli altri o in altri ambiti specificatamente contestuali, cambia tutto, sopratutto se non vengono capite, ci rimanete male, allora dov'è il bisogno di pubblicare?

Qualcuno si è lamentano delle regole rigide... viva Dio che esistono.
Sono le basi per contestualizzare ciò che si fa e per indirizzare nel giusto modo quel modo di fare foto, in qualunque ambito.
Dopo siete liberi di esprimervi, ma dopo che avete imparato, non c'è nessuno che vi insegue con il frustino.


O la chiami street o reportage poco importa HCB, Davidson, Parr ecc. hanno fatto/fanno fotogiornalismo occupandosi di reportage sulla società degli addietro, sono considerati oggigiorno come i padrini della street photography.

Assolutamente SI.
E dopo la street è morta.
Non c'è più.
Ha fatto il suo tempo.
Ora con il digitale, con il largo uso di smartphone e reflex, pure troppo, si è sfaldata scomparendo tra i meambri del web.
Le riviste non hanno più bisogno di fotoreporter nel senso proprio del termine.
Sono le prime a rubare scatti da internet o estrapolare frame dai video, per documentare il "fatto accaduto in quel momento", non pagano più come una volta e ci sono ora delle piccole società che rubano foto su internet, applicano il loro watermark e le rivendono alle testate che ne hanno bisogno.
Riescono pure a farsi fare dei contratti di consulenza per diversi uffici stampa.

Svincolarsi dalle aspettative, dai titoli e quanto altro alimenti la nostra sfera erronea perché non porta alla crescita ma alla frustrazione è l'inizio di un percorso di visione. Non si fotografa nulla che non è dentro di te.

Ci sono molte scuole di fotografia e corsi privati di gruppo per avere un giusto confronto terapeutico.
Dove c'è anche un maestro che ti scarta tutti le foto inutili e te le fa rifare, limando la tua concezione artistica dello scattare compulsivo che ancora definite street .
Il singolo che ha bisogni spirituali con citazioni alla Bresson e scatta qua e là, con qualche elemento umano di passaggio, fa altra roba, senza regole.
Molte volte riesce in buone foto di architettura, ma finisce lì.
Storia? zero.
Messaggio? il nulla assoluto.

Ricordo che circa 30 anni fa, alcuni Maestri imponevano (e qui ritorniamo alle regole rigide necessarie all'inizio) i fatidici 3 scatti, per raccontare, documentare l'inizio, il durante e la fine, e sono le stesse tre fasi che troviamo negli scatti di tutte le cerimonie, per raccontare l'evento.





avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 9:08

Un punto di riflessione che in qualche modo rispecchia il mio pensiero. La nuova generazione proposta/imposta dai collettivi, tolto qualche scatto ben riuscito non è che mi facciano impazzire, spesso li trovo noiosi è ripetitivi. C'è da dire che ci sono anche autori che seguono lo stile della vecchia scuola (reportage) molto bravi ed interessanti. Per capire le differenze tra streephotography nata sul web come nuova forma di espressione della foto di strada e quella più reportage (che privilegio) metto a confronto il lavoro di due fotografi, il primo Pau Buscato (pompatissimo sul web grazie anche al supporto dei collettivi) www.paubuscato.com/
l'altro è Boogie che segue la scia della vecchia scuola (reportage) www.artcoup.com/ Due modi diversi di fotografare in strada, il primo necessita di buon colpo d'occhio giocando sulla casualità ma privo di racconto (foto fine a se stessa), il secondo invece lavora sulla documentazione sociale che necessita di una serie di fotografie. Tutto ciò che invece vediamo solitamente pubblicato sui social o roba simile con il solito omino che cammina o porcherie simili rientrano nella "shitphotography".

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 9:36

sì è vero, siamo nel 2021 e c'è in giro gente brava, ma il mondo della street è decisamente emarginato dagli ultimi sviluppi della fotografia. Un po' perché i fotografi del passato hanno già detto quasi tutto il dicibile sul tema


Su questo Marco non sono d'accordo;
Per la proprietà transitiva l'assunto può essere trasportato su altri generi, (paesaggio, architettura, ritratto, glamour, etc) sul più sul più generale tema fotografia, ed addirittura esteso ad altre discipline (pittura, musica etc).
In realtà tutto si è mosso e vi sono sempre stati spazi per dire qualcosa e finanche per dare un senso.

Sul resto quanto dici può essere condivisibile.

In merito all'articolo debbo dire che invece condivido ben poco; oltre ad alcune inesattezze lo trovo un pochino altezzoso. Non ho trovato chi lo abbia scritto, e non so pertanto se sia un critico o un fotografo.
Se è un critico può starci tutto, persino il fatto che oggi quanto scrive "Mi spiego: oggi per sentirsi un fotografo di strada è sufficiente avere una fotocamera, anche quella del cellulare, e una piattaforma su cui pubblicare (Facebook, Instagram o un sito web).) vale anche per chi scrive e potrei riportare le sue stesse parole per valutare il suo articolo.
Se è un fotografo confermo che spesso si giudicano gli altri invece di dare il buon esempio e sostenere le proprie tesi con quanto di meglio possa farsi, ossia proporre fotografie adeguate ai contenuti delle proprie critiche.

E questo vale anche per altre considerazioni detrattici che ho letto successivamente.

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 10:06

guarda Mirko, a parte il fatto che i generi stanno tendendo a sparire, nella fotografia autoriale paesaggio e ritratto si rinnovano continuamente, almeno ogni dieci anni c'è un'ondata diversa dalla precedente; al contrario mi sembra che la street photography sia quella che più si stia cristallizzando in una serie di cliché anche formali.

Riguardo alla seconda parte del tuo intervento penso che si debba andare nel merito delle critiche, e che a tal riguardo non conta nulla se chi le avanza sia un fotografo oppure no.

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 10:11

"Se è un critico può starci tutto, persino il fatto che oggi quanto scrive "Mi spiego: oggi per sentirsi un fotografo di strada è sufficiente avere una fotocamera, anche quella del cellulare, e una piattaforma su cui pubblicare (Facebook, Instagram o un sito web).) vale anche per chi scrive e potrei riportare le sue stesse parole per valutare il suo articolo."... chiunque sia l'autrice la pubblicazione è della rivista "il fotografo", l'unica seria è affidabile per quanto riguarda la fotografia rimasta in italia.;-)

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 10:19

a parte il fatto che i generi stanno tendendo a sparire, nella fotografia autoriale paesaggio e ritratto si rinnovano continuamente, almeno ogni dieci anni c'è un'ondata diversa dalla precedente; al contrario mi sembra che la street photography sia quella che più si stia cristallizzando in una serie di cliché anche formali.

la ritengo una legittima opinione dalla quale mi permetto di dissentire.

Riguardo alla seconda parte del tuo intervento penso che si debba andare nel merito delle critiche,
ci tornerò sopra se ti interessa; ci vuole un po di tempo per articolarlo e ora non mi è possibile.

Riguardo alla seconda parte del tuo intervento penso che si debba andare nel merito delle critiche, e che a tal riguardo non conta nulla se chi le avanza sia un fotografo oppure no.

In realtà conta tantissimo; sono due mestieri separati e distinti. Uno campa di fotografie ed è libero di esprimere critiche ai lavori degli altri, direttamente o indirettamente, proponendo la propria visione. Se riesce a campare di quanto vende porta concretezza alle sue tesi. Ci sono stati dualismi molti fecondi, non fini a se stessi, nei vari mestieri. Se viceversa non vende... è solo un chiaccherone come me e te.
Immagina una discussione tra due fotografi HCB e Winogrand sulla fotografia e quanto uno dica cose diverse dall'altro. Eppure tutti e due vendevano proponedo cose diverse, ed entrambi facevano fotografia. (nomi a caso).
Basta leggere i vari aforismi riportati dai fotografi per assodare che ciascuno la pensa a modo proprio, che spesso vi sono visione antitetiche, che però sono supportati da proposte concrete a sostegno delle proprie tesi, non chiacchere. Le chiacchere sono buoni tutti a farle.
Anche critici o presunti tali.
I critici campano di quanto scrivono, ed oggi si campa anche scrivendo sciocchezze, anzi forse di più nei tempi correnti.

chiunque sia l'autrice la pubblicazione è della rivista "il fotografo", l'unica seria è affidabile per quanto riguarda la fotografia rimasta in italia.

Gianni Brera è stato il più grande giornalista sportivo italiano, eppure su Rivera scriveva un sacco di sciocchezze...
non aggiungo altro sull'attuale giornalismo serio ed affidabile per pietà.




avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 10:42

Chiediamoci sempre .... ci divertiamo? Io si, a prescindere da quello che produco. Ho appena aperto il portone di casa la giornata grigia e piatta, la vista della basilica della Salute e del bacino S.Marco mi ha fatto rientrare a prendere la a7c con il 24 compatto non mi accorgo di averla addosso. Vado a divertirmi anche se faccio zero scatti..ciao ragazzi...

Un saluto
Rob



avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2021 ore 10:46

Fotografo della domenica! ;-)

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