| inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:03
“ quindi il micro contrasto é il dettaglio „ Più che mai sono i contorni degli oggetti e delle strutture che acquisiscono leggibilità e staccano meglio da ciò che sta dietro o in profondità. Il buon microcontrasto dovrebbe proprio migliorare le transizioni a forte intensità differenziale aumentando l'effetto presenza e distinzione della lontananza dal primo piano, di tutti gli oggetti nella foto. Ricordo benissimo che il microcontrasto in "casa Leitz" constava nell'effetto tridimensionale in una scena "tutta a fuoco". Quando si dice... "in quella foto sembra di starci dentro", spesso si sta osservando un buon effetto da microcontrasto, anche se può dipendere pure da altro. Circa la misurabilità, ricordo un articolo di Zeiss (forse su Tutti Fotografi) dove si proponeva un esempio di linee per millimetro dove quelle nere venivano considerate solide e il microcontrasto era rappresentato dalla la visibilità della digradazione tonale dell'estremità nera verso la zona bianca. Questo è quanto ricordo "a spanne"... Fotografie di raffronto potrebbero contenere un capannone come una grossa stazione ferroviaria. Un buon "microcontrastone" dovrebbe consentire di distinguere le microstrutture più a distanza rispetto a uno meno buono, magari più risoluto ma che le sfalda prima. |
| inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:11
“ Più che mai sono i contorni degli oggetti e delle strutture che acquisiscono leggibilità e staccano meglio da ciò che sta dietro o in profondità. „ quella per me é la nitidezza micro contrasto resa del dettaglio, risalto dei contorni la nitidezza io banalmente divido così, poi non ho letto trattati e di ingegneria ottica non capisco nulla, baso le mie valutazioni sull'esperienza |
| inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:20
La nitidezza e una sensazione che hai su tutta l'immagine, mentre il microc, lo noti sulle transizioni. Per esempio sulla pelle di una modella difficilmente vedrai nitidezza ma nelle transizioni ciglia pelle, sì. O sui capelli... |
| inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:38
“ Ragazzi, io staccai, ci vediamo domani alle 13:30, ciao a tutti. „ Personalmente apprezzo molto di più la foto a sinistra, la destra appare impastata, da anche fastidio guardarla. |
| inviato il 29 Aprile 2021 ore 20:09
Vorrei dire anch'io la mia, nessuna definizione scientifica e tanti commenti prima del mio hanno a mio avviso ben delineato il concetto di microcontrasto. Io lo definirei semplicemente come la leggibilità del micro-dettaglio e quindi anche le transizioni tonali (così da tenere il termine "micro" in auge ), ma ritengo che il concetto vada a braccetto con la correttezza ottica, ossia l'assenza di: aberrazioni cromatiche laterali o longitudinali, glare,... insomma ottiche APO pure, vari Otus per restare in Zeiss o quasi APO come molti macro. My2c |
| inviato il 29 Aprile 2021 ore 20:31
“ Per esempio sulla pelle di una modella difficilmente vedrai nitidezza ma nelle transizioni ciglia pelle, sì. O sui capelli... „ Ulisse ho l'impressione che involontariamente tu mi dia ragione, infatti la nitidezza agisce sui contorni, non a caso nei parametri di nitidezza, la mascheratura è un passaggio fondamentale, il software la applica ignorantemente a tutto, sta a chi esegue darne il giusto valore sui contorni evitando le zone omogenee |
| inviato il 30 Aprile 2021 ore 2:05
@Stefano ho apprezzato i tuoi interventi. Ti va reso atto che hai tentato valorosamente di risollevare le sorti degli ing, gravemente compromesse dai soliti noti qui su Juza. In piena era nazista i chimici tedeschi si opposero fieramente a essere integrati in un Albo insieme con gli ingegneri perché asserivano orogogliosamente "siamo scienziati di scienza naturale, gli ingegneri si occupano d'altro". Alla fine la vinse Adolf, abbastanza scontato. A distanza di ottant'ani la situazione è questa: metà del governo cinese sono ing e ne laureano più di un milione all'anno. A bilanciare un pochino ci sta la Merkel che dopo la prima laurea breve in fisica ha preso un Ph.D. in chimica teorica (per i non addetti ai lavori: meccanica quantistica applicata alla Chimica). La Thatcher invece si era fermata ad una laurea breve (Bachelor) in chimica. Però devi confessare la tua insana passione per l'astro o no? L'astro sta alla fotografia come il ping pong sta al tennis. Parlando di risoluzione: in spettroscopia si usa Rayleigh da sempre, in particolare nel caso delle MTF si usa per dire "qui l'occhio comincia a vedere tutto grigio" ("Vedo Nero" invece è di Zucchero e non si riferisce alla risoluzione). I pochissimi eletti che hanno la fortuna di usare Merrill tipo dp2m o dp3m possono sperimentare il microcontrasto abbastanza semplicemente: - cavalletto - bugiardino a distanza ragionevole, i caratteri devono essere abbastanza piccoli; - f/2.8 e focheggiatura molto accurata; - sotto il famigerato SPP (siamo alla 6.8!), vedere cosa succede col comando Sharpness. (Mai usare SW "localizzati", ossia nati in inglese e tradotti in italiano, ne va degli equivoci talvolta comici). - Sharpness va da -2.0 a +2.0, vedere cosa succede partendo dal basso e salendo di 0.1 alla volta. Quelli che non hanno accesso a Merrill considerino che SIGMA testa OGNI Art con sensori Merrill, ci sarà un motivo? Un po' più difficile per le zucche marine che col digitale non ce la possono fare: il microcontrasto ce l'hanno gli obiettivi anche prima di qualsiasi sensore e se uno non capisce un grafico MTF come questo di chi è la colpa?
 |
| inviato il 30 Aprile 2021 ore 7:08
Val non ho ben capito cosa mi vuoi dire comunque tutto il mio panegirico non vuol portare a nulla se non a quello che ho scritto all'inizio del topic “ lente è meglio di un'altra perché ha più microcontrasto... è un semplice parolone per darsi un tono „ Visto che nessuno mi ha dato una definizione numerica esatta di microcontrasto, e nessuno mi ha fatto vedere una lente che fa l'effetto del comando texture di photoshop (e meno male!) rimango della mia idea Sai qual è la differenza tra la teoria e la pratica? Che in teoria son la stessa cosa ma in pratica no (non l'ho mica detta io ma uno un po' più famoso di me ) |
| inviato il 30 Aprile 2021 ore 8:16
"Visto che nessuno mi ha dato una definizione numerica esatta di microcontrasto.." In ottica, il microcontrasto è una differenza tonale (semplicemente perchè non opera solo sul B&N) tra aree piccole adiacenti dell'immagine, con superfici delle aree che riportate sul sensore sono di dimensione a partire da 5 lpm (line pairs per millimeter, in italiano coppia di linee per mm, dimensione in larghezza di 0,1 mm per ogni linea) o più piccole ancora. Se la differenza tonale è alta, hai microcontrasto alto, se bassa, è basso, tutti qui. Fino a questo punto, non si è ancora parlato di ottiche. Riferito alle ottiche, si parla di trasferimento del contrasto di una immagine composta da coppie di linee in B&N (si usa quello, ma si possono fare anche di colori diversi) di dimensioni variabili, che illuminata in luce bianca (ma si possono usare anche colori diversi di luce) ed inquadrata dall'ottica, questa ne trasferisce l'immagine sul sensore, con un rapporto di riproduzione tale da avere sul sensore coppie di linee per mm in numero di 5 e più. Cambiando il colore della luce, il contrasto trasferito, e dunque le MTF, cambiano. La misura numerica del trasferimento di contrasto, quanto te ne trasferisce nell'immagine che rende l'ottica (0= Nulla, le linee spariscono in immagine, 100 = tutto, restano inalterate come contrasto), te la danno le MTF per le varie frequenze spaziali, ossia per le varie di mensioni delle linee, sempre in lpm, coppie di linee per mm. Di solito nelle ottiche, come valore massimo della dimensione del microcontrasto dell'immagine, si considera una frequenza spaziale di 10 lpm, perchè a 10 lpm corrisponde ad una linea di 0,2 mm. Poi si possono misurare anche i valori di trasferimento del contrasto per linee più fini/frequenze spaziali più alte, ed infatti le MTF di molte Case le riportano, oltre che per 10 lpm, anche per 30 lpm, qualcuno anche per altre frequenze spaziali, non c'è uno standard. Per la natura del vetro, è Fisica, più piccole sono le linee/più alte sono le frequenze spaziali, meno contrasto trasferisce l'ottica, ed infatti il valore delle MTF cala aumentando le lpm. Per dirla in una parola, approssimando, come dimensione numerica del "microcontrasto" puoi considerare la grandezza della variazione tonale su dettagli di 0,2 mm sul sensore. Fino a 0,2 mm sul sensore di dimensione della linea, ossia le curve MTF a 10 lpm fornite dalle Case, si parla di "microcontrasto" dell'ottica le curve a 10 lpm, danno la misura del microcontrasto dell'ottica, mentre sotto gli 0,2 mm, tipicamente per le 30 lpm delle MTF fornite dalle Case, si parla di "risoluzione" dell'ottica, le curve a 30 lpm danno la misura della risoluzione dell'ottica. Zeiss parla di "microcontrasto" anche per valori più alti di 10 lpm, non c'è uno standard. |
| inviato il 30 Aprile 2021 ore 8:34
Oh grazie! finalmente almeno un riferimento numerico Quindi le ottiche con un buon microcontrasto sarebbero quelle che hanno un valore alto di MTF attorno ai 10lpm |
| inviato il 30 Aprile 2021 ore 8:37
“ Visto che nessuno mi ha dato una definizione numerica esatta di microcontrasto, e nessuno mi ha fatto vedere una lente che fa l'effetto del comando texture di photoshop (e meno male!) rimango della mia idea „ ma nessuna lente può dare l'effetto texture, sono due cose diverse microcintrasto e texture il microcontrasto deriva dall'abbinata sensore/pellicola + lente, poi con i cursori texture e chiarezza poi esaltare toni medi o chiari e scuri di quel dettaglio, ma non creano microcontrasto, servono ad enfatizzare quello che già c'è |
| inviato il 30 Aprile 2021 ore 8:51
Quell'articolo che ho postato sopra spiega che, in ogni caso, quando in pp si aumenta il microcontrasto si paga comunque pegno Temo che una cosa analoga succeda in fase di progettazione di una lente, nel senso che se si privilegia la risolvenza si perde microcontrasto e viceversa Insomma nulla è gratis |
| inviato il 30 Aprile 2021 ore 9:08
Alessandro Pollastrini grazie per aver fatto un po' da Piero Angela della situazione! |
| inviato il 30 Aprile 2021 ore 9:09
E c'è da dare importaza anche alla qualità della luce,... specie se si usano flash di qualsiasi forma e modelli più o meno prof....la luce solare ha diversa incidenza da quella artificiale ,...e da una o dall'altra si ha una diversa riflettanza che aiuta più o meno la lente nella sua scrittura La luce è la cosa più importante. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |