| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:12
Ho citato Panizza perché ripreso in precedenza dalla discussione, ma potrei citarne altri. La fotografia è condannata a rappresentare fenomeni e realtà che esisterebbero a prescindere da essa (mentre il cinema no). Questo fa sì che la storia che si vuole raccontare (es. Gli uccelli incastrati e uccisi dalla plastica) non ha bisogno della fotografia per poter essere raccontata. La fotografia per diventare un mezzo ha bisogno della storia, la storia della realtà. Per questo serve etica, che fa da ponte tra realtà e l'occhio estetico del fotografo. Ma etica ed estetica personale possono esistere anche senza la storia, che poi si dipana in una serie di immagini. Parlando del genere che pratico, la naturalistica, concepisco entrambe le interpretazioni. Do valore all'immagine come chiave di interpretazione dello sguardo dell'autore sul mondo naturale. Se sussiste un progetto tanto meglio. Quello che non tollero, è l'assenza del ponte etico: non parlo solo di pratiche dannose per i soggetti e l'ambiente. Parlo di pratiche che ingannano l'osservatore della foto: foto con luci astruse, Dodge, Burn, sfocature, vignettatura, occhi da bambi,..... che trasformano il soggetto in una parodia di se stesso. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:13
Angus intendo che se uno scatto ha un contenuto puramente estetico, quella lettura estetica E' il messaggio dell'autore. E come ogni altra lettura di una scena ripresa, ad esempio la lettura cruda del daino ucciso da uno scontro con un'auto, ripreso a margine dell'asfalto (scatto proposto qui su Juza recentemente, ha il suo significato. Che poi io, tu, Zeppo o un altro gli attribuiamo un valore positivo, negativo, o nullo, dipende dal nostro sistema di valori. Ma il significato e il messaggio c'è. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:14
Piena sintonia con Luve |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:24
Infatti non ho mai assolutamente condannato lo scatto "solo estetica"...Ne faccio a pacchi anche io... Il tema è sempre lo stesso, la foto di natura non è SOLO estetica, ma al pari di qualsiasi altro genere può andare "oltre" grazie all'utilizzo di pensiero, cultura, ecc ecc.. SUll'etica non transigo in naturalistica... Quello che però non trovo troppo corretto, e mi riferisco a Luve, è l'equiparare un comportamento scorretto come allestire un carnaio illegale pepr fotografare un rapace o prendere una mantide esotica e piazzarla nel Taro corredandola di storiellina avventurosa ad un pò di vignettatura o BUrn/DOdge...Il primo è un comportamento scorretto, l'altro l'adozione di uno stile fotografico discutibile che sentirà il tempo più di altri...Punto... |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:28
Io non ho letto l'altra discussione quindi magari non capisco bene il punto sul quale giustamente volevate intervenire, ovvero quello che dovrebbe portare ad avere fotografie di seria A o B. Il fattore etico, pur non facendo foto ad animali, è fondamentale anche per me, ma questo lo davo per scontato. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:28
@Angus “ La mancanza di sensibilità nei confronti di tematiche ambientali o più semplicemente nei confronti del bello è un tema caldo, e genera problemi... „ Sono d'accordo ma credo che i tempi stiano maturando; laddove l'ambiente non è solo un "brand commerciale" per una tutela di facciata la fotografia (così come tutte le forme di comunicazione in genere) può contribuire. Cito solo come esempio un progetto nazionale della FIAF in corso è "Ambiente, Clima, Futuro"; sono i tempi e l'evoluzione culturale che "lo hanno scelto"; sempre in termini di evoluzione culturale non è un caso che l'enciclica del Papa (Laudato Si) abbia trattato i temi della natura. Dopodichè sull'efficacia della forma espressiva entriamo nell'ambito autoriale; si può ricorrere alla rappresentazione del "bello" oppure, con una scala ricca di valori intermedi, al percorso di degrado della bellezza e quindi alla rappresentazione del "brutto" (ipersemplificazione ... scusate) ... sta all'autore decidere quale leva vuol usare per veicolare il suo messaggio. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:30
Cusufai perfettamente d'accordo su tutto! |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:35
Dipende Angus. Volessimo definire una scala ordinale del "danno arrecato" le pratiche scorrette e dannose biologicamente vanno sicuramente posizionate in alto. Tuttavia le foto pesantemente artefatte arrecano un danno forse meno diretto ma più subdolo: modificano e plasmano la percezione del pubblico, la forzano. Come le pratiche di sfruttamento di animali per foto-turismo becero e che spopolano su Instagram: generano la visione di un mondo naturale distorto ed asservito all'uomo. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:40
Luve le tue ultime righe sono per me centrali nel discorso e pertinenti anche al tema della sdiscussione... Siccome senza allusioni sappiamo benissimo entrambi al genre di foto a cui ci riferiamo, io trovo che sia più grave il continuo spiattellamento per il web di foto ritratto alla volpe della maremma che il fatto che ssia realizzata mcon uno stile fantasy...Moltoo più gravem, direi... E' quelloo che chiamo doping della fotografia naturalistica...far credere che sia possibile sempre fare un rritratto ad una volpe...Quando invece quelli sono poveri animali ormai totalmente vincolati alla presenza dell'uomo... Il Dodge Burn, che per scatti ad altissimi iso a volte uso ancheiio un pelo su cervi e caprioli epr recuperare dettaglio, non credo sia il problema...SOno mode...E vedrai che quando passeranno, gli stessi autori non potranno più guardare i loro scatti... |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 10:44
Mi trovo molto vicino a quello che dici Angus. E credo Cusufai abbia ben reso il concetto. Forse peraltro ha senso distinguere tra fotografia e fotografi. Lo spessore del fotografo, ma anche in altri generi, sta molto nel progetto, che fa la differenza oltre l'abilità tecnica. Il valore della singola fotografia sta nella forza dello specifico messaggio, che può essere di carattere estetico, morale, storico, etc.. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 11:30
“ Poi però se l'aquila è ritratta a Bielowietza in un capanno a pagamento il messaggio è di un tipo... Se invece è ritratta sulle tue montagne, dopo lunghi studi ed appostamenti e infine inserita in un progetto che valorizza il tuo territorio il messaggio ritengo sia di tutt'altro tipo...Ma qui si rischia di sconfinare e andare fuori tema, parlando del perchè in naturalistica ritengo che sia importante oltre al cosa fotografo ilk come, dove, quando e perchè.. „ Concordo parzialmente anche se rispetto il tu pensiero! E' asolutamente vero che uno scatto cercato personalmente, con fatica e inserendolo in un contesto più ampio di ricerca quando lo porti a casa la soddisfazione è enorme; non dimentichiamoci però delle difficoltà a cui siva incorntro. Molte volte uscivo, quando si poteva, e non facevo nemmeno uno scatto vuoi perchè il soggetto che mi interessava non si presentava altre volte la luce e menate varie non mi convincevano. Ho passato tre anni per preparare degli scatti all'acquaiolo in montagna; quando pensavo che sarebbe stato il momento giusto, vicino al torrente dove avevo preparato l'appostamento, hanno cominciato a lavorare i taglialegna. :-( Detto questo ritengo che anche gli scatti da capanno a pagamento, nel loro ambito, possono dare soddisfazione. Qui sul forum, tranne pochi, quasi tutti gli scatti sono di questa risma IMHO |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 11:41
Enrico ovviamente io non parlo di soddisfazione personale riguardo allo scatto... chiaramente chi va a scattare in polonia alle aquile di mare ha il privilegio di osservare da vicino animali meravigliosi che altrimenti difficilmente potrebbe vedere..Peraltro quello è un carnaio gestito correttamente ed autorizzato...Sicuramente si proverà grande soddisfazione e l'esperienza sarà indimenticabile... Il discorso del valore dello scatto però a mio avviso resta...Ma si tratta di una considerazione epronale, che non voglio imporre... Parlando appunto dell'aqualiolo...se fossi riuscito a fare un grande scatto, sicuramente il valore di quella foto sarebbe stato grande...Sia perchè porta con se tutto il tuo lavoro..Sia eprchè probabilmente vai a raccontare un soggetto in un luogo in cui altri non lo hanno fatto... Altrimenti, se vuoi fare semplicemente l'aquaiolo vai a chiapili di sotto, ti siedi a cavalcioni sulla riva dell'Orco con la birra in mane e prima o poi nell'arco della giornata hai la foto dell'uccello... |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 11:48
“ Per questo mi sono dedicato all'astro... tutta tecnica, zero cuore! „ Sicuro? Magari ad alcune persone le tue foto astronomiche potrebbero donare sensazioni ed emozioni che altri generi di foto non sono in grado di donare. “ Molto spesso mi si chiede: "Perchè dovremmo preservare quel determinato habitat o quella determinata specie?"...Mi ritrovo sempre a dover cercare risposte legate ad un diretto tornaconto per la persona che mi interroga; "perchè respirerai aria più pulita", "perchè le api produrranno ancora il miele che poi mangerai", "perchè ci sarà meno inquinamento acustico", "perchè l'acqua che useranno per innaffiare i pomodori che mangi sarà più pulita".... Mi piacerebbe poter rispondere con più tranquillità: "perchè è bello, ed è un bello di cui tu potrrai godere" „ Già, molte persone sanno che esiste anche "un bello di cui tu potrai godere": chi cerca il silenzio, chi cerca la natura queste cose le sa già. Pensiamo ad esempio ai quadri di Jhon Constable. Non sono forse una bellezza per lo spirito, un qualcosa che ci riempie di gioia (per chi li apprezza)? Il motivo non può forse essere la bellezza stessa che rende felici? Vedere un tramonto, un bella cascata, un bel fiore, il profumo stesso del fiore, il cinguettio di un uccello...etc. etc. sono tutti elementi che regalano serenità, felicità e quindi gioia in un mondo che sembra dimenticare sempre più alcuni elementi importanti della vita di ogni individuo. Non si vive solo di belle donne o di begli uomini (a seconda del genere e dei gusti sessuali) e di belle macchine, non si vive solo di buon cibo, di sport o di bei vestiti... c'è anche altro, c'è un contatto con la natura che è inscindibile dall'essere umano stesso, perché l'essere umano ha fatto parte per millenni della natura e continuerà a farne parte. Ognuno ha i propri gusti, ma se esistono persone che si emozionano ogni volta che vedono un tramonto, un bel bosco, un deserto, un paesaggio, un albero maestoso, una farlalla, uno scarabeo rinoceronte... e sono affascinate da tutto ciò qualcosa vorrà pur dire. Tutto nella natura ci può evocare emozioni, sensazioni, ricordi, speranze, anche sogni e tutto questo può essere anche in parte ricollegabile al pensiero, alla costruzione ed alla cultura del singolo individuo. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 11:59
La fotografia è progettazione, continuità e se di natura, è anche etica. La sola estetica è fine a se stessa. Infatti i migliori fotografi vengono ricordati per il loro stile, la loro continuità, il loro approccio fotografico e non per la singola immagine, che per altro spesso e volentieri ritrae ciò che hanno fotografato altri migliaia personaggi del turismo fotografico di massa. La fotografia è una cosa seria |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 12:12
“ La fotografia è una cosa seria „ Non dire così, che poi mi prende l'ansia... Per quel che mi riguarda la fotografia è per me, soprattutto quella paesaggistica, un modo per rilassarmi ed entrare in contatto con la natura, se poi piace anche a qualcuno è un di più, ma l'importante è che faccia stare bene me! |
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