| inviato il 31 Ottobre 2022 ore 19:41
Salt e gsabbio, concordo. |
| inviato il 31 Ottobre 2022 ore 19:42
Biga, ti darei ragione se le immersioni si facessero sempre da soli. |
| inviato il 31 Ottobre 2022 ore 19:43
Quindi chi le fa da solo è da biasimare? |
| inviato il 31 Ottobre 2022 ore 19:50
Ma io non biasimo chi fa Freesolo, sto discutendo i paragoni. Biga, fammi un esempio di situazione potenzialmente letale nelle immersioni, un caso nel quale in caso di errore muori senza dubbio. |
| inviato il 31 Ottobre 2022 ore 20:27
Ragazzi... come già scritto, sono quasi trenta anni che pratico il volo in parapendio e tuttavia, mio nipote, fortissimo alpinista che senza alcun problema arrampicava -pulito- sul sesto grado delle classiche dolomitiche, mi diceva sempre che non l'avrebbe mai fatto. La percezione del pericolo/rischio è sempre soggettiva ed è subordinata alle proprie priorità Poi... chiaramente qui nessuno sta stigmatizzando un comportamento a forte rischio. Anche perché... mi sembra che qui dentro, tutti, chi più chi meno, abbiamo avuto la nostra dose di fortuna, e sappiamo come 'la gente' avrebbe commentato un nostro evento infausto. Dispiace, e non trovo nemmeno giusto rischiare così tanto (concordo col commento di Murmunto sulla "Sancta simplicitas"). E' solo uno dei tanti e non sarà l'ultimo. Conoscevo un francese campione d'acrobazia (in parapendio): Antoine M. Red Bull athlete, preparatissimo (nel parapendio, che tra l'altro nella specialità dell'acrobazia prevede l'impiego di ben due paracadute d'emergenza ai quali nessuno rinuncia), un giorno decise di dedicarsi al BASE ed alla tuta alare, con un'esperienza di soli 7 lanci in paracadute e nessuna di tuta alare, decise di lanciarsi con una nuova tuta da un posto che non conosceva, che oltretutto prevedeva di eseguire immediatamente una decisa virata per evitare una linea d'alta tensione, ed in una giornata di vento difficile. Gli andò male. Da campione qual'era sapeva benissimo che agendo così stava mettendo in fila una serie incredibile di errori ciascuno dei quali era potenzialmente mortale. Perché lo fece? La questione vera non è conoscere il perché ma CAPIRE il perché. Noi... non potremo mai capirlo |
user12181 | inviato il 31 Ottobre 2022 ore 20:49
Spigolo sud del Magerstein, scorrere. La via della prima salita sulla cresta sud è un quinto grado, fino alle 11 di oggi non si sapeva ancora quale via stesse facendo, probabilmente stava salendo (non è registrato nel libro di vetta). www.alpin.de/home/news/54398/artikel_bergunfall-kletterer-jonas-hainz- |
| inviato il 01 Novembre 2022 ore 6:51
Preciso che non pratico immersioni. Ma credo che se nel corso di in un'immersione in acque profonde fatta da solo succede qualcosa all'attrezzatura, o perdi di vista la quantità di ossigeno, o ti senti male e perdi i sensi, o in grotta rimani incastrato o batti la testa, o vieni attaccato da uno squalo, bene non finisca. Ma ci sono innumerevoli casi anche molto più banali in cui si può perdere la vita. Solo ieri mi è capitato e in un contesto del tutto “safe”. Falesia, manovra in sosta (fatta milioni di volte). Sciolgo il nodo dopo aver finito la manovra e la corda si sfila dall'imbrago (per fortuna la afferro al volo). È andata bene che ero ancora attaccato alla sosta con un rinvio ma se anziché cadere fosse rimasta incastrata nell'anello probabilmente non men sarei accorto. Un errore stupidissimo in una manovra stupidissima (e che tra l'altro ancora adesso non riesco a spiegarmi). Se si è onesti con se stessi lo sai che può succedere e che se succede muori ma lo accetti. Come accetti di fare un incidente in macchina per poterti muovere. Pensiamo al ciclismo. Quanti ne muoiono investiti? E quindi qual'è il rapporto rischio/beneficio “limite” e accettabile e perché? |
| inviato il 01 Novembre 2022 ore 7:00
Ma tra l'altro siamo sicuri che il ragazzo stesse facendo free solo? |
| inviato il 01 Novembre 2022 ore 9:02
E comunque, si sta parlando dell'alpinismo come se l'arrampicata fosse "una passeggiata sicura". Esistono diversi gradi di rischio... ma certamente andare in montagna non e' mai una "passeggiata". Certo, qualcuno prende piu' precauzioni. Ma la precauzione, a mio modo di vedere e' solo una "riduzione del rischio". Non e' garanzia di sicurezza. L'incidente, l'imprevisto e' sempre dietro l'angolo. Quando si legge di casi come questo, la frase tipica e':" rischio stupido" ma quando si legge del novizio, precipitato per inesperienza si tende a bollare con: " ha fatto qualcosa sopra alle sue possibilita'". Voglio dire... probabilmente Manolo in libera su una via di 100 mt e' piu' sicuro del principiante equipaggiato di tutto punto che pero' non ha pratica delle attrezzature. La gestione del rischio e' parte fondamentale dell'attivita' e non e' uguale per tutti. Io non me la sento di classificare come irresponsabile una persona che ha avuto un incidente mentre praticava uno sport a livello estremo. Sarebbe un po' come dire che Senna era un fesso ad andare a 300 kmh con un'auto. O che Shumacher, dopo una vita passata a 300kmh, non avrebbe dovuto sciare troppo veloce..... |
| inviato il 01 Novembre 2022 ore 13:21
“ Preciso che non pratico immersioni. Ma credo che se nel corso di in un'immersione in acque profonde fatta da solo succede qualcosa all'attrezzatura, o perdi di vista la quantità di ossigeno, o ti senti male e perdi i sensi, o in grotta rimani incastrato o batti la testa, o vieni attaccato da uno squalo, bene non finisca. „ ho detto infatti che da solo può diventare effettivamente pericoloso tanto quanto il freesolo, lo fanno in pochi. Ad esempio se ti va in blocco il respiratore a 30 metri (e in continua erogazione d'aria la bombola finisce rapidamente), devi per forza di cose salire; puoi ancora tentare di respirare da quello d'emergenza, respirare dal getto d'aria continua appoggiandoci la bocca lateralmente o nel caso peggiore risali espellendo piano piano dell'aria dai polmoni per evitare un'embolia. Se eri sotto da molto probabilmente ti devi fare un po' di iperbarica. Stessa cosa se perdi di vista l'ossigeno (te ne accorgi perché gli ultimi respiri vanno sforzati), fai una risalita d'emergenza. Ovviamente, se sei a 50-60 metri la cosa diventa più complicata e se arrivi a galla cosciente non sei proprio un fiore (in più sei da solo...). Se ti senti male e perdi i sensi muori un po' ovunque. Gli squali ti snobbano sott'acqua, ma anche fosse, non è detto che si muore istantaneamente come cadere da 100 metri. Il caso della grotta invece è vero, se intendi un'immersione profonda in tunnel sotterranei. Non serve neanche incastrarsi, basta un attimo di panico, alzi terra, perdi il senso dell'orientamento, perdi il cordino guida, non sai più dove ti trovi, non sai più come tornare indietro. Devi solo sperare di avere abbastanza ossigeno per aspettare dei soccorsi (auguri) o l'estrema fortuna di trovare una camera con aria (vedi il documentario The Rescue). In Messico feci qualche immersione in grotta nei Cenote, ma eravamo in 4 ed entrammo nelle caverne giusto per 10/15 metri, alle spalle-in alto avevamo sempre a vista lo specchio d'acqua. Calcola che nei corsi di subacquea non ti insegnano a stare sottacqua (perché quello si impara in fretta, l'assetto e via dicendo) ma ti spaccano i maroni insegnandoti come comportarsi nei casi d'emergenza. Dove andai io si giocava spesso a palla a 12 metri in piscina, e durante la partita qualcuno ti strappava via la maschera, l'erogatore o ti chiudeva la bombola; tu dovevi riuscire a rimanere calmo, riprendere l'erogatore o sfilare tutto il gav (lo zainetto che ti tiene in vita per capirci) per riaprire l'aria. In caso di errori o imprevisti hai sempre qualche speranza di salvarti, eccetto forse le immersioni in caverne profonde. |
user12181 | inviato il 01 Novembre 2022 ore 13:54
Davanti al Moregallo ne scompaiono più che sul K2, magari qualcuno era proprio tornato sano a salvo dal K2 e aveva deciso di rilassarsi con un tuffo... |
| inviato il 01 Novembre 2022 ore 18:15
Non praticando la subacquea, non posso parlare della sua pericolosità. Mi ricordo un paio di casi limite che mi sono stati raccontati da testimoni diretti: quello dello sfortunato che in acque tropicali si è tuffato dalla barca proprio sopra un serpente di mare -che lo ha morso con conseguenze nefaste- Oppure quello del deep diver che facendo un'immersione oltre i 100m di profondità in un lago sudafricano (dirò una corbelleria ma mi sembra di ricordare che andassero perfino ben oltre i 100m -respirando una miscela ossigeno-elio-) è stato visto pinnare verso il basso e non è stato più ritrovato. Ne deduciamo che fare sub è pericoloso? Per me no, è un'attività che richiede la stretta osservanza di regole ben precise. In un confronto con chi mi riferiva l'episodio del serpente, al quale spiegavo le ferree regole di sicurezza del volo in parapendio, conveniva che erano concettualmente identiche a quelle della subacquea, che in sostanza sono sintetizzabili in: 'è vietato capitare' e cioè non è concepibile assumere un atteggiamento mentale che possa ammettere l'errore; l'errore non deve esistere. Tutti noi siamo portati a considerare 'a rischio' ciò che non conosciamo, l'esperienza mi insegna che se si rispettano senza deroghe i massimi criteri di sicurezza, è possibile praticare in sicurezza molte attività. ma tutto ciò non ammette le deroghe del free-solo e di quant'altro non concede nessuna possibilità di scampo. Poi... ognuno ha 'il suo momento' -come mi disse un amico ri-incontrato per caso dopo 20 anni sul ghiacciaio del Bernina proprio poco dopo che ero finito in un crepaccio con 10m di anelli di corda in mano, e dal quale mi ero salvato solo perché in un nanosecondo, mentre cadevo nel buco, ero riuscito a piantare la picca sul bordo rimanendo appeso al lacciolo. per la cronaca, avevo un amico che a 30 anni morì mentre stava seduto in poltrona. Per cui... scusate la filosofia spicciola, ma... il vivere stesso è un'attività sicuramente mortale. |
| inviato il 01 Novembre 2022 ore 19:12
“ Davanti al Moregallo ne scompaiono più che sul K2, magari qualcuno era proprio tornato sano a salvo dal K2 e aveva deciso di rilassarsi con un tuffo... „ proprio a Moregallo feci l'esame del mio primo brevetto, con la muta stagna. Un postaccio, non avrei mai fatto un'immersione li. |
| inviato il 01 Novembre 2022 ore 20:39
Sì, il Moregallo vanta non pochi incidenti (vado a memoria, ma... l'ho sentito nominare un bel po' di volte) ma... per uno che non lo sa: come mai proprio lì? che cos'ha di brutto? Oppure è solo una questione di frequentazione elevata? |
user12181 | inviato il 01 Novembre 2022 ore 21:32
L'ultimo l'hanno trovato sabato scorso a più di 80 m, anche lui era un volontario (Croce rossa), anche lui esperto con diversi brevetti... È un posto con fondale profondo e pieno di macchine da esplorare, si vede che c'è chi ama esplorare le macchine sommerse... Se googlo "Moregallo sub" fra un mese, ne trovo un altro appena scomparso o appena recuperato. |
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