| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 17:40
Ho solo espresso la mia opinione, forse in modo non proprio elegante Su questo siamo d'accordo I cambiamenti non a tutti piacciono e non sempre sono ben accetti, di questo ne prendo atto. Molti per lo stesso motivo rimpiangono in fotografia, l'analogico e criticano i nuovi metodi di post produzione digitale. Per quanto riguarda la nostra lingua sarei pronta a rinunciarvi subito in cambio di una lingua universale parlata e compresa da tutti i popoli del mondo che potrebbero comunicare tra loro senza nessun problema di una lingua diversa. La lingua è solo uno strumento di comunicazione soggetto a modifiche così come si modifica qualsiasi altro strumento dall'automobile, alla fotocamera fino alla macchina per fare la pasta in casa. P.s.Mi dispiace. Se sono scuse le accetto. |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 18:12
Infatti fotografo solo su pellicola e non mi piacciono le attuali tendenze in fatto di post produzione |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 18:47
Se ho offeso qualcuno, chiedo venia, non era mia intenzione. Volevo solo esprimere una netta posizione. Non sono, comunque, assolutamente d'accordo sulla considerazione esclusivamente strumentale della lingua. La lingua non è un qualcosa di neutro (non si può sostituire una lingua con un'altra, come se niente fosse), solo perché dà una fonetica alle nostre intenzioni e emozioni. Perché la lingua ci dona una "forma mentis", un insieme di valori e schemi mentali, con i quali ragioniamo, con i quali interpretiamo la realtà. In un certo senso, costruisce un mondo per noi. Per questo, non conta il colore della pelle o dove si è nati per essere italiani (questo è razzismo becero), conta solo la padronanza della lingua e della cultura italiana (almeno le basi). Sono cose che si capiscono soprattutto quando si va all'estero... di quanto sia forte l'identità italiana! |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 19:00
Perché la lingua ci dona una "forma mentis", un insieme di valori e schemi mentali, con i quali ragioniamo, con i quali interpretiamo la realtà. La forma mentis dovrebbero darla altri principi e non la lingua che semmai è mezzo di espressione. Il discorso dell'identità di una determinata nazione è importante ma non deve essere limitante e oggetto di un confronto che porta a ritenere qualcuno superiore ad un altro( la mia lingua è più musicale della tua), se non un elemento distintivo che fa apprezzare maggiormente le diversità ma non le amplifica e non le usa per dividere. Io penso che siamo cittadini di un mondo non di una nazione seppure di questa ne facciamo parte per cultura e usanze. Se la nostra lingua venisse accantonata in virtù di una lingua universale, la stessa sarebbe conservata così come altre lingue tipo il greco, l'ebraico o il latino e continuerebbe ad essere qualcosa che appartiene alla nostra storia. |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 19:03
Infatti fotografo solo su pellicola e non mi piacciono le attuali tendenze in fatto di post produzione Quindi un po' psicologa lo sono |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 19:28
Beh, prima è nato il comportamento e dopo la lingua. E' anche vero che ad oggi la lingua fa parte di quanto appreso e quindi viene a far parte del comportamento unitamente alle abitudini e alle regole che vengono insegnate ai bambini. Ovviamente entrambe i ragionamento valgono per tutti i popoli o etnie del mondo. Non conosco molto bene le lingue ma quando viaggio all'estero mi interessa molto fare i confronti tra i vari modi di affrontare le cose e il conseguente linguaggio utilizzato. Per esempio l'inglese è la lingua principe delle onomatopee e in particolare dei verbi: to splash to flash to knock to ring to click ecc. ecc. Interessante ascoltare e comprendere anche la lingua del click parlata nel Damaraland che è una regione della Namibia. Molte volte i comportamenti assunti da una popolazione relativamente ad una azione sono diversi da quelli di un'altra popolazione e questo viene rispecchiato anche dalla lingua e dal modo di esprimerlo. Si nota quindi la differenza di ogni popolazione di affrontare un tema comune ad altre popolazioni. Purtroppo la globalizzazione tende ad appiattire queste interessantissime diversità che permettono di rilevare visioni diverse da parte di popoli diversi. Faccio un esempio di modi diversi di affrontare un agire comune: nel mondo anglosassone, in famiglia, difficilmente si pranza seduti a tavola ma ognuno tiene il piatto in mano e si siede dove gli pare (visto e vissuto di persona e ritenuto barbaramente scomodo). E' anche vero che più che a mangiare sono occupati a bere ... |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 20:01
“ Quindi un po' psicologa lo sono „ Eh si |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 20:33
Molte volte i comportamenti assunti da una popolazione relativamente ad una azione sono diversi da quelli di un'altra popolazione e questo viene rispecchiato anche dalla lingua e dal modo di esprimerlo. Questo se capisci quello che dicono....ma se loro parlano e tu non capisci un'h mi sa difficile immaginare che tu riesca mettere a confronto quello che dicono con il loro comportamento...Diciamo che in questo caso vale di più il linguaggio corporeo ossia il linguaggio non verbale. Che il linguaggio abbia a che fare col comportamento non credo: molto spesso si dicono delle cose e se ne fanno altre. Uno può parlare in modo elegante e poi essere un maleducato nei modi di fare. |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 21:48
“ ...molto spesso si dicono delle cose e se ne fanno altre. Uno può parlare in modo elegante e poi essere un maleducato nei modi di fare. „ Il bello è proprio lì, anche quello è ... un modello comportamentale (che sia poi positivo o negativo è una interpretazione soggettiva e/o della morale). Cito la Treccani per la parola comportamento: 2. a. Nella psicologia comparata, il complesso degli atteggiamenti che il soggetto (animale o uomo) assume in reazione a determinati stimoli ambientali o a presunti bisogni interni, oppure l'attività globale di un soggetto considerata nelle sue manifestazioni oggettive. “ Questo se capisci quello che dicono....ma se loro parlano e tu non capisci un'h mi sa difficile immaginare che tu riesca mettere a confronto quello che dicono con il loro comportamento... „ Quell'atteggiamento lo lascio al turista. Se una cosa ti colpisce o incuriosisce e vuoi sapere di più non ti limiti a "guardare" ma: a) osservi b) approfondisci con documentazione e o chiedendo interpretazioni o traduzioni, il mondo è pieno di libri da studiare e consultare e adesso c'è anche la rete (previo verifica delle fonti) Poi è facile fare registrazioni video o anche sonore da fare ascoltare a chi può tradurre. Insomma, con un pò di buona volontà ci si arriva. Questi confronti aprono la mente. E' chiaro che se si fa solo il turista per stare con la pancia all'aria su una sdraio al sole non fa alcuna differenza essere a Riccione o in Sry Lanka (senza sapere manco che prima si chiamava Cylon e prima ancora in un altro modo). Nel 2013 fui invitato ad un compleanno in Portogallo, la festeggiata era italiana. Invitò diverse persone italiane. Venne anche una pseudocommercialista delle mie parti. L'anno precedente era stata in Brasile e questo lo rimarcava sovente. Esordì dicendo: Toh, guarda in Portogallo parlano il Brasiliano. Ho taciuto. Secondo te questa sapeva indicare sul mappamondo dove si trovava il Brasile? Dal punto di vista culturale e della propria conoscenza, che differenza faceva per lei essere in Brasile, in Etiopia o a Weston-super-Mare (uno dei posti di mare più brutti dell'inghilterra e probabilmente del mondo)? |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 22:17
La nostra lingua non è un semplice mezzo di espressione, che possiamo barattare con un altro come se fosse nulla, senza il rischio, nello scambio, di perdere anche l'anima. Perché pensiero e linguaggio sono strettamente connessi (anche chi conosce e parla diverse lingue, tende a pensare solo con una lingua). Cosa importante da rimarcare è che il linguaggio è veicolo di apprendimento, sin da bambini, di usi e costumi, schemi mentali, modi di pensare e anche, mi duole dirlo, di innumerevoli preconcetti. Non si può pensare che il linguaggio non influenzi il nostro modo di vedere il mondo! Io poi la penso come nell'ipotesi Sapir-Whorf, quindi immagino che il linguaggio possa, in qualche modo, influenzare lo stesso modo in cui una mente costruisce, percepisce e concettualizza la realtà. Ma questo discorso sarebbe lungo e ci porterebbe fuori tema. Concludo, dicendo che il fatto che esista una lingua che venga percepita, quasi universalmente, più musicale di un'altra, non significa che sia per questo "superiore". Nessuno ha parlato di superiorità di nazioni o quant'altro! Semplicemente, non ha molto senso, né lo trovo bello, né intelligente, se per vezzo o per moda si prendono a caso termini inglesi (la lingua del forte, vincitore della guerra), con fare servile, per snaturare, stuprare, annientare una lingua stupenda e musicale come l'italiano. Fermatevi finché siete in tempo! |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 22:31
Beh, anche l'Italiano a volte snatura i significato originali dati a cose oggettive da altre lingue, ad esempio: Groenlandia, in inglese è: GREENland e in tedesco è: GRÜNland e cioè terra verde. Cosa c'entra e cosa significa in Italiano Groen?? In questo caso direi che per aderenza al significato è decisamente più musicale l'inglese o il tedesco. Islanda, in inglese: ICEland e cioè la terra dei ghiacci. |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 22:37
Perché pensiero e linguaggio sono strettamente connessi Ma non imprescindibili: anche i neonati pensano ma non parlano e pure gli animali. Il linguaggio traduce il pensiero ma non lo forma. Chi è sordo dalla nascita e non conosce un linguaggio credo possa pensare ugualmente. Ci sono bambini che parlano 3 lingue o più già prima di andare a scuola ma non penso che vedano la realtà e il mondo in altrettanti modi. Sono d' accordo che leggere un libro nella propria lingua nativa anziché in una lingua imparata solo in un secondo momento, ci permetta di comprendere quello che leggiamo in un modo sicuramente più completo e profondo ma questo dimostra solo che il linguaggio è uno strumento per comprendere ed esprimersi e nonper creare pensieri che sono influenzati da altre fattori ambientali ed ereditari a livello genetico. |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 22:42
Old per fare quello che dici tu in giro per il mondo occorrerebbe fare solo quello: turisti a tempo pieno |
| inviato il 11 Ottobre 2020 ore 23:13
“ Chi è sordo dalla nascita e non conosce un linguaggio credo possa pensare ugualmente. „ Ovvio, ma cambia solo il modo di comunicare. Il linguaggio che conosciamo oggi è una evoluzione del modo di comunicare. Il nostro cervello, in caso di disabilità, entro certi limiti è in grado di spostare il modo di comunicare verso altri modi. Ricordo il mio professore di pianoforte che era cieco. Aveva sviluppato altre caratterstiche che gli permettevano di comunicare e comprendere il mondo esterno: aveva una memoria eccezionale, leggeva uno spartito in Braille, battuta per battuta e poi lo eseguiva senza incertezze riconosceva la crescita di un ragazzo dalla variazione del tono di voce aveva un tatto sensibilissimo ricordava ogni angolo della sua casa, del suo condominio, della strada che percorreva La cosa impressioante è che sapeva descrivere il tutto come se lo avesse veramente visto. La base imprescindibile di ogni forma di vita è la comunicazione. Niente comunicazione, niente vita. Il linguaggio è una delle componenti fondamentali. Anche un virus ha bisogno di comunicare. Quello che gironzola ultimamente usa la proteina Spike per dare una falsa informazione (comunicazione) alle cellule bersaglio le quali ingannate da un messaggio apparentemente amico permettono al virus di entrare in casa loro, con tutto ciò che ne consegue. Tale strategia non è molto diversa da quella del maleintenzionato che si presenta dalla vecchietta sotto le mentite spoglie di tecnico dell'ENEL o del GAS per ruberle la pensione o farle del male. I batteri, oltre a passare l'informazione genetica tra generazione e generazione (informazione verticale) passano tra loro la comunicazione genetica anche in senso orizzontale cioè tra soggetti di pari generazione. L'essere umano è il più evoluto o elevato dal punto di vista neurologico per cui ha una capacità di comunicazione superiore alle altre specie. Non solo nel senso del linguaggio ma anche del modo di trasmettere tale comunicazione che può avvenire anche in altre forme, ad esempio per scrivere questi messaggi (più che parlarci) ne stiamo sfruttando una delle più evolute. Siamo complicati, lo so. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 253000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |