| inviato il 06 Settembre 2020 ore 10:32
Paolo, l'obiettivo è lo strumento con il quale guardiamo il mondo. Ogni focale ha delle caratteristiche proprie che valgono per tutti i generi, e si limitano a riprodurre ciò che noi decidiamo di far vedere secondo le nostre scelte. Possiamo stare lontani fisicamente ed avvicinarci con la lente o possiamo stare vicini ed allontanarci con la lente. In entrambi i casi estremi si creano illusioni prospettiche. Nel mezzo c'è una infinita varietà di scelta per attenuare, sino a ridurre al minimo, tali illusioni. L'unica distanza da rispettare è quella minima di messa a fuoco (e forse nemmeno quella). Il resto dipende da cosa si vuol mostrare dentro il frame, e scegliere la miglior combinazione tra tutte le variabili che si incidono sul risultato. |
| inviato il 06 Settembre 2020 ore 10:48
“ Possiamo stare lontani fisicamente ed avvicinarci con la lente o possiamo stare vicini ed allontanarci con la lente. In entrambi i casi estremi si creano illusioni prospettiche. „ Una buona e chiara sintesi, grazie ! |
| inviato il 11 Settembre 2020 ore 22:59
“ dovrei dire che il 300 genera defomrazione prospettica? no, permettetemi ma non mi piace per niente... „ Un 300 ha anche lui la sua deformazione. Se riprendo un volto con un 28 mm, questo verrà generalmente deformato e il soggetto sembrerà più paffuto del dovuto; con un 300 invece sembrerà più con un ovale allungato |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 11:08
@bergat fai attenzione a quello che scrivi... Chi fa una domanda vuole una risposta corretta. Certamente volevi dire un'altra cosa. Ha ragione @peda. È il contrario. |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 12:14
1.Alla luce di quanto emerge via via nel topic, forse dovremmo parlare di foto in generale e non soltanto di ritratto. 2. Il link proposto da @Peda rimanda ad un articolo interessante, molto interessante ( almeno per me ) dove si evince, tra l'altro, che la domanda che mi ( vi ) pongo: rapporto tra lunghezza focale e distanza dal soggetto, non è poi una domanda così oziosa. Le conseguenze, per un fotografante, sono importanti: si può caricare di espressione e di intensità uno scatto, scegliendo con consapevolezza la distanza dal soggetto, sia esso un volto, oppure un volto che fa parte integrante di una scena. |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 12:16
Appunto... dipende da quello che vuoi... non è sbagliato parlare di distanza. Perchè la distanza cambia la geometria. Non è corretto parlare di distanza "ottimale"... perchè l'ottimale non è un principio assoluto... ma relativo a cosa vuoi realizzare. |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 12:27
Certamente. Probabilmente per ottimale intendevo quanto di più regolare, 'aureo', canonico possa esistere. (Mi chiedo se, per poter esprimersi con creatività ed espressione, sia meglio prima conoscere quelle regole che vanno trasgredite o scavalcate...) Ma questa è già un'altra questione, che trova sostenitori sia di una parte, che dell'altra...e credo sia vecchia quanto l'Arte. |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 12:37
La trasgressione di una regola, implica la conoscenza della regola. Non puoi trasgredire se non conosci il funzionamento. Sarebbe un po... come prendere una strada a caso per andare a Roma. Solo perchè tutte le strade portano a roma. Del resto la trasgressione non consapevole è il caos... e non ti serve. E' ovvio... in sostanza che esistono le regole, per la luce, per la prospettiva, per la composizione, per il colore... etc etc .... Se violi tutte le regole... e alla fine ti ritrovi... sei un talento. Ma nessuno di noi lo è (almeno parto da questo presupposto). La cosa importante è la ricerca. La tua domanda ha senso, perchè sei nel bel mezzo di una ricerca. Devi concludere il ragionamento, provando. Poi ne affronterai altri e li concluderai altri ancora. Alla fine l'insieme dei tuoi ragionamenti farà la tua fotografia. Il seguire regole... e sforzarsi a non violarle... difficilmente ti darà un tuo stile. E' un mio parere.... non confermato sul forum... ma nel mio lavoro (che è completamente diverso) così ragiono... e non mi sono mai trovato male! |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 14:17
“ Certamente. Probabilmente per ottimale intendevo quanto di più regolare, 'aureo', canonico possa esistere. (Mi chiedo se, per poter esprimersi con creatività ed espressione, sia meglio prima conoscere quelle regole che vanno trasgredite o scavalcate...) Ma questa è già un'altra questione, che trova sostenitori sia di una parte, che dell'altra...e credo sia vecchia quanto l'Arte. „ Sono assolutamente d'accordo col senso del discorso di Fancesco anche se userei un'altra terminologia. Secondo me questa cosa delle regole canoniche che vanno imparate e poi trasgredite crea "confusione". La "regola" secondo me, in questo caso, è quella "fisica" della prospettiva. Se scatti più vicino o più lontano al soggetto poni differentemente le componenti tridimensionali della scena sul piano dimensionale della foto. E chi osserva la foto, se ne accorge, e il cervello gli restituisce determinate sensazioni (semplifico, coinvolgimento, distacco ecc.). Per cui la domanda a che distanza che poneva Paolo qual'è la distanza "canonica" ha senso? Certo: ha senso nel momento in cui la contestualizziamo negli scatti di moda o in quelli fotoamatoriali dove la moglie è la modella e dove si cerca di riprodurre il volto nella maniera più armonica possibile. Ma per dire... un ritratto ravvicinato con un 28mm... mi stupirei di vederla in un portfolio di una top model ma per chi fa street è assolutamente normale (per non dire "la regola" ) perché rientra nella tipologia di "linguaggio fotografico" che si sta usando. Qualche ritratto famoso (Klein il ragazzo con la pistola, Evans la moglie del fattore, Soth da Sleeping by the Missisipi, Sternfield il giardiniere cieco). Ognuno col suo stile...



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| inviato il 12 Settembre 2020 ore 21:02
“ @Bergat semmai è il contrario images.app.goo.gl/SuYVH9gz5Kjc3WqMA „ non sono d'accordo con l'esempio delle foglie. Se riprendo la stessa area che riprendo col 200, col 28 devo avvicinarmi parecchio. E' vero a parità di distanza, ma non di scena inquadrata. Quindi la distanza cambia la prospettiva, ma per far si che il 28 abbia la stessa scena inquadrata dal 200 devo avvicinarmi parecchio. e quindi un volto (cioè l'ovale) fotografato col 28 è molto più deformato dello stesso ovale ripreso a una distanza molto maggiore col 200. Per questo si sconsiglia un primissimo piano con un 28, ma molto meglio con un 85 e per un ovale, meglio un 135mm |
| inviato il 12 Settembre 2020 ore 22:40
@bergat... la deformazione non è tutto. Avevo il muro alle spalle.... mi sono sacrificato con un 24.... con l'85 non l'avrei potuta proprio fare. Se su questa foto... si guardano le deformazioni prospettiche... c'è un problema... e parliamo di 2 cose differenti.
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| inviato il 13 Settembre 2020 ore 0:34
Si poteva sopravvivere anche senza, probabilmente anche lo fotografia. |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 6:10
io riesco a sopravvivere anche senza certi commenti e preferisco vedere una foto. |
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